Intervista Anguish Force (LGD)
Cronaca della chiacchierata con LGD, chitarrista fondatore degli Anguish Force, baluardi dell’HM altoatesino, freschi della pubblicazione dell’Ep vinilico The Bermuda’s Triangle.
Buona lettura,
Steven Rich
LGD, gentilmente tratteggia brevemente la storia del gruppo.
Per sintetizzare: dal 1988 al 1994 ho scritto diversi pezzi per il progetto e solo nel 1995 ho trovato degli elementi e un nome per la band, al tempo solo “Anguish”. Dal 1998 in poi abbiamo fatto diversi demo sulla cui qualitá di registrazione é meglio non soffermarsi… Nel 2003 é uscito il primo album ufficiale e da lí in poi le uscite discografiche, i concerti e le interviste si sono susseguite con una certa frequenza. Per fortuna i primi due album, che sono stati autoprodotti non hanno fatto fatica a trovare una distribuzione e ci hanno dato una discreta visibilità. Grazie al singolo “Defenders united” siamo stati notati dalla My Graveyard Productions che si é dimostrata molto interessata ai nostri studio album e ci ha addirittura permesso di uscire con due raccolte di brani vecchissimi riregistrati ai quali sono molto legato.
Da dove deriva la scelta del nome Anguish Force?
Come ti dicevo, all´inizio ci chiamavamo solo “Anguish”, ma poi, per evitare problemi di omonimia con altre e già numerose band siamo passati definitivamente ad “Anguish Force”. Penso che il concetto di angoscia sia una cosa ben piú forte della paura perché viene abbinata a qualcosa di arcano e inspiegabile, quindi adattissimo a un gruppo Heavy Metal. La “forza dell´angoscia” non fa altro che sottolineare l´argomento in questione, quindi direi che abbiamo fatto proprio bene ad arricchire il nostro nome.
LGD on stage
Quali le influenze principali della band?
Tutto il Metal degli anni ´80. Quello con quale la nostra generazione é cresciuta e ha tanto sognato. Il genere stesso della band va dall’Heavy al Thrash, passando per lo Speed e per il Power. Quindi mi sembra doveroso citarti AC/DC, Iron Maiden, Malmsteen, Metallica, Helloween, Slayer, Annihilator ecc.
Dai titoli dei vostri lavori e dalle liriche si evince un particolare attaccamento alla Vostra città, Atzwang aka Campodazzo…
“Atzwang” é il nostro quinto album ed é un concept come spesso ci è accaduto di fare. Diciamo che dedicare un album al paese che ci sopporta da cosí tanto tempo era quasi una cosa dovuta. Inoltre, come ben sai, nell´Heavy Metal le band usano spesso argomenti horror o fatti di cronaca nera. Qui, caro mio, nonostante si tratti di un paesino minuscolo, ti posso assicurare che ci sta tanto di quel materiale “nero” da fare almeno altri 10 concept(!) e poi non si rischia di parlare di argomenti già trattati da qualcun altro. Non mi risulta che altre band abbiano mai parlato di questi luoghi su un disco prima di noi.
Pemmel, Anguish Force
Talvolta capita di imbattersi in connazionali che, in visita come turisti in alcune zone dell’Alto Adige vengono trattati non proprio con i guanti bianchi dai residenti di lingua tedesca. Cosa ti va di aggiungere, a riguardo?
Quasi tutta la band ha origini del sud Italia, me compreso, ma penso che i tempi in cui italiani e tedeschi non andavano d’accordo siano ormai lontani. Naturalmente, da entrambe le parti, ci sta sempre qualcuno che deve fare qualche provocazione, ma il peggio ormai é passato. Io personalmente ho tantissimi amici di lingua tedesca e ti posso assicurare che in molti casi sono molto meglio di quelli italiani. Prendi il nostro nuovo batterista Pemmel, è proprio un bravo ragazzo e davvero una persona seria ed affidabile. Se poi parliamo di turisti, non dimentichiamoci che l’italiano medio quando va in vacanza tende ad essere molto arrogante. In passato ho lavorato nel settore alberghiero e posso garantirtelo.
Senza dubbio gli Anguish Force finora si sono distinti per la prolificità delle uscite, cosa non proprio così frequente in ambito nazionale…
Penso che se hai delle canzoni nuove che ritieni valide sia un peccato aspettare degli anni per registrarle. Fino ad ora, ogni qual volta abbiamo registrato un album, prima di finire le sessioni in studio, avevamo già tutto il materiale per il disco successivo. Allo stesso tempo penso anche che se per un periodo non fossi ispirato, non mi sforzerei proprio di scrivere nulla e attenderei sereno tempi migliori. Purtroppo sento un sacco di album tecnicamente mostruosi ma sostanzialmente inutili che non comprendo proprio perchè debbano essere registrati. Un tempo, quando qualcuno ti diceva che aveva fatto un disco si generava un certo stupore attorno a lui, ma oggi è meglio ascoltare i prodotti prima di parlare. E’ diventato troppo semplice fare un album e la cosa ha i suoi grossi lati negativi.
The Bermuda’s Triangle, il nuovo lavoro degli Anguish Force
Una tua definizione sintetica per ogni lavoro degli Anguish Force
Anguish Force (2003) – Primo vero album che avremmo dovuto registrare molto prima. Ci sono diversi pezzi che continuano ad essere nel nostro repertorio dal vivo. Nonostante qualche grossolana pecca rimane fondamentale e utile per tutto quello che è venuto dopo. Grazie al suo stile puro e ottantiano, non fu difficile trovare dei distributori in Italia e all’estero.
City of Ice (2005) – Peccato per la produzione leggera e per alcune cose del cantato. Grazie al disco precedente che ci aveva spianato la strada, questo album portò avanti il nome della band in un periodo molto difficile costernato da un sacco di problemi.
III: Invincible Imperium Italicum (2008) – Primo album sotto un’etichetta. Poteva essere un capolavoro grazie ai suoi pezzi ma una serie di problemi lo hanno impedito. Sarebbe da riregistrare interamente. Il primo concept in assoluto del gruppo con pezzi e testi che lo rendono altamente epico.
Created 4 Self-Destruction (2009) – Migliorando la produzione ne va a guadagnare tutto quanto. Il tema della fine del mondo con canzoni che si dimostrano davvero vincenti. Ne scaturisce pure il singolo “Cry, Gaia cry” che in altri tempi forse ci avrebbe dato maggior fortuna.
RRR 1988-1997 (2009) – Qua c’è tutta l’essenza degli Anguish Force. Completamente riarrangiati e riregistrati ci sono i pezzi della mia gioventù che hanno permesso alla band di esistere. Anche se un giorno ipoteticamente prendessimo il disco di platino con chissà quale album del futuro, queste canzoni, nella loro semplicità, rimarrebbero sempre e comunque le più importanti.
Atzwang (2012) – In assoluto il disco migliore e più maturo degli Anguish Force. La produzione che ho aspettato per anni e una valanga di pezzi che incarnano lo stile variegato del gruppo. Per chi ci segue è stato il regalo più bello.
RRR 1998-2002 (2012) – Incredibile poter uscire anche con questo secondo “RRR” e concludere completamente lo spazio temporale dal 1988 al 2002. Giuliano della My Graveyard mi ha fatto un autentico dono a stamparlo e gliene sarò per sempre grato. Anche qui, riarrangiare il tutto ha permesso di fare giustizia ad ulteriori pezzi ormai dimenticati. Un buon lavoro e una seconda enorme soddisfazione a livello personale.
The Bermuda’s Triangle (2014) – Il nuovo disco singolo autoprodotto in vinile e in numero di copie limitato, in attesa di trovare un’etichetta adeguata per il nuovo album che posso garantirvi varrà la pena ascoltare. La title-track scelta è un Hard’n’Heavy dai connotati giusti per un’operazione di questo tipo, con una b-side che potrebbe darci delle soddisfazioni inaspettate.
Luck Az, Anguish Force
Quest’anno, purtroppo, per motivi legati a calamità naturali la kermesse è saltata, comunque che ruolo avete all’interno di un appuntamento che è destinato a durare come l’Atzwang Metal Fest?
Intanto abbiamo il ruolo di organizzatori e poi l’onere di fare un festival destinato ai Defenders come noi. All’AMF troverai sempre e solo Hardrock, Heavy Metal e Thrash. Ci piace l’idea di un luogo semplice con gente semplice che mette sullo stesso palco nomi storici e giovani promesse che magari non hanno molte possibilità di esibirsi altrove. Tutto questo ci costa grandi sacrifici, ma l’amore per questa musica, che per noi è uno stile di vita, ci da la forza per continuare. Peccato davvero per quest’anno. C’erano in lizza band molto valide, vecchi e nuovi amici che ci tenevo tanto a rivedere on stage con noi. Non è mai piacevole dover comunicare a qualcuno che un festival è saltato. Per fortuna tutte le band hanno compreso il problema e si sono dimostrate delle ottime persone anche a livello umano.
Cosa pensi e in che rapporto sei con band italiane quali Alltheninko, Asgard e Fallen Fucking Angels, tutte accostabili agli Anguish Force?
Abbiamo suonato con tutte queste band almeno una volta ed è stato molto divertente e appagante vedere che c’è altra gente che per l’Heavy Metal fa chilometri e spende tanto sudore come noi. Peccato non incontrarsi tutti più spesso. Non saprei dire quanto ognuna di esse sia accostabile a noi. Ognuno ha la sua storia fatta di tante altre microstorie e penso che in ogni band ci sia qualcuno che dal principio si sia dovuto fare in quattro per mettere insieme delle persone realmente motivate. Non è facile e solo le persone tenaci ci riescono.
Anguish Force, 2014
Capitolo gruppi stranieri: tuoi pensieri e parole riguardo:
Exciter – Violence and force!!! Quell’album e quella canzone hanno cambiato lo stile di vita di molti ragazzi. Come non essergli grati in eterno.
Razor – Come per gli Exciter, trovo delle analogie con i pezzi più crudi degli Anguish Force. Magari ci fosse qualcuno che facesse oggigiorno un album come “Violent Restitution”. Respect
Agent Steel – Qui ci sono due album che veramente dobbiamo possedere tutti. Inutile anche nominarli. Potevano fare questi due dischi e sciogliersi: il mito sarebbe forse ancora più grande.
Abattoir – E’ bello che te mi chieda solo una opinione su gruppi di questo calibro, così non posso che parlare bene di tutti, hehehe! “The only safe Place” è rimasto a lungo nello stereo di una mia vecchia auto.
Anguish Force live: LGD, Rudymental, Luck Az
Stesso discorso per quanto attiene gruppi della Vostra regione:
Skanners – In Alto Adige sono i leader perchè ci sono da una vita e hanno una discografia di un certo livello qualitativo. Claudio Pisoni e Fabio Tenca sono due Metallari che non mollano mai di fronte a nessuna avversità e sfido molti altri a fare un percorso come il loro e durare. Una delle migliori band di Italia. All’estero meriterebbero molto, ma molto di più band ben più famose di loro.
Feline Melinda – Grande esordio negli eighties, poi si sono un po’ persi con sonorità non molto convincenti per i puristi. Sono però rinati, anche se si sono ammorbiditi. Forse un po’ troppo in alcuni frangenti ma le potenzialità sono sempre alte. Rob è un’altro che non molla mai. Attendo di ascoltare il nuovo album.
Sign of the Jackal – Sono giovani ma propongono un Heavy Metal di vecchio stampo ben composto e suonato. Ci sanno fare, speriamo durino.
Graveworm – Il genere non è proprio quello che ascolto regolarmente, ma fa piacere vedere che dalla scena locale ci sia qualcuno che sia riuscito a sfondare anche all’estero.
Com’è la situazione nelle vostre zone nei riguardi dell’HM?
Purtroppo non c’è un grande aiuto a sostegno delle band. La piccola scena Metal ne soffre moltissimo e la fredda burocrazia complica ancor di più le cose. L’AMF è solo una delle tante iniziative che ho fatto per risollevare le sorti del movimento e in alcuni casi ci ho anche rimesso di tasca mia in onore della causa… L’unico modo per fare qualcosa in più di qualche sporadico concerto sarebbe unire le forze tra band e organizzare diversi festival dove i Metalheads saprebbero con certezza di trovare ciò che cercano ad ogni appuntamento. Non dimentichiamoci che quei pochi festival che fanno, non hanno nulla a che vedere col Metal classico e personalmente non mi piace molto mescolarmi coi suoni moderni perchè non li gradisco minimamente. A tutto ciò aggiungici che molti locali hanno chiuso e che suonare in zona è diventato davvero difficile. Bisognerebbe curare questo aspetto per avere un reale seguito e riciclo di pubblico agli eventi.
Cry Gaia Cry, immagino tu voglia approfondire riguardo un pezzo con questo titolo…
E’ la storia che tutti conosciamo e che stava in un concept album in cui si parlava della fine del mondo. Gaia non è altro che il nome della nostra amata terra che non facciamo altro che deturpare e non di una ex fidanzata che mi ha spezzato il cuore… 🙂 Nei testi degli Anguish Force non credo ci sarà mai posto per il romanticismo mieloso. Ci sono così tante tragedie e storie macabre sulle quale è così divertente parlare.
Quale finora la più grande soddisfazione raggiunta come Anguish Force?
Se volessi fare il filosofo ti direi che è quella che dobbiamo ancora raggiungere. Al nostro modesto livello di popolarità potrei dirti che una persona che ti incontra per farti dei complimenti per un album è già un’enorme soddisfazione. Oppure qualcuno che si congratula per un concerto ben suonato. Anche parlare con te è una soddisfazione, mi dimostra ulteriormente che i tanti sacrifici che facciamo in qualche modo abbiano condotto a qualcosa di buono. Certo che aver suonato con persone del calibro di Blaze Bayley, Primal Fear, Bonfire, LA Guns o Rage sono soddisfazioni che resteranno per sempre nelle nostre menti.
Johnny Thunder, storico singer degli Anguish Force
La situazione con il cantante in seno alla band è un poco traballante, o no?
Lo è eccome e speriamo di risolverla presto e in modo definitivo. Purtroppo, il singer che ha cantato sugli ultimi album ha un’ottima capacità di intrattenimento in sede live, ci dà una mano volentieri e suonarci insieme è sempre un divertimento, ma ha espresso la sua volontà a non avere un legame fisso con noi. Ci dispiace, ma dobbiamo rispettare le sue scelte. Allo stesso tempo dobbiamo anche occuparci di archiviare il problema trovando un elemento fisso disposto a dare anima e corpo al progetto e di metterlo, come secondo noi merita, al primo posto della sua carriera musicale. Per il sesto album abbiamo dovuto usufruire di un turnista, che ringraziamo e gli riconosciamo delle grandi capacità, perchè questo disco sarebbe stato impegnativo per qualsiasi vocalist. Ora stiamo vagliando dei cantanti e spero di darti al più presto delle notizie rinfrancanti.
Progetti futuri?
Trovare un’etichetta che ci supporti, fare tanti concerti e registrare un album con un cantante che sia appieno quello ufficiale del gruppo e divertirci a suon di Metallo.
Come mai l’idea di fare un Ep in vinile?
Visto e considerato che crediamo molto nel prossimo studio album, un singolo come apripista ci sembrava un’ottima idea e volevamo che uscisse quando lo dicevamo noi, cioè il più presto possibile per poter preparare il terreno e al disco completo. Grazie alla nostra manager che si è data molto da fare, abbiamo creato un progetto che includeva una serie di operazioni pubblicitarie che in caso di successo avrebbe dovuto finanziare la sua uscita. Il suo lavoro ha dato i frutti sperati ed ora ci troviamo un prodotto molto ben confezionato tra le mani che racchiude alcuni inediti che non finiranno sull’album. La scelta del pezzo mi sembra ovvia perchè con la sua breve durata, l’oreccchiabilità e la mancanza di particolari tecnicismi “The Bermuda’s Triangle” è il pezzo più adatto per un singolo.
Da dove nasce l’idea di “ambientarlo” nel triangolo delle Bermuda?
Il sesto album sarà un concept sul mare e “The Bermuda’s Triangle” di cui esiste già il video in rete è solo uno dei tanti argomenti trattati sull’album. Mai come ora mi sono dovuto documentare prima di scrivere alcuni dei testi che vedrai sull’album. La cosa curiosa è che una delle b-sides del singolo, cioè “Water or Fire” è in sostanza ciò che vedrai sulla cover del disco anche se è finita sul singolo. In più, avrai la possibilità di ascoltare “Vacant Soul” che visti i primi responsi dal vivo, inizia ad sembrarci un po’ sprecata per finire solo sul singolo e forse finirà come bonus sul CD come bonus rimasterizzata.
Come mai hai deciso di siglarti LGD sin dagli inizi?
LGD sono le mie iniziali che ho usato fin dal principio perchè non mi sono mai piaciuti i nomi italiani sui dischi Heavy Metal tranne quando si trattava di prestigiosi italo-americani od oriundi come, Ronnie James Dio (Padevano), Joe Satriani, John Bon Jovi (Bongiovi), (Emiliano) Mille Petrozza o tantissimi altri. LG sono le mie reali iniziali e la “D” sta per Defender oppure scegli te fra Death, Disaster o Destructor. L’alternativa era americanizzare tutto il nome come per esempio Steven Tyler (Stefano Tillerani), ma col mio nome il cosidetto “traslate” non avrebbe suonato così bene.
Chiudi come vuoi, LGD, spazio a disposizione. Danke schoen!
Danke Dir für die Interview! 🙂
Ragazzi, se amate l’Heavy Metal, comprate i dischi originali, non scaricateli. Vi aspettiamo tutti ai nostri concerti.
Un saluto a tutta la Redazione di TrueMetal.it
Metal forever!!!
LGD
Stefano “Steven Rich” Ricetti