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Blackmore’s Night (Ritchie Blackmore)

Di - 26 Giugno 2006 - 12:18
Blackmore’s Night (Ritchie Blackmore)

Il quinto disco dei Blackmore’s Night, The Village Lanterne, incarna un nuovo spirito romantico ed è adatto a descrivere i sentimenti non convenzionali. Così come il dolce stilnovo, il gruppo del menestrello virtuoso, Ritchie Blackmore, è dotato di influsso intimo e assai profondo della conoscienza artistica ed è spinto alla continua ricerca di una espressione raffinata e nobile delle proprie emozioni rapportate a suoni di classe superiore.

Performing Songwriter ha recentemente intervistato il man in black ed ha autorizzato (con estrema felicità) Truemetal a tradurre l’articolo integrato da svariate curiosità. Non faccio altro che augurarvi una buona lettura!  

È appena scoccata la mezzanotte nel castello tedesco di Eggersberg, un castello del XVII secolo che sovrasta il fiume Altmuhl.

Il leggendario chitarrista Ritchie Blackmore spiega come lui e la sua storica compagna e voce solista dei Blackmore’s Night, Candice Night, preferiscano castelli come questo agli hotel, al termine di una lunga giornata di lavoro… “E’ un’ottima vacanza”, dice “inoltre è una grossa fonte di  ispirazione per il genere di musica che suoniamo”.

Si sono incontrati in uno stadio, Ritchie e Candice, quando il cantastorie era l’hard rocker principe, suonava nei Deep Purple e giocava una partita di calcio per beneficenza. Il visino angelico di una bionda sulle tribune lo fulminò all’istante e riuscì a strappare un appuntamento per la sera stessa in un piccolo pub di provincia dove chiacchierarono sino alle 9:00 della mattina successiva… fino a quando i genitori della ragazza non se la sono andata a riprendere… Hanno costruito il loro rapporto su una solida base di amicizia come afferma divertita Candice che conclude il racconto così:

“A 21 anni sono andata ad una festa con lui, in Connecticut, e non sono più tornata a casa…”

Formatisi 10 anni fa, i Blackmore’s Night sono specializzati in quello che, un po’ per gioco, Blackmore chiama “Rock & Ren”, musica dallo stile rinascimentale con le rifiniture di un hard rock suonato durante quasi due decenni con i Deep Purple (1968-1975 e 1984-1993) ad altri due con il suo gruppo, Rainbow (1975-1984 e 1994-1997). Ma se ne sente solo il “profumo”, però. Ad uno spettacolo dei Blackmore’s Night – o sul loro nuovo album The Village Lanterne- ci si può aspettare più facilmente di sentire una ritmata melodia acustica piuttosto che un veloce riff elettrico.
Non appena Candice termina il collegamento ad Internet vicino a lui, Blackmore, 61 anni, si accomoda per una discussione a tutto campo sulla storia della musica, la sua, e quella rinascimentale, da sempre adorata ed ora preferita a tutto il resto…

Quale è stata la reazione della gente quando avete iniziato con i Blackmore’s Night nel 1996?

Tutti pensavano che fossimo impazziti. I promoter, il management… Tutti ci dicevano “che diavolo pensate di fare?”. Il momento era giunto; il mio momento… Quello in cui decidi cosa fare nella tua vita, piuttosto che continuare con quel “mostro” che andava avanti imperterrito suonando “Smoke on the Water”. Non riuscivo a vedere nessuna fine per tutto questo. Così ho pensato “Fanculo, Ritchie devi fare qualcosa!”.
Quando ho lasciato i Deep Purple (nel 1993), mi sono preso un anno di pausa perché non sapevo più quale fosse la mia direzione. Ho sempre ascoltato musica di stile rinascimentale, sono sempre rimasto affascinato dalle persone che suonano uno shaum (uno strumento a fiato con ancia) oppure uno sacbut (un antenato del trombone). Così mi sono appropriato di quelle melodie e le ho traslate sulla chitarra.

A differenza di quanto possano pensare gli scettici, Ritchie Blackmore è da sempre un sostenitore incallito della musica rinascimentale e medievale. C’è chi attribuisce a Candice Night le “colpe” di un cambiamento musicale che quel qualcuno ancora non riesce a digerire ma l’ex giornalista (intervistatrice ingaggiata da una famosa radio, Radio Long Island) ha semplicemente rappresentato il trait d’union tra la musica rinascimentale ed il man in black. Il loro è stato un colpo di fulmine e il lato sentimentale li ha condotti attraverso un ambiente sonoro romantico ed allo stesso tempo magico ed ancestrale.

Prima la musica era troppo strutturata, afferma il chitarrista inglese, piaceva à tutti, è vero, ma era sin troppo longilinea e ragionata…

Candice aggiunge: penso che per lui, quel periodo di pausa che si è preso tra i Rainbow e i Blackmore’s Night sia stato molto positivo. Ha vissuto in mezzo alla natura, tra flora e fauna, ha assaporato il gusto della vita fatta di pochi vizi. La nostra è una musica che non ascolti alla radio, è nata per catapultarti indietro nel tempo; ti fa ricordare l’infanzia…

Già e poi, termina Ritchie, ci bastava suonare davanti a 100 persone per essere contenti. Non sarei stato dello stesso umore, invece, suonando del rock ‘n roll davanti alle stesse 100 anime; il tempo ha fatto il suo corso…

La cantante diventa una musa ispiratrice e già nel 1995 con Stranger in Us All dei Rainbow, Ritchie era sulle orme del sound attuale.
Ariel, finita su quel disco, era la prima composizione nata dalla penna dei due artisti e Renassaince Faire la prima traccia pubblicata col nome della nuova band.
Vi riporto i ringraziamenti (significativi) che appaiono nella parte relativa ai credits di Stranger in Us All:
Thanks to Candice for her inspiration, her imagery and showing me who to trust…”. Non è forse amore questo?

Quanto è difficile adattare queste melodie alla chitarra signor Blackmore?

Non molto. Persino qualcosa come Smoke on the Water è suonata in quartine parallele, ed è esattamente come accadeva per i suonatori di shaum al cospetto della Regina quando arrivava in città nel ‘500 . Musica festosa per una struttura armonica molto simile alla mia.

Quando ha iniziato a sentire musica rinascimentale?

La prima volta che ho sentito musica rinascimentale è stato quando avevo 9 anni, ho ascoltato “Greensleeves”. Quella canzone mi ha colpito davvero molto. Poi quando avevo 23 o 24 anni ho sentito David Monroe e l’Early Music Consort di Londra. Quell’ascolto mi catturò, mi ipnotizzò, e da quel momento è nata la mia passione per quella musica. Amo il rock’n’roll e sono sempre portato per elementi quail Buddy Holly e Duane Eddy ma, c’è qualcosa che commuove l’anima in quella musica.

Ha iniziato subito a prendere forma quello che stavi cercando di suonare e che avevi soltanto in mente?

Sì. Abbiamo fatto una canzone con i Rainbow che si chiama “Sixteen Century Greensleeves”. L’abbiamo chiamata così perché era una reminescenza di quelle progressioni minori. E nella mia testa c’erano sempre quelle altre melodie che non ho mai pensato di suonare. Ero solo felice di risentirle.

Come descriverebbe la musica che suona con i Blackmore’s Night?

È una combinazione di rock, musica rinascimentale e ballate. È un po’ di tutto questo. Ma assolutamente niente jazz! Nessuna settima maggiore sarà mai suonata nel mio gruppo e dal sottoscritto.

È una politica la sua?

Certo. Quando Candice mi fa domande del  tipo “che ne dici se suono una settima maggiore?” io le rispondo “no, tutto ma niente settime maggiori, per favore”.

Come avete fatto a  trovare altri musicisti in grado di suonare questo genere?

È stato davvero molto difficile. All’inizio pensavo che avrei integrato tutti amici miei che non suonavano in una rock band, perché pensavo che questa musica fosse semplice, e mi riferisco alla sola tecnica. Ma non lo è stato, così quando abbiamo iniziato a produrla ho realizzato che questo genere fosse più complicato di quanto mi aspettassi. Sono stato costretto a cambiare molti musicisti, almeno agli esordi.

Come vi siete adattati a suonare in acustico?

Sono un po’ stufo della musica elettrica. Continuo ovviamente ad amarla, ma la conosco troppo ormai. Pensa che sto ancora imparando a conoscere quella che è la musica acustica, ed è fantastico essere di nuovo interessato a suonare la chitarra, e non a giocare a calcio (ride). Per la musica acustica, ho iniziato ad adottare l’approccio fingerstyle. Suonavo con il plettro prima, ma (circa) 14 anni fa ho iniziato a suonare con il pollice, l’indice ed il medio. Non suono con tutte le dita come fanno i musicisti di flamenco. Mi sono fatto crescere le unghie, era un problema enorme perché continuavano a rompersi. Fortunatamente, Candice mi ha salvato con quelle acriliche. Così mi vernicio le unghie con questa robaccia dall’odore terribile. L’ho fatto proprio in questo istante. È strano, ma almeno sono dure ed è come se avessi piccoli becchi sulle mie unghie. Sono abbastanza esigente con loro! (ride)

E sul palco come alterna l’acustico con l’elettrico?

Sul palco, salto dal suonare con il plettro a quello con le dita e viceversa. Questa è la cosa più dura, ma mi sto abituando. Mi piacciono le sfide.

Che tipo di chitarre sta suonando in questo momento?

Uso l’Alvarez in studio, è una chitarra neutra. Non ha troppi bassi o troppi alti, è giusto a metà, caratteristica che si rivela ottima per registrare. Per strada, suono le Lakewood. Sono tedesche. Ma ho anche molte chitarre fatte da Fylde, che è inglese. Ti dirò, non ho ancora trovato la chitarra giusta e sto ancora cercando quel suono che sogno da tempo. Ho comprato quasi 20 chitarre acustiche, e non ho ancora trovato quella giusta. Ora leggo i giornali di chitarre come ero solito fare da ragazzino, prima acquistavo quelli che trattavano le chitarre elettriche ora, esclusivamente quelli che trattano chitarre acustiche.

Che tipo di amplificatori utilizzate?

Sul palco uso un amplificatore Fender, penso sia un Acoustasonic, e un Trace Elliot. Li uso insieme.

Dove avete inciso il nuovo album?

Facciamo sempre le nostre cose a casa. Ho giurato che non avrei mai avuto uno studio di registrazione a casa come ogni altro musicista. Il mio sogno era quello di avere il mio bar personale – che ho! Ma non mi piace andare negli studi professionali, così sono stato costretto a installarlo a casa mia, ahimè, come fanno tutti. Siamo amanti della natura e non ci piace lasciare i nostri animali (cani, gatti, tassi, opossum e altri) quando andiamo nello studio. Così adesso stiamo a casa ed abbiamo un produttore che viene da noi. Questa è la cosa migliore per me. Non sono assolutamente interessato a capire come funziona la fase di registrazione, non ho mai pensato di leggere tutti quei manuali. Suono, stop.

È più confortevole per voi registrare a casa?

Sai, sono sempre terrorizzato quando registro. Non so il perché, ma mi capita. Qualcuno non ci crede, ma divento molto nervoso e timido. Non suono al meglio in uno studio, mi ricorda quando andavo a scuola e i professori mi interrogavano e quando quella maledetta luce rossa è accesa non riesco a rilassarmi. Altri, come Brian May dei  Queen per esempio, sanno esattamente come manipolare lo studio per ottenere il suono migliore ma Ritchie Blackmore è l’esatto opposto: tendo a suonare peggio in studio, produrre il meglio possibile e poi, andarmene disgustato. Infine, una volta fuori da quelle mura, i produttori mettono tutto insieme. Penso di essere molto meglio sul palco, ma dal vivo sono sempre ubriaco, quindi mi sa che mi sbaglio (ride).

Non ha mai provato ad ubriacarsi in studio?

Ci ho provato qualche volta. Ma mi sono riascoltato il giorno dopo e suonava orribile. Impresentabile.

Ci parli del processo di composizione suo e di Candice.

Di solito parto subito dopo colazione. Una volta ero un persona notturna, ma ora ho realizzato che è meglio scrivere al mattino. Così io suono una melodia e Candice arriva e dice “potresti canticchiare o fischiettare qualcosa per vedere come va a finire?”e partiamo da quello. È un modo di comporre molto naturale.
Per tornare ai vecchi tempi beh, ci mettevamo a ripetere molte volte ed era tutto troppo forzato. “cosa hai trovato?” “non lo so, e tu?” penso che se dei musicisti sono in fase compositiva beh, dovrebbero stare insieme 24 ore su 24 e non trovarsi esclusivamente per fare del business. A volte arriviamo ad una melodia che non funziona e la abbandoniamo e nessuno si innervosisce. Ai vecchi tempi
(Deep Purple, ndg) se abbandonavi una melodia era come “oh, non prendi in considerazione la mia idea!”

Lei e Candice riuscite quindi a dirvi quando pensate che un’idea non sia buona?

Sì, lo facciamo, ma a volte fa male. Ma non penso che ci siano momenti nei quali ci prendiamo alla gola. Se c’è un problema in tal senso, di solito si abbassa un po’ il tono e un paio di settimane dopo funziona. In passato, naturalmente, tutti erano molto attenti nel controllare a chi apparteneva il riff usato.

Parlando dei vecchi tempi, cosa l’ha spinta a registrare nuove versioni di Street Of Dreams dei Rainbow e Child in Time dei Deep Purple per The Village Lanterne?

Ho pensato che fosse giunto il momento di introdurre mie vecchie canzoni, specialmente quelle con buone melodie. Abbiamo iniziato con Child in Time un giorno mentre provavamo così per scherzo solo perché eravamo annoiati, ma è venuta così bene che ci siamo detti che potevamo tenerla. Mi è sempre piaciuta quella canzone e i Deep Purple non la facevano così spesso dal vivo. Street Of Dreams per me è una delle migliori canzoni pop che abbia mai scritto. Di certo mi piacciono alcune buone canzoni pop, ABBA e Beatles su tutti.

Perché avete deciso di fare un cover di St .Teresa di Joan Osborne?

Siamo grandi fan di Joan Osborne. Quando abbiamo sentito quel pezzo, abbiamo pensato che sarebbe venuto bene, e volevano mettere dentro alcune parti rock questa volta. L’aspetto migliore di questo progetto è che ci è permesso fare tutto quello che vogliamo, che sia rock rinascimentale o altro e se ci piace la melodia di qualcun altro la possiamo riproporre. Invece una delle ragioni per cui ho lascito i Deep Purple nel ’75 è stata questa: volevo fare la cover di una canzone chiamata “Black Sheep of the Family” (originariamente scritta dalla band prog-rock Quatermass). Loro mi hanno risposto così: “No, non la faremo mai!”. Evidentemente, se non scrivi una canzone, non ci fai molti soldi. Ronnie James Dio era in tour con noi (cantava per l’atto di apertura degli Elf), e gli chiesi: “Ronnie, ti piacerebbe andare in studio e fare questa canzone con me?”. Beh, andammo in studio e la suonammo, improvvisamente ho capito che c’era tutto un altro mondo là fuori. Mi sono unito a Ronnie e abbiamo fondato i Rainbow, e tutto nacque grazie a quella canzone.

State cercando inserire più canzoni dei Deep Purple e dei Rainbow nelle scalette dal vivo per soddisfare quei fan che vogliono ancora sentirla suonare quei brani?

No davvero, perché abbiamo il nostro pubblico, non ne avremmo bisogno. Lo facciamo comunque, solo per scioccare al gente. Ancora adesso suoniamo Smoke on the Water dal vivo. È divertente vedere la faccia delle persone, perché non chiedono di sentire quella canzone e non la vogliono a tutti i costi ma, la facciamo comunque.

Continuerete con questo genere di musica in futuro?

Penso di sì. Adesso ci mettiamo dentro più rock, e mi sento di nuovo bene quando suono rock. Amo la musica acustica, blues, classica, rock e rinascimentale, e questo è quello che siamo in grado di mettere insieme nei Blackmore’s Night. Divento molto triste se non posso suonare tutta la musica che voglio suonare. Ah, ovviamente, finché non suono jazz sono OK! (ride)

E’ ormai estate ed è tempo di concerti all’aperto per i Blackmore’s Night. A fine luglio comincerà il consueto Castle & Dreams Tour in Germania, e Truemetal sarà presente (come l’anno passato del resto) alla prima data di sabato 29, quando ai piedi del castello sito in Creuzburg, la band terrà il solito magico show seguito da qualche migliaio di persone agghindate coi vestiti di un’epoca che può essere soltanto ricostruita.

Coloro che riusciranno a seguirli almeno una volta dal vivo, non potranno più farne a meno e continueranno, come me e la mia dolce metà (e aggiungo gli amici Vampire Soul e Lady Vampire che si siederanno con noi nelle prime file in Germania e che hanno contribuito alla realizzazione di questo articolo), a tornare sulla macchina del tempo appena possibile. Per i pochi fortunati possessori dei biglietti di questi eventi (sold out da tempo) l’invito è quello di ritrovarci per una serata “in buona compagnia”, agli altri non posso far altro che promettere un dettagliato report proveniente dal… rinascimento…

Gaetano “Knightrider” Loffredo