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Ana Lipec (Metalcamp Staff)

Di Riccardo Angelini - 20 Agosto 2009 - 1:19
Ana Lipec (Metalcamp Staff)

Intervista a cura di Daniele Peluso.

Giunti al termine di uno dei più particolari e affascinanti festival della vecchia Europa, è il momento di tirare le somme per  controllare la rotta in un fiume di metal e birra nella valle slovena, invasa come ogni anno da sciami di metallari festanti provenienti da ogni parte del mondo. Quattro chiacchiere con Ana Lipec, factotum dell’organizzazione del Metalcamp, anima e corpo dedicati alla buona riuscita del festival, che ci permettono di addentrarci maggiormente nel “dietro le quinte” in modo da far capire l’enorme mole di lavoro richiesta da un simile evento!

Allora Ana, ti sottraggo solo pochi minuti dai tuoi numerosi impegni organizzativi per aver modo di presentarti ai nostri lettori, e per descriverci il lavoro che sta dietro a un festival come questo.

Innanzitutto grazie per questa possibilità! Questo è il sesto anno del Metalcamp, e molto è cambiato dalla prima edizione: con il tempo l’organizzazione ha cercato di avvicinarsi con sensibilità a tutti gli aspetti organizzativi, via via che i problemi si presentavano. Ora siamo preparati a qualsiasi tipo di evenienza che in un festival così lungo può presentarsi, come ad esempio la pioggia, e questo genere di attenzione è dovuta anche al costante aumento del numero di presenze di anno in anno. Sempre più gente partecipa al nostro festival, e questo è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione, ma non ti nascondo un certo stress per organizzare tutto questo. Oramai è diventato parte integrante delle nostre vite, e ci si fa l’abitudine; Metalcamp per noi vuol dire lavoro 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno. Perché il lavoro non si riduce al solo concerto: molto del tempo lo utilizziamo per la promozione del festival, ma non solo. Curiamo personalmente anche la promozione di alcune band slovene e durante l’anno l’organizzazione si deve occupare dei rapporti con le label, gli sponsor e le amministrazioni. Davvero un lavoro enorme! Tutto nell’ottica di un offerta completa a tutti i metal fan, e credo che il numero di presenze ci dica che stiamo facendo un buon lavoro.

Effettivamente posso personalmente  testimoniare un continuo incremento del pubblico… Parliamo ora di un problema stringente, soprattutto in questa edizione, cioè il problema del campeggio nel caso di pioggia. È chiaro che l’organizzazione non può essere responsabile delle bizze del tempo atmosferico, ma come verrà affrontate le situazioni più urgenti?

Certo so che ci sono stati dei grandi problemi al parcheggio con tutta questa pioggia, ma dobbiamo ricordarci che in ogni caso il Metalcamp si svolge in mezzo alla natura, in uno scenario montano dove è davvero difficile intervenire. È difficile per noi poterci muovere tempestivamente se piove ininterrottamente per una settimana, ma devo comunque sottolineare una parte importante del nome stesso del festival: camp, e nel campeggio sappiamo che può accadere davvero di tutto. Ogni anno cerchiamo di apportare le migliorie, come ti dicevo, facendo tesoro delle esperienze precedenti, anche se qualcosa si è mosso già durante questa edizione. Per il resto abbiamo cercato di venire incontro alle domande della gente per quanto ci è stato possibile, ad esempio mettendo più docce, più bagni chimici e illuminando maggiormente le aree di interesse comune. Molta attenzione è stata rivolta anche alla qualità dei servizi alimentari e al metal market, nonché alla spiaggia e al ristoro sulle sponde del fiume, ma al momento ci è impossibile tamponare tutto il camping con sabbia, sassi o paglia considerate le dimensioni dell’area.

Questa domanda, a dir la verità, è legata a numerose voci che vogliono un cambiamento di location del festival, spostando tutto il baraccone a Bovec…

Beh, ho sentito anch’io queste voci e devo dirti che non c’è un fondo di verità e sono solo voci, niente di più. Di sicuro siamo sempre all’erta e valutiamo sempre anche altre possibilità e diverse località anche perché credo che sia un approccio molto professionale quello di ricercare sempre il meglio possibile, in maniera tale da poter offrire sempre un servizio migliore! É un discorso necessario, nell’ottica di quell’aumento di pubblico di cui si parlava prima, e certamente Tolmin ha una capacità di accoglienza ben definita, ma noi non vogliamo diventare quei mastodontici festival da cinquanta/sessantamila presenze, vogliamo sempre avere un rapporto quasi intimo con il nostro pubblico, immersi in questa natura. Quello che vogliamo fare è garantire la soddisfazione delle persone che vengono a trovarci ogni anno, in maniera che siano fedeli e assidui frequentatori del nostro evento.

A questo punto, una domanda mi sembra d’obbligo visto che si parla di location e quant’altro: come è il rapporto tra organizzazione e più in generale l’intero festival, l’amministrazione locale e gli abitanti di Tolmin?

Ogni anno sempre meglio! Devo essere sincera, all’inizio non erano entusiasti di avere un evento di questa portata proprio sotto casa, ma col passare degli anni tutti qui ci supportano e collaborano con l’organizzazione per la buona riuscita dell’evento.

Anche perché se non vieni supportato da chi vive il paese è oggettivamente difficile poter continuare a migliorare così tanto nei anni.

Esattamente, è assolutamente fondamentale! Il primo anno fu davvero dura anche perché Tolmin è l’ambientazione del Reagge Festival e proporre qualcosa in più poteva risultare negativo agli occhi della gente. Ma ora tutti collaborano attivamente alla buona riuscita, e non ti sarà difficile vedere per le strade del paese, gli stessi abitanti mettere su dei tavolini con in vendita prodotti tipici e liquori per esempio, segno di una totale integrazione del festival nel tessuto cittadino e nella vita della comunità.

Torniamo ancora un momento al festival. Ho sentito critiche piuttosto aspre sulla qualità della proposta giornaliera del second stage; molti parlano di un impoverimento e una scadenza a livello di qualità dal momento che si è scelto di far suonare gruppetti piccoli e semi sconosciuti. Secondo la mia opinione, invece, il dar la possibilità ai piccoli gruppi di suonare in un contesto come questo è un modo fantastico per farli crescere e per farli conoscere al pubblico, tu cosa ne pensi?

Hai centrato in pieno lo spirito del Metalcamp! Credo che il nostro festival sia l’unico, o davvero uno dei pochi a dare la possibilità alle band che vivono ai margini della scena underground, e di farsi vedere e conoscere. Diamo la possibilità a band senza label o contratti discografici di poter suonare e di mettersi in mostra al grande pubblico, e ci fa piacere che alcune band come gli Helvetie e gli Alestorm hanno avuto la possibilità di farsi notare e di iniziare così la loro personale strada musicale proprio dal nostro second stage.

Allora ti punzecchio un po’! Tenendo in considerazione quello che abbiamo detto ora, credi sia possibile organizzare una sorta di festival parallelo per le piccole band? Mi spiego, può accadere, e succede spesso, che se una buona band suona nel second stage, quasi di sicuro in concomitanza sul main staige troviamo Lamb Of God o Blind Guardian…

Ho capito perfettamente cosa vuoi dire! Per il momento cerchiamo di tenere separati i generi dei due palchi, e se si suona thrash nel second stage, nel palco principale cerchiamo di far suonare qualche altro genere in maniera di non dare troppa concorrenza “pesante” alle piccole band. Qualcosa di parallelo penso non sia possibile, ma di certo cercheremo di ottimizzare anche quest’aspetto del festival.

Ora puoi già svelarci qualcosa per l’edizione del prossimo anno?

Guarda, per noi è già davvero una soddisfazione immensa essere arrivati fino a qua, ed è incredibile essere qui a parlare dell’organizzazione del settimo anno; per ora non c’è nulla di pronto ma questo non vuol dire che non ci sia chi ci sta già lavorando attivamente!

Credo sia proprio tutto, grazie per la tua disponibilità, a te la conclusione di questa intervista!

Bene, grazie a te per la possibilità che mi hai dato, e grazie a Truemetal per il grande supporto che dà al Metalcamp. Siete davvero fantastici!

Peluso Daniele