Allhelluja (Stefano Longhi)
Lanciati a gran velocità sulle bollenti strade circondate da scenari rock e stoner, gli Allhelluja, forti delle già brillanti critiche ottenute con il precedente “Pain is the Game”, ci donano un’altra chicca in grado di compiacere gli amanti del genere, ma non solo. Una line-up rinnovata, grazie all’inserimento di GL Perotti/Tommy Massara (Extrema) e di Trevor (Sadist), un’inattesa personalità e tanta voglia di far bene, sono stati i punti fissi di questo terzo capitolo della carriera iniziata sei anni fa. Debite premesse fatte, ci siamo rivolti al batterista della band, Stefano Longhi, per dare risposta a qualche curiosità…
Intanto ti ringrazio per i complimenti e per aver usato la parola ‘personalità’. Credo che un fattore fondamentale per la crescita di questo gruppo sia stato proprio un processo di sviluppo e consolidamento della personalità artistica. ‘Breath Your Soul’ nasce proprio con l’esigenza di sfondare i limiti che potevano nascere dopo la registrazione di ‘Pain Is The Game’. Il rischio di ripetersi era dietro l’angolo ed è anche per questo che ci siamo fermati per qualche mese. Abbiamo preso tempo, raccolto le energie e le idee e siamo passati alla fase compositiva. Io e Roberto (basso) abbiamo sviluppato alcune idee fina ad arrivare ad una sorta di demo-pre produzione di settanta minuti, con tanto di ‘chitarre-scheletro’ e ‘voci guida’ registrate dal sottoscitto. A questo punto Tommy Massara è entrato nel gruppo registrando tutte le parti di chitarra e aggiungendo moltissime idee. Quindi abbiamo come al solito passato la palla a Jacob ma i troppi impegni hanno fatto sì che si arrivasse all’inevitabile rottura, fortunatamente pacifica e amichevole. Ho chiamato Trevor e GL che si sono detti entusiasti all’idea di cantare insieme sul nuovo album degli Allhelluja… ed eccoci qua! Con l’album più potente e pregevole che potessi mai desiderare!
Approfitto allora di chiederti se ci puoi evidenziare con poche parole le differenze stilistiche che caratterizzano questo album rispetto ai due capitoli precedenti?
Questo sicuramente è l’album più completo e maturo degli Allhelluja. Non è la semplice somme dei due dischi precedenti, ma offre la possibilità di spaziare tra atmosfere diverse mantenendo un impatto ed un’aggreassività devastanti. Come ti dicevo in precedenza, l’esigenza di ‘esplodere’ si è concretizzata proprio nella stesura dei nuovi brani ed il risultato è impressionaqnte visto che nell’arco dei sessanta minuti puoi trovare mescolate influenze svariate come Entombed, Carcass, Down, Black Sabbath, Trouble, Rob Zombie, Motorhead, Kyuss, Unida, Hermano, Corrosion Of Conformity, Velvet Revolver, The Cult, Slipknot, Mastodon e tante altre. Sicuramente c’è una cura maggiore negli arrangiamenti, una perizia tecnica sopra la media e soluzioni stilistiche a volte sorprendenti che all’interno di uno stesso brano ribaltano il mood più volte. Il tutto è permeato da una ombra ossessiva e densa, propria del nostro sound che è rimasta e che credo addirittura essere diventata più spessa. Nei nostri nuovi brani si respira zolfo…
Faccio allora un piccolo salto indietro nel tempo…“Pain is the Game” era godibile, ma dava l’idea di un songwriting più articolato. In questo disco invece sembra che la musica scorra via con una potenza inarginabile. L’idea che mi sono fatto è che vi siate divertiti parecchio a comporlo tanto è naturale e diretto…
Sono d’accordo quando dici che in ‘Breath Your Soul’ c’è una potenza inarginabile, meno sul fatto che in ‘Pain Is The Game’ ci sia un songwriting più articolato. ‘Pain Is The Game’ è nato di getto e in modo uniforme, compatto. In ‘Breath Your Soul’ c’è più meditazione e più rischio. Il fatto che risulti così diretto e di impatto vuol dire che abbiamo raggiunto un buon risultato perchè aggiungendo tante cose e tante sfumature, prima solo immaginate, abbiamo mantenuto ugualmente un approccio diretto e massacrante.
Identificare una band in una corrente musicale è un atto dovuto per spiegare ai lettori di cosa si stia parlando, ma in sede di recensione avrei preferito non parlare né di stoner, né di metal, ma neppure sento di accostarvi alle correnti death n’ roll a cui tanti vi affiancano. Con questo “Breath Your Soul”, gli Allhelluja potrebbero davvero essere una realtà ben identificabile. A parer di chi scrive il salto qualitativo è avveuto. Vorrei chiederti quanto è stato importante il contributo dei nuovi arrivati.
Hai ragione quando dici che è limitante parlare di stoner, doom o death n roll. Siamo quallo che siamo… con tante influenze ed una musica che si sviluppa in modo naturale prendendo solo degli spunti da questi generi ed aggiungendo una vena horror molto marcata. Il contributo dei nuovi arrivati è stato essenziale e importantissimo. Con Tommy le chitarre sono letteralmente esplose e le due voci hanno regalato un impasto sonoro unico. Vedere e sentire Trevor e GL cantare insiame è stato fantastico e il risultato ha sorpreso in primis loro, che alla fine delle registrazioni si sono stupiti e non credevano alle proprie orecchie. Vedere tre musicisti che da vent’anni segnano la storia del metal Italiano stupirsi e complimentarsi a vicenda per il risultato ottenuto è stata la soddisfazione più grande. Una gioia incredibile!
Mi aggancioa a quanto hai appena detto…in particolare ho trovato la prestazione di Tommy Massara davvero eccellente! Sono dell’idea che scelta migliore non poteva esser fatta. Da thrasher nato quale sono, ho sempre ritenuto che i musicisti di questa straordinaria corrente fossero quanto di più adatto per la corretta interpretazione un rock corrosivo e verace come lo stoner, piuttosto che la sua parte più metallizzata ovvero lo sludge. Volevo sapere che ne pensi…
“Tommy è il miglior musicista con cui abbia mai potuto lavorare. E’ un amico da vent’anni ed è stato un onore poter dividere con lui questa esperienza. Mi ha dato un’energia incredibile ed è stato il punto di svolta per la riuscita di ‘Breath Your Soul’. Con la chitarra fa quello che vuole ed anche improvvisando è impressionante. Non si accontenta mai, vuole sempre il massimo da se stesso. la cosa bella è stato vederlo registrare e capire quanta umiltà e quanta dedizione ci sia nel suo essere musicista. E’ come indemoniato, si sfinisce e poi ti guarda chiedendoti: “Cosa ne pensi?”… La risposta è stata quasi sempre la stessa. “Perfetto Tommy, perfetto!”. Dimenticavo… anche io sono un ‘thrasher’ fatto e finito… Ho guduto in diretta dell’esplosione della scena Bay-Area e scoprire ogni mese gruppi fantastici come Testament, Forbidden, Vio-lence, Heathen, Defiance, Death Angel, Mercenary, Mordred, Sacrilege BC e tanti altri è stata una libidine infinita! Bei tempi avevo 16/17 anni!!!
A chi lo dici, se mi fai questi nomi mi viene voglia di mollare l’intervista e cominciare a parlare di thrash con te per ore con una birra…eh eh…
Torniamo al lavoro; penso che informazioni importati per un ascolto completo di un album vadano ricercate nei testi. Potresti dare un’idea a chi legge dei contenuti espressi dalle lyrics?
I testi sono ricchi di simboli e metafore, a volte sono crudi e provocatori, altre ironici e paradossali. La vita stessa lo è. Il suo significato ci è ancora lontano, se non addirittura sconosciuto. Io mi faccio tante domande sul ‘perchè’ ed il ‘percome’ e cerco di trasferirle nei testi… Risposte ancora in attesa… e non so quando arriveranno… Prendo spunto da letture, da film ma soprattutto da ciò che si mescola nel cervello esperienza dopo esperienza. Tanta, troppa confusione che a volta porta anche a delirare, ai limiti della follia. E non sempre riesci a contenere a capire, a riderci sopra… A volte ti spaventi, ti violenti e ti distruggi e ti fai anche del male.
Secondo e non ultimo fattore di merito di questa release è una produzione di tutto rispetto, in grado di evidenziare brillantemente l’anima celata dietro il vostro stile. Come avete concordato la scelta dei suoni in sede di missaggio?
“Il merito è del nostro fonico Maurizio Brioschi, che ha sempre curato le pre-produzioni dei precedenti album, prima che andassero in danimarca per le voci ed il missaggio finale. Questa volta ha fatto tutto lui. Ci conosce bene e insieme abbiamo lavorato con grande fiducia, calma e infinita pazienza. devo dirgli solo grazie! Il sound è nato passo dopo passo cercando di mantenere la ruvidità di base ma senza appiattire gli strumenti. E’ stato importante mantenere alta a dinamica ed il momento più difficile è stato quando si è trattato di sciegliere le voci e bilanciare Trevor e GL. Mi auguro che il risultato sia ottimo come lo riteniamo noi.”
Guarda per quel che può contare…ho poche remore a dire quello che penso. Secondo me, lo ribadisco, è stato fatto un lavoro eccellente. Ma proiettiamoci oltre il presente. Come vedi il futuro di questa band? Ti godi per ora i meritati (e siceramente attesi) positivi riscontri di critica e pubblico oppure sogni una stabilità di formazione e una ricca discografia?
“Sto cercando di imparare a godere del presente. E’ un’impresa difficilissima. I riscontri sono pazzeschi e dovrei accontentarmi. Ma penso al domani e ovviamente immagino tantissime cose…”
Se è vero che la cultura alimenta la cultura, mi piacerebbe sapere che gruppi e che dischi stai ascoltando in questo periodo e se eventualmente ti sei lasciato piacevolmente ispirare da qualche artista.
“Ascolto tanta musica, forse troppa. Lo faccio per lavoro e quindi per dovere, non per piacere, e questo a volte confonde le idee. Ma so benissimo cosa mi piace e cosa non mi piace. Negli ultimi anni ci sono stati pochi dischi e pochi gruppi che mi hanno lasciato qualcosa profondamente: Down, Hermano, Slipknot, Alter Bridge, Mastodon sono fra questi. Poi ci sono gruppi che non mi abbandoneranno mai come Black Sabbath, Soundgraden, King Crimson, Entombed, The Cult e tantissimi altri! Ma ascolto davvero di tutto da Diamanda Galas al prog anni 70, ai cori di Canterbury passando per decine e decine di colonne sonore.”
Domanda obbligata allora: dato che operi nel sistema musicale rock nostrano, e sarai quindi a contatto con questa realtà troppo spesso vituperata sulla base di una superficialità disarmante, volevo darti occasione di esprimerti liberamente circa la sensibilità musicale che identifica l’ascoltatore medio italiano…
“Perdonami, ma io non giudico nessuno. Credo che ognuno sia libero di ascoltare la musica che meglio crede e se poi vuole criticare urlando e sbraitando lo faccia pure. Io non sono fra queste persone. Io credo che sia meglio fare che parlare, in Italia coì come nel resto del mondo, rispettando chi non la pensa come te e soprattutto cercando di ‘studiare’ la materia prima per se stessi e poi per eventuali dibattiti… Detto questo l’ascoltatore medio italiano ha pregi e difetti come tutto e tutti, questione di cultura, di comunicazione, di tradizione e di informazione.
Ora che non avete più in barca Jacob Bredahl, sarà lecito verdervi attraccare un po’ sui palchi di tutta Italia e perchè no, anche in qualche importante festival internazionale? Riuscirete a far convivere in questo impegno le incombenze che alcuni vostri compagni di viaggio hanno con Extrema e Sadist?
“Speriamo!!!”
Augurandovi tutto il successo e i positivi riscontri che sinceramente penso meritiate dopo un disco così bello, lascio a te l’ultima parola per i nostri lettori…
“Semplicemente, GRAZIE!”