Avatar (Johannes M. G. Eckerström)
Intervista a cura di Andrea
Arditi
Abbiamo scambiato qualche
domanda con gli svedesi Avatar, non certo la più grande novità della
scena metal, ma comunque degni di attenzione: eccovi il resoconto di quanto
discusso.
Ciao ragazzi, benvenuti sulle
pagine di Truemetal.it. Presentatevi
ai lettori della nostra webzine.
Siamo gli Avatar, band proveniente dalla Svezia. Suoniamo death melodico
e brutale secondo la tradizione scandinava, con influenze da tutto il mondo.
Abbiamo appena realizzato il nostro secondo album, Schlacht, e non vediamo
l’ora di partire per il nostro lungo ed intenso tour promozionale in Europa
programmato per l’inizio del prossimo anno.
Schlacht, significa “Battaglia”
in tedesco. Avete scelto – immagino – questo titolo per un motivo in
particolare. Quale?
Vuol dire anche Massacro (eheheh). Abbiamo scelto questo titolo per
diverse ragioni. Prima di tutto è una delle poche canzoni del disco con un
messaggio di tipo politico e
spirituale diretto all’ascoltatore. Questo è anche un modo per far capire che
noi sentiamo la nostra musica un
po’ come un andare in battaglia ed il risultato finale dà, a nostro avviso,
un effetto di stupore che è perfetto. Quel che vogliamo è
l’attenzione…
Come descrivereste il vostro lavoro in modo da
presentarlo a chi ancora non abbia avuto modo di ascoltarlo?
E’ un metal melodico fortemente radicato alla cultura death metal. Ciò
è in parte ispirato da ogni singolo filone del true metal. Potrete trovare la
carica emotiva degli Strapping Young Lad e degli Helloween unite ad
un’attitudine estrema, nonostante rimanga
musica abbastanza accessibile.
Quali tematiche avete affrontato nei testi di Schlacht?
Metà dell’album è finalizzata al raggiungimento delle proprie piene
potenzialità in modo da ergersi a Dio di se stessi. Condizione che si merita in
un certo qual modo di ottenere. L’altra metà ha a che fare con problemi di
tipo più personale come le relazioni e l’immagine di se stessi.
In che modo scrivete o vi vengono in mente le idee per i
vostri pezzi?
L’ispirazione è data da tutto ciò che vi è intorno. Ci dà fonte
d’ispirazione tutta la musica in sè e
tutte le nostre esibizioni nei live ci danno il carburante giusto per scrivere
ed esibirci. Tutto parte sempre da me (Johannes Eckerström), Jonas o Simon
scrivendo le basi di una canzone per conto nostro. Prendiamo ciò che abbiamo
provato e lo terminiamo insieme.
Nel frattempo io scrivo le lyrics. Posso scrivere il testo di getto dalla prima
parola mentre compongo i riffs, ma questa fase può essere rimandata fino alla
registrazione finale. Dipende da quanto velocemente riesco a trovare
le tematiche e le frasi giuste per i testi.
La scena di Göteborg ha dei connotati ben tracciati che
conosciamo tutti. Quali sono le peculiarità – a vostro avviso – che vi
rendono particolari rispetto alle altre band della stessa scena?
Non presto attenzione a
cosa le altre band facciano in questo contesto. Tutto ciò che so è che noi non
usiamo alcun tipo di sintetizzatore in sostituzione delle chitarre. Abbiamo
alcuni inserti di tastiere nell’album, suoniamo cose che non non necessitano
di aggiustamenti per la chitarra. La musica è sempre spinta dai riffs e dagli
assoli di chitarra prestando attenzione al groove e agli accenti ritmici.
Abbiamo fiducia nella musica che amiamo,
e suoniamo tributando le nostre radici senza
però dimenticarci di proiettarci
allo stesso tempo nel futuro.
Vista la giovanissima età (sono tutti intorno ai 20
anni, nda) e il buon disco d’esordio, molti vi hanno indicato come uno dei
gruppi del futuro. Definendovi, tra l’altro, come eredi di Dark Tranquillity,
In Flames e Soilwork. Cosa ne pensate? Sentite il peso di queste affermazioni?
Sono grandi band e ci siamo ispirati a loro come anche a MOLTE ALTRE
band. Come possiamo essere gli eredi di qualcosa che ancora esiste? Noi facciamo
le nostre cose provando a evolverci nella nostra direzione esprimendo il nostro
feeling e la nostra visione della musica. Continueremo così finchè non
moriremo e non ci importa cosa i recensori dicano di noi. Ci interessiamo a chi
viene a vederci quando suoniamo e a chi supporta la nostra musica.
Facciamo tutto per noi e
per i nostri fans.
Cosa ne pensate della New Wave of Swedish Metal (il nuovo
sound – per intenderci – di In Flames e Soilwork)?
Nessuna opinione in merito, considerato che non penso sia un vero e
proprio genere a sè stante. Sono due band composte da persone fantastiche e
generose che fanno semplicemente le loro cose. I generi musicali sono qualcosa
costruito a tavolino dai giornali.
E’ una strada percorribile per il futuro? Come vi
piacerebbe evolvere il vostro attuale sound in vista dei prossimi lavori?
Non lo so ancora.
Stiamo provando ad evolverci tenendo presente ogni direzione possible. Più
brutalità, dinamismo, più tutto. Col tempo si vedrà.
Lascio a voi l’ultima parola per un saluto ai lettori
di Truemetal.it.
Spero che vi piacerà il nostro album e non vediamo l’ora di venire a
suonare in Italia il prossimo gennaio. Ho famiglia in italia ed amo il vostro
paese. Provo particolari emozioni a suonare lì da voi!
Andrea
“Thrash Till Death” Arditi