Alltheniko (Joe Boneshaker)
Dieci anni d’intensa attività senza mai un cambio di formazione, quattro album da studio di cui l’ultimo, “Back In 2066”, appena uscito nei negozi, che conferma la volontà di rimanere coerenti con loro stessi mettendo in campo una certa personalità: questi sono i piemontesi Alltheniko. Noi dello staff di Truemetal.it siamo andati a scovare il chitarrista Joe Boneshaker per fare assieme a lui il punto della situazione e parlare un po’ della loro ultima creatura. A voi il resoconto!
Intervista a cura di Luca Recordati
-Ciao ragazzi, è il decennale della band. Come vi sentite arrivati a questo punto?
Ciao a te e a tutti i lettori di TrueMetal! In fondo non c’è nulla di strano se una band compie 10 anni di vita, il vero fatto è che non abbiamo mai cambiato formazione! in verità non è così semplice tenere tre teste girate sempre nella stessa direzione per tutto questo tempo, ed è per questo che il decennale è stato un traguardo veramente significativo per questa band.
-Dopo 10 anni di carriera è cambiato il vostro modo di fare musica? In studio avete un approccio diverso o vi sentite ancora ancorati agli esordi?
per certi versi l’approccio è rimasto lo stesso, ovviamente in modo più mirato e cosciente rispetto agli esordi, oggi capiamo più velocemente le esigenze di ognuno, e sappiamo in modo più intuitivo ciò che vogliamo tirare fuori dalle nostre produzioni.
-In questi 10anni , sono stati più gli alti o più bassi?
Beh, è difficile dirlo perché come saprai non abbiamo nessuno alle spalle, gestiamo tutto noi stessi, produzione audio, video, management, ecc… dunque qualsiasi fatto positivo ci da una sorta di doppia soddisfazione che compensa i 1000 sforzi fatti in precedenza. Ciò che otteniamo, anche se a volte è poco, ha un valore reale e tangibile, l’esperienza fatta c’è, e non svanisce mai col tempo.
-Qual è il vostro album preferito o canzone preferita del repertorio?
Come album non ho preferenze, sono tutti importanti, ognuno ha la sua storia e rappresenta qualcosa. come canzoni invece “Sufferman” del primo, “Feel The Power” e “Thunder And Steel” del secondo, “Reburn” e “Hide In The Dark” del terzo hanno per forza più rilevanza rispetto ad altre, proprio perché sono fisse nella nostra scaletta live attuale, e probabilmente lo saranno anche in futuro,.
-Quali sono le principali differenze tra i vari album?
Il debutto “We Will Fight” riassume ciò che era stato fatto nei primi anni di vita del gruppo, può essere ingenuo, ma a differenza di altri esordi, questo ha già un background ben definito, e non è una solita reinterpretazione grossolana degli Iron o dei Metallica. Nel secondo disco “Devasterpiece” traspare il nostro entusiasmo, dato dalle prime certezze e dai primi riconoscimenti. Il terzo album “Millennium Re-Burn” è quello che ci ha fatto avere maggior consapevolezza dei nostri mezzi, delle nostre capacità e ha consolidato le nostre attitudini. Quest’ ultimo “Back In 2066”, anche se è ancora troppo presto per dirlo, speriamo sia il disco che dia al gruppo quella “credibilità oggettiva” che cerca da tempo.
-Parlando del nuovo album uscito da poche settimane, c’è qualcosa che avreste voluto cambiare e fare in modo diverso, o siete soddisfatti del risultato?
L’autocritica per me è fondamentale, perciò parto sempre dal presupposto di non essere mai pienamente soddisfatto di un album. in questo disco abbiamo evidenziato il nostro lato più melodico, abbiamo affinato la nostra capacità di sintesi nel songwriting, la produzione è chiara, brillante e calda, ma non solo, qui si percepisce l’anima del gruppo, l’aspetto più importante! Ed è questo che cerco quando ascolto un disco di heavy metal!
-Potreste farci un breve track by track?
certo! l’intro “Land Of Salvation” e il pezzo di apertura “Ticket For The Fireball” sono nati in contemporanea, hanno l’onere di creare l’atmosfera adeguata per l’ascolto dell’intero album. “Will The Night” ha le potenzialità per diventare un classico nei nostri concerti, “Dance Of Mutant Knight” musicalmente è una sorta di omaggio ai Priest della prima metà degli ’80s così come “Riders To Raven” mentre “Horizon” e “Struggle Till The Sunset” hanno sfumature più inerenti al sound d’oltreoceano. “New World’s Hero” è un esperimento, ma è risultato il picco emozionale più alto dell’intero album, “2066” è la traccia con atmosfere più scure, ma perfettamente inerenti al suo significato, mentre “Bastard Rabbles” e “Back From The Other Side” sono quelle che si avvicinano di più allo speed tipico del gruppo.
-Il titolo dell’album fa riferimento alla ripresa di un sound più vicino agli anni ‘80 con una produzione moderna o semplicemente è un riferimento al film Ritorno Al Futuro? Se la risposta è no, cosa c’è dietro al titolo?
Il titolo riassume un po’ tutti questi aspetti, sia la storia che collega i brani, contenuta nel booklet ( “Three-Head Mutant Chronicles”), sia un omaggio alla saga “Back To The Future” e in fine c’è un chiaro riferimento celebrativo, che riguarda il nostro decennale.
-Nel vostro ultimo album si sentono influenze thrash, power e heavy. Non sarebbe stato meglio scegliere un solo genere?
Ritengo che queste tre sfumature di metal che hai citato siano assolutamente coerenti tra di loro. Il sound è comunque unico e riconoscibile, e per fortuna, non sono solo io a pensarlo! Gli Alltheniko suonano come… gli Alltheniko, i paragoni incominciano a essere un po’ forzati, e siamo veramente fieri di questo!
-Come vi collocate rispetto alla scena italiana e straniera? Qual è il vostro target?
Non ci abbiamo mai pensato, forse questo aspetto lo prenderemmo in considerazione se fossimo in competizione con qualcuno, o se la nostra priorità fosse vendere un prodotto! non ci è mai interessato prevalere o primeggiare. Vogliamo costruirci un nostro spazio vitale, senza appropriarci di quello altrui, spero che il concetto sia chiaro.
-Quali sono i gruppi della scena locale o più in generale italiana che vi hanno colpito negli ultimi anni?
Sommando i pareri positivi e quelli negativi ci hanno colpito tutti, hehe! È ovvio che ognuno di questi ha delle caratteristiche musicali o umane, che possono portare ad avere un rapporto duraturo, piuttosto che l’ esatto opposto (casi rari questi ultimi per fortuna)! Comunque sia, la sensazione “a pelle” è sempre stata quella più azzeccata, e la seguiremo sempre!
-Con chi vi piacerebbe suonare dal vivo e qual è il gruppo con cui avete condiviso più volentieri il palco e perché?
Aldilà di suonare con grandi nomi per ovvi motivi di visibilità ( che non guasta mai!) il resto è già nella domanda, la musica è prima di tutto condivisione, dunque ci piacerebbe suonare con chiunque dimostri di sapere il significato di questa parola. I gruppi con cui condividiamo volentieri il palco, li inseriamo di volta in volta nei ringraziamenti in fondo ai booklet dei cd, e pensiamo che sia un bel modo di dimostrare la nostra stima per loro.
-Vi considerate anche voi, come molti altri, vittime del music business o riuscite a mantenere un attitudine indipendente?
Ho una teoria tutta mia sul perché non si comprino più i dischi, c’è disinteresse e ciò significa che la gente non li vuole neanche gratis! c’è troppo prodotto standardizzato in giro, e se un disco suona uguale ad altri mille, a chi può interessare? Di conseguenza l’indipendenza è il bene più prezioso che può avere una band, ed è da sfruttare al meglio!
-A breve farete qualcosa di speciale per il vostro decennale?
Beh, il decennale è stato nell’anno ormai concluso, abbiamo fatto una festa spettacolare nel giugno scorso, oltre che un album uscito da poco e degli ottimi concerti durante tutto l’anno! Per noi è già ottimo tutto questo! Chissà magari nella prossima ricorrenza riusciremo a fare le cose ancora più in grande!
-Per concludere, a parte i saluti di rito, avete qualche sassolino da togliervi dalle scarpe?
non c’è nulla da aggiungere, se non invitare tutti gli appassionati di musica a riprendere ad andare ai concerti… e quando capita di venire anche ai nostri! Ringraziamo Truemetal per lo spazio offertoci e Pure Steel Records senza la quale questa intervista non sarebbe stata possibile!
Grazie per averci concesso l’intervista, ci vediamo on stage al più presto!
A presto!