Amon Amarth (Johan Hegg)
L’Evolution Fest è stata l’occasione per una chiaccherata con un disponibile Johan Hegg, leader di una band molto amata dai nostri lettori e che torna di nuovo sulle nostre pagine con una intervista: gli Amon Amarth.
Allora Johan prima di tutto volevo chiederti qualcosa sul nuovo album. Molti dei nostri lettori si chiedono quale strada seguirà. Un gruppo di nostalgici si auspica un ritorno alle velocità e alle sonorità aggressive dei tempi di Once Sent e The Avenger… un gruppo di nostalgici di cui facico parte, lo ammetto…
Ehehehe! Abbiamo già concluso tutti i lavori: il disco è pronto, completo e impacchettato, e posso dirti che tu e i nostri vecchi fan che sperano in questo ritorno a sonorità di quei dischi non rimarranno completamente delusi…
Questa è una buona notizia. Noi vogliamo che gli Amon Amarth restino una band death metal e non diventino qualcosa di vicino a una band epic…
Ahahah per questo puoi stare tranquillo!
Perfetto, sono rassicurato (risate). Cosa mi dici del vostro show di oggi?
Fanculo, era dannatamente caldo! Ahahaha! A parte il sole… siamo molto contenti della reazione del pubblico. Abbiamo avuto alcuni problemi tecnici ma per fortuna li abbiamo superati. Poi ci siamo anche divertiti molto e questo è un aspetto importante.
Voi avete un grande seguito qui in Italia…
Ehehe a quanto pare sì, anche se purtroppo veniamo raramente a suonare qui da voi. Sono passati diversi anni tra lo show di oggi e il precedente. Non so perché, probabilmente perchè i festival non ci hanno mai invitato. Mi dispiace perché abbiamo sempre trovato un pubblico caloroso e affettuoso. Ti garantisco che faremo di tutto per passare da voi con il tour del nuovo album…
Un’altra bella notizia…
Eheheh, è un piacere!
Johan Hegg durante l’esibizione all’Evolution 2006
Rimaniamo sulla vostra attività live. Abitualmente voi suonate nei club, mentre per quanto riguarda i festival di solito vi esibite nelle ore notturne. Mi viene in mente Wacken 2004 quando avete suonato dall 2 alle 3 di notte, e credo che sia lo stesso orario di quest’anno se non sbaglio. Come vi siete trovati a suonare nel tardo pomeriggio… ovviamente non è la stessa cosa…
Sì esatto. Con il buio si può senza dubbio creare uno show più spettacolare, con effetti luce e scenografie migliori, più elaborati. Ovviamente preferiamo suonare di sera tardi o di notte, ma non è un problema per noi esibirci di pomeriggio. Anche suonare con la luce ha i suoi vantaggi: per esempio puoi vedere in faccia il tuo pubblico e scoprire le reazioni che ha. Alla fine quello che conta veramente è fare uno show che piaccia a chi viene a vederci, questa per noi è la cosa più importante.
Johan io scrivo per un magazine web che tiene in altissima considerazione il panorama viking e folk scandinavo. Al momento abbiamo il più grande database di recensioni viking e folk del mondo…
Oh questo è grandioso!
Eheh ti ringrazio a nome di tutti quelli che si dedicano alla missione (risate). Dicevo, voi siete tra quelli che hanno fatto parte delle prima ondate della scena e probabilmente siete il simbolo di quello che è il filone death metal…
Forse sì, in ogni caso grazie! Eheh!
Cosa te ne pare del panorama viking di oggi?
Penso sia fantastico! Mi vengono in mente molte band valide, come per esempio i Månegarm, di cui tu indossi la maglietta ora… La cosa più bella è che tutte le band sono molto legate. La maggior parte vengono dalla Scandinavia, ma la cosa che unisce tutti i gruppi che suonano questa musica è il fatto che si rifanno tutti alla stessa eredità. Una cosa che tutti sentiamo appartenerci. Altra cosa particolarmente bella è che stiamo facendo riaffiorare una cultura che dall’egemonia cristiana in Europa è sempre stata dipinta in modo menzognero, terribile, storicamente falso… per secoli è stata… è stata…
Praticamente stuprata?
Esattamente. Ti faccio un esempio che tu sicuramente conosci già ma forse aiuterà altri a capire la situazione. Noi abbiamo un alfabeto fatto di rune. Bene, questo alfabeto di rune non è mai stato riconosciuto come lingua scritta. In tutto il mondo ogni tradizione e cultura ha il proprio modo di scrivere la propria lingua, ma alle rune non è mai stato riconosciuto il valore di una lingua scritta. Questo è il modo in cui i cristiani hanno agito e agiscono. La soppressione di tutto ciò che non appartiene e non supporta la loro religione.
Non mi posso esprimere liberamente, come intervistatore devo essere religiosamente corretto…
Ok capisco! (risate)
Passiamo ad altro. Voi non avete mai trattato temi fantasy e da quanto ho letto in giro nelle vostre interviste non avete mai avuto intenzione di farlo. Eppure avete scelto Amon Amarth come nome della band, un nome che viene direttamente dalle opere di Tolkien.
Erano i primissimi tempi e cercavamo un bel nome che avesse anche una bella musicalità. In ogni caso credo che non sia inadatto. Molti dei lavori di Tolkien sono stati ispirati da saghe nordiche…
Sì certamente, conoscono bene sia Tolkien che il Beowulf, l’Edda, la Voluspa…
Esattamente! Anche la storia del Kalevala per esempio… Insomma possiamo dire che le ispirazioni di Tolkien siano state le stesse degli Amon Amarth e di tutti quelli che suonano viking metal. Insomma, il nome Amon Amarth non è poi così lontano dalla tradizione vichinga come si crede in giro…
Tra le tante band che fanno parte di questa scena viking quali preferisci?
Mmhh ci sono davvero tanti nomi…
Allora diciamo così: se un ragazzino arrivasse da te e ti dicesse “Johan mi consigli delle band viking?”, tu quali nomi faresti?
Eheheh ok, mi hai fregato: gli direi Bathory e Enslaved.
Mmmh sei andato proprio alle radici. Sei molto legato alle sonorità old-school?
Certamente, è da lì che è nato tutto. Bathory è probabilmente colui che più di tutti a contribuito a costruire questa scena.
Condivido, hai un suo disco preferito?
Assolutamente Hammerheart. Per me rimane il più grande album di tutti i tempi: è qualcosa di spettacolare e incredibilmente intenso, sia nella musica che nei testi.
Mmh strano… pensavo avresti detto Blood Fire Death, forse perché musicalmente è quello che si avvicina di più agli Amon Amarth…
Sì, hai ragione, probabilmente è quello più vicino a noi. Anche Blood Fire Death è un album fantastico… ma resto fedele a Hammerheart. Bathory è uno di quegli artisti che ascolto da sempre. Quando sono stati fondati gli Amon Amarth io sono arrivato con tutti i soliti ascolti classici: Iron Maiden, Metallica, Slayer e tutta questa roba qui, ma quello che ha fatto realmente la differenza per me è stato Bathory, soprattutto per i testi dei suoi brani.
Bene, direi che possiamo fermarci qui, con questa specie di tributo a Quorthon che hai appena fatto. Io ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e ti lascio dire tutto ciò che vuoi ai tuoi fans italiani…
Viva l’Italia, tutto bene! (risate di entrambi)
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini