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Andrea Pieroni (Live! – Gods Of Metal)

Di Riccardo Angelini - 12 Aprile 2010 - 10:00
Andrea Pieroni (Live! – Gods Of Metal)

Intervista a cura dello staff di Truemetal con Andrea Pieroni di Live In Italy sul recente Italian GOM, sull’imminente Gods Of Metal torinese e su altre questioni di interesse generale.

CAPITOLO I-GOM
 
C’era assolutamente da aspettarselo e anche la realtà della giornata concertistica lo ha decretato, ovvero la Strana Officina come vero headliner della manifestazione, subito seguita a ruota dai Bulldozer. Come mai una posizione così deprimente in termini di bill e di tempo dello show per il gruppo livornese, di fatto il più amato e stimato fra i gruppi in scaletta dal pubblico?
 
Io penso che si debba considerare I-GOM come una vetrina per le bands italiane, dove tutte sono più o meno sullo stesso livello, per cui, personalmente non considero squalificante suonare a una determinata ora piuttosto che ad un’altra. L’importante è andare sul palco e dare il meglio. Poi il responso lo da il pubblico e mi pare che nel caso della Strana sia stato più che positivo. Inoltre come avevo già avuto modo di spiegare ai vari artisti che lo hanno chiesto, in questa edizione di I-GOM abbiamo voluto dare un ordine un po’ diverso da quella del 2008, sennò avremmo rischiato di avere più o meno le stesse bands esibirsi nella stessa posizione. Infine nel caso della Strana, c’era stata da parte loro una precisa richiesta di esibirsi sul palco grande, per cui, visto che Sadist nel 2008 avevano suonato piuttosto in basso e Labyrinth non si erano esibiti affatto, abbiamo pensato di mettere un po’ più su queste due bands. Nel caso dei Bulldozer invece , sono stati i primi che abbiamo contattato ed era chiaro fin dall’inizio che avrebbero chiuso il palco grande.
 
Sempre rimanendo in ottica I-GOM, nonostante i prezzi abbordabili, vi siete chiesti del perché vi sia stata un’affluenza deludente rispetto alle aspettative tenendo conto che l’edizione precedente, quella con i Death SS come headliner è viceversa stata un successo in termini numerici?
 
L’affluenza è stata un po’ sotto le previsioni, ma non così deludente. Nel 2008 avevamo registrato un’affluenza di 2000 persone, quest’anno invece abbiamo sfiorato le 1500, quindi poco meno e, senza nulla togliere agli artisti che si sono esibiti quest’anno, ritengo che la particolare esibizione dei Death SS della volta scorsa abbia esercitato molto fascino sui metal kids. Penso sia questa la ragione del maggior afflusso nell’edizione 2008.
 
Quanti sono stati i paganti all’I-GOM 2010?
 
Come ho detto, abbiamo sfiorato le 1500 unità.
 
Ci sarà ancora un I-GOM nel 2011, visti i risultati tutto sommato deludenti del 2010?
 
Al momento non sono in grado di dirlo, dipende molto da quali artisti saranno disponibili il prossimo anno. Purtroppo le bands italiane che richiamano un numero cospicuo di persone sono molto poche e non possiamo rischiare di fare un I-GOM con gli stessi nomi ogni anno. Forse pensare ad un I-GOM ogni 5 anni credo sia la cosa più giusta.
 
Molti hanno mormorato che gli unici headliner in grado di smuovere grandi quantità di pubblico per l’I-GOM sarebbero stati i Rhapsody Of Fire, ma è altrettanto vero che questi ultimi si sentono il gruppo “meno italiano fra i gruppi italiani”. Avevate provato a contattarli oppure sono loro che hanno preferito defilarsi?
 
Li abbiamo contattati e loro si sono mostrati più che disposti ad esibirsi come headliner di I-GOM. Purtroppo in quel momento le loro ben note beghe legali con Magic Circle non erano ancora risolte e non è stato possibile formalizzare l’accordo. Ma per tutti i fans dei ROF posso dire fin da ora che a breve ci saranno delle importanti news in ambito di concerti italiani.
 
All’ultima edizione dell’Italian Gods of Metal hanno partecipato alcune realtà underground votate sul forum di TM dai loro sostenitori. A posteriori, come valuti l’iniziativa e il suo esito?
 
Molto positivamente, bisogna dare spazio alle nuove bands, perché queste sono quelle che un giorno saranno nelle principali posizioni dei festival, per cui è necessario investire e credere nei gruppi giovani. I-GOM serve anche a questo, come ho detto è una vetrina, sia per le band affermate che per quelle meno note che finalmente hanno lo spazio per farsi vedere su uno stage importante.
 
Sul palco, oltre ai big Infernal Poetry e Trick Or Treat, sono saliti sul quattro gruppi emergenti (Bad Bones, Atreides, Malnatt e In Tormentata Quiete), quali tra queste band ti ha maggiormente colpito? Ci saranno altre collaborazioni con loro in futuro? Ritieni che l’ingresso di questi complessi meno noti nel I-GOM abbia giovato all’evento?
 
Devo dire che la professionalità degli artisti italiani è aumentata a dismisura in questi ultimi anni e credo fermamente che sia giunto il momento che anche il movimento metal italiano venga riconosciuto a livello mondiale. Ogni gruppo ha le sue peculiarità e particolarità e se sono andati su quel palco è perché hanno ricevuto i voti del pubblico, per cui lo meritano incondizionatamente. Non so se continueremo la collaborazione con i gruppi che hai menzionato ma certo è mia intenzione sviluppare il metal italiano. Da qui nasce infatti anche Live Global, la nuova struttura parallela a Live che si occupa della carriera degli artisti a 360 gradi: record company, publishing, booking, management, merchandising. I primi a firmare per questa nuova realtà sono stati Sadist e Labyrinth con i quali ci stiamo levando diverse soddisfazioni anche a livello europeo. Altri verranno. Cerchiamo di fare qualcosa, con i fatti. Si è parlato fin troppo in passato ma poi sono state veramente poche le persone che hanno fatto qualcosa per il metal italiano. Io credo che Live sia una struttura che possa provare a dare una svolta, o comunque un’entrata in Europa dalla porta principale per quanto riguarda il metal italiano.
 
In alcune occasioni alcuni gruppi hanno mostrato alcune riserve nei confronti della vostra azienda, ultimi in ordine di tempo sono stati gli Strana Officina in un’intervista sul nostro portale e i Raw Power direttamente sul palco dell’Italian Gods Of Metal. Vuoi commentare questa situazione?
 
Non ho molto da dire, se non che la Strana Officina ha suonato a due edizioni di I-GOM oltre che ad una edizione di Gods Of Metal, quella del decennale. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere da bar che non mi interessano. Per quanto riguarda Raw Power, penso che quella di Mauro sia stata una sparata in pieno punk style. Lui è punk nell’anima, per cui va sul palco e da libero sfogo a tutto, rischiando di fare delle gaffe colossali come successo all’I-Gom. Quindi anche se stiamo parlando di un personaggio che ormai ha visto diverse primavere, consideriamo la sua uscita per quella che alla fine è, cioè una ragazzata. Poi se ci sono altri gruppi che hanno riserve sulla nostra azienda, no problem, ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ci sono tante possibilità in Italia e nel mondo. Anche a noi capita di avere riserve su determinati artisti, per vari motivi e quando ciò accade decidiamo di non lavorarci e basta. Rimanendo sempre nei parametri della professionalità e della correttezza, senza andare sui media a lamentarci di questo o quello. Atteggiamenti di questo tipo non ci interessano e non ci appartengono.
 
 
 
CAPITOLO GOM
 
Sono ormai diverse edizioni che al Gods of Metal si verificano strani disguidi riguardo alla presenza dei timbri per garantire l’accesso all’arena da parte di chi, dopo aver pagato regolarmente il biglietto ed essere uscito temporaneamente, vuole rientrare e non può: la sicurezza avverte gli spettatori che una volta usciti, non sara’ possibile accedere di nuovo al festival se non pagando di nuovo il biglietto, “perche’ non sono arrivati i timbri”. Alcuni hanno collegato la cosa alla presenza di venditori di cibo e bevande a prezzi inferiori all’esterno dei cancelli. Ci puoi spiegare cos’è successo negli scorsi anni e cosa è previsto per quest’anno?
 
Una volta per tutte bisogna chiarire che in Italia, per le leggi vigenti e per le norme Siae, NON è possibile uscire dal luogo del concerto una volta entrati dentro, se non pagando di nuovo il biglietto. Quindi quello che facciamo (braccialetti, timbri o quant’altro) lo facciamo in deroga alle norme vigenti, dopo lunghe contrattazioni con i pubblici ufficiali addetti. Ciò ovviamente provoca dei disguidi e un funzionamento non svizzero della cosa. Ma, ripeto, si tratta di una deroga alle norme vigenti. Sul discorso braccialetti devo aggiungere inoltre che purtroppo in tanti casi si sono verificati tentativi di utilizzare il braccialetto per rivenderlo ad altri e creare così una danno in termini economici al festival non indifferente.
 
Nelle edizioni passate del GOM ogni giornata seguiva un certo filo conduttore, mentre quest’anno, soprattutto per il secondo ed il terzo giorno sono stati affiancati gruppi, quali Lordi, Amon Amarth e Soulfly (per sabato), e Motorhead, Cannibal Corpse e Bullet For My Valentine (per domenica), di generi completamente differenti. Sebbene a livello europeo affiancare realtà musicali diverse sia una prassi abbastanza comune, soprattutto per i festival non strettamente Metal, è palpabile sin dai primi giorni di uscita del bill il malcontento del pubblico. Non credi che in Italia tale scelta possa essere quantomeno avventata, mal interpretabile e paragonabile a quella (dettata dalla EMI) di mettere gli Avenged Sevenfold di spalla agli Iron Maiden nel GOM 2008, che creò sicuramente più disguidi che guadagno?
 
Non so, non si fa altro che parlare che i festival europei sono meglio in tutto, che ci sono mille gruppi differenti e quant’altro. Una volta che facciamo anche noi una cosa del genere ci sono milioni di polemiche. Non è vero che c’è tutto questo malcontento, ho dei dati certi per affermarlo: ovvero la prevendita dei biglietti. Il malcontento esiste in una minoranza, ma quello esisterà sempre. E’ giusto che, chi non è contento della line up, esprima il proprio dissenso. Però vorrei invitare tutti, giornalisti compresi, a prendere il GOM con un po’ più di serenità e non come se fosse una questione di vita o di morte. In fin dei conti, stiamo sempre parlando di uno spettacolo: se piace bene, se non piace basta non andarci. Non è un obbligo, non è una prescrizione medica. Per cui questa attenzione che c’è sul GOM in fondo fa piacere, perché è la dimostrazione che il pubblico italiano è affezionato all’evento e ognuno si sente parte integrante del progetto, e ciò è molto bello, però credo anche che, come per tutte le cose della vita, sia necessaria una bella dose di autoironia e molta serenità.
 
Nella stessa scaletta del GOM 2010, cattura l’attenzione il posizionamento di alcuni nomi di peso in orari poco consoni alla loro caratura storica, mentre suscita notevoli perplessità l’aver dato ruolo di headliner ad almeno un paio di band non certo tra le più conosciute ed affermate tra i fan italiani. Quali sono le ragioni specifiche che hanno condotto a questo programma?
 
Penso che tu ti riferisca a Killswitch Engage e Lordi. Nel primo caso abbiamo fatto una giornata a tema, con il meglio del metal core e KSE sono indubbiamente quelli che vendono più biglietti tra tutte le bands partecipanti alla prima giornata del GOM. Anche questo lo dico basandomi sui fatti, ovvero sui risultati ottenuti dalle bands nelle loro calate italiane precedenti. Nel caso dei LORDI, invece, volevamo offrire uno spettacolo diverso, dare qualcosa di particolare per la giornata del sabato, e lo show che propongono i finnici ci sembrava quantomeno appropriato. Inoltre, nelle loro ultime due esibizioni italiane a Milano e Roma, hanno fatto registrare il sold out in entrambe le date. Anche in questo caso ci siamo basati su dati reali.
 
La location del Gods 2010 è una scelta che ha lasciato in parecchi perplessi. Scomoda, decentrata e, a detta di alcuni, poco adatta ad ospitare quello che dovrebbe essere il maggior festival musicale dell’estate italiana. Quali le ragioni? Prettamente economiche, o in realtà il GoM per Live sta lentamente perdendo il ruolo di priorità?
 
No, assolutamente. GOM è un evento di primaria importanza per Live, solo che quest’anno abbiamo voluto provare a fare un evento di caratura diversa, un po’ sullo stile del Metal Camp, tanto per dare un’idea, dove non c’è un vero e proprio headliner gigante, ma una miriade di bands di buon richiamo. Abbiamo voluto puntare più sull’effetto festival, sulla voglia di radunarsi del popolo metal, piuttosto che sul richiamo di un singolo headliner. Torino da questo punto di vista si è dimostrata una città molto ospitale e proprio per il fatto che non ci sono grandi concerti metal in questa città, GOM può essere un punto di forza.
 
Ultimamente si sente spesso parlare di boicottaggio del GOM a favore di festival europei di enorme rilievo come il Wacken Open Air, il Sonisphere Festival o il Metalcamp. Come ti spieghi questo atteggiamento da parte dei metalheads nostrani? Perchè gli italiani vanno in massa al Wacken mentre non c’è un flusso paragonabile di pubblico tedesco verso il GOM?
 
Non credo che ci sia una massa di metal heads italiani che vanno ai festival che hai menzionato. Ci sarà un buon numero di persone, ma non una massa. E il buon numero di persone da tutta Europa lo abbiamo sempre avuto anche al GOM. Poi è chiaro che la location fa la differenza, ma purtroppo viviamo in Italia e accordi a lungo termine con le location per un festival come GOM non è possibile farli. Forse dal 2011 la situazione cambierà, in quanto sono attualmente in trattativa per chiudere un accordo triennale con una location. Se tutto va come spero, allora potremo pensare a fare di GOM qualcosa di simile a Wacken.
 
Dando un’occhiata ai maggiori festival metal organizzati al di fuori dell’Italia, ci sono degli aspetti in particolare sotto il profilo organizzativo che vorreste introdurre/portare al Gods of Metal, ma ai quali siete costretti a rinunciare per questioni economiche o logistiche?
 
E’ chiaro che noi dobbiamo fare i conti con quello che è il mercato italiano e con quelle che sono le sue economie. Spendere mezzo milione di euro per far arrivare degli elicotteri per riempire di sabbia la distesa di fango che si era creata a Wacken 2007, per fare un esempio, GOM non lo può e non lo potrà mai fare. GOM è un festival che quando ci sono i Maiden o i Metallica, vende 25.000 biglietti in un giorno e 15.000 gli altri due. Queste sono le economie sulle quali dobbiamo basarci. GOM non è un’attività di beneficenza, è un’impresa che si deve autofinanziare, per cui spende quello che può spendere. Se vogliamo che questo festival duri a lungo dobbiamo tutti metterci in testa che i conti devono essere in ordine, devono tornare. Pensare che si faccia di tutto di più e poi tanto qualcuno alla fine paga è un discorso sbagliato che non va più fatto. Tornando al discorso di prima bisogna capire che, se ci sente giustamente parte integrante del festival e quindi si fanno critiche ed apprezzamenti, bisogna anche aver ben chiara qual è la situazione economica di GOM, che non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella dei grandi festival del Nord Europa, che possono contare su incassi dieci volte superiori a quelli italiani. E quello non è un discorso di location e di servizi, ma è un discorso di pubblico. In Italia il pubblico metal è quello, i numeri sono quelli, per cui le economie discendono da quello. Ripeto, le spese del GOM sono in funzione degli incassi.
 
Molti rilevano anche la totale differenza di ambiente presentata da un GOM rispetto ai festival esteri. Dove questi ultimi si configurano ormai come veri e propri “mercati metal”, con bancarelle di merchandise di ogni tipo e categoria, palchi multipli differenziati per genere musicale o tipo di audience, il GOM sembra essere bloccato alla formula inaugurata nel ’97: musicisti, pubblico, stand “d’ordinanza”, merchandise ufficiale. Considerando che i metallari italiani apprezzano e viaggiano in tutta Europa (Wacken, Hellfest, Metal Camp e mille altri) per usufruire degli ambienti di cui sopra, questo tipo di organizzazione da parte di Live è qualcosa di deciso espressamente? Se sì, ce ne puoi spiegare i motivi?
 
Anche qui dobbiamo scontrarci con la burocrazia italiana. Abbiamo fatto per tre volte il Metal Markt, lo stesso che c’è nei festival europei ed ogni volta ci sono state un’infinità di problematiche con le autorità locali legate soprattutto agli stand degli espositori. Purtroppo viviamo in un paese rigidissimo su cose insignificanti ma iper tollerante sulle cose che contano, per cui dato che nel nostro paese, politicamente, il metal è vissuto come una situazione insignificante, l’atteggiamento nei nostri confronti è rigidissimo.
In ogni caso lo scorso anno a Monza abbiamo inaugurato la formula del doppio palco, ma non mi sembra che ci siano state meno polemiche. Ricordo che c’era chi si lamentava del doppio palco e voleva il palco singolo. Ognuno vorrebbe il festival a sua immagine e somiglianza, ma ciò non è possibile. Possiamo fare uno, due anche tre palchi, possiamo fare uno, due o anche tre giorni, ma non possiamo fare suonare i gruppi tutti allo stesso orario, tutti al buio e tutti da headliner. Il nostro lavoro consiste nel produrre concerti e festival, nello specifico il Gods Of Metal. Come tutti i festival del mondo annunciamo un cast, poi il pubblico decide se partecipare o meno, in base al gradimento degli artisti proposti e agli altri fattori che caratterizzano GOM. Tutto qua, io francamente faccio molta fatica a capire tutte queste polemiche che accompagnano ogni anno il GOM: sia esso fatto con un palco, due, con i Maiden, con i Metallica o chi con chi vuoi tu.
 
Parlando invece della musica in senso stretto, ci sono dei gruppi in particolare che speravate di riuscire a portare sul palco del Gods of Metal ma del quale avete dovuto fare a meno?
 
La prima scelta per quest’anno erano i KISS, e avevamo anche l’accordo economico in tasca, poi hanno cambiato idea ed hanno preferito fare uno show da headliner. Per tutti gli altri grossi nomi dell’estate (Maiden, Ozzy,) invece sapevamo fin dall’inizio che non sarebbero stati disponibili nel week end del Gods.
 
Ci puoi commentare il fatto che diversi gruppi “minori” lamentino di dover pagare profumatamente per poter suonare sui palchi Live in Italy a fianco di artisti di grido?
 
Fammi nomi e cognomi. Che questi signori si palesino pubblicamente e che dicano con esattezza nome e cognome di chi gli ha chiesto soldi per suonare ad eventi targati Live. E’ una cosa delirante che non risponde a verità.
 
A distanza di pochissimi giorni dal GOM siano state annunciate date di singoli artisti che, inseriti nel contesto stesso del GOM, avrebbero portato un afflusso di pubblico decisamente maggiore al festival. Come mai questa scelta di organizzare date diverse?
 
Non è una scelta, è un dato di fatto. Gli artisti non erano disponibili nel week end del Gods pertanto abbiamo deciso di proporli ugualmente in headline show. Se mi permetti, ricordo comunque polemiche per i GOM degli scorsi anni, in cui ci si lamentava del fatto che tanti grossi artisti insieme non sono una buona idea e si preferiva vederli singolarmente. Ora che si esibiscono singolarmente ci sono comunque polemiche, si dice che è meglio vederli nel festival. Come ho detto, il consenso assoluto non è possibile e non è nemmeno voluto per quanto mi riguarda. Abbiamo le nostre idee e le portiamo fino in fondo, poi il pubblico deciderà se partecipare o meno agli show proposti.
 
Sempre riguardo l’afflusso di pubblico, non pensate di aver tolto una grande fetta di spettatori al festival organizzando una seconda data degli headliner (ma anche altre band) del GOM nel nord Italia (Mothorhead su tutti)?
 
No, statisticamente l’85%/90% dei biglietti si vende nella regione in cui si svolge l’evento. Quella che il pubblico italiano sia un popoli di viaggiatori che si sposta in massa per gli eventi a cui desidera assistere è una leggenda metropolitana che non trova riscontro nei fatti. C’è una piccola nicchia di fedelissimi che si sposta ovunque sia il concerto, ma non è più del 10/15%.
 
Perché per il Gods Of Metal non è stata portata avanti una politica di vendita biglietti come per l’Italian Gods Of Metal in cui prima si acquista e più si risparmia?
 
Francamente 80 euro per tre giorni di concerti, 24 bands mi sembra un prezzo già molto concorrenziale. Meno di così visti i costi che ci sono per produrre il festival era impossibile. Dobbiamo renderci conto che organizzare un festival, aldilà dei nomi che partecipano, è uno sforzo economico non indifferente, per cui i prezzi dei biglietti più bassi di un certo limite, non possono essere. Purtroppo il mercato italiano si basa su numeri decine di volte inferiori a quelli di altri mercati europei, per cui i conti vanno fatti in base alla realtà, non al sogno.
 
 
 
VARIE ED EVENTUALI
 
A Fine agosto dell’anno scorso sul sito ufficiale Live e sulla relativa newsletter è stata pubblicata e diffusa la notizia dell’introduzione di una nuova, politica sui prezzi dei biglietti intenta a favorire coloro che avrebbero comprato i biglietti in prevendita, permettendo loro di risparmiare. Cito testualmente: “Come nella migliore tradizione europea e mondiale, PER I CONCERTI CHE VERRANNO MESSI IN VENDITA D’ORA IN POI, il prezzo dei nostri biglietti in prevendita sarà inferiore al prezzo del biglietto acquistato in cassa la sera stessa dello show. Finora, chi acquistava in prevendita il biglietto di un concerto, pagava un prezzo maggiore rispetto a chi invece decideva di acquistarlo in cassa prima dello show. Bene, Live ha deciso di invertire questa tendenza” Questa operazione, come sottolineato in una successiva intervista sul nostro portale aveva il lodevole compito di premiare gli utenti affezionati che decidevano di acquistare in anticipo i biglietti. Come mai questa politica seppur lodevole dei prezzi ribassati non viene applicata a tutti gli eventi da voi programmati (per esempio per i concerti di Asia e Garcia Plays Kyuss esiste solo un prezzo, maggiorato per chi lo acquista in prevendita)?
 
Per quanto riguarda ASIA, trattandosi di un concerto all’Auditorium Parco Della Musica, la prevendita è gestita direttamente dalla location e noi non abbiamo la possibilità di intervenire sulla loro politica. Per quanto riguarda Garcia, si è trattato di un errore.
 
Inoltre, dati alla mano, si può notare come l’effettivo rispario per i ticket acquistati in prevendita oscilli tra percentuali comprese fra 1% e 2.6%. Non ti pare che ora come ora la prospettiva del risparmio non rappresenti un incentivo sufficiente a incoraggiare l’acquisto in prevendita?
Ti riportiamo alcuni esempi:
-Ozzy Osbourne 05.07 PIAZZOLA SUL BRENTA (PADOVA) PIAZZALE CAMERINI (VILLA
CONTARINI)
Prezzo in prevendita: 50 € (+ 7.50 € diritti),
prezzo al botteghino: 58 €;
Risparmio totale: 0.50 € (sconto dello 0.8%)
– Motorhead 28.06 CODROIPO (UD) villa manin
Prezzo in prevendita: 35 € + (+ 5.25 € diritti)
Prezzo al botteghino: 41 €;
Risparmio totale: 0.75 € (sconto dell’1.8 %)
– Slayer 09.12.2009 MILANO alcatraz (rimandato)/ Megadeth 03.06 BOLOGNA estragon-04.06
ROMA atlantico-05.06 MILANO alcatraz.
Prezzo in prevendita: 30 € + (+ 4.50 € diritti)
Prezzo al botteghino: 35 €;
Risparmio totale: 0.50 € (sconto dell’1.4 %)
 
Si tratta di dare un segnale, di dare inizio a qualcosa che in futuro dovrà portare a delle migliorie ancora maggiori. Non si può fare tutto in quattro e quattrotto, io non ci credo a quelli che sbandierano rimedi immediati a tutto. Questo è un primo passo, arriveremo sicuramente a incrementare la % di risparmio per l’acquisto in prevendita. Tieni conto però che i denari del diritto di prevendita non vanno in tasca a Live, ma alla company che gestisce il servizio prevendita, per cui quel 15% di diritto di prevendita non potrà mai essere eliminato.
 
Circolano voci secondo le quali il costo dei biglietti sarebbe semplicemente aumentato al botteghino, e non ridotto alla prevendita. Circolano anche voci riguardo al pagamento degli oneri di prevendita anche tramite l’acquisto al botteghino. Smentite queste voci?
 
Per quanto riguarda la prima parte della domanda ti rispondo che dipende da che parti guardi la faccenda. Il prezzo nominale è quello in cassa, per cui è il prezzo in prevendita che viene ribassato, non quello in cassa alzato. Inoltre non stiamo parlando di caffé, pane o pasta, non esiste un prezzario, il costo del biglietto viene fatto in base ai costi e ai presunti paganti, per cui mi sembra una questione di lana caprina.
Riguardo alla seconda parte della domanda smentisco categoricamente.
 
A volte capita per cause di forza maggiore che i concerti che programmate vengano rimandati. Uno degli esempi più noti sono le date italiane degli Slayer, procrastinate due volte a causa dei problemi di salute di Tom Araya. In queste occasioni, non si potrebbe dare la possibilità a coloro che hanno acquistato il biglietto in prevendita di scegliere se avere un rimborso o conservarlo e accettare quindi di vedere il concerto nella nuova data?
 
Purtroppo sempre per le norme vigenti non è possibile farlo, in quanto il concerto si svolgerà regolarmente, seppur in una data differente da quella originariamente schedulata.
 
Non è raro raccogliere l’opinione di artisti di prestigio internazionale che lamentano una ormai endemica inadeguatezza delle organizzazioni italiane nel settore degli eventi. In molti si dicono infastiditi per i continui disguidi, i rinvii e gli annullamenti di date ogni qualvolta il loro tour tocca le zone del nostro paese. Come si pone Live nei confronti di questa difficoltà tutta italica nel raggiungere una dimensione davvero “europea” nella progettazione di avvenimenti concertistici di rilievo?
 
Non è il nostro caso, per cui non ho niente da dire a riguardo. Se guardi il nostro calendario concerti gli annullamenti ed i rinvii durante un anno di lavoro si contano sulle dita di una mano, in una programmazione fatta da oltre 500 concerti annuali tra metal e non. Non credo che quella di cui parli sia una difficoltà tutta italica, ma sia una difficoltà che divide i professionisti da coloro che fanno questo lavoro per hobby. Oltre a Live esistono molti altri promoter professionisti nel nostro paese che si occupano di rock e non solo, mi riferisco a Live Nation, Barley, Indipendente, D&G e anche altri. A loro come a noi non capita di annullare gli show o di rinviarli se non per cause serie e comprovate e che comunque, ripeto, si contano sulle dita di una mano nell’arco di un anno. Forse tu ti riferisci a chi prende sottogamba questo lavoro, pensando che sia una passeggiata, annunciando gli show prima di avere i contratti e sostanzialmente non rispettando quanto riportato sul contratto stesso. Questi sono i personaggi a cui tu forse ti riferisci, e come al solito nel nostro paese una mancanza di pochi viene generalizzata, per cui si tende a pensare che tutta la categoria sia poco professionale. Mentre invece è esattamente il contrario. Esiste un’associazione di categoria, Assomusica che certifica la qualità degli show. Live come i promoter che ho menzionato sopra ne fa parte, e per farne parte servono determinati requisiti. Non ci si improvvisa, questo deve essere chiaro. Questo è un lavoro serio che comporta grandi rischi e grandi responsabilità e quindi se ci sono artisti, come tu hai dichiarato nella domanda, che si lamentano dei loro show italiani, beh dico che forse dovrebbero documentarsi e scegliere “cum grano salis” da chi farsi rappresentare in Italia.
 
Come vi ponete nei confronti di Festival come il Play It Loud e cosa ne pensate?
 
Non abbiamo una maniera particolare di porci con il PIL. Se ci sono festival che vogliono collaborare con noi, siamo ben contenti di farlo, così come stato in passato con Evolution (anche prima che entrasse a far parte della scuderia Live), Agglutination o Tradate.
 
L’anno scorso è stata annunciata in pompa magna la collaborazione tra l’organizzazione dell’Evolution Fest e Live in Italy, con tanto di comunicato che prevedeva un grande evento a fine estate. Quali sono stati gli intoppi che hanno causato l’annullamento di uno dei festival più apprezzati in Italia?
 
Fondamentalmente la mancanza di artisti di richiamo nel periodo in cui avevamo programmato il festival. Purtroppo però ti devo contraddire su Evolution. E’ un festival a cui sono affezionato tantissimo, infatti è entrato a far parte della nostra scuderia, però purtroppo è un festival che è molto apprezzato dalla critica ma non dal pubblico. A malincuore ti devo far notare che è un festival che, non solo non ha mai prodotto utili, ma non è mai nemmeno andato in pareggio. Purtroppo quello che conta sono i biglietti venduti, non i post sui forum, per cui l’affermazione che sia uno dei festival più apprezzati, almeno per quanto riguarda le presenze di pubblico, non è proprio corrispondente alla realtà dei fatti. Purtroppo il mercato italiano è quello che è, i numeri non sono nemmeno paragonabili a quelli del nord Europa ed è normale che un festival come Evolution che si rivolge ad una nicchia di pubblico soffra enormemente se collocato in un periodo dell’anno in cui si va scontrare con i grossi festival e show estivi. Per cui è necessario trovare un nuovo periodo a questo evento, compatibilmente con la disponibilità degli artisti. Stiamo pensando a un Evolution indoor, appena prima di Natale. Cercheremo di realizzarlo per quest’anno se avremo nomi sufficientemente conosciuti per creare un festival di buon richiamo.