Quando capita per le mani un disco d’esordio come “Trasmutate”, sorge spontanea la curiosità di far quattro domande ai diretti interessati. Nel nostro caso la band in questione si chiama As Memory Dies, nasce nel 2005 per volontà di un gruppo d’amici e proviene da Vicenza. I nostri sono artefici di un death metal melodico tutt’altro che scontato e ordinario e, non ultimo, affrontano l’ardua sfida di tematiche profonde e ben meditate. L’intervista vede protagonista il cantante e fondatore Fabio Caruso che rompe il ghiaccio con un breve excursus storico…
Il gruppo è nato nel 2005, originariamente come un progetto a due voci. Io e l’altro cantante abbiamo iniziato a spulciare tra i vari annunci musicali e ci siamo imbattuti in Cristian, intenzionato come noi a dare il via a un gruppo che, pur ispirandosi alla scena death melodica svedese, cercasse di creare uno stile più personale e aperto a varie influenze musicali. Una volta solidificatasi la prima line-up e trovato il giusto affiatamento, abbiamo iniziato a comporre alcuni pezzi e, dopo essere arrivati sul finire del 2007 all’attuale formazione, composta dal sottoscritto alla voce, Cristian e Valerio nel ruolo di chitarristi, Diego al basso e Nicola alla batteria, abbiamo iniziato a lavorare a quello che poi sarebbe diventato il nostro debut to“Transmutate”.
Infatti, ti interrompo a questo punto. “Transmutate”, il vostro debutto discografico, non è il solito disco di ordinario melodic death metal, ma ha un gusto quasi epico ed è carico di mood introspettivi. Spendi qualche parola sui lavori svoltisi in sala prove…
Innanzitutto sono felice di sentirti definire “Transmutate” in questo modo, la nostra priorità è proprio quella di suonare in modo personale e di creare il nostro stile piuttosto che restare ancorati ai dettami del “classico” death metal melodico. Per quanto riguarda la creazione di “Transmutate”, c’è voluto all’incirca un anno per comporre i sette pezzi che sono entrati a far parte del disco: la fase di composizione per noi è un processo che richiede tempo e impegno totale, siamo sempre alla ricerca di un arrangiamento migliore anche quando il pezzo si può considerare concluso.
Avete quindi rivisto più volte il lavoro svolto…
Sì, è capitato spesso di aver terminato un pezzo e di esserci tornati a lavorarci sopra anche a distanza di mesi. In un modo o nell’altro siamo tutti dei perfezionisti e, per quanto sia indubbio che questo spesso vada a rallentare il processo di composizione, siamo altresì convinti che tutte le modifiche apportate nel tempo alle varie tracce di “Transmutate” abbiamo reso le canzoni stesse migliori, rendendoci soddisfatti di queste al cento per cento.
Prima parlavo proprio di introspezione perché i brani sono molto lunghi, calamitano molto l’ascolto, ma quasi sempre scorrono via alla grande. Avevate davvero tanto da dire! Da dove ha preso il via l’ispirazione compositiva?
Sì, diciamo che i classici quattrominuti ci vanno un po’ stretti… L’ispirazione principale come detto in precedenza viene dalla scena svedese esplosa durante la metà degli anni novanta: credo che ascoltando i nostri pezzi non sia poi così difficile capire come gruppi come Dark Tranquilliy, At The Gates, Opeth ed In Flames siano stati la base attorno alla quale si è sviluppato il nostro stile. Dischi come “The Gallery”, “Slaughter Of The Soul” ed altri capolavori sono stati album con i quali siamo cresciuti, album che hanno definito le coordinate del genere al quale apparteniamo. Tuttavia credo che ci siano una serie di altre influenze che si possano cogliere durante l’ascolto di “Transmutate”: oltre che della scena melodeath svedese siamo grandi fan della corrente doom/gothic sviluppata da Paradise Lost, Anathema e My Dying Bride e della scena black norvegese. Più in generale, come ascoltatori amiamo spaziare molto tra vari generi, non solo metal: i nostri gusti vanno dai Tool ai Depeche Mode, dalla dark wave degli anni ’80 all’ambient, passando per generi più nuovi come il post-core e l’alternative. Per quanto da un lato tutta questa serie di influenze non si manifesti direttamente nel nostro stile, dall’altro sono altresì convinto che tutta questa serie eterogenea di ascolti e di gusti musicali sia qualche modo responsabile di quello che tu definisci come “non il solito death melodico”.
Mi ha colpito una frase dei vostri testi ovvero ‘This familiar sound revealed the inconsistence of human decisions’, tratta da A Season Of Failures. Vuoi spendere qualche frase sui testi dell’album?
Così come per la musica, anche con i testi abbiamo sempre cercato di esprimerci in modo personale e il più possibile distante da certi cliche comuni alla maggior parte dei testi metal. I testi di “Transmutate” in particolare sono tutti legati da un tema comune, una sorta di fil rouge, che è appunto quello del cambiamento, della trasformazione. Non che il disco sia un concept album, direi piuttosto che c’è un leitmotiv che lega i vari testi, ancora una volta quello della trasformazione: il desiderio di trasmutare, la necessità di cambiare, la volontà di farlo, tutte declinazioni che sono state affrontate all’interno delle varie lyrics.
Che ci dici della suite in chiusura del disco?
La suite posta in conclusione del disco, “The Tragical History Of Doctor Faustus”, rappresenta con il suo personaggio principale, Faustus, l’emblema del disco dal punto di vista dei testi: una figura che, ossessionata dal desiderio di conoscenza, decide di offrire la propria anima in cambio di un solo giorno di completa onniscenza. Il testo in questione, tratto dall’omonima sceneggiatura teatrale dello scrittore inglese Marlowe, rappresenta un po’ la summa del concetto di trasformazione presente nel disco.
Cambiamo discorso. Come ha risposto la critica a questo esordio? Qualche ragazzo v’ha già contattato per acquistare una copia dell’album?
La risposta degli addetti al settore è stata più che positiva! Il disco è stato accolto in modo entusiasta da molte webzine italiane e non, il che in parte c’ha stupito: siamo consci del fatto che pezzi da 7-8 minuti ciascuno possano essere difficili da digerire, tuttavia per il momento sembra che questo particolare abbia entusiasmato più di qualche recensore. Certo, sono arrivate pure un paio di bocciature, ma credo che queste facciano parte del gioco. Spesso ci è stato criticata la produzione di “Transmutate”, il suo suono. In verità abbiamo proprio optato per un tipo di suono “old-style”, in quanto volevamo pagare una sorta di tributo alla scena melodica svedese e a quel suo sound caratteristico che ha marchiato a fuoco la maggior parte dei dischi usciti in quel periodo. Ad ogni modo, visto l’esiguo numero delle bocciature e considerato che la maggior parte delle recensioni c’ha accolto in modo più che positivo, non possiamo che essere soddisfatte dell’accoglienza che finora c’è stata riservata.
Parlando di produzione quindi. Come si è svolto il lavoro al mixer?
Una volta conclusasi la fase di registrazione, all’interno del gruppo abbiamo discusso di come volessimo far suonare l’album. Di comune accordo abbiamo deciso per una produzione che, pur cercando di risultare pulita, con ogni strumento al suo posto e non oscurato dagli altri, riuscisse comunque a suonare ruvida e grezza al punto giusto. Come già detto, per quanto il nostro principale obiettivo sia sempre di guardare avanti e di essere più personali possibili, abbiamo pensato che fosse quanto mai giusto pagare il nostro tributo alla scena di Goteborg ed ai quei suoni che hanno reso indimenticabili dischi come “The Gallery”, “Terminal Spirit Disease” o “Orchid”. Abbiamo lavorato fianco a fianco con Reka, il nostro uomo mixer di fiducia, durante tutte le fasi di mixaggio e mastering, ottenendo il tipo di suono che desideravamo ottenere. Inutile dire che siamo pienamente soddisfatti anche di questo aspetto, nonostante magari ci sia costato qualche punto in sede di qualche recensione.
Avete già avuto modo di proporre i nuovi pezzi dal vivo? Avete in programma qualche partecipazione a festival o concerti di particolare importanza?
Il mese prossimo proporremo per la prima volta i pezzi di “Transmutate” dal vivo da quando questo è uscito: abbiamo e stiamo tuttora lavorando sodo in sala prova per riuscire a proporre al meglio tutte le sfumature e i vari mood propri del disco. Per quanto riguarda la partecipazione ad eventi di particolare importanza, per il momento non ce ne sono in programma. (Ricordiamo che la band esordirà il 23 aprile a Vicenza).
Avete nuove idee per un secondo full-length?
Abbiamo iniziato a comporre i nuovi pezzi che andranno a far parte del successore di “Transmutate”: siamo davvero convinti del nuovo materiale, crediamo che suoni maturo e che sia la perfetta evoluzione del nostro album di debutto. Siamo ancora all’inizio della fase di stesura dei pezzi, ma credo di poter dire che per quanto si è visto finora saranno presenti tutte le caratteristiche principali di “Transmutate”, ma al contempo ci saranno nuovi spunti e ci addentreremo verso nuove sonorità, una sorta di trasmutazione anche per il nostro stile insomma.
Il vostro modus componendi cambierà in maniera sostanziale?
Di sicuro i pezzi continueranno a essere piuttosto lunghi e articolati: ci siamo resi conto di quanto questa sia la nostra dimensione ideale, in quanto ci dà la possibilità di esprimere vari mood e di creare pezzi con strutture complesse e con vari cambi di atmosfera, l’ideale per esprimere in toto il nostro stile.
Una curiosità… Come siete entrati in contatto con Niklas Sundin dei Dark Tranquillity per la relalizzazione della copertina?
Attraverso un amico in comune… Poco prima di entrare in studio abbiamo iniziato a pensare all’aspetto “grafico” dell’album, alla copertina: Niklas è stato il primo nome tra gli artisti a cui abbiamo pensato. Abbiamo sempre stimato il suo lavoro come grafico oltre che, ovviamente, la sua produzione a livello musicale. Ecco quindi che tramite un ex membro del gruppo ci siamo messi in contatto con Sundin: inutile dire che siamo completamente soddisfatti del suo lavoro, non potevamo desiderare copertina migliore. Pensa che ha chiesto di poter leggere i testi e ha subito individuato il tema che legava questi: ecco quindi che ha offerto la sua personale interpretazione del concetto di trasmutazione. Che altro dire, un talento davvero fuori dal comune!
Quali sono secondo te i principali ostacoli sulla strada del professionismo per le valide realtà italiane che non riescono a farsi notare all’orizzonte del panorama metal internazionale?
Saranno i soliti luoghi comune e duole a dirlo, ma purtroppo quì in Italia mancano realtà di qualità a livello di management e di booking agency, a meno delle solite due-tre che preferiscono lavorare con gruppi affermati. Per farti un esempio, è da qualche mese che abbiamo firmato con la management agency olandese Metal Revelation: abbiamo ricevuto svariate offerte da agenzie italiane e, nonostante fosse nostro desiderio collaborare con una realtà italiana per i motivi più disparati, alla luce delle offerte ricevute non abbiamo potuto che scegliere per la soluzione estera. Non è mistero per chiunque sia dentro al mondo musicale, la maggior parte dei gruppi, nella ricerca di una label, preferisca rivolgersi all’estero: un mix tra mancanza di mezzi e di professionalità obbliga le realtà dell’underground musicale a “esportare” il proprio prodotto e ad affidarsi a compagnie straniere. Poi per carità, ci sono anche le dovute eccezioni, c’è comunque chi si impegna a far emergere le band underground nostrane e a offrire loro le migliori competenze possibile, esempi vincenti che fanno ben sperare nel lungo periodo ma la situazione attuale, per quanto dolga ammetterlo, è tutto forchè rosea…
Bene, il tempo è tiranno; ti ringrazio della chiaccherata e lascio a te i saluti finali ai lettori di Truemetal.it… Ciao!
Grazie a te Nik per la disponibilità e per la piacevole chiaccherata! E grazie anche a Truemetal.it: in passato sono stato utente attivo del portale e ho potuto toccare con mano la professionalità che distingue il vostro sito, una risorsa davvero preziosa per tutti gli appassionati metal italiani.
..grazie per la stima…
Un saluto a tutti i lettori: fate un salto sulla nostra pagina MySpace (www.myspace.com/asmemorydies), ci teniamo a metterci in contatto con più fan possibili; venite a visitare il nostro store online (asmemorydies.bigcartel.com), dal quale, in attesa di trovare un’adeguata distribuzione per “Transmutate”, potrete acquistare il nostro disco e tutto il nostro merchandise. Vi aspettiamo a uno dei nostri live, a presto!