Black

Are You Experienced? Marea

Di Roberto Castellucci - 8 Maggio 2024 - 10:00
Are You Experienced? Marea

L’appuntamento odierno con la rubrica Are You Experienced? ci porta lontano da quel ‘sottobosco’ musicale a cui spesso gli addetti ai lavori fanno riferimento quando si dedicano alla multiforme galassia Underground. Con la one man band Marea, grazie alla sapiente guida del suo mastermind M.B., esploreremo infatti gli abissi marini e le profondità siderali che si celano dietro ad una proposta Black Metal nostrana, innovativa e molto personale. Buona lettura!

 

Benvenuto tra la pagine di TrueMetal.it! Come, dove, quando e perché nasce il progetto Marea? A quali esigenze artistiche dà corpo il Tuo primo album, “The Silence of Rust”?

Innanzitutto, vi ringrazio per l’opportunità di poter parlare del mio progetto con voi. Nonostante io suoni la chitarra da ormai 20 anni, Marea nasce a Gennaio 2023, quando decisi finalmente di voler fare uscire qualcosa a mio nome e non tenere più i riff e i brani composti in tutti questi anni solamente per me. Volevo realizzare un album che fosse la summa di tutte le mie influenze principali e che fosse anche in grado di trasmettere tutte quelle emozioni ed elementi che la musica Metal mi ha regalato in tutti questi anni: malinconia, nostalgia, speranza, desolazione, oscurità, aggressività, odio, amore…diciamo che questo album può essere visto come un tributo a tutti quegli artisti la cui musica mi ha accompagnato nel corso della vita, cercando, ovviamente, di far risultare il tutto coeso e personale. Il Black Metal in tutte le sue sfaccettature, il Doom e il Post-Rock sono sempre stati al mio fianco nei momenti più felici così come nei periodi più bui e possono essere considerati la colonna sonora della mia esistenza.

 

 

Traduco letteralmente il titolo del disco: il silenzio della ruggine. A cosa dobbiamo la scelta di intitolare così la Tua opera?

Ho sempre trovato la ruggine come un processo che può accostarsi bene alle sensazioni che il Black Metal riesce a trasmettermi. C’è un certo fascino morboso e disperato nel modo in cui la ruggine silenziosamente intacca alcuni metalli e tolga a loro lucentezza donandogli un aspetto di decadenza e abbandono. Credo sia un concetto che si lega bene alla mia proposta musicale, calcolando anche che la prima cosa che mi viene in mente pensando alla ruggine sono i relitti sul fondale marino e quindi un ulteriore punto di collegamento con il concept dietro Marea.

Copertina di “The Silence of Rust

Il nome della Tua one man band, Marea, inevitabilmente ha evocato in me ricordi d’infanzia passati in riva al mare, ammaliato dall’andirivieni delle onde. L’illustrazione realizzata da STRX che costituisce la copertina del disco, a prima vista, sembra ritrarre una scena sottomarina. Tuttavia, in qualche modo, l’immagine ha solleticato anche la mia sensibilità di divoratore di romanzi fantascientifici…il secondo brano di “The Silence of Rust”, inoltre, s’intitola “Sidereal”. Cosa unisce le profondità del cosmo alle profondità marine?

L’abisso, il vuoto e il terrore verso ciò che ci è ignoto sono gli elementi che uniscono profondità marine e cosmo nel mio concept.

Hai detto bene, la cover art ritrae una scena sottomarina nella quale sono anche presenti parecchi elementi cosmici. L’artwork si basa proprio sul testo del brano che hai citato. Le linee guida che diedi all’artista furono quelle di ritrarre una veduta subacquea in cui, sul fondale, fosse presente una sorta di cimitero di stelle rotte e arrugginite, alcune delle quali emanavano ancora un’ultima flebile luce. Mentre sullo sfondo dovevano essere presenti costellazioni e galassie di astri sommersi, ma non ancora affondati. Tutto ciò fa parte di un sogno che ebbi alcuni anni fa e che è rimasto impresso nella mia mente.

Mi fa piacere che il nome del mio progetto abbia evocato in te ricordi nostalgici e mi auguro felici… non per forza la mia musica e, più in generale, tutto ciò che riguarda Marea deve essere legato a sentimenti unicamente negativi.

I titoli e i testi delle canzoni sono scritti in inglese…tranne in un caso, il terzo brano strumentale intitolato “Chiaroscuro”. Come mai hai preferito la lingua d’Albione nella stesura dei testi?

Semplicemente perché per questi cinque brani ho trovato che, musicalmente, suonasse meglio la lingua inglese rispetto all’italiano. “Chiaroscuro” invece ha un titolo italiano perché credo che il titolo rispecchi bene i ‘giochi di luce’ che fanno le due chitarre acustiche sovrapposte, una più oscura e profonda e l’altra più acuta e ‘luminosa’. Questo brano evoca nella mia mente l’immagine dei riflessi e delle sfumature che il sole proietta sul fondale marino quando i raggi incontrano le onde.

Nel prossimo album, al momento in fase di registrazione, ci saranno anche alcuni testi in italiano.

Cosa narrano i testi delle Tue canzoni?

Come dicevo i sogni e le paure ancestrali collegati a mare e cosmo sono alcuni degli elementi principali dei miei testi. Altri temi invece riguardano anche la natura dal punto di vista del romanticismo e lo spiritismo di Allan Kardec.

Le tecnologie di ultima generazione senza dubbio aiutano molto tutti i musicisti che desiderano dare vita ad una one man band. L’apporto creativo umano, però, è imprescindibile: sei Tu l’unico autore di musica e testi o vieni in qualche modo aiutato da altri artisti? Il prodotto finito necessita esclusivamente della Tua approvazione o hai sottoposto “The Silence of Rust” all’esame di altre persone, una volta completata la fase di produzione?

In realtà la tecnologia di ultima generazione è servita a ben poco nella realizzazione di questo album, si può dire che sia un album old school sotto questo punto di vista. Sono abbastanza disastroso per quanto riguarda l’uso della tecnologia, ti basti pensare che non ho neanche il PC a casa. Non sento l’esigenza di averlo. Registro tutti i miei brani su un vecchio registratore multitraccia e poi, una volta pronti e studiati, riregistro tutti gli strumenti in studio in modo professionale, in modo che sia Carlo Meroni (il fonico che si è occupato delle registrazioni del primo album e che seguirà anche il secondo) ad occuparsi di tutte le questioni tecnologiche. Quindi ti direi che, almeno dal punto di vista della tecnologia utilizzata, l’album non sarebbe cambiato molto se fosse uscito 10 o 15 anni fa (a meno che Carlo in studio non abbia usato strumenti tecnologici che non esistevano qualche tempo fa). Anche per quanto riguarda la batteria, non troverai drum machine nel mio progetto, ma mi sono avvalso di un professionista turnista (Alessandro Mori).

Io sono l’unico autore di testi e musica e anche in studio, ovviamente, l’ultima parola è sempre stata la mia. Devo dire, però, che sia Carlo che Alessandro hanno saputo darmi dei preziosi consigli e sono molto grato al loro impegno e al duro lavoro che hanno fatto per questo album.

L’unico attento esame e approvazione a cui “The Silence Of Rust” è stato sottoposto è stato il mio. Fai conto che ho fatto ascoltare l’album ai pochissimi amici che ho nel settore solo una volta che il master era completo al 100%.

Malinconia, aggressività, atmosfere oniriche, ritmi quasi sepolcrali…“The Silence of Rust” riunisce molte declinazioni del Metal estremo. Quali musicisti hanno esercitato la maggior influenza sulla Tua produzione? In altre parole: quali album potremmo ammirare nella collezione discografica di M.B.?

Come dicevo precedentemente, volevo che questo album e, in generale, Marea fosse un progetto che racchiudesse tutte le mie maggiori influenze e le emozioni che la musica che ascolto è in grado di trasmettermi. Non ho mai voluto che Marea fosse una classica band Black Metal e non voglio assolutamente limitare o confinare la mia proposta ad un unico genere. Mi rendo conto che questa alternanza di stili e generi dal Black più estremo passando per alcuni momenti Doom, Ambient, acustici o Post-Rock possa far risultare Marea troppo eterogeneo secondo alcuni… ma questa differenza di stili è ciò che caratterizza il mio sound e così, anche in futuro, potreste trovare dei brani al limite del Depressive Black Metal così come altri più soft che cercano di evocare o trasmettere sensazioni più positive.

Detto questo, tra le influenze principali di Marea troverete soprattutto parecchi artisti della nostra scena come Novembre, Klimt 1918, Giardini Di Mirò, Movimento D’Avanguardia Ermetico, Forgotten Tomb, Arcana Coelestia, Beatrik, Janvs, Spite Extreme Wing e molti altri…fuori dall’Italia invece ti direi Drudkh, An Autumn For Crippled Children, Katatonia, Agalloch, Explosions In The Sky, Hypothermia e primi Ulver come maggiori fonti di ispirazione.

 Posso immaginare come per una one man band non sia immediato parlare di esibizioni dal vivo…sembrerà una domanda fuori luogo ma è doveroso chiederlo: è prevista la possibilità di portare il progetto Marea sui palcoscenici? La promozione di “The Silence of Rust”, insomma, avverrà anche in sede live?

Purtroppo, al momento risulta impossibile portare il progetto live. Ci sono troppi strumenti nei miei brani per poter pensare di riuscire a portare la proposta dal vivo senza che essa risulti castrata o incompleta.

Dove possono trovare “The Silence of Rust” i Lettori interessati ad approfondirne l’ascolto? Consuete piattaforme digitali, antidiluviane copie fisiche o entrambi i canali?

Nonostante la data di uscita dell’album sia fissata per il 17 maggio, ci sarà una promozione in collaborazione con la fanzine Sulphur in cui il mio album in formato CD, insieme a quello dei Boleskine House, che consiglio vivamente, potrà essere acquistato anticipatamente con un bundle ad un prezzo molto ridotto e conveniente. Al di fuori di Sulphur, l’album verrà caricato su Youtube e su altre piattaforme digitali come Spotify e potrà essere acquistato sia in formato fisico che digitale tramite il Bandcamp dell’etichetta Masked Dead Records.

Siamo arrivati al termine di questa interessante chiacchierata. Concludi nel modo che preferisci, magari invogliando i Lettori che ci hanno seguito fin qui a seguire il tuo progetto o, semplicemente, mandando loro un saluto. A Te la parola.

Ringrazio ancora TrueMetal.it per lo spazio dedicatomi e chiunque fosse arrivato fin qui con la lettura. Colgo l’occasione per spronare i lettori a supportare la scena underground del nostro paese. Abbiamo tantissime band valide attualmente che meritano attenzione. Kre’u, Nel Buio, Skalf, Derhead, Fiori Del Male, Noircure, Deadly Carnage, Comando Praetorio, Lum, Sedna, O, Argesh, Ponte Del Diavolo e i già citati Boleskine House sono solo alcune tra le tante talentuose band italiane degne di nota. Un ringraziamento particolare anche a Matteo Antonelli di Masked Dead Records per aver creduto nel mio progetto e a tutti quelli che hanno dimostrato o possano dimostrare interesse per Marea dedicandogli un ascolto.

Marea su Facebook:

https://www.facebook.com/profile.php?id=61557421798672&locale=it_IT

Negozio online di Masked Dead Records, in cui è possibile prenotare la fanzine Sulphur:

https://maskeddeadrecords.com/