ArseA (Riccardo Curti)
In concomitanza con la release del nuovo demo, ancora prima incuriositi dall’ottima esibizione all’ultima edizione del MetalCamp, abbiamo intervistato gli ArseA, giovane metal band laziale che ci ha raccontato qualcosa della propria breve, ma già interessante carriera nell’underground nostrano.
Ciao ragazzi, sono Nik di TrueMetal.it. Piacere di conoscervi. Introduci la tua band a chi non la conosce.
Ciao Nik, sono Riccardo, batterista della band, il piacere è solo mio! Gli ArseA si sono formati quasi per casualità dalla riunione di due vecchi amici “Riccardo (io) e Simone Capoccioni (ex chitarrista), per creare una cover band, in collaborazione con uno dei due attuali chitarristi, Enrico Fucci.
Fin dall’inizio si notava che nella band comunque di idee ce ne erano troppe per potersi limitare a proporre semplicemente delle cover Rock; si notava altresì che le idee di ogni singolo componente erano molto diverse da quelle degli altri componenti. Per fare un esempio, Enrico ama il Grind, Death & Black, io adoro ascoltare di tutto, ma in particolare il Prog. Presentando la band, posso dire che sicuramente è un genere non ben definito, come tra l’altro è intuibile ascoltando il CD.
Quale è stato il momento in cui avete capito che era possibile investire nel progetto Arsea?
Il momento in cui abbiamo capito che era possibile investire nel progetto ArseA, è stato quando, dopo aver creato le prime cinque canzoni e aver riscosso un ottimo riscontro del pubblico, si è deciso di provare a fare le cose un po’ più seriamente per avere un CD, fare qualche live degno di essere ricordato da molti, e vedere cosa poteva accadere. Da quel momento sono ormai passati 2 anni precisi; e in 2 anni ne sono successe di cose! Abbiamo trovato il bassista solo dopo 6 mesi abbiamo completato una scaletta composta da 8 brani in 7 mesi, provando soltanto 2 ore di sabato pomeriggio (tranne quando il sabato sera si facevano i live) e quindi, per forza di cose, il tempo mancava. Abbiamo suonato 22 live in 2 mesi estivi nel 2007! In questo modo abbiamo raccimolato un piccola somma utile a sostenere un pò di spese pubblicitarie.
Il primo traguardo che ci ha dato soddisfazione è stato l’aver superato le selezioni per il Music Village, che si tiene a Simeri a fine Settembre. Con l’arrivo dell’ottimo chitarrista Alessio Di Clementi, abbiamo rivisitato tutte le canzoni create nel 2007 e composto un nuovo brano (Unhoped For) che conclude l’EP, “Dreaming a new World”. A Luglio 2008 siamo riusciti, tramite una dura selezione che vedeva contendersi la vittoria circa 300 band da tutta Italia, ad arrivare al Metal Camp 2008.
Il vostro sound è molto profondo, particolare, strutturato in maniera davvero personale. Passate dal minimalismo di certi comparti ritmici alle aperture melodiche, fino ai particolari groove strutturati del thrash di inizio anni 90. Come nascono le canzoni?
Come già accennato precedentemente, la nostra musicalità è particolare proprio per i gusti musicali che ognuno di noi possiede. Per esempio, Sweet Memory, la canzone forse più apprezzata dal pubblico per il momento, era inizialmente stata creata da Simone che, ispirato ai Korn, aveva pensato ad un riff con la 7ma corda. Questa è poi stata modificata al livello ritmico da Alessio, e al livello strutturale da tutta la band, eppure con il contributo è diventato il riflesso delle preferenze musicali di ognuno di noi. Tutti siamo di mentalità aperta, pronti a sperimentare e trovare nuovi approcci a livello strutturale e melodico. Tutti tendiamo alla scoperta e alla creazione di qualcosa che non c’è… forse anche questo porta un po’ al nome dell’EP: “Sognando un Mondo Nuovo”.
Quali sono stati i gruppi maggiormente influenzanti il vostro songwriting?
Se devo essere sincero, quando mi metto a creare con gli altri non mi fisso su qualche band o qualche canzone in particolare. Suono e suoniamo ciò che ci viene in mente senza vere e proprie ispirazioni. Credo che le idee derivino da ciò che involontariamente ascoltiamo, non c’è nessuna ispirazione nello specifico.
Il promo lascia davvero ben sperare. A parte una produzione poco brillante, le idee sembrano esserci tutte, ma sopratutto sembrano proporre qualcosa di innovativo. Certe soluzioni sanno davvero di sperimentale. Che mi racconti del debutto discografico? Quanto si dovrà aspettare?
Innanzi tutto grazie per tutti questi complimenti! Per il debutto discografico stiamo cercando ora di trovare qualche etichetta dipendente o indipendente che sia interessata al nostro progetto e quindi a investire su di noi! Se si dovesse trattare invece di un’autoproduzione, credo che questo demo, arricchito di una nuova traccia, diventerà anche automaticamente il nostro primo disco ufficiale.
Ritieni sia possibile arricchire ulteriormente la vostra identità o il primo disco ufficiale verterà su soluzioni che il promo ha già anticipato?
Per quanto riguarda il futuro, sicuramente credo che riusciremo a non deludere nessuno! Se c’era materiale innovativo in questo disco, penso che il prossimo sarà alquanto apprezzato e amato da chi è rimasto soddisfatto di questo “Dreaming a New World”. Al momento stiamo sistemando due nuove tracce fresche fresche, piene di melodia, thrash, e variazioni inaspette.
Mi hanno colpito molto le parti di chitarra, sia quelle arpeggiate, che le sezioni soliste. Puntuali, intense e ben centellinate. Tutto sembra essere stato collocato al punto giusto. Le atmosfere che create hanno profondità. Non che la voce di Alessandro sia scadente, anzi, ma pensate di pianificare anche un brano totalmente strumentale?
L’idea ci ha sempre stuzzicato anche se per il momento non è mai stata presa seriamente in considerazione. Quella di un pezzo solo strumentale è una scelta da non fare con leggerezza: l’assenza del cantato non è una cosa da poco; diciamo che le intenzioni e la voglia ci sono, ma bisogna fare in modo che gli strumenti possano riuscire a trasmettere emozioni e sentimenti, sopperendo all’operato del cantante. Ci sarà da lavorare molto…
Ho apprezzato moltissimo l’uso della lingua madre nei testi e la capacità del singer di interpretarne i significati. Non ritieni però che tale scelta possa colpire più una ristretta massa invece che avvicinare vari ascoltatori, magari anche al di fuori dei confini nostrani?
L’uso della lingua nostrana è un discorso complesso. Nel promo abbiamo deciso di scrivere i testi per metà in lingua. In futuro però, per poter arrivare alle orecchie di tutti, inizieremo a optare maggiormente per l’inglese, senza lasciar mai da parte la lingua madre. Siamo italiani, e questo non ce lo leva nessuno!
Una curiosità…Come nascono i brani degli Aresa?
Ogni testo degli ArseA, nasce da riflessioni di vario genere su quella che è la vita di tutti i giorni. Per quanto riguarda la composizione, sono stati tutti scritti da Alessandro, il cantante, e poi riarrangiati tutti assieme. Ad esempio il testo di The Regret è stato scritto pensando a quello che è uno dei vizi dell’uomo ovvero di cercar d’ottenere sempre il massimo lasciando da parte gli affetti personali.
Avete già suonato in giro? Come è stata la risposta del pubblico?
Il pubblico ha sempre accolto con entusiasmo la nostra musica: non abbiamo di che lamentarci, anche se, rispetto all’estero, in Italia è veramente difficile farsi apprezzare.
Introducevo il discorso live perchè quest’anno avete passato le selezioni per l’ammissione all’ultima edizione del MetalCamp. Ti avevo già fatto i complimenti in passato; ora ti chiedo di descrivermi le sensazioni al ricevimento della notizia…e di raccontarci come è andata…
L’esperienza più bella della mia vita. Quel sabato mattina, unico giorno di riposo lavorativo, vado al Pc, lo accendo e guardo la posta: Metalcamp.com. Ho subito pensato all’esclusione. Ho letto velocemente e improvvisamente mi è venuta la pelle d’oca perchè mi sembrava di aver letto che eravamo stati scelti! Ho riletto più volte per esser sicuro. Poi l’ho anche tradotta col traduttore per star tranquillo! Ho dato subito la grande notizia alla band, avevo le mani tremolanti…
La cosa può sembrare esagerata, ma chi ama suonare e riesce ad avere l’opportunità di suonare sul 2nd stage di un festival del genere, vive un’emozione unica e indescrivibile. Per non parlare poi della location, stupenda: ambiente, persone, mentalità, musica!
Quali sono i vostri programmi prossimi e futuri?
Come già detto, attualmente stiamo lavorando al prossimo disco. Abbiamo in cantiere già tre pezzi di cui due quasi completi. Abbiamo anche l’intenzione di filmare un video. Faremo il possibile per trovare un’etichetta interessata a noi per poi poter raggiungere nuovi festival che ci possano portare visiblità anche all’estero. Per ora il primo passo è stato fatto, ora dobbiamo inziare a camminare verso ciò in cui speriamo.
Grazie per la chiaccherata…Lascio a voi i saluti ai nostri utenti…Dite quello che volete…
Grazie a te per il tempo dedicatoci. Spero che la gente, grazie a te che gentilmente hai accettato di intervistarci, possa notarci, ascoltare qualcosa sul MySpace ufficiale, e appassionarsi ai nostri progetti. Gli ArseA daranno il massimo, è una promessa: porteremo a termine ciò che abbiamo iniziato a costruire per tenere alto il nome dell’Italia metallara! Grazie Nik, Saluti a tutti i TrueMetallari!