Vario

Bejelit (Sandro e Giorgio)

Di Alessandro Calvi - 9 Giugno 2010 - 10:49
Bejelit (Sandro e Giorgio)

Dopo tre anni di silenzio, e non pochi problemi, son tornati a farsi sentire i Bejelit. In occasione dell’uscita del loro nuovo “You Die and I” TrueMetal ha deciso di intervistarli per svelare i retroscena di questo loro lungo silenzio, approfondire il concept del nuovo disco e, magari, scoprire qualche anticipazione sul gruppo della band aronese.

Alex: Ciao ragazzi, come va?

Giorgio e Sandro: Ciao a te Alex, direi alla grande!!!

Alex: Come dicevo nella presentazione di questa intervista, son passati ben tre anni da “Age of Wars”, ci potreste raccontare un po’ cosa è successo in questo periodo?

Sandro: Dopo l’uscita di “Age of Wars” e diverse date per supportare il disco ci siamo separati da Tiberio, il cantante che aveva sostituito Fabio prima dell’uscita del disco. Abbiamo avuto un breve periodo di disorientamento poiché la perdita nuovamente del cantante poteva risultare un duro colpo per la band. Tuttavia mai ci è balenato per la testa di mollare o lasciar perdere, avevamo le idee chiare e già alcuni pezzi per il nuovo album. Con il ritorno di Fabio iniziammo subito a lavorare sui nuovi brani e lui stesso portò diverse sue idee che aveva in cantiere. Il disco prese vita col tempo mentre intanto ricominciavamo a calcare qualche palco italiano e con nostra grande soddisfazione il palco del Metalcamp.

Alex: Quindi, dopo la separazione con Tiberio siete a tornati a Fabio. So che, però, lui adesso vive a Roma, come mai avete scelto lo stesso di tornare a lavorare con lui e come avete risolto?

Giorgio: Il problema principale ai tempi della nostra separazione da Fabio, era dovuto all’impegno totale che avrebbe dovuto dare al musical “Dracula Opera Rock” ai tempi ci era sembrato che i Bejelit avrebbero dovuto mettersi “in pausa” proprio quando stavamo ultimando “Age of Wars”, di conseguenza non c’è mai stato nessun problema personale. Quando poi c’è stata la dipartita di Tiberio abbiamo aperto le audizioni per il nuovo cantante dei Bejelit, alle quali ha partecipato anche Fabio. Abbiamo subito ritrovato il feeling che avevamo prima, vocalmente era notevolmente migliorato e non aveva più tutti i problemi di disponibilità di prima… oltretutto è capitato molto più spesso di quanto pensassimo di averlo ad Arona e quindi la scelta è stata naturale.

Alex: In pratica si è trattata di una sorta di vera e propria rifondazione della band. Un ritorno alle origini. Ma le origini han praticamente riportato anche i problemi dei vostri inizi, in particolare quello di trovare un contratto discografico. Soprattutto come è stato diverso oggi rispetto a quando avete iniziato? Il nome e i dischi già pubblicati vi han aiutato un po’? E secondo voi come è cambiato il mercato? Pensate che oggi sia più o meno facile per un gruppo esordiente trovare un contratto?

Sandro: Trovare un contratto diventa sempre più difficile. Quando iniziammo di band ce n’erano molte meno e i dischi ancora si vendevano. Ora che il mercato è saturato dall’uscita di numerosi dischi per una band esordiente trovare contratto diventa davvero difficile. Non basta proporre una buona demo, bisogna già arrivare con il disco pronto. Quando uscimmo noi con Hellgate già il mercato stava cambiando, si stava entrando nell’era dello sharing quindi sicuramente abbiam sentito meno rispetto ad altre band del passato il cambiamento. Attualmente comprare un disco è una cosa riservata agli appassionati e ai collezionisti o a chi vuole magari supportare la band e il lavoro che sta dietro l’uscita di un album. Sicuramente avere due dischi alle spalle e dei discreti dati di vendita ci ha dato la possibilità di trovare con maggior facilità un contratto.

Alex: Come ho potuto constatare con i miei occhi alla presentazione delle prime 4 tracce del disco in anteprima, questa volta non vi siete recati in uno studio altrui, ma avete fatto tutto in “casa”, nel senso che lo studio in cui avete pensato, costruito e registrato l’album, è vostro. Come ha influito questo a livello di scrittura dei brani? Quali sono state le differenze rispetto a prima?

Giorgio:La differenza fondamentale è stata il poter lavorare veramente con calma, senza dover registrare tutto di fretta e furia perchè il budget a nostra disposizione non permetteva di meglio, e ti assicuro che non è poco!!!
Dal punto di vista del songwriting invece, non ha influito tanto sulla composizione, ma ha dato i suoi frutti sull’arrangiamento; la rifinitura dei brani (così come per tutto quanto) esce sempre meglio se fatta con calma 😉

Alex: Non so perchè, ma l’idea che si sia riformato il gruppo degli inizi, mi fa pensare che in sala prove, durante le registrazioni del disco, ne siano successe di ogni genere. Vi va di raccontarci qualche aneddoto legato a quei momenti?

Sandro: Altrochè se ne son successe. Visto che mi ritrovo a risponderti io a questa domanda ti racconterò l’aneddoto che ancora oggi mi perseguita! Non ricordo quando è stata la prima volta… ma quando qualcosa andava storto, sia durante le registrazione che nella “foto session” davano la colpa a me esclamando CAZZOSANDRO… da quel momento “cazzosandro” è diventato un intercalare tra di noi, tanto che ora anche ai concerti Fabio lo fa urlare dal pubblico in coro!!!

Alex: Così, quindi, si è arrivati a “You Die and I”. Come ho scritto anche nella recensione si tratta di un disco più oscuro, quasi più dark, rispetto alle vostre precedenti produzioni. Non che siate mai stati un gruppo di “happy” (o “gay” come lo definiscono i detrattori) metal, ma la differenza rispetto a prima si sente (Fabio in un paio di momenti canta quasi in growl!). Come è nata, o da chi, la scelta di cambiare in questo modo il vostro sound?

Sandro: E’ nata spontaneamente, mentre scrivevamo i brani stessi. Probabilmente in noi come persone era nato un cambiamento in questi anni che ci ha portato a voler sentire la nostra musica in modo diverso. Non è facile spiegare come ci si arriva ad un cambiamento simile… come ho detto nelle interviste per i precedenti album noi cerchiamo di soddisfare prima di tutto noi stessi con la nostra musica. Ci deve piacere, a tutti i membri nessuno escluso. Non siamo una “one man band” e ciascuno nel songwriting e nell’arrangiamento mette del suo. Credo che il nostro sound nasca da questa “alchimia”. Per questo è impossibile individuare chi abbia spinto nella direzione più “dark”. “You die And I” è quello che è uscito da noi Bejelit in questi ultimi anni.

Alex: Oltre al sound anche il tema portante di quasi tutte le canzoni è abbastanza tetro, anzi, forse pure di più. Ci potreste parlare di questa sorta di “concept” sulla morte che sta alla base di praticamente tutte le canzoni e raccontarci come è maturata l’idea?

Giorgio: A dire la verità è stata una cosa totalmente casuale, nel senso che quando è stata ora di iniziare a creare la copertina, abbiamo preso in mano i testi di tutte le canzoni e ci siamo resi conto che in realtà il filo conduttore di tutto il disco era sempre e comunque la morte (abbiamo passato un bel periodo dite???). La cosa divertente quindi, è che l’unica cosa maturata con la consapevolezza che il disco aveva assunto un’identità precisa ed univoca è stata solo la copertina appunto.

Alex: Riguardo al sound vero e proprio di questo “You Die and I”, ho notato anche l’uso dell’elettronica nelle composizioni. Un uso però mai soffocante nei confronti degli altri strumenti, che al contrario riesce a inserirsi molto bene nel songwriting donando alle canzoni un qualcosa in più. Come è nata, o da chi è venuta, la prima scintilla e la decisione di usarla?

Sandro: Qui ammetto che c’è il mio zampino. I miei ascolti degli ultimi anni si sono spostati e ho trovato che certe influenze esterne se dosate avrebbero reso maggiormente l’atmosfera di alcuni brani. In particolare proprio alcuni inserti di elettronica. La scintilla è nata mentre su alcuni brani io e Giulio facevamo esperimenti in fase di preproduzione.

Alex: Almeno una domanda sui vostri prossimi impegni live non posso non farvela. Soprattutto tenendo presente la situazione di Fabio che deve prender l’aereo ogni volta che viene a provare con voi. Dove potranno vedervi dal vivo i vostri fan nei prossimi mesi?

Sandro: Abbiamo organizzato quello che si può chiamare un vero e proprio tour toccando già negli ultimi mesi diverse città d’Italia. Da Torino a Pescara, da Genova a Milano.
Prossimamente suoneremo il 12 Giugno a Palazzo Granaio, a Settimo Milanese, con gli Holy Martyr per il Truemetal fest, suoneremo il 9 luglio al Twilight vicino a Reggio Emilia, il 17 a Pavia per il metal Brigade festival e il 18 al Rock In Somma a Somma Lombardo.
Credo che ci fermeremo qui fino a Settembre e poi ripartiremo con parecchie nuove date: stiamo anche pianificando un piccolo tour europeo per l’autunno.

Alex: Archiviata la pratica “You Die and I”, son sicuro che i vostri fan, e io per primo, son già in attesa del vostro prossimo lavoro. Ci potete dire già qualcosa in merito? Avete già qualche idea e qualcosa di scritto, o preferite prima prendervi un certo periodo di pausa?

Giorgio: Assolutamente niente periodo di pausa Alex!!! Abbiamo dovuto aspettare già molto più di quanto ci sarebbe piaciuto per fare uscire “You Die and I”, e non abbiamo intenzione di ripetere l’esperienza. Abbiamo già qualche pezzo su cui iniziare a lavorare ed oltretutto le idee continuano ad uscire, quindi… abbiate pazienza ma non troppa perchè presto ci daremo da fare 😉

Alex: L’intervista si sta avviando la conclusione, ancora una domanda, TM.it è un portale di musica metal che si trova su internet, cosa ne pensate quindi della rete e del fenomeno del file-sharing? Quanto questa pratica può danneggiare e quanto al contrario favorire i gruppi nel diffondere la loro musica e farli conoscere?

Giorgio: Attualmente la rete è sicuramente il mezzo più potente ed efficace che la gente ha per farsi conoscere in qualsiasi campo. Per i gruppi emergenti è sicuramente una manna così come, devo ammettere purtroppo, è utile il file sharing… Gruppi come i Bejelit generalmente non hanno profitti e il poco guadagno che riescono ad avere viene subito reinvestito nelle attività della band, quindi diciamo che è tutta pubblicità! Per i gruppi già affermati sinceramente non saprei dire, ma di sicuro mi piace pensare che il metallaro medio ci tiene ad avere il cd originale del gruppo che gli piace 😉

Alex: E già che siamo in argomento di band che vogliono farsi conoscere, avete qualche consiglio per i gruppi underground che stentano ad emergere dalla massa? Qual è la formula se non per raggiungere il successo, almeno per strappare un contratto?

Sandro: Unico consiglio che posso dare è di non mollare mai, di crederci e di dare il massimo. Questo non è detto che porti al successo ne che faccia ottenere un contratto però di sicuro evita di avere rimorsi di non averci provato.

Alex: Per finire, un po’ di spazio solo per voi, per i saluti o le comunicazioni ai nostri lettori.

Giorgio: Che dire se non grazie a Truemetal e a tutti i suoi utenti per l’attenzione e il supporto che in questi anni ci hanno dato?!?
Spero che la nostra musica stia emozionando le giornate di molti di voi e, mi raccomando, non dimenticatevi di venire a dircelo sul nostro myspace www.myspace.com/bejelit

Sandro: Direi che Giorgio ha già detto tutto quello che potevo dire, ehehe… quindi vi lascio con un grazie a tutti i metallari Italiani che mantengono viva questa musica ancora poco seguita!

Intervista raccolta da:
Alex “Engash-Krul” Calvi