Death Symphonic

Are You Experienced? Bloody Unicorn

Di Roberto Castellucci - 22 Aprile 2023 - 23:36
Are You Experienced? Bloody Unicorn

La rubrica Are You Experienced? ci permette di conoscere fin dalla sua nascita nuove realtà musicali molto promettenti. In questo nuovo appuntamento, percorrendo gli intriganti sentieri dell’Underground italiano, ci siamo fermati dalle parti di Camposampiero, Padova, per incontrare i Bloody Unicorn e scambiare qualche parola con loro. Buona lettura!

Intervista a cura di Andrea Bacigalupo e Roberto ‘Bob’ Castellucci

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it!

Ciao! Grazie a voi!

Allora, chi sono i Bloody Unicorn e qual è la loro storia?

I Bloody Unicorn sono una band Symphonic Death, ma sono anche una famiglia costruita nel tempo. Abbiamo avuto una storia un po’ travagliata, con un cambio di line-up piuttosto doloroso nel 2020, che ha visto andare via un membro fondatore. Da tre anni, però, possiamo dire che la nuova formazione è ben consolidata e stiamo lavorando molto bene. Abbiamo avuto un ottimo riscontro con il nostro primo EP “Of Monsters Under the Bed” e avevamo iniziato anche l’attività live, che ci ha portato fin da subito fuori regione e l’accoglienza del pubblico è stata meravigliosa. Purtroppo siamo andati in fase di stallo durante la pandemia, ma fortunatamente lo scorso anno ci siamo ben ripresi.

Suonate ‘Symphonic Death’. Secondo il Vostro punto di vista, per chi si sta avvicinando ora all’Heavy Metal: quali sono le peculiarità di questo genere, considerando l’apparente contrasto insito nella sua definizione?

All’inizio eravamo ‘Melodic’, ora siamo più nel ‘Symphonic’. Grazie all’inserimento di elementi orchestrali dominanti. Secondo me, la convivenza di elementi Death e di elementi Symphonic/Melodic come voce pulita e orchestre è proprio ciò che rende questi generi adatti anche a chi si sta avvicinando al Metal. Per chi, magari, non è avvezzo alle sonorità più dure, sentire un elemento familiare come la melodia rende più accessibile l’ascolto e piacevole l’esperienza.

“Burning Battlefield” è il vostro ultimo singolo. Parlateci un po’ di questo brano.

Come ogni brano dei Bloody Unicorn, anche “Burning Battlefield” ha una sua componente introspettiva e personale. In questo caso specifico, viene trattato il tema degli attacchi di panico con un moto di speranza: per ogni attacco, esiste una fine, esiste una luce in fondo al tunnel. Dal punto di vista musicale, abbiamo avuto il piacere di collaborare con Stefano Mancini (Disbeliever) che ha scritto e registrato il solo di chitarra, e la cosa più bella è che poi Stefano ha deciso di accompagnarci anche in sede live.

E del video di cosa mi dite?

Il video è stato un nostro esperimento e ci siamo divertiti davvero tanto. È stato registrato interamente nel nostro studio a Loreggia (PD) e abbiamo anche scritto il canovaccio per le varie inquadrature, decidendo poi di farlo montare da un esterno. Per quanto ci riguarda, siamo stati molto contenti del risultato e anche la risposta del pubblico è stata buona.

Il singolo ha anticipato qualcosa di più sostanzioso…in data 8 aprile infatti avete pubblicato il Vostro nuovo EP, “Heavy Lies The Crown”. Ci raccontate qualcosa della Vostra ultima fatica?

Hai detto bene, una fatica. Tre anni abbondanti di lavoro, considerando che c’è stato uno spaccamento di formazione a fine composizione. A un certo punto eravamo rimasti solo io e Lorenzo a chiederci cosa fare e come farlo, cercando di trovare delle soluzioni per registrarlo interamente da soli, magari affidandoci a dei turnisti fidati per alcuni dettagli. A metà anno, però, è entrato Michael in formazione e abbiamo deciso di aspettare che studiasse i pezzi, per poi registrarli insieme a noi. Nel frattempo ci sono stati anche ripensamenti sulle composizioni, un brano è stato riscritto interamente (“Do or Die”) e anche le voci sono state registrate nuovamente e in alcune parti stravolte. È stato un lavoro massiccio, a partire dalla composizione molto più elaborata e ragionata rispetto al precedente “Of Monsters Under the Bed”, fino alla scelta dei suoni e delle grafiche che avrebbero accompagnato il lavoro finale. Possiamo dire di essere stanchi morti, ma pienamente soddisfatti del risultato. Aver avuto l’occasione di presentarlo sullo stesso palco di una band come i Deathless Legacy, è stata per noi un’emozione indescrivibile. In generale, l’Hecate Fest 2023 ci ha regalato una serata assolutamente straordinaria, dal punto di vista musicale e soprattutto umano.

Cliccate qui per leggere la nostra recensione dell’EP

Volete parlarci della vostra discografia? Che temi trattano i Bloody Unicorn?

I temi dei Bloody Unicorn sono vari, ma al tempo stesso collocabili in uno stesso filone: l’essere umano. Alcuni testi sono autobiografici, altri sono più generici, ma sono tutti ricollegabili a fobie, sentimenti, eventi che ci hanno segnato in qualche modo. Porto sempre l’esempio di “Running Out of Time”, tratta da “Of Monsters Under the Bed”: parla delle malattie neurodegenerative. Della perdita non solo della memoria, ma anche della coscienza di sé. È nata nel momento in cui ho rivisto un amico di famiglia dopo diversi anni dalla diagnosi di morbo di Alzheimer. Nonostante mi conoscesse da quando sono nata, in quel momento non aveva idea di chi io fossi. È stato un momento molto particolare, che mi ha fatto riflettere molto sul reale potere dei ricordi.

In quest’ultimo periodo le esibizioni non sono mancate e non mancheranno. Nel 2022 avete presenziato al Porkettone Fest di Reggio Emilia, alla Metal Night di Pian dei Castaldi, al Secret Garden Venice con i Membrance. Come accennavate poc’anzi, in data 8 aprile 2023, siete saliti sul palco dell’Hecate Fest al Revolution Live Club di Villa di Molvena (VI), evento che ha ospitato il release party di “Heavy Lies The Crown”. Dopo il faticoso periodo pandemico quali sono le emozioni che si provano a suonare dal vivo?

Il 2022 per noi è stato un anno straordinario dal punto di vista live. Vedendo com’era la situazione in giro, ci siamo ritenuti estremamente fortunati a riuscire a suonare 4 volte in una sola estate (nell’elenco manca solo la data al Bostel di Rotzo, sull’Altopiano di Asiago. Location assolutamente magica). Considerando che la pandemia ci ha letteralmente tagliato le gambe da questo punto di vista, tornare a suonare è stato catartico. Inoltre, abbiamo avuto una risposta molto positiva in tutte e quattro le date, questo ci ha dato una grandissima carica per rimetterci in carreggiata.

E prima della pandemia, si suonava?

Avremmo suonato, sì. Ci si spezza ancora il cuore a pensarci, ma la nostra attività live stava partendo molto bene, con due date fuori regione (una sempre al Porkettone e una all’Ants of the Sky a Torino, in apertura a Freddy Delirio), una terza a Verona e poi ne avremmo avute diverse in casa e altre in centro Italia che stavamo definendo. Per fine 2020 contavamo di fare almeno una decina di date, che per una band piccola alla prima pubblicazione non sono poche. Fortunatamente tra il 2022 e inizio 2023 ci stiamo riprendendo, l’Hecate Fest è stata la nostra terza data di quest’anno e ne stiamo programmando altre per la promozione di “Heavy Lies the Crown”!

Secondo la vostra esperienza, qual è la risposta del pubblico italiano a generi musicali come il Symphonic Death e il Melodic Death?

Dal nostro punto di vista, è stata più che ottima. Anche frequentando alcuni live di band Melodic Death e Symphonic Death ho notato che la risposta è calorosa, il pubblico apprezza e si diverte. La parte melodica è quella che alleggerisce il tutto e ci rende digeribili anche per chi non è troppo amante del Death Old School. Poi c’è da dire che noi siamo molto caciaroni anche sul palco, abbiamo i nostri trucchi per coinvolgere le persone e abbiamo visto anche bambini divertirsi ai nostri live (merito dell’unicorno gonfiabile, delle caramelle o nostra? Ai posteri l’ardua sentenza!)

Chiudiamo qui questa breve intervista e ringraziamo i Bloody Unicorn per il tempo concesso, lasciando a loro i saluti ai lettori di TrueMetal.it. Grazie.

Siamo lettori di TrueMetal.it dai tempi delle medie (sul serio!) e quindi è stato un gran piacere e un onore per noi fare questa intervista, grazie per lo spazio concesso!

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