Black Label Society: McVay, ho ucciso in nome della ‘setta’ di Zakk Wylde
Mentre sulla TV libanese è andato in onda uno speciale riguardante i presunti legami tra heavy metal e satanismo, negli Stati Uniti Argus Leader si è occupato della storia di un assassino, accusato di aver tolto la vita a una donna di 75 anni in South Dakota, il quale ha dichiarato fermamente di essere coinvolto in una “setta” chiamata “Black Label Society“, che parrebbe fondata da Zakk Wylde, guarda caso il frontman di una band dal medesimo moniker.
Accusato di omicidio di primo grado aggravato da furto con scasso, James McVay, 41 anni, è stato dichiarato colpevole dell’assassinio di Maybelle Schein, la donna uccisa appena 48 ore dopo che McVay aveva concluso un programma di reintegrazione gestito da un carcere di minima sicurezza.
Quello che l’uomo ha raccontato ai detective e alle emittenti televisive del Wisconsin è stato di aver ucciso la donna e di aver rubato la sua macchina perché tutto faceva parte di un piano più grande, ovvero quello di dirigersi a Washington, D.C. e assassinare il Presidente Obama.
In una lettera inviata ad Argus Leader, il criminale confessa di essere dipendente da destrometorfano (principio attivo del comune sciroppo per la tosse) e che ascoltando “Zak Wild” (così scritto dallo stesso McVay) nei pressi di Sertoma Park, cosa che gli avrebbe letteralmente vincolato al demonio, avrebbe aspettato istruzioni dall’alto.
La risposta di Zakk Wylde non si fa attendere e in un breve aggiornamento del profilo Twitter dichiara: “I Black Label Society sono una rock band. Nient’altro da commentare”.