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Bloodlights (Captain Poon)

Di Fabio Vellata - 23 Gennaio 2008 - 0:00
Bloodlights (Captain Poon)

E’ Captain Poon, ex chitarrista degli storici Gluecifer, il deus ex machina della nuova rock n’roll band Bloodlights.
Il simpatico ed esuberante musicista alle prese con la promozione della nuova creatura, ha scambiato qualche opinione, dimostrandosi personaggio di grande schiettezza e disponibilità.




Nuova band e nuovo progetto. Lascio a te la parola per introdurlo ai nostri lettori.

La band è stata fondata nel gennaio del 2006, periodo in cui ho provato un po’ di volte con il primo batterista che ha fatto parte del gruppo. Avevo già lavorato sul materiale per 7/ 8 mesi, ed avevamo parecchie cose su cui esercitarci…una sensazione davvero strana devo dire, essere nella sala prove solo io ed un batterista con un microfono di fronte al viso…
Ad ogni modo, dopo poco abbiamo reclutato Ron Elly, l’attuale bassista, che ci ha poi consigliato di arruolare Howie B. come secondo chitarrista.
Ed eccoci qua, dopo un sacco di ore passate in studio abbiamo sfornato questo album e siamo pronti per imbarcarci in un tour europeo, a partire dal prossimo febbraio.
Ah dimenticavo, nel frattempo abbiamo anche cambiato batterista, prendendo con noi Nico Von Shafer, elemento che sembra essere davvero perfetto per questa band!

Quanto, delle tue esperienze passate, ha influito sul tuo nuovo progetto?

Non moltissimo a dire il vero. Ho cercato di essere me stesso in quel preciso momento della mia vita, scrivendo le canzoni così come più mi piacevano.
Inutile dirti ad ogni modo, che sono inevitabilmente sempre un po’ caricato dai miei trascorsi con i Gluecifer.

Pensi che i Bloodlights possano esserne la continuazione?

Assolutamente no. I Bloodlights sono una band nuova, con uno stile ed una identità propri.
Arrivare da un gruppo come i Gluecifer è, naturalmente, una cosa buona, perché un sacco di gente è eccitata e desiderosa di sentire cosa hai da proporgli. Ma, al contempo, è anche una gran rottura di scatole per via di tutti gli inevitabili paragoni del caso.



Scusa, ma perché un nome come “Bloodlights”?

Eh, qualche volta le cose nei tour passati, sono andate un tantino fuori controllo, soprattutto con alcool e droghe.
Talvolta vedevo questi flash rossi che passavano veloci davanti ai miei occhi…ho cercato di dargli un nome e “Bloodlights” è stato il primo che mi è venuto in mente!
Ho pensato fosse “cool” come moniker per un gruppo rock e, sebbene sia un termine che non puoi trovare sui dizionari, per me stai sicuro che un significato lo ha!!!

Che mi dici dei testi? Se non sbaglio è la prima volta che te ne occupi…

Naturalmente, per me è stata un’esperienza nuova, dato che nei Gluecifer mi occupavo solo di scrivere la musica.
I miei testi riguardano ogni cosa che mi sia passata per la testa nell’arco dell’ultimo anno.
Gente che mi piace, gente che mi sta antipatica o che amo, gioia, ansia e ogni altro fattore importante nella mia vita.
Alcuni dei miei amici più stretti, mi hanno assicurato che non pensavano avrei mai potuto spingermi così tanto nel personale!
Ti dirò, io non sono capace di scrivere di tette, cocaina e macchine veloci. Queste erano cose che non avevo proprio in testa quando componevo i brani e non ho avuto altra scelta che scrivere dei miei sentimenti…

Oltre alla chitarra ed ai testi, su questo album è tua anche la voce. Come ti sei sentito in questo ruolo del tutto nuovo per te?

Beh, all’inizio avevo una paura matta. D’altra parte però, mi sentivo male all’idea di far cantare queste cose a qualcun altro e così, preso coraggio, ho pensato fosse giunto il momento di buttarsi nella mischia e tentare qualcosa di nuovo.
Ed alla fine mi sono poi divertito un sacco!

C’è qualche cantante che ti piace particolarmente ed a cui vorresti assomigliare?

Ce ne sono tanti, ma non ci provo nemmeno ad assomigliargli!
La gran parte di loro è di tutt’altra categoria ah ah ah ah!!!



Io direi, per riassumere, che la tua musica è un misto di hard rock, punk e tonalità anni settanta.
Come la vedi come definizione?

La tua definizione calza perfettamente, amico mio!

Veniamo per un attimo alla scena da cui provieni…cosa ne pensi?

Sai, non so cosa dirti…ci sono un casino di gruppi quassù, e qualcuno è davvero buono!
Purtroppo però, alcuni cercano troppo esasperatamente di fare qualcosa di nuovo, e talvolta questo li fa sembrare null’altro che una versione di serie b del “gruppo sensazione” del mese in UK o negli States.
Io non ho mai nascosto le mie radici hard rock e mi piace mostrarle nella mia musica.
Se suoni in qualche stupida band indie, e cerchi di essere figo dicendo quanto ti piacciono Ac/Dc, Iron Maiden e Judas Priest, beh, fottiti!
Non devi nemmeno permetterti di menzionare nomi così importanti e gloriosi!

A questo punto una domanda a brucipelo ci sta bene!
70, 80, 90: quale decade musicale scegli?

Gli anni settanta, non ho dubbi.
Semplicemente perché è stata la decade in cui l’hard rock ed il punk si sono sviluppati concretamente.
Un fiume infinito di classici è uscito da quegli anni e questo vale più ogni altra spiegazione!

Venendo per un attimo ancora al disco, so che Phil Caivano dei Monster Magnet e Mike Fraser sono stati i produttori dell’album. Come li hai conosciuti?

Phil l’ho conosciuto ad un tour di Gluecifer e Monster Magnet, qualche anno fa e mi è sembrato subito un’ottima persona. Ero sicuro sarebbe stato l’uomo giusto per questo lavoro e mi ha fatto piacere coinvolgerlo.
Lui stesso inoltre, era in contatto con Mile Fraser e grazie a questa amicizia abbiamo potuto mettere in pista una collaborazione con uno dei più famosi producers del mondo…
Insomma, il top!
E dal top puoi andare solo in una direzione…cioè verso il basso!!! Ah ah ah ah!!!

Quindi? Dove vuoi arrivare con i tuoi Bloodlights? In basso o in alto?

Cerco di fare un passo alla volta. So perfettamente che ci vuole un sacco di lavoro e fatica per creare una rockband.
Certamente ho grandi ambizioni, ma prima di tutto iniziamo il tour e vediamo come vanno le cose con i nostri potenziali fans.

Puoi anticiparmi qualche data?

Inizierà alla fine di febbraio, come già accennato, mentre per una panoramica più precisa sulle date (8 marzo a Bologna) invito tutti a fare riferimento al nostro sito: web www.bloodlights.com.

E’ arrivata la fine anche di questa intervista Mr. Poon. A te, come sempre, la parola!

Dateci un’opportunità, potremmo essere ciò che state cercando da tempo!
Sinceramente vostro,
Captain Poon!

Fabio Vellata