Vario

Alan Morse

Di Riccardo Angelini - 21 Maggio 2007 - 13:00
Alan Morse

A breve distanza dall’uscita di Four O’Clock and Hysteria, abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con un Alan Morse non particolarmente loquace ma disponibile e in vena di battute. Umile e sempre cortese, Alan ha in fin dei conti dato prova del carattere disimpegnato che contraddistingue il suo progetto solista, in una via similare agli ultimi Spock’s Beard. A lui dunque la parola.

“Four O’Clock and Hysteria” è il tuo primo album solista. Prova a presentarlo agli ascoltatori, sia a quelli che conoscono Alan Morse sia a quelli che non lo conoscono.

Beh, dunque… è un album strumentale… ed è fondamentalmente un album di chitarra (risate, ndr). È qualcosa che avevo in mente da un po’ di tempo, ispirandomi a sonorità fusion e suonando più che altro per divertimento.

Puoi spiegarmi quale è il significato dell’enigmatico titolo “Four O’ Clock and Hysteria”?

Sì, beh, è enigmatico. In realtà non ha nessun significato particolare. Mi fornì l’idea un amico di mio padre qualche anno fa, pensavo che suonasse bene e così l’ho utilizzato.

Da quanto tempo stavi pensando a questo tuo esordio solista? È un’idea dell’ultimo minuto o un progetto che tenevi pronto già da un po’?

In questi anni mi sono sempre dedicato perlopiù agli Spock’s Beard, poi un paio di anni fa ho iniziato a pensare “perché non provo a scrivere un album solista?”. Ci sono voluti due anni per completarlo. Ma è stato divertente e sono molto contento del risultato.
 
Trovo che questo disco riesca a mettere bene insieme eclettismo e melodia. Mi è piaciuta in particolare l’ultima traccia, “Home”, che è un po’ diversa rispetto allo stile delle altre. Penso che sia uno dei miei pezzi preferiti dell’album. Che mi puoi dire a riguardo?

Una mattina mi sono svegliato con questa canzone in testa e mi è venuta naturale suonarla e scriverla. Me la sono tenuta a mente fino a che non sono arrivato in studio per buttarla giù. All’inizio pensavo che non si addicesse allo stile dell’album, ma Neal mi disse che gli piaceva e che avrei dovuto includerla nella tracklist. Beh, adesso è uno dei miei pezzi preferiti.

Negli Spock’s Beard ti occupi anche del cantare. Come mai hai deciso di fare un album interamente strumentale, senza cantare su neanche una traccia?

All’inizio ci ho pensato, ma non avevo molta voglia di occuparmi di quella parte. Per farlo, lo avrei potuto fare, ma volevo concentrarmi sulle chitarre che sono la parte che a me interessa veramente.

Veniamo a una domanda banale: quali sono le tue influenze musicali come chitarrista?

Da Hendrix a Jeff Beck, ce ne sono molte. Per esempio Brian May e Mick Ronson. Mick poi è fantastico, straordinario in tutto quello che ha suonato, per me è il migliore.

Tra gli album degli Spock’s Beard, qual è quello cui ti senti più legato?

Dunque… credo che “V” sia molto valido, ma personalmente sono molto legato a “The Light”. È il nostro primo album, abbiamo fatto tutto da soli, partendo da zero… sono ricordi cui tengo particolarmente.

Nel 1992 hai fondato gli Spock’s Beard con tuo fratello Neal. Come è cambiata la vita di Alan Morse negli ultimi quindici anni?

(Risate, ndr) Beh all’inizio ero semplicemente un ragazzino, ora sono cresciuto… è cambiato tantissimo. Tutto quello che è successo, vivere per la musica… è stata una corsa fantastica, non pensavamo che qualcuno potesse apprezzare o essere interessato agli Spock’s Beard, suonavamo solo perché ci divertivamo, perché ci piaceva quello che suonavamo. Pensare di essere arrivati fino a qui è una grande emozione.

Quando Neal ha lasciato la band, hai sentito su di te maggiori responsabilità?

Certamente, abbiamo iniziato a scrivere i brani per conto nostro, e ho dovuto anche interessarmi alla gestione della band. Quando c’era Neal se ne occupava lui, il mio compito era fondamentalmente suonare la chitarra. Ora mi occupo della chitarra, delle canzoni e del lato gestionale. In questo senso, le mie responsabilità sono molto aumentate.

Farai un tour per promuovere questo disco solista?

Lo spero. Per il momento non ho piani particolare, dipende da come l’album sarà ricevuto. Ora come ora si profila all’orizzonte un tour con gli Spock’s Beard: è la mia priorità e mi terrà occupato per un po’ di tempo. Tuttavia se ci fosse la possibilità di fare un tour anche da solista, ne sarei entusiasta.

Per quanto riguarda i palchi italiani, ci sono più possibilità di vederti in solo o con gli Spock’s Beard?

Al momento l’Italia non è purtroppo nella lista dei paesi che toccheremo nel corso del tour. Certo che se in Italia tutti comprassero il mio solo album, il discorso cambierebbe (risate, ndr.). Ma l’Italia è un paese stupendo: persone grandiose, cibo squisito, paesaggi bellissimi. Mi piacerebbe molto tornarci.

Se non erro, nel resto d’Europa gli Spock’s Beard hanno parecchi fan. Secondo te come mai capita che certe progressive band americane, non solo di oggi ma anche di ieri, abbiano più successo in Europa che nella loro terra natia?

È vero, soprattutto per quanto riguarda Germania e Olanda… la ragione non la so, probabilmente gli europei sono più svegli degli americani (risate, ndr). Mi farebbe senza dubbio piacere avere altrettanti fan anche negli Stati Uniti. Il viaggio verso l’Europa poi è decisamente lungo e faticoso. Ciò non toglie che ogni volta sia dannatamente divertente e che ne valga sempre la pena. Non vedo l’ora.

Per concludere, puoi dirmi quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Presto partiremo per il tour europeo quindi… cavoli, devo cominciare a esercitarmi! (risate, ndr.) In realtà ho già cominciato, ma non abbastanza. Comunque, resteremo in Europa un paio di settimane, dopodiché torneremo a casa e… beh, per un po’ resterò a riposarmi col sedere sulla sedia (risate, ndr.). Poi non so che cosa succederà, forse fare qualche altro concerto, magari in Canada… e poi proverò a fare un tour per l’album solista, ma non ho programma precisi.

Grazie, era l’ultima domanda. Lascio a te l’ultima battuta, puoi dire quello che vuoi ai tuoi fan.

Grazie a te e a tutti voi per il vostro supporto. E se vi piace questo tipo di musica, provate ad ascoltare qualcosa su http://www.myspace.com/alanmorse. Ciao!

Riccardo Angelini