Blind Guardian (André Olbrich)
Intervista a cura di Daniele Peluso.
Ho intercettato André Olbrich, storico chitarrista dei Blind Guardian, mentre passeggiava tranquillamente presso gli stand del MetalCamp di Tolmin, in Slovenia, parecchio tempo prima dell’inizio della loro esibizione. Anonimo tra centinaia di capelloni scalmanati, spiccava tra la folla per una certa tranquillità e un bicchierone di caffelatte, bevanda assolutamente insolita in un contesto come questo festival. Una breve chiacchierata per i lettori di truemetal.it, dalla quale è emersa una grande simpatia e una poco comune disponibilità al dialogo.
Buona lettura!
Ciao, iniziamo come da prassi con le presentazioni!
Bene, mi chiamo André Olbrich e sono il chitarrista dei Blind Guardian.
C’è ancora chi non conosce i Blind Guardian?
Spero di no! (ride)
Allora, per quei pochi che magari ancora non vi conoscessero (anche se dubito fortemente ci siano), fammi una piccola presentazione dei Blind Guardian, come a te piaci definirli…
I Blind Guardian sono una power metal band nata Krefeld in Germania quasi venticinque anni fa, siamo una band a cui piace spaziare liberamente tra le lente e dolci melodie, ma anche buttarci a capofitto in ritmi più duri e veloci; questo rende le nostre esibizioni live come dei grandissimi party, a cui noi invitiamo indistintamente tutti i nostri fan e tutti quelli che abbiano la curiosità di sentirci.
Bene, svisceriamo un po’ la vena artistica e compositiva della band, puoi descrivermi quali sono i punti e le “corde” che preferite toccare in chi vi ascolta, con le vostre canzoni?
Ogni volta che io o la band si mette a scrivere, lo fa con l’intento di trasmettere emozioni a chi ascolterà il lavoro finito, cerchiamo sempre di scrivere in maniera tale che l’ascoltatore si possa immergere completamente all’interno della canzone e che possa camminare metaforicamente all’interno della stessa, questo indipendentemente dai testi. Non ha molta importanza che l’ascoltatore legga i testi: è la musica che alla fine crea quel fortissimo feeling con chi la recepisce. Noi vogliamo condurre per mano l’ascoltatore attraverso la nostra musica.
Capisco esattamente cosa intendi dire e a questo riguardo vorrei chiederti, tirando un po’ le somme del discorso fatto finora, qual è sostanzialmente la differenza tra la realtà e la fantasia?
Semplicemente nella fantasia hai la libertà di poter essere qualsiasi cosa desideri, mentre nel mondo “reale” questo non è possibile; quello che noi vogliamo fare è dare una opportunità diversa a chi ci ascolta. Vorremmo che l’ascoltatore recepisse questo genere di messaggio: “Ok, ora la realtà lasciala al di fuori e vola con noi verso un mondo fantastico, rilassati e lascia che siano le emozioni a guidarti”.
Solo aprendo il cuore puoi viaggiare attraverso questi mondi fantastici, solo così puoi trovare il tuo personalissimo “journey through the dark”!
E tu cosa preferisci personalmente, che la gente sia più propensa a seguire i sogni o che si abbandoni alla cruda realtà?
Credo che come tutte le cose, bisogna essere capaci di dividerle e far si che la realtà della vita abbia la giusta priorità, senza dimenticare mai i sogni. Credo che la peculiarità stessa di questo tipo di musica, rock o metal, sia quella di poter dare ondate infinite di energia a chi l’ascolta, e questa può essere un’ottima energia di vita, che ti può servire, ad esempio, per tirarti su in qualche momento particolarmente duro o triste.
Alla fine si tratta d’arte…
Questo è il punto, la musica è arte, e io mi concentro solo su quel genere di musica che mi dà personalmente qualcosa, da cui ottengo un feedback, l’arte di saper comunicare.
Arte musicale che molto spesso si lega a doppio filo con quella narrativa, come nel caso della vostra continua ispirazione, ad esempio, a J.R.R. Tolkien o Stephen King, tanto per citarne i più conosciuti.
E qui ci riallacciamo al discorso delle emozioni forti, e oggettivamente hai citato due autori che sanno comunicare (o che lo hanno saputo fare in passato) da cui i Guardian hanno sempre attinto. In tutta la nostra storia abbiamo sempre cercato di essere, e di dare, una band positiva che cerca di dare sempre messaggi positivi, anche se si parla di guerra o di battaglie, pur epiche che esse siano. E credo che questa è stata la forza del nostro gruppo.
Per concludere questa breve intervista, e per riallacciarmi alla forza del vostro gruppo, vorrei parlare del rapporto che avete con i vostri fan dal vivo. Cosa ti aspetti dal concerto di oggi qui al Metalcamp, e cosa mi puoi dire della vostra esibizione al Gods Of Metal di pochi giorni fa?
Partiamo dal fatto che io personalmente, e posso sbilanciarmi anche a nome della band, amo molto l’Italia, e trovo il vostro paese fantastico, ogni volta di più. Ogni data che suoniamo in Italia è un evento eccezionale sia per il paese che per la gente. Al Gods è stato davvero fantastico e mi ha riempito d’orgoglio vedere tutte quelle persone stipate sotto il palco a cantare a squarciagola le nostre canzoni. Un festival assolutamente fantastico!
E per oggi cosa puoi dirmi?
Beh, anche questa location è davvero fantastica in un luogo davvero suggestivo. Anche l’organizzazione è superlativa ed è sempre un piacere poter suonare qui, immerso in una natura così incontaminata. Non so cosa potermi aspettare dal concerto di oggi, spero solo che non piova…
Ringraziandoti per la cordialità e la simpatia dimostratami durante questa intervista, lascio a te la conclusione!
Grazie a te e grazie a tutti i lettori di truemetal.it, grazie per il supporto che i fan italiani danno ai Blind Guardian, siete nel nostro cuore!