Are You Experienced? Hand of Juno (tutta la band)
Completamente rapita dai 3 singoli usciti, ho incontrato le Hand Of Juno per TrueMetal.it in una fredda serata patavina, in un bellissimo locale dalla musica lounge. Si è creata subito chimica, abbiamo parlato di musica, del loro progetto e del loro lavoro.
Alla luce dell’ultimo singolo uscito, di cui ho brevemente parlato qui ho voluto conoscere meglio le persone dietro la musica, e la musica dietro le persone.
Eccovi la nostra chiacchierata.
Intervista a cura di Valentina Rappazzo
Ciao ragazze, e benvenute sulle pagine di TrueMetal.it. Prima di tutto vi ringrazio per il tempo che ci state dedicando questa sera: partiamo subito con la prima domanda, la più quotata: come mai Hand of Juno, a cosa si ispira il vs nome?
Helly: Dalle mani!
Melissa: Quando abbiamo scelto questo nome, tutte insieme, credo che forse Alice sia saltata fuori con questa idea e ci è piaciuto subito perché ci abbiamo trovato tanti bei significati intorno e quello su cui noi ci concentriamo è legato alla dea Giunone. Ci piace pensare che la mano di Giunone serva sia a porgere aiuto e guarire, sia ad infliggere pene a chi se le merita. Quindi questo è il nostro modo di intendere questo nome ed è inoltre un messaggio che vogliamo veicolare in quanto donne, è bello che a rappresentarci sia una figura femminile.
Come gruppo di sole donne in un ambiente prettamente maschile, cosa vorreste dire a quelli che pensano che il metal, soprattutto quello estremo, sia una cosa da uomini?
Melissa: Io direi “Vaffan…!”, però vedi te! (ride)
Helly: Ci è anche già successo di essere insultate per niente.
Alice: Molto spesso veniamo prese di mira solo perché siamo donne e se sei un po’ carina è ancora peggio perché te l’addossano come una colpa. Devo dire, però, che fortunatamente sempre più donne fanno parte di gruppi metal, cantanti ma anche musiciste, quindi mi auguro che con il tempo ci sia parità tra uomo e donna nell’ambiente musicale.
Melissa e Helly: e anche “Vaffan…!” …
Melissa: Mi auguro di arrivare ad un punto dove non sia più necessario neanche farle queste domande, per me che ci siano due uomini su 4, che siano tutte donne, se la musica è bella è bella punto.
Non esiste musica da uomini e da donne, non esiste un genere da uomini, esiste solo la musica e basta.
Melissa: Mi auguro che non succeda più! Prima o poi ci arriveremo.
I vostri percorsi sono molto diversi eppure collimano, qualcuna si conosceva prima, qualcuna è arrivato dopo, come vi siete incontrate e cosa ha portato alla nascita della band?
Alice: Io e Helly ci siamo incontrate nelle Killing Baudelaire, lei era inizialmente entrata come turnista alla batteria e poi è diventata un membro fisso della band, mentre invece Melissa l’ho trovata su Instagram.
Le ho scritto e le ho chiesto di darmi il suo numero, le ho chiesto “Ma tu canti con noi vero?” via, dritta, è stato tutto molto rapido.
Melissa: mi ha incastrata, aiuto! È stato bellissimo.
Avete storie diverse, background diversi, 3 singoli usciti e tutti con sound diversi. Quale è stato il melange che vi ha portato in questo non specifico genere e in questa Dark New Wave e in questo progetto HoJ?
Helly: Per come lo vedo io il progetto HoJ è un’entità duale, come il nome stesso. La mano che può tirarti carezze così come la mano che può darti dei pugni e farti del male. Il progetto vuole andare a toccare e scoprire tutte le sfumature di quello che è l’essere umano. Non lo vedo quindi come un progetto unilaterale, che va in una sola direzione come potrebbe essere ad esempio un contesto death metal dove tendenzialmente le band fanno solo quel genere e quel tipo di sound. Noi essendo un progetto… non vorrei dire “ibrido” ma molto influenzato dalle basi di partenza delle sequenze elettroniche – cosa che ci permette tra le altre cose di fare molta sperimentazione – quindi quello che ci si può aspettare dal nostro progetto è tanta varietà. Da brani più aggressivi a brani più cadenzati, ritmati, dalle ritmiche dritte molto Industrial ad altri brani magari più morbidi. O ancora ad altri veramente estremi.
Ho già detto troppo (ride) non posso dirti altro!
Molto bene, Helly ci ha lasciato qualche “chicchetta” per stuzzicarci un po’ l’appetito musicale!
Ma parlando di Industrial, anche il contesto in cui avete girato i video è molto “industrial”. A questo punto ne avete 3, come è stata l’esperienza, come è stato girarli? Vi siete divertite, vi ha stressato?
Melissa: Penso che, in generale, il momento del video per una band sia uno dei più stressanti, a partire dall’organizzazione, per poi arrivare alla realizzazione e alla sua review. È sempre un momento molto stressante che mette alla prova la band: ci sono momenti più divertenti, ad esempio mentre registri o mentre suoni, mentre fai il video sei lì a sgobbare.
Alice: Soprattutto nel primo video ‘Right Now’ nella scena delle parche abbiamo sofferto il freddo in una maniera allucinante. Ad esempio nelle riprese delle parche avevamo solo dei veli addosso e in quel maledetto studio il riscaldamento non so se non c’era e quindi stavamo congelando. È stato terribile.
Helly: Faceva più freddo dentro che fuori. Comunque concordo, anche per me in tutte le esperienze fatte a livello musicale e artistico quella più stressante in assoluto è girare i video, è la cosa più impegnativa. Detto questo io penso che finora ce la siamo cavata bene, siamo soddisfatte del lavoro fatto e non vediamo l’ora di pubblicare i prossimi video (sguardi tra di loro, ridono).
Melissa: Eh ma la Helly sta rivelando tutto!
… Mmm, questa sera Helly ci sta lanciando parecchie esche!
Abbiamo palato di video ma ci sono anche dei testi molto pregni, importanti. Ce ne volete parlate? C’è questa “Line” che ritorna: distruzione, rinascita, ricostruzione…
Alice: Il primo brano che abbiamo scritto insieme come Band è stato ‘We’ve Built the line’ e, in questo caso, il testo l’ho scritto durante il Lockdown…
Qui ci fermiamo un attimo, siamo interrotte dal barista che ci porta una scatolina con degli strani intarsi, ci dice “è un gioco di QI, se lo risolvete avete degli shot” e mi rendo conto dell’atmosfera conviviale che si è creata. Ci fermiamo, apriamo la scatolina e ci prendiamo un momento di pausa tra qualche risata.
Dicevamo…
Alice: … sì, questa linea immaginaria che divide le persone che hanno iniziato a detestarsi nel periodo del Covid e che le rende scontrose e rivali le une con le altre.
Melissa: in linea generale, anche sui social, si percepisce tanto questo divisionismo tra le persone: o fai parte di una fazione o fai parte dell’altra e non c’è molto spazio di manovra o margine di discussione. Quando cerchi di intavolare una discussione vedi che le persone si chiudono a riccio, non sono molto aperte ad accogliere altri tipi di pensiero.
Alice: tra l’altro nel testo c’è anche una citazione, contiene un riferimento a Floyd, c’è una parte che dice “Only when you’re close to die It doesn’t matter if your savior’s black or white” * quindi anche la contrapposizione che c’è da anni e anni tra persone con pelle bianca o pelle nera, e che queste cose tutt’oggi succedano. Il testo semplicemente si rifà all’attualità e a quello che tutt’oggi capita.
* Brano: ‘We’ve Built the Line’
Alice Lane Pandini: Lyrics, Bass lines, Bass recordings
Melissa Bruschi: Vocals Lines, Vocals, Lyrics
Helly Elisa Montin: Composer, Producer, Synths, Electronic Percussions, Lyrics, Vocal Lines, Bass lines, Guitars lines, Drums
Sergio Missaglia: Synths
Jonathan Mazzeo (The Grid Europe): Mix, Guitars recording and production
“We’ve Built the Line” ma anche “We Destroy the Line”?
Melissa: esatto! In realtà secondo noi questa linea va distrutta. In realtà i video dovevano uscire al contrario.
Helly: Nella realtà è un ciclo continuo
Melissa: costruisci un muro, magari in seguito ad un evento traumatico, però l’obiettivo finale è distruggerlo. È anche il nostro invio personale alle altre persone.
Helly: Per me la cosa bella di queste due canzoni è che avevo questa idea in testa: ‘We’ve Built the Line’, poi titolo della canzone. Stessa cosa con ‘Destroy the Line’ e l’idea del ritornello. È stato molto bello per me, che non mi ritengo molto brava a scrivere i testi, e con Alice l’idea di ‘We’ve built the line’ è stata sviluppata, poi anche con Melissa e la cosa bella è che riusciamo a penetrare nelle nostre idee e poi, insieme, a creare qualcosa di bello che possa avere anche una certa profondità. Per cui sono molto contenta del lavoro che siamo riuscite a sviluppare assieme e che possa essere di valore.
E a questo punto la domanda viene spontanea, il 2024 ci potrebbe portare un vostro album?
Tutte: Non c’è ancora una data certa, possiamo dirvi che uscirà nel 2024, quindi continueremo con i singoli.
E visto che si parla di date, in queste ultime settimane avete pubblicato le prime date per il 2024, parliamo di Berlino, della Francia…possiamo sperare in qualche data aggiuntiva?
Helly: forse sì… ma forse no!
Ehm, non ci dite nulla ma consiglio a tutti di stare tuned perché qui è evidente che qualcosa bolle in pentola!
Grazie ancora per il vostro tempo ed eccovi l’ultima domanda della serata: cosa vorreste dire agli utenti di TrueMetal.it che vi leggono e che magari non vi hanno mai ascoltato?
Melissa: Innanzitutto ascoltateci, facciamo musica quindi se volete conoscerci ascoltare i nostri 3 brani, continuate a divertirvi e guardate i nostri video, perché ci abbiamo messo molto impegno e sono molto belli. E abbiamo sofferto il freddo!
Un saluto ai nostri amici di TrueMetal.it!
Alice: Grazie!
Helly: Vorrei dire ai nostri amici di TrueMetal.it di continuare a seguirci o di iniziare a seguirci e di aspettarsi molta varietà nel nostro sound.
Melissa: E che ancora il meglio deve venire!!
Helly: esatto, abbiamo tante sorprese infernali da presentarvi e non vediamo l’ora. Questo è solo l’inizio e non è niente. Ciao!
Ci salutiamo, sulla porta un fan riconosce Helly e si ferma a scambiare due chiacchiere con lei. Sorrido, penso quanto bello sia conoscere le persone che stanno dietro un progetto, dietro quello che possiamo vedere su uno schermo o sentire da un disco.
Insieme, queste donne stanno portando avanti un lavoro ben fatto, musicalmente tecnico, umanamente profondo e visivamente impattante.
Attendiamo ansiosi il prossimo lavoro e, da quello che si sono lasciate scappare, non dovremo attendere molto la prossima uscita.