Behemoth (Nergal)
Andiamo subito al dunque: The Apostasy è l’album death metal (e non solo) del 2007. Un disco che supera gli ottimi risultati di Demigod, grazie a uno spettacolare connubio tra violenza, epicità, simbolo di una band che, disco dopo disco, sembra migliorare continuamente, riuscendo a presentarsi ogni volta sotto una veste diversa, senza perdere la propria identità. Sapere di dover intervistare un personaggio come Nergal non è proprio cosa di tutti i giorni, quindi preparo domande e registratore con un anticipo a dir poco “fantozziano” (ricordate la scena del treno per Montecarlo? ecco…), monopolizzando il telefono di casa ben prima dell’orario stabilito per l’intervista. L’immagine che Nergal dà di sé dovrebbe mettere in guardia i suoi interlocutori, invece il nostro si è dimostrato estremamente disponibile, lasciando trasparire la sua grandissima passione in quello che fa, dandomi l’impressione di adempiere all’intervista fissata come fosse un piacere, non come un aspetto -noioso- del suo lavoro. Qualche minuto di ritardo… squilla il telefono: “Hi Stefano. This is Nergal from Behemoth.”. Si comincia. Buona lettura.
Cominciamo a parlare di The Apostasy. Credo che disco dopo disco abbiate sempre segnato un gap con i lavori passati, c’era ogni volta un’evoluzione sia tecnica che del suono in generale, ma credo che con The Apostasy, il salto da Demigod è forse il più ampio che abbiate mai realizzato. Sei d’accordo?
Ti ringrazio molto dei complimenti. Al momento sono molto felice che tanta gente apprezzi il nuovo album e che lo ritenga il miglior disco che abbiamo mai realizzato, ma non credo che la distanza tra Demigod e The Apostasy sia così ampia, penso che si debba parlare di progresso, di miglioramento: un miglioramento tecnico, e un miglioramento nella produzione. Quando abbiamo iniziato a lavorare al disco, eravamo molto concentrati su cosa avremmo dovuto fare e abbiamo deciso di utilizzare un approccio differente… Non è stato, come per altre volte, un processo nato durante i dieci mesi in tour, volevamo raggiungere un livello superiore. Allora ci siamo attrezzati in studio con le migliori apparecchiature possibili, e infatti, credo che la cosa che si percepisce per prima ascoltando The Apostasy, è appunto una migliore produzione. Ma il nostro vero scopo era di fare un disco che non fosse il solito album… Moltissime band che ascolto, fra cui alcune delle mie band favorite, continuano a registrare sempre le stesse cose, e questo proprio non mi piace. Mi piacerebbe che queste band intraprendessero sempre una nuova sfida, ed è questo quello che abbiamo fatto noi con The Apostasy, abbiamo scritto un album di cui siamo certi che sia migliore e differente dal nostro precedente.
Quando ho ascoltato per la prima volta The Apostasy sono rimasto realmente impressionato dalla vostra evoluzione. Per prima cosa vorrei che ci parlassi di come è nata l’idea di avvalersi di un coro e di strumenti a fiato per enfatizzare le parti più epiche del disco.
Ad essere onesto, se si ascolta con attenzione Demigod o i dischi passati, si capisce facilmente che questi elementi erano gia in parte presenti nel nostro sound, non è qualcosa che non abbiamo mai utilizzato in passato, ma (accentuando il tono di voce e arrestandosi per un paio di secondi. nda) è solo in The Apostasy che li abbiamo utilizzati nel modo migliore e posizionati nei punti giusti, prima non era così. Questa volta invece, tutto il disco, è nato in modo organico, si è sviluppato in modo molto naturale. Sin dall’inizio mi sono prefissato di non utilizzare sintetizzatori, ho trovato molto più giusto, molto più serio e rispettoso, invitare queste persone in studio e lasciarle suonare, mi riferisco al coro e ai ragazzi del triumphet trio, e voglio approfittare di questa intervista per dirgli: “Hey, grazie di tutto!”. Era la cosa che cercavo, e questa collaborazione ha permesso di sviluppare al meglio il lato epico della nostra musica.
Infatti guardando uno dei vostri Journal Video, è stata una sorpresa vedere questi musicisti all’opera. A proposito, i video che avete postato hanno permesso di vedere brevemente come lavorate in studio, ed è emersa quasi una sorta di maniacalità in tutti voi durante le registrazioni, una grande attenzione a ogni minimo particolare…
Sono sempre molto eccitato quando si è in studio a registrare, anche se è difficile suonare ed essere il tuo stesso produttore, non è semplice prendere la giusta decisione. Ci sono voluti molti mesi per registrare il disco, per il mixaggio e infine per il mastering. Per fare un buon lavoro devi metterci tutto te stesso, tutto il tuo dolore, tutto il tuo sangue, e solo così la gente riuscirà a capire tutto l’impegno e la fatica che hai provato, e credo che raggiungere certi obiettivi non debba essere un processo facile… Non può essere facile!
Ricordo appunto alcune tue dichiarazioni, in cui dicevi di essere incredibilmente stressato durante la lavorazione di The Apostasy… Una forte testimonianza della passione che ti spinge a fare musica.
Sì, c’è tantissima passione dietro questa band, tanta forza, quasi un legame di sangue. Ricordo un episodio che ci è capitato durante un concerto negli Stati Uniti, dove dopo lo show ci è stato detto: “Ragazzi, avete suonato come se avreste voluto uccidere qualcuno!”. Non me ne ero mai reso conto, ma ho cominciato a pensare se prendessi la cosa troppo sul serio ahaha!! Noi, sia durante i concerti che in studio, siamo sempre molto concentrati su come si deve comportare la band, e molta gente ci dice di prenderla con un po’ più di leggerezza.
Però, limitatamente a quello che si è potuto vedere dai Video Journal, c’era una bel clima sia tra di voi, che con tutta la vostra crew. Insomma un ambiente abbastanza rilassato nonostante il momento critico della registrazione…
Yeah! Eravamo tutti molto impegnati, ma abbiamo cercato di mantenere un ambiente il più disteso possibile, di rilassarci. Basta la pressione e l’importanza del progetto a rendere più pesante il tutto.
Ti devo confessare Nergal, che a differenza di tutti i vostri lavori precedenti, per questo disco ci sono voluti molti più ascolti per poter comprenderlo appieno. Ad esempio ricordo quando ascoltai per la prima volta Sculpting The Throne Ov Seth, rimasi letteralmente scioccato all’istante, come per altri brani del resto. Invece The Apostasy è cresciuto ascolto dopo ascolto, ma una volta assimilato per bene, si percepisce la portata straordinaria del disco, che, a mio avviso, supera i vostri lavori precedenti.
Mi è piaciuto molto quello che hai detto! Penso che le tue parole siano dovute al fatto che la nostra musica è più matura adesso. The Apostasy non è certamente un album “easy listening”, ma una volta che ce l’hai dentro, non ne puoi più fare a meno… Ci sono talmente un sacco di elementi diversi… Non è un disco in cui tutto scorre in maniera lineare. No! Mi piace pensare che tu ti metta ad ascoltare una parte, che tu ti ferma, per poi tornare indietro e ascoltarla ancora, ancora ed ancora! E arrivare a un certo punto e dire: Man, i got it, it’s fucking huge!! (tradotto in italiano non avrebbe lo stesso significato. nda). Questo è il mio desiderio ahah… E spero che tutti facciano così. Abbiamo fatto il massimo affinché la gente possa ricordarsi a lungo di questo disco, non voglio fare della musica che poi la gente non ricorderà.
Una maggiore complessità del materiale in studio, comporta maggiori difficoltà durante l’esecuzione durante i concerti. Ad esempio, come pensate di riproporre live l’epicità degli inserti sinfonici?
Per il prossimo tour utilizzeremo per la prima volta un sequencer e per i cori utilizzeremo ovviamente il playback. Abitualmente noi non utilizziamo alcun effetto durante i nostri concerti, riproduciamo dal vivo con i nostri strumenti tutto quello che scriviamo in studio, ma questa volta saremo costretti a servircene.
Ritornando a The Apostasy, credo che la prima cosa che si percepisce sin dai primi ascolti, sia il fatto che il disco è il più violento della vostra discografia, ma al tempo stesso quello con la maggior carica epica. Siete riusciti a unire questi due aspetti del vostro sound in maniera splendida, sei d’accordo con me?
Sono molto felice che tu mi abbia fatto questa domanda, perchè vuol dire che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Non volevo assolutamente alleggerire la nostra musica, volevo un disco che fosse estremamente intenso, volevo un disco fottutamente brutale, ma al tempo stesso desideravo che questo nuovo album fosse musicale, qualcosa di unico…
Questa vostra volontà però non si percepisce solamente per l’utilizzo di cori/strumenti a fiato, ma credo che specialmente a livello di riffing siate riusciti a fondere questi due aspetti del sound. Per esempio il ritornello di Kriegsphilosophie è quanto di meglio si possa ascoltare al giorno d’oggi, in questo senso…
Sì esatto, è quello che ci siamo giurati di fare. Per me è molto importante donare un certo “spirito” alla musica, e anche in Demigod ci eravamo mossi in questa direzione, ma questa volta penso che ci siamo semplicemente migliorati… Se pensi a una brano come Sculpting The Throne Ov Seth ad esempio… yaeh…yeah… (pronunciato il tutto come se stesse riflettendo con se stesso. ahaha!! nda).
Bè, è proprio per questo motivo che ritengo The Apostasy il miglior disco del 2007, nonostante siano usciti e verranno pubblicati prossimamente album molto importanti. Ad esempio ho ascoltato per la prima volta oggi il nuovo full-length dei Nile, e sono rimasto leggermente deluso nell’apprendere che abbiano messo in secondo piano i toni epici/egizi, in favore del brutal in senso stretto. E nonostante sia sempre un disco dei Nile, credo che The Apostasy sia superiore, e credo che questo possa farti piacere ahah…
Ahaha! Ad essere onesto non ho molto interesse a sapere cosa hanno fatto in studio, sono un’ottima band, siamo buoni amici e siamo loro fan. Ma non ho mai pensato di essere in competizione con loro…
No, Nergal, non parlavo di competizione. Mi riferivo solamente al fatto che le due più importanti death metal band dei nostri giorni, pubblicheranno del nuovo materiale a pochi giorni di distanza, e ho fatto un semplice paragone…
Su questo hai ragione, quando si parla dei Nile ci sarebbero sempre tantissime cose da dire, e li ringrazio. Per quanto riguarda noi, dico che ci siamo impegnati a fondo per fare di The Apostasy un grande album. Sentivamo la pressione della gente che aspettava il nuovo materiale, e che ha una grande fiducia in quello che facciamo… Ok, la cosa miglior per me, è soddisfare me stesso come artista, e successivamente come uomo, ma ci sono talmente tante persone che seguono la band con grande passione che non voglio assolutamente deludere. E continuerò a ripertere nella mia testa, di fare di tutto per essere sicuro di produrre solamente grandi album coi Behemoth. E mi hanno fatto molto piacere i tuoi apprezzamenti, significano tanto per noi.
Ok, continuiamo a parlare del disco. A proposito del miglioramento tecnico di cui parlavi in precedenza, ho notato con piacere che avete curato molto di più gli assoli di chitarra.
Yeah! Hai ragione… Ho avuto delle divergenze con qualcuno che ha detto che i nostri assoli erano troppo heavy metal, power metal ( power? nda)… Hey man? Ma di cosa stai parlando? Questo è un fottuto pazzo disco con degli assoli malati! Attualmente mi piace mantenere un equilibrio, ad esempio, gli assoli in Prometherion o in Slaying the Prophets Ov Isa, sono assoli pazzi ma che si amalgamano alla perfezione con le chitarre, con la voce e con la batteria, con tutto quanto. Ma per me è importante suonare con un certo stile, inserire anche dei riff più melodici, per far sì che tu possa ricordare la canzone che hai appena ascoltato, se fai tutto troppo brutale rischi di annoiarti. Ci sono un sacco di begli assoli nell’album, e quando ci ripenso credo proprio siano un ottimo materiale. In questo momento, penso che gli assoli di The Apostasy siano molto particolari, più personali, non c’è un assolo che si assomigli in tutto il disco… Penso agli assoli di Inner Sanctum o Prometherion, sono diversi, ma sono entrambi speciali. Capisci?
Sì, e confesso che ogni volta che ascolto Kriegsphilosophie torno sempre indietro a risentirmi l’assolo… Ahaha! Quando parte è micidiale…
Ahaha! Cool!
Nella tracklist sono presenti dei brani eccezionali che però in un certo modo sono riconducibili al suono tipico dei Behemoth, come Slaying The Prophets Ov Isa, Prometherion, o Christgrinding Avenue, e altri che sono più particolari, quasi delle novità per voi, come At The Left Hand Ov God, Libertheme, o Inner Sanctum per esempio…
Per adesso, Inner Sanctum è la canzone di cui vado più fiero. Vedi, di solito le canzoni prima mi frullano nella testa, e poi comincio a lavorarci sopra in studio, ma ho gia bene in mente cosa fare, e comincio subito a registrare. Per Inner Sanctum volevo qualcosa di oscuro, groovy, e abbiamo iniziato da un semplice riff. Questo brano è così diverso da tutti gli altri, è uno di quei particolari brani che non avevi previsto per il disco, ma una volta che li hai sviluppati ti rendi conto che sono fantastici. E’ una canzone lenta, cattivissima, con una specifica parte di piano all’inizio, suonata da Leszek Mozdzer, un famosissimo pianista jazz polacco, e una volta fatto tutto quanto abbiamo scritto le lyrics. Credo sia un brano molto personale, forse troppo personale, ma è venuta in questo modo, molto liberamente. Parlavamo prima del bilanciamento… Ecco, se tu fai un giusto mix da ottenere un buon bilanciamento del disco, ti puoi permettere una canzone del genere. Come è bello avere un sacco di blast beat e killer songs, è bello anche far rifiatare gli ascoltatori.
La prima volta che ho ascoltato queste canzoni così groovy, mi sono venuti in mente pezzi come As Above So Below o The Nephilim Rising, e devo dire che il nuovo materiale è, a mio avviso, migliore anche in questo senso, molto più evocativo e atmosferico di quello che avete scritto in passato.
Hai ragione, ma credo che tutto l’album sia più atmosferico, non solo quei brani in particolare.
Chi ha avuto l’idea di collaborare con Warrel Dane, in Inner Sanctum?
L’idea è stata mia. Sapevo che Warrel era un grande fan dei Behemoth, così gli ho proposto di cantare nella canzone e lui ha mostrato subito grande interesse alla cosa. Gli abbiamo mandato via mail il brano da completare, perchè non poteva venire in Polonia, e credo che abbia espresso al meglio il significato della canzone.
In Inner Sanctum credo sia molto interessante anche il feeling moderno che siete riusciti a infondere, specialmente con l’utilizzo particolare della tua voce in alcuni versi. Come del resto anche Libertheme, che suona molto più thrashy rispetto a tutti gli altri brani, e dove, non ti arrabbiare Nergal, un paio di passaggi rimandando al sound tipico dei Nevermore…
Ahah!! Effettivamente in Libertheme c’è qualcosa che richiama i Nevermore, ma per questo non dovrei mica arrabbiarmi ahah!! Assolutamente, anzi, è un complimento, perchè i Nevermore sono una band fantastica, li amo. Comunque non ho mai voluto suonare “alla Nevermore”, è successo, si è sviluppato tutto naturalmente.
Prima mi hai detto che Inner Sanctum è la canzone di cui sei più fiero, ma se dovessi scegliere la tua preferita? Te lo chiedo perchè io cambio ogni giorno… Ahaha… Adesso come adesso dico At the Left Hand Ov God, ma appena l’altro giorno avrei citato sicuramente Christgrinding Avenue…
Ahaha! E’ difficile risponderti, immagina le canzoni come fossero undici figli, ed è difficile sceglierne una in particolare dopo che hai dato il meglio di te in ognuna. Scrivere canzoni è qualcosa di molto personale, e anche io sono indeciso come te. Probabilmente Prometherion è uno di quei brani che rispecchiano maggiormente lo stato attuale della band, un brano folle, molto groovy, mi piace moltissimo, come del resto mi piacciono ugualmente tutti gli altri pezzi, ognuno ha qualcosa di particolare che mi affascina.
Come non darti ragione Nergal. Parlando invece delle lyrics, avevo letto che ti sai ispirato maggiormente dal tuo viaggio in Nepal, specialmente della figura della dea Khali (che guarda caso è in copertina) e delle tradizioni di paesi come la Turchia o Israele. Vuoi parlarne?
A grandi linee ho seguito gli stessi passi di quando ho scritto i testi di Demigod, ma credo che The Apostasy sia più avventuroso, perchè sono stato maggiormente influenzato dai paesi che ho visitato, i testi hanno un significato più profondo. Per esempio Christgrinding Avenue parla delle mie riflessioni e della mia visita in Israele al Golgota… sai, il luogo dove Gesù Cristo fu crocefisso… credo che questo renda il disco più reale. Ho voluto dare un tocco molto più personale all’album, volevo essere sicuro che quelle parole significassero veramente qualcosa, e che non fossero solo parole su cui suonarci sopra. Volevo essere certo che evocassero veramente potenza, una reale battaglia di sentimenti, volevo che l’album fosse emozionale. Questa è la mia idea.
Toglimi una curiosità riguardo al testo di Pazuzu… Questo titolo mi ha subito incuriosito.
Pazuzu è una divinità della mitologia Sumera. In questo caso devi considerare Pazuzu come un dio funesto, cattivo, portatore di pestilenze, e tutto ciò si ricollega alla dea Khali. Questa è una sommaria descrizione dei contenuti della canzone.
Passando alla produzione dell’album, per prima cosa si nota che non hai usato alcun effetto vocale o filtro questa volta, a differenza di Demigod.
Ma, ad essere onesto, non ho usato alcun effetto vocale neppure in Demigod!
No? Le tue vocals in Demigod erano forse l’elemento a cui ci si abituava con più difficoltà, per quanto riguardava la produzione. Però stavolta la tua voce ha un timbro molto più naturale, non credi?
Certo. Questo è dovuto perchè ho trascorso un periodo in cui la mia voce era molto debole. Allora due mesi prima di cominciare a lavorare a The Apostasy, ho preso lezioni da un maestro di canto, che mi ha insegnato tanto, e sto imparando ancora adesso come utilizzare la mia voce. Ogni volta che canto è uno sforzo notevole per la mia gola, quindi quando sono entrato in studio per registrare le vocals della prima canzone, ho visto che le lezioni hanno funzionato, e così ho continuato con tutte le altre. Il risultato mi piace molto, e anche alla gente sembra essere piaciuto.
Dai Video Journal si è potuto vedere parte della vostra strumentazione in studio, e volevo chiederti quale è il tuo rapporto con le nuove tecnologie di registrazione, con nuovi tools e supporti del genere. Ne fate uso o cercate di produrre in un modo più tradizionale?
Cerco di fare un mix di questi nuovi sistemi tecnologici, il nostro studio è sempre aperto alle novità. Credo che al giorno d’oggi sia molto importante il Pro Tools, tutti quanti lavorano con questo software, e anche noi lo abbiamo usato durante le registrazioni.
Tu sei il principale compositore della band, ma quale è il ruolo degli altri membri, nella fase di scrittura?
Principalmente scrivo musica per me stesso, ma in realtà siamo un team, e scriviamo anche tutti insieme.
A tal proposito volevo chiederti appunto del secondo chitarrista, Seth. Lui ufficialmente non compare nella line-up, non è presente nelle photo-session, ma non solo suona con voi in concerto da qualche anno, ma partecipa anche al lavoro in studio…
Si, lui… lui… Oh, è difficile a dirsi, non saprei come dire… Lui è uno “studio-touring guy” ahah! Siamo molto contenti del suo apporto, ma per adesso non vogliamo cambiare nulla, vedremo in futuro…
Ok, quindi nella band siete tu, Inferno e Orion…
Yeah!
… Ecco, e da quel che sembra dall’esterno siete molto uniti. Se non sbaglio The Apostasy è solo il secondo album, in tutta la discografia dei Behemoth, in cui avete mantenuto la stessa line-up, altrimenti avete sempre cambiato.
Si, finalmente la line-up è davvero unita, molto solida. Spero di poter registrare almeno atri due dischi con la stessa formazione, perchè è davvero l’ideale per noi, miglioriamo continuamente il nostro feeling, sappiamo come lavorare assieme… Sarebbe fantastico poter continuare così.
Infatti sono due musicisti molto preparati. Inferno ha fatto un lavoro incredibile alla batteria, sempre più preciso, veloce, groovy…
Lui ha semplicemente superato se stesso. Si è fatto il culo per questo disco… Ahah! Amo il suo lavoro.
Senza dimenticarsi di Orion. L’ho visto due anni fa con i Vesania, e mi ha molto stupito la sua prestazione sia alla chitarra che al microfono.
Orion è assolutamente un grande musicista. Ha fatto molto per il nuovo album.
A questo punto la comunicazione si interrompe per qualche secondo.
Scusa ma ho un’altra intervista dopo la tua… (peccato, avrei avuto un altro paio di domande. nda)
Ok, nessun problema. Puoi concludere a tuo piacimento Nergal, grazie di tutto. E’ stato un piacere e un onore parlare con te e averti nelle pagine di Truemetal.it.
Voglio solo ringraziare tutti voi per il supporto, e per le belle parole che hai speso oggi, ci rende incredibilmente entusiasti in quello che facciamo. Spero che vi procuriate una copia di The Apostasy e che ci facciate sapere la vostra opinione, questo significa molto per noi. Siate sicuri che ci muoveremo nei prossimi mesi per suonare per voi, ci vediamo in tour o nei prossimi festival.
Stefano Risso