Axevyper (Luca “Fils” Cicero)
Intervista agli Axevyper, da poco sul mercato con il disco omonimo di debutto, nella persona del cantante Luca “Fils” Cicero, convinto assertore della assoluta bontà dell’HM italiano fatto con gli attributi di ieri, oggi e domani.
Buona lettura,
Steven Rich
Come è nato il nome e il logo della band?
Il nome é nato assolutamente per caso: cercavamo un’identità che ricalcasse, in modo personale, i cult acts (americani e non) degli anni Ottanta ed abbiamo deciso di accumunare due elementi (l’Ascia e la Vipera) che non c’entrassero assolutamente niente l’uno con l’altro, per fornire alla band un alone “howardiano”. L’errore “ortografico” é voluto, per continuare la tradizione di monickers, permettetemi il termine, “bislacchi” come Chozzen Phate, Xinr, Firstryke, Axatak, X-Cliber, Stryken, Overlorde e Warzwolf! Una bozza di logo venne disegnata da Guido al computer, per poi essere ricostruito ex novo svariate volte, fino a quello definitivo che potete ammirare in copertina, dal sapore indiscutibilmente eroico
Che riscontri sta avendo “Axevyper”?
Molto buoni, Steven, anche meglio del previsto! Non ci saremmo mai aspettati un’accoglienza tanto calorosa, così come non ci saremmo mai aspettati tanta attesa e tanto fermento dall’underground italiano e non. Siamo veramente contenti e, anzi, colgo l’occasione di ringraziare tutte le persone che ci hanno contattato per farci i complimenti! Il nostro lavoro é un album da “metallari per metallari”, suonato da persone che amano questa musica più della loro stessa esistenza e che hanno sempre supportato un certo tipo di sonorità dagli albori della loro adolescenza. Spero vivamente che dalle note contenute nel nostro disco, l’ascoltatore possa carpire tutta la passione che mettiamo personalmente nel suonare i nostri pezzi e nel divulgare il messaggio principale del nostro operato.
Quali sono le Vostre principali influenze?
A livello personale, abbiamo tutti gusti differenti, sebbene tutti condividiamo l’amore incondizionato verso sonorità retrò: Butch (il batterista) é un fanatico di Speed Metal Anni Ottanta e, tra i suoi gusti, annovera bands del calibro di Exciter, i suoi preferiti in assoluto, poi Abattoir, Savage Grace, Destructor, Agent Steel, Razor. Damiano si muove entro territori più “seventies”, adorando alla follia Black Sabbath, Sir Lord Baltimore, Dust, Coven, Armageddon, senza disdegnare anche ascolti più “estremi”, prima di tutti i Bathory, di cui adora sia il primo periodo che è quello più epico; Guido é uno dei più indefessi appassionati di U.S. Metal che ci siano in questo paese e la sua band preferita furono, sono stati, sono e sempre saranno i Cirith Ungol, per i quali é mosso da sentimenti di pura devozione e adorazione senza eguali; Andrea ha asservito la sua esistenza al culto di Mick Box e dei suoi Uriah Heep , unendovi una passione sfrenata per l’Heavy Metal anni Ottanta più cult; per quanto riguarda il sottoscritto le mie bands preferite sono Running Wild, Manilla Road, Motorhead e Strana Officina.
Il minimo comune denominatore che fonde i particolarismi di tutti i membri della band sono, ovviamente, gli Iron Maiden. Questa commistione di gusti diversificati ha fatto sì che all’interno del disco si sia creata una specie di “summa” di tutto il Metallo anni Ottanta, non inquadrabile in un sottogenere, o in una minuziosa sottoetichetta, ma definibile con due sole, semplici, efficaci parole: HEAVY METAL.
Secondo te, a livello di testi, quali sono i brani più riusciti dell’album e perché?
I testi che maggiormente mi piacciono sono quello dell’opener, “Revenge Of The Axe” e di “Poserkiller”, un grido di battaglia contro quelle, perdonami la volgarità, teste di cazzo che pensano che l’Heavy Metal sia morto e sepolto. La sintesi del messaggio che vogliamo diffondere mediante il nostro operato. Adoro anche le liriche di “Forever Young”: sebbene la vita sia piena di difficoltà e la fregatura sia dietro l’angolo, bisogna sempre rialzarsi dal tappeto per dimostrare al mondo che “chi l’ha dura, la vince”, spada in pugno e determinazione sempre e comunque. Il più riuscito dell’album é senz’altro “Non é Finita Qui” che, ormai, possiamo certamente considerare il nostro cavallo di battaglia: qualunque sogno perseguiate, non abbandonatelo mai! I sogni sono la linfa vitale per coloro che buttano il cuore dietro all’ostacolo e non si limitano ad esistere e basta.
Fammi una descrizione minuziosa della ambiziosa copertina:
Qui dovremmo chiamare in causa Guido: lui definirebbe la cover del disco come il trionfo dell’Heavy Metal sulla civiltà di oggi che non vuole renderci partecipe e ghettizza quelli come noi. E’ la fusione ideale tra un passato remotissimo, ancestrale (rappresentato dagli pterodattili che volano nel cielo che fa da sfondo ad un mondo distrutto dalla guerra) e un futuro (aerei da guerra, ufos, grattacieli diroccati) dove la civiltà, che attualmente tanto ci disdegna, ha lasciato il posto all’Heavy Metal e dove gli autentici heavy metal fans riescono, finalmente, a raggiungere la loro insperata vittoria e festeggiano, davanti ad un falò, il loro successo più grande. In questa logica, forse utopistica, si staglia la nostra “mascotte”, un minaccioso uomo serpente di Howardiana memoria che, munito di ascia, ha sconfitto il male, sotto forma di supporters di musica dal piglio smaccatamente commerciale e adesso si eregge, baldo e fiero, sulla massa macilenta e sanguinolenta di cadaveri di posers schifosi. Nel retrocopertina vi sono caricature di molti amici, che abbiamo voluto omaggiare per la loro devozione alla causa e per la loro incondizionata amicizia e lealtà nei nostri confronti. Purtroppo la copertina venne ultimata da Guido in Primavera… e se avessimo saputo che tante persone si sarebbero interessate alla nostra musica, probabilmente avremmo inserito anche loro! Chiediamo venia: nel prossimo disco ci sarà spazio anche per voi!!!
Di chi è stata l’idea e chi l’ha disegnata?
Del sopraccitato axeman marchigiano, da sempre provetto fumettista “fai da te”. Dice essersi ispirato a strisce come “Nathan Never”, “Conan Il Barbaro”, “Hokuto No Ken” e “Dylan Dog”.
In Italia, da sempre, manca il supporto dei musicisti facenti parte di una band nei confronti degli altri colleghi nella stessa situazione. Sottolineo che accadeva bellamente anche nei gloriosi anni Ottanta, salvo sparuti casi isolati! Qualche esempio: rarissimamente i componenti di un gruppo si recano a un concerto dove suonano altri pari-livello per il gusto di dare un contributo, anche solo in termini di presenza. Altro caso: gruppi che tempestano di e-mail e telefonate l’etichetta di turno per spuntare un contratto e manco si sognano lontanamente di dare uno sguardo a quello che la stessa produce, supportandola in qualsiasi maniera possa venire in mente. A te, Fils…
Argomento alquanto delicato, che eviterò di trattare per mancanza di competenza di logiche di marketing o di semplice leccaculismo: per quanto concerne gli Axevyper, il nostro carattere gioviale e simpatico (forse dato anche dalla nostra provenienza geografica, dove tutti sono schietti, sinceri e giocondi!) ha fatto sì che ci facessimo conoscere nella scena prima di tutto dal punto di vista “umano” che da quello “professionale”, visto e considerato che, a mio avviso, se una band la impari a conoscere prima come persone e poi come musicisti , sei maggiormente invogliato ad interessarti alla loro proposta musicale. Sono nate parecchie amicizie con altre bands (Etrusgrave, Prodigal Sons e Walpurgis Night prima di tutti) e, tramite pubblicità vicendevole, cerchiamo di spalleggiarci e di farci largo tra gli appassionati nel modo più sano possibile, senza invidie, senza maldicenze e sempre col sorriso sulle labbra, con autoironia e tanta voglia di divertirsi e di far divertire chi segue l’Heavy Metal più puro e tradizionale.
Leggi l’articolo di Giancarlo Trombetti, quello dei “Consigli Non Richiesti Numero Otto” in homepage, e poi dimmi cosa ne pensi.
Giancarlo Trombetti é un’icona ed un grande vanto per la nostra città, visto che anche lui é originario di Viareggio: ebbi modo di scambiarci un paio di chiacchiere anni orsono e ascoltai le sue parole con la reverenza che merita un nome così importante. Sono d’accordissimo con le sue parole: oggi é tutto più facile, soprattutto per i fruitori della nostra musica. Quand’ero giovanissimo (sono ancora piuttosto giovane, visto che alla trentina non c’arrivo!) mi ricordo che se ascoltavi i Running Wild eri guardato con occhio rispettoso, mentre adesso sei considerato “uno dei tanti”, dato che, per merito o a causa del filesharing, tutti possono fruire di una musica che é nata di per sé come un qualcosa per “pochi eletti”. Per informarti acquistavi ogni mese la tua rivista preferita e chiedevi consigli ai metallari più grandi di te, che consideravi veri e propri oracoli e cui ti ispiravi, sperando, un giorno, di arrivare a diventare “talli” (termine in uso in toscana, che sta per “metallari”) quanto loro.
Un disco riusciva a diventare la colonna sonora della compagnia degli amici che frequentavi, lo prestavi all’amico che si faceva la sua copia su cassetta e che la spacciava ad altri e in men che non si dica potevi anche incontrare nuovi appassionati grazie a quel lavoro di “smercio” di cassette copiate, scambiate magari con altre che ti mancavano. Come non sottolineare, poi, gli acquisti a scatola chiusa: quanti di noi si sono avvicinati ai Molly Hatchet soltanto perchè affascinati dalle copertine epiche, pensando che si trattasse di una Manowar-clone band? D’accordissimo anche sugli “scopiazzatori” di Beppe Riva: gli scrittori “barocchi” mi sono sempre piaciuti, é vero, ma un pò di concretezza in sede recensoria non farebbe male a nessuno, in special maniera a chi poi deve andare a spendere soldi per acquistare quell’album recensito… sperando che qualcuno ancora acquisti… mi sa che siamo rimasti davvero in pochi!
Cosa cambieresti di “Axevyper” dopo la sua pubblicazione? Intendo le cose che vorresti modificare se avessi la bacchetta magica…
Se devo essere sincero, sebbene sia più che soddisfatto dall’esito del lavoro svolto, c’è un brano in particolare, che non citerò, che, in Italiano, avrebbe reso in maniera migliore. Poco male, dal vivo continueremo a cantarla col testo in lingua madre!!!
Capitolo Giuliano Mazzardi della My Graveyard. Vai avanti tu…
Due parole: un eroe. Penso che questo basti a definirlo. L’ultimo e vero messia metallico presente in questo paese disgraziato. In lui noi tutti riponiamo la nostra fiducia per un futuro musicalmente più roseo, in barba a coloro che non credono nella bontà del nostro caro, vecchio, Heavy Metal italiano.
Ritieni tu possa avere ancora dei margini di miglioramento nel cantato, oppure no?
Assolutamente sì, anche se rispetto ai miei precedenti lavori avverto dei chiari miglioramenti, in primis dal punto di vista interpretativo, emozionale e di modulazione! Non sono mai stato un “falsettomane” anche perchè il mio costante tabagismo non mi ha mai permesso di produrmi in acuti alla Raven!
Dammi il nome di cinque band della NWOIHM da mettere sull’Olimpo del Metallo e cinque da non mettere.
Strana Officina: i migliori di tutti i tempi. Non c’é Germania, Inghilterra o America che tengano. I più grandi rappresentanti non solo del Metal tricolore, ma, secondo me, di tutta la scena rock italiana.
Hocculta: “Warning Games”, a mio avviso, é il miglior disco prodotto in questo paese!
Steel Crown: attitudine, aggressività, pezzi strabilianti. Grande Yako, riposa in pace..
Monolith: una delle nostre influenze principali, viareggini come noi, parteciparono al mitico festival di Certaldo e apparirono su due compilations americane (Satan’s Revenge e Speed Metal Hell II). Spero che il nostro lavoro riesca a far interessare il pubblico alla scena versiliese anni Ottanta. Ad ogni modo vi consiglio di procurarvi le demo dei Monolith direttamente da Maurizio “Godz” Passaglia. Se avete bisogno posso intercedere per farvele avere!
Unreal Terror: “Heavy And Dangerous”… che disco!
Cinque da non mettere… non saprei proprio, dato che il panorama italico vecchio e nuovo ha sempre sciorinato realtà assolutamente valide e non mi sembrerebbe davvero il caso di tagliare fuori qualcuno! L’Heavy Metal italiano mi piace tutto, dai Fil di Ferro agli Elektradrive, dai Vanadium agli Halloween, dai Revenge ai Gow fino ai Bloody Skizz! Tra i nomi nuovi meritevoli di attenzione sono senza dubbio Stonewall di Torremaggiore (Foggia), Prodigal Sons di Brescia, Asgard di Ferrara, Walpurgis Night di Torino e i death/thrashers versiliesi Scavenger!
Capitolo stampa cartacea e webzine italiane. I tuoi pensieri a riguardo.
Sono anni che ormai non compro più riviste di settore, dato che la qualità media dei recensori si è abbassata sensibilmente, in alcuni casi sfiorando la più palese incompetenza. Quand’ero ragazzino leggevo molto spesso Metal Hammer perché ammiravo tantissimo lo stile di Sandro Buti, uno dei principali artefici della mia “metallizzazione”. Collaborai anche per un quadriennio con la rivista “Flash” (dal 2002 al 2006), autoconfinandomi volontariamente nella sezione “Defenders”, il mio habitat naturale, salvo poi uscirne per mancata condivisione di alcune modifiche tecniche che vennero fatte alla rivista! Perdonatemi la boria, ma il mio special sull’Epic Metal rimane una delle pagine più belle del giornalismo metallico più “recente”. Tornando all’attualità, devo ammettere che “Classix Metal” é davvero un magazine ben fatto (medito, infatti, di richiederne gli arretrati, dopo averne sfogliato qualche numero), merito anche di un pool di esperti dietro la scrivania in grado di recensire al meglio i prodotti che giungono in redazione.
Ottimi anche gli approfondimenti, che mi hanno fatto venire una voglia matta (se ce ne fosse bisogno) di comprare tutti quei dischi analizzati. Le webzine, devo dire, le ho sempre seguite poco, forse anche per colpa di un calo d’interesse del sottoscritto nei confronti di news, gossip e nuove uscite delle big bands: mi limito a seguire le vicende dei gruppi più vicini al nostro sound e i miei acquisti vertono in maniera preponderante su vecchi prodotti, vinili, ristampe o album di complessi nuovi dalla marcata impronta Ottantiana. Dovrei, tuttavia, leggerle più spesso: proprio oggi, grazie a Truemetal, ho appreso della dipartita di Steve Lee e ne sono assai rammaricato. Era un grande talento, un vocalist immenso, fin troppo sottovalutato. Speriamo che quest’anno finisca al più presto, perchè sono state dodici mensilità veramente terribili.
I quindici migliori dischi della storia e i cinque più sopravvalutati…
I quindici migliori dischi della storia:
Manowar – “Into Glory Ride”
Iron Maiden – “Somewhere In Time”
Manilla Road – “Crystal Logic”
Mercyful Fate– “Melissa”
Judas Priest – “Sad Wings Of Destiny”
Omen – “Battle Cry”
Jag Panzer – “Ample Destruction”
Crossfire – “See You In Hell”
Candlemass – “Epicus, Doomicus, Metallicus”
Sodom – “Persecution Mania”
Annihilator – “Set the world on fire” (ok, forse non é un disco degli Annihilator tout court, ma cazzo com’è ganzo!)
Running Wild – “Port Royal”
I-Ten – “Taking a Cold Look”
Saint Vitus – “V”
Balance – “In for the count”
I cinque più sopravvalutati
Premetto che sono dischi che amo – quasi tutti – alla follia. Nel caso di Thundersteel e Painkiller condanno indirettamente tutte quelle persone che pensano che le rispettive bands autrici di quegli album abbiano registrato solo quel disco! Fatevi una cultura!
Riot – “Thundersteel”
Judas Priest – “Painkiller”
Attacker “Battle At Helm’s Deep” (il loro vero capolavoro è, secondo me, il successivo “The Second Coming”)
Holocaust – “The Nightcomers” (bel disco, ma la NWOBHM ha sfornato sicuramente lavori migliori)
Virgin Steele – “Noble Savage” (non mi piacciono, scusate)
Cosa bolle in casa Axevyper al momento?
Attualmente stiamo preparando a puntino il nostro primo show “in casa”, che si terrà proprio nella nostra città, a Viareggio, al Paranoid Music Club, il 30 Ottobre, in compagnia dei Greci DEXTER WARD, capitanati dal duo Mark Dexter-Manolis Karazeris, ex voce e chitarra dei Battleroar. Vi invitiamo ad accorrere tutti, dato che l’ingresso sarà gratuito e che, in assenza – purtroppo – del Play It Loud, è un’ottima alternativa ad una serata classica. Per chi non avrà la possibilità di venire a vederci il 30 Ottobre, può comunque rifarsi presenziando il 20 Novembre a Collegno, in provincia di Torino, al Padiglione 14, dove ci esibiremo con Emblema e Walpurgis Night. E per chi ha voglia di farsi una piccola vancanzetta, ci vediamo il 26 Febbraio 2011 a Murcia, in Spagna, per l’Heavy Metal Espectros Festival! Oltre a ciò proviamo senza sosta e stiamo componendo nuovi brani, per la gioia di tutti gli amanti delle sonorità più raw and heavy!
Tutta la verità sulla fine degli Assedium con eventuali rimpianti.
La fine degli Assedium? Dovuta ad una serie di conseguenze specialevoli: mancanza di piedi per terra e di feeling “compositivo” tra di noi, il tutto condito da una insopportabile delusione che ci tagliò le gambe e ci ribassò il morale, gli stimoli e l’entusiasmo a mille. Negli ultimi tempi eravamo sempre più lontani. Le storie d’amore finiscono. Siamo stati bene insieme, ma ormai é finita, ovviamente solo per quanto riguarda l’aspetto musicale, visto e considerato che con Drake e Chicco continuiamo a sentirci incessantemente, come se nulla fosse successo, in virtù di un’amicizia che trascende gli interessi personali. Nessun rimpianto, o meglio, forse uno sì: il non esser stati compresi appieno per il nostro secondo lavoro “Fighting For The Flame“, salvo due/tre tracce, uno dei migliori album Epic Metal che siano mai usciti in ambito internazionale.
Piani futuri?
Abbiamo in cantiere la realizzazione di un paio di split e siamo in continuo contatto con due bands per l’uscita di questi lavori condivisi. Speriamo in bene,via! La nostra intenzione, inoltre, sarebbe anche quella di relizzare per il prossimo anno un EP con pezzi cantati esclusivamente in italiano e che, per ragioni di spazio e di tempi, abbiamo dovuto escludere dal full length.
Chiusura intervista a te…
Grazie Steven, grazie più di ogni altra cosa per aver concesso questa intervista agli Axevyper e per le domande, veramente interessanti, a cui é stato un piacere rispondere! Come ho già avuto modo di scrivere, continuate a combattere e non fatevi fregare dalla prima difficoltà che incontrate! Grazie a tutte quelle persone che ci hanno supportato, ci supportano e continueranno a farlo e grazie anche a coloro che, magari, grazie a quest’intervista e alla tua recensione, si affacceranno alla nostra musica. Ci vediamo sotto al palco, ad un nostro concerto oppure ad un altro gig! Supportate l’underground italiano, sempre e ricordatevi che le giovani e le vecchie bands di casa nostra non hanno nulla da invidiare ai nomi più grandi del panorama europeo e non!!!
METAL ON!
Fils
Stefano “Steven Rich” Ricetti