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All Shall Perish (Beniko Orum)

Di Alberto Fittarelli - 21 Febbraio 2005 - 16:26
All Shall Perish (Beniko Orum)

Ecco un altro di quei gruppi che sembrano sbucare dal nulla e uscirsene con
un album che lascia, se non a bocca aperta, quantomeno sorpresi per la sua
qualità: gli All Shall Perish mi erano infatti totalmente sconosciuti sinchè
non è arrivato Hate. Malice. Revenge. a mostrarmi che cosa intendevano fare
questi 5 ragazzi statunitensi. Uno stile che unisce vari sottogeneri del metal
estremo, dal death melodico a certo black, passando per l’hardcore, su una
solida base brutal death che, come leggerete, ha le fondamenta nell’amore
provato dai musicisti per i gruppi storici in questo genere.E’ il chitarrista
Beniko Orum
il mio interlocutore: vi lascio direttamente alle sue parole.

Ciao Beniko! Gli All Shall Perish sono una band completamente nuova per
l’audience italiana, puoi presentarla i nostri lettori?

Gli ASP si sono formati solo recentemente, tra 2001 e 2002, a Malibu,
California: suoniamo un blend di diversi generi estremi, ma su tutti il death
metal, che è la nostra base musicale di sicuro…

Tra l’altro vedo che Hate. Malice. revenge. è stato pubblicato
originariamente nel 2003 dalla Amputated Vein Records e solo ora la Nuclear
Blast l’ha preso in consegna per una pubblicazione e distribuzione mondiale…
mi puoi raccontare come avete raggiunto questo importante accordo?

Certo, è andata così: stavo suonando con l’altra mia band, gli Hacksaw to the
Throat
, a Los Angeles, e tra gli spettatori c’era l’ex-chitarrista e leader dei
Fear Factory, Dino Cazares: lui mi ha detto che valeva davvero la pena che la
nostra musica fosse diffusa tramite i canali più importanti e ci ha messi in
contatto con la Nuclear Blast; da lì abbiamo raggiunto un accordo ed eccoci
qui.

La label vi definisce senza mezzi termini come “Metal/Hardcore”, ma
trovo che voi non rientriate molto nel filone che ultimamente sta spopolando
negli USA: avete un’anima decisamente più brutale, sei d’accordo?

Sì, di sicuro non siamo collocabili direttamente in quel filone, ma la
storia è sempre la stessa: esce un ottimo gruppo, come i Killswitch Engage ad
esempio, che traina dietro di sè tutta una serie di altre band che ne seguono
le orme… ci sono gruppi buoni e altri molto meno validi, l’importante è saper
distinguere. Noi facciamo in sostanza metal estremo, con molte influenze brutal
e death, dai Suffocation, ai Dying Fetus, agli Internal Bleeding… come poi
veniamo etichettati ha importanza relativa.

Parlando di “Hate. Malice. Revenge.”: se dovessi scegliere solo
alcuni pezzi da presentare al pubblico per introdurlo, quali sarebbero?

Mmm…credo che la canzone più rappresentativa possa essere “Laid to
rest”, contiene un po’ tutti i vari elementi che mettiamo nella nostra
musica… ma anche “Sever the memory” e la prima “Deconstruction”
mi piacciono molto, e credo che possano piacere molto anche al pubblico. Non è
facile scegliere, davvero.

Credo che proprio “Laid to rest” sia la canzone con la parte
più melodica del disco, che resta però ben mescolata alla potenza di suono di
chitarre e batteria… al di fuori dell’etichetta “metalcore”, creata
dai media, quali sono le vostre influenze sul lato sia brutale che melodico?

Per la melodia ci rifacciamo magari a gruppi come gli Hypocrisy, mentre
l’altro chitarrista (Caysen Russo, appena uscito dalla band) si ispira molto
agli Opeth e ai Vader; su quello che è il lato più “moderno”,
diciamo, è innegabile che ci piacciano i Killswitch Engage, specialmente al
batterista. Questi sono i gruppi di punta che ci piaccioni maggiormente e
ascoltiamo più volentieri, bisogna vedere poi quanto ci influenzino nella
composizione dei pezzi.

E gli Hypocrisy, insieme a Misery Index, Kataklysm e Malevolent Creation,
sono le band di spicco della Nuclear Blast per quanto riguarda il death/grind:
svedesi a parte, qual’è il gruppo che senti più “vicino” a voi come
feeling, se ce n’è uno?

Beh, risentiamo di un po’ tutta la corrente death e questi sono gruppi che
la modellano, quindi è difficile dire quale sia il più significativo. Ti posso
dire che ci piacciono anche i Soilwork, su tutti quelli dei primi 2 album…
“Chainheart Machine” resta un capolavoro. Tra quelli che hai citato
direi che sono i Kataklysm a pesare di più nella nostra musica, specie per
quanto riguarda le parti di batteria.

E per l’hardcore? E’ l’altro lato della medaglia del “metalcore”,
sono sicuro che abbiate dei gruppi di riferimento da citare…

Sì, direi che gli Hatebreed rappresentano il migliore esempio di hardcore
“metallizzato” ora, se c’è un gruppo di quel genere che ci influenza
non possono essere che loro.

Dato che siete statunitensi non posso esimermi dal domandarti se, dopo
l’omicidio di Dimebag Darrell, siete preoccupati per la vostra sicurezza durante
i concerti.

Guarda, è stata un’incredibile tragedia, ne siamo rimasti scioccati come
tutti: è davvero assurdo vedere come possano accadere episodi simili, ma non
siamo per questo più preoccupati di quanto non lo fossimo prima. facciamo il
nostro “lavoro” come sempre, è una cosa che poteva accadere ovunque,
per quanto orrenda.

Parlando invece della situazione che si è venuta a creare negli USA dopo
l’11 settembre 2001: credi che quella tragedia abbia influito anche sul modo di
vivere la musica, sia come fans che come musicisti, dei giovani in America?
Parlando con altri musicisti del tuo Paese mi hanno confermato la cosa…

Sì, sicuramente la cosa ha avuto un peso enorme. Pensa che io ero a New
York proprio quando è successo, per puro caso, e quindi ho vissuto in prima
persona quella catastrofe. Tutta la nazione è cambiata nel modo di vivere,
questo è sicuro, e quindi anche nel modo di esprimersi tramite la musica…
sai, c’è tutta una serie di situazioni che si è venuta a creare anche dopo il
2001 che genera contrasti, angosce, e la società ne risente. E’ un discorso
molto lungo e complesso.

Ok, dimmi un po’ dei vostri progetti live per il prossimo futuro!

Per il momento ti posso citare sicuramente il New England Metal and
Hardcore Festival (in realtà appena annullata la loro apparizione dopo la
fuoriuscita di Russo dal gruppo, ndr), mentre non abbiamo ancora fissato un tour
completo e non ho quindi idea precisa di cosa faremo. Sicuramente ci daremo da
fare anche su quel versante appena possibile, spero di avere più notizie
presto!

E per quanto riguarda il nuovo materiale? Dato che l’album ha già 2 anni
di vita, come composizione, suppongo che abbiate diverse canzoni pronte…

Sì, e continua sulla nostra linea classica, con un pezzo lungo anche 7
minuti e le armonie che ci permettono di variare la nostra musica. E’
tipicamente All Shall Perish, questo è sicuro. Dovrebbe uscire nel 2006, per
forza di cose non prima.

Bene, vorrei concludere questa intervista chiedendoti se conosci qualche
gruppo italiano, anche in generi diversi dal vostro.

Non molte a dire la verità, però mi ricordo degli Stigma,
che mi piacciono parecchio… poi per il resto…mmmm…dimmene qualcuno tu!

Mmm che so… nel death abbiamo Natron, Hour of Penance… ma credo che i
più famosi siano al di fuori da questo: Lacuna Coil e Rhapsody, li avrai
sentiti nominare!

Hahaha, beh, i Lacuna Coil per forza, anche se non è il mio genere di
musica non posso dire che mi dispiacciano! Niente male…

Alberto “Hellbound” Fittarelli.