Bonfire
In occasione della loro calata in terra italica la nostra Gloria Baldoni ha avuto modo di intervistare Claus Lessmann (voce, chitarra), Hans Ziller (chitarra) e Uwe Kohler (basso). Buona lettura.
Ciao ragazzi, benvenuti su TrueMetal.it. Non perdiamo tempo e parliamo subito del disco che state completando (e che nel frattempo è stato pubblicato: The Räuber, NdR), una rock opera ispirata a “I Masnadieri” di Schiller. Che significato ha una scelta del genere a questo punto della vostra carriera, e quali sono stati i motivi che vi hanno indirizzato proprio verso Schiller e “I Masnadieri”?
Claus: A dire il vero non è stata una nostra scelta: qualche mese fa siamo stati contattati dal direttore artistico della Großes Haus di Ingolstadt, la nostra città, che ci ha proposto una serie di spettacoli in primavera. E’ stato lui a pensare a “I Masnadieri”, perchè si tratta di una storia piuttosto… selvaggia, direi, e a suo avviso si addice alla nostra musica. Il fatto che abbia pensato proprio ai Bonfire per noi è stato un onore, e poi siamo una band che ama le sfide, così non ci abbiamo riflettuto su troppo prima di accettare e abbiamo subito iniziato a lavorare sulle nuove canzoni. Il songwriting è ormai a buon punto, in gennaio cominceremo a provare e la prima a teatro è prevista per sabato 16 febbraio 2008. Questo spettacolo ci impegnerà per tutta la primavera.
Avete in mente di portarlo anche al di fuori della Germania?
Claus: Non lo sappiamo ancora, si tratta di uno show un po’ particolare… E’ presto per dirlo, ma ci piacerebbe molto. Sai, non abbiamo ancora finito, ma il risultato che sta prendendo forma ci soddisfa molto.
Hans: Beh, se dovesse avere successo ci penseremo seriamente. Penso che anche ai fan non tedeschi farebbe piacere, no?
Non ho alcun dubbio al riguardo! In che lingua saranno cantate le canzoni?
Claus: La maggior parte dei pezzi sarà in inglese, ma un paio saranno anche in tedesco.
Hans: Molti credono che sarà un disco diverso, che ci allontaneremo dal nostro sound. Ma non sarà così: i testi seguono l’opera di Schiller, ma per il resto si tratta di un tipico album dei Bonfire, sulla scia di “Double X”. Non abbiamo voluto stravolgere niente.
A proposito, da quanto ho potuto leggere sul vostro sito, siete molto soddisfatti dei risultati ottenuti da “Double X” e dal successivo tour, che vi ha portato in vari paesi europei. Immagino che non vorrete fermarvi proprio adesso: che cosa avete in programma dopo la primavera?
Claus: Per il prossimo disco bisognerà aspettare almeno un anno. Innanzitutto fino al prossimo aprile dobbiamo pensare a “I Masnadieri”, per quanto riguarda l’estate 2008 abbiamo già qualche data in programma. Saremo in Svizzera, Inghilterra e naturalmente ancora in Germania. In autunno ci rimetteremo a scrivere, e contiamo di avere il disco pronto per gennaio o febbraio 2009. E poi subito on the road!
Hans: E sicuramente toccheremo anche l’Italia. Anzi, per la verità ci piacerebbe tornare già la prossima estate, magari in qualche festival. Speriamo di riuscirci!
Ora vorrei scambiare due parole sul libro del vostro ex-bassista, che verrà pubblicato nei primi mesi del 2008. Avete già avuto modo di leggerlo? Se sì, che cosa ne pensate?
Claus (stupito): Un libro? Uwe, stai cercando di fregarci? (ride)
Uwe: Non ne sapevo niente! Io i libri non li leggo nemmeno, figurarsi mettermi a scriverne uno! (risate)
Hans: Credo che stia parlando di Joerg (Deisinger, bassista della band dagli inizi fino allo scioglimento del 1993, NdR)…
Infatti: ho letto sul suo MySpace che gli avete concesso di utilizzare il logo della band per la copertina del libro, per cui immaginavo lo aveste già letto.
Claus: No, non ancora. Aspetterò l’uscita.
Hans: Pur essendo rimasti in buoni rapporti, capita raramente di poter incontrare Joerg. Da quanto ne so ha smesso di suonare e ora si dedica alla fotografia, e in più da qualche anno si divide tra la Germania e la Thailandia, ma non so di preciso che cosa faccia laggiù. Abbiamo avuto occasione di chiacchierare a proposito del suo libro e mi pare di aver capito che sia più una sua autobiografia che la storia dei Bonfire, anche se è ovvio che il periodo con la band occuperà una buona parte del testo.
Se invece chiedessi a voi di gettare uno sguardo sull’intera storia della band e sceglierne il momento migliore?
Hans: Per quanto riguarda la prima parte della nostra carriera, sicuramente le date con i Judas Priest e gli ZZ Top sono state molto importanti per noi perchè hanno allargato il nostro pubblico, e anche l’esibizione al Rock-am-Ring in Germania, di fronte a quasi sessantamila persone. Se invece parliamo degli ultimi quindici anni, credo che la cosa più meravigliosa di tutte sia stata ritrovarmi con Claus e rimettere in piedi i Bonfire. La band ci ha dato e continua a darci più soddisfazioni di quante ce ne saremmo aspettate quando abbiamo ripreso a suonare insieme.
Quali pensate siano l’album più rappresentativo e quello peggiore dei Bonfire?
Hans: Per me il migliore è l’ultimo, perché condensa tutti gli elementi tipici del nostro sound: la carica rock ma anche il gusto per la melodia. Se devo scegliere il peggiore non ho dubbi e ti dico “Free”. All’epoca avevamo voglia di sperimentare ma ci siamo accorti che alla lunga non paga. I Bonfire sono una band rock and roll e non ha senso cercare di snaturarci.
Claus: A costo di sembrarti impazzito, io devo rispondere il nostro debutto, “Don’t Touch The Light”. Ma non fraintendermi, non è una questione di qualità delle canzoni quanto piuttosto di produzione. Fosse per me lo toglierei dalla circolazione e lo rifarei tutto daccapo, e sono sicuro che ne trarrebbe non poco giovamento.
Hans: Ma che dici Claus? Te lo ricordi bene “Free”? Quello sì che è un disco da eliminare (ride)!
E con questa candida confessione direi che possiamo chiudere l’intervista! Avete un messaggio per i fan italiani?
Claus: Certo: dobbiamo ringraziarli per il calore e il supporto che ci dimostrano ogni volta che veniamo a suonare nel vostro paese e speriamo che apprezzerete il nostro prossimo lavoro, “The Räuber”. Noi ci abbiamo messo tutto l’impegno possibile!