Black Metal e Lingua Norvegese: Roma su NRK1
Due giorni fa, sull’emittente televisiva norvegese NRK1, è andata in onda una trasmissione di grande seguito chiamata “Typisk Norsk” (Norvegese Tipo) – questa volta però con una novità molto italiana. Trattasi infatti di uno spezzone di sette minuti girato interamente a Roma, con la partecipazione delle classi di norvegese dell’università “La Sapienza”.
Lo scopo della troupe norvegese è stato quello di occuparsi dei motivi per cui un gran numero di studenti (circa quindici fissi divisi in tre anni) abbia deciso di studiare una lingua così di nicchia nel panorama europeo. La risposta, ovviamente, è stata disarmante per loro e perfettamente prevedibile per un buon metallaro: il Black Metal. Incuriosita, interessata e anche un po’ imbarazzata, la troupe ha deciso di riprendere gli studenti nelle loro vesti più ‘brutali’ – pelle, borchie, magliette di Burzum, Satyricon e Darkthrone – e di portarli nei pressi dell’altare della patria, in una freddissima e ventosa mattinata di novembre, per fargli cantare alcune canzoni tradizionali norvegesi tra cui ‘Mellom bakkar og berg’. La visita, durata un’intera giornata, e le riprese, durate diverse ore (delle quali purtroppo sono stati adottati solamente alcuni minuti per esigenza di programmazione) hanno lasciato un segno indelebile sia nella troupe di NRK1, inorgoglita e piacevolmente impressionata dallo spirito propositivo degli studenti, che negli studenti stessi – i quali probabilmente non dimenticheranno tanto facilmente di essere stati protagonisti di un corto visibile sulla prima rete nazionale norvegese.
Curatore delle relazioni tra università e rete televisiva è stato il lettore di norvegese, Sven Otto Scheen, il quale si è prodigato con ogni mezzo per rendere possibile una simile collaborazione tra Italia e Norvegia.
In principio Scheen non era completamente conscio del fatto che il 95% degli studenti di norvegese erano stati trascinati nella sua classe dalla grande passione contratta tra le epiche prosopopee di Burzum, e le violente invettive dei Satyricon, dei DarkThrone o degli Storm, ma si è dovuto immediatamente calare in questo inusuale ruolo di ‘pastore’ dei greggi dei black metallers, che chiaramente in lui vedono il mezzo che presto o tardi li porterà ad assaporare di primo pelo tutto ciò che la Norvegia e il black metal norvegese ha da offrire agli animi più anelanti. Non è inusuale sentir parlare del conte Grishnak negli studioli di norvegese, e in un paio di occasioni sono stati riprodotti – a grande richiesta degli studenti – alcuni brani di Burzum e dei Darkthrone per essere tradotti in comunità. Anche questa è cultura, ma non solo ovviamente. Grazie al black metal molti studenti si sono avvicinati alla Norvegia non solo della musica, ma anche della cultura, a quella Norvegia di Bjørnson, di Ibsen e della Undset.
L’esperimento Typisk Norsk ha creato un vero e proprio caso in Norvegia: sono passati solo due giorni dalla messa in onda e già sono in fermento diverse organizzazioni che in particolare vorrebbero seguire la maturazione di questi studenti di norvegese e del loro rapporto con il Black Metal – pare che i norvegesi abbiano apprezzato molto questa vena esotica rappresentata da un cospicuo gruppo di studenti italiani legati alla musica che approccia in un modo tanto inusuale il complesso sistema socio-culturale norvegese. Per la maggior parte degli studenti le difficoltà grammaticali o le regole di apprendimento passano in secondo piano se messe in relazione con il fine ultimo del loro corso di studi: se lo scopo è tradurre un testo dei Windir, non importa quanto sia in Nynorsk (il norvegese dei dialetti, diverso da quello ufficiale) e quanto sia complesso: la forza che si trova al di là della barriera linguistica esercita un’attrazione in grado di distruggere la barriera stessa a colpi di ore e ore di studio senza compromessi.
Come dice Scheen, “quest’estate c’è la possibilità che il gruppo di studenti venga seguito in Norvegia dai reporter di NRK1, proprio in quel primo incontro con la cultura alla quale tanto si ispirano”.
È ancora presto per trarre delle conclusioni, ma sicuramente sentiremo ancora parlare dei giovani studenti-blackster italiani più famosi della Norvegia.