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Brain Dead (Felix Liuni)

Di Nicola Furlan - 10 Aprile 2009 - 8:00
Brain Dead (Felix Liuni)

Diciamola tutta, Punishment 18 Records lavora decisamente bene. Ha occhio per il thrash metal, genere che anche in Italia sta prendendo piede sull’onda di un revival sempre più attuale e ricercato. I Brain Dead sono degni interpreti dell’attuale scena. Contemporaneamente a tanti altri gruppi connazionali, il quartetto piemontese ha immesso sul mercato un debut album di tutto rispetto che, sebbene derivativo, lascia intendere un futuro di tutto rispetto. Abbiamo intervistato il cantante Felix Liuni per aver qualche informazione in più sulla band, ma anche per entrare a contatto con il contesto musicale che lega gli intenti delle giovani e valide realtà della scena thrash metal nostrana…

Il thrash metal old-style è indubbiamente ritornato ad essere apprezzato negli ultimi 2-3 anni anche da fans molto giovani…questo non può che far bene alla scena underground che non ha mai mollato. Di gruppi come noi che hanno sempre creduto nel nostro genere ce ne sono e ora possono raccogliere le prime soddisfazioni come la realizzazione di un album, cosa impensabile fino a dieci anni fa in Italia…però devo anche dire sinceramente che potrebbe essere un ciclo di tante mode che ritornano, come fu tempo fa per il power metal o il black. Alla fine rimarranno solo i veri appassionati che amano veramente e sono cresciuti col nostro genere….

Come si collocano i Brain Dead all’interno di questo ‘revival’?

I Brain Dead hanno mosso i primi passi nel 1999, quando ricordo c’èra una grossa corrente power metal. Era il periodo d’oro di band come Hammerfall, Stratovarius e Blind Guardian. Noi abbiamo iniziato da subito col nostro genere, quello con cui siamo cresciuti e la nostra passione per questo ci ha portato a continuare, ad andare avanti come dei testardi, tenendo conto delle difficoltà nel poter spiccare minimamente nella scena underground. Ora siamo contentissimi di far parte di questa nuova scena thrash italiana dopo le nostre grandi bands del passato come Brokenglazz, Headcrusher, Insidia, Creepin’Death, Alligator, Nuclear Symphony, ecc..

Nel vostro sound sono evidenti certe ispirazioni ovvero quelle che riportano alla mente la scena statunitense di fine anni ottanta. A chi siete particolarmente affezionati?

La band ha sempre apprezzato il thrash metal di derivazione americana perchè personalmente lo ritengo più completo rispetto a quello di derivazione tedesca essendo una perfetta miscela di tecnica, impatto e melodia. Nel cuore abbiamo Exodus, Testament, Annihilator e Slayer, anche se ci ispiriamo anche a band più di culto come Laaz Rockit, Defiance, Slammer ed Heathen…tutta la vecchia scena per intendersi; con il cuore rivolto allo storico contensto della bay area californiana.

Veniamo al disco. Come si sono svolti i lavori in studio?

Abbiamo registrato l’album nei “one voice studios” di Daniele Giordana a Chivasso (TO). Ci siamo trovati molto bene con lui, è una persona veramente in gamba e conosce benissimo il genere. In passato ha registrato album di Brokenglazz, Detestor nel periodo d’oro della Dracma records di Torino, oltre che come fonico live di Obituary, Monster Magnet ed Hatebreed…insomma ha capito subito che tipo di sound volevamo: chitarre taglienti, potenza in primo piano e assoli che spiccano per forte presenza e melodia!

Avete già ricevuto mail di complimenti da parte dei fan e recensioni soddisfacenti da parte della critica?

Sono state molto contrastanti guarda…alcune recensioni sono state un po’ cattive con noi, sopratutto per il mio modo di cantare (cercherò di migliorare!); persino per la produzione, oltre che criticare il genere suonato, a detta di qualcuno troppo obsoleto. Altre ne parlano bene, consigliando vivamente l’album agli appassionati del genere. Non facciamo nulla di nuovo, ne siamo consapevoli, ma vogliamo dare un contributo al nostro genere preferito e suonare dal vivo; chi ha acquistato l’album ci scrive o ci fa i complimenti di persona. Questo ci fa credere che il genere piaccia ancora e sinceramente le critiche non costruttive, sul fatto che suoniamo qualcosa di già sentito, non ci fanno né caldo né freddo…questo è quello che vogliamo fare, perchè dobbiamo cambiare?

Dovessi consigliare tre brani del nuovo full-length a chi non vi conosce. Quali sceglieresti e perchè?

L’album, anche se molto diretto, a mio parere è molto vario e mi sento di consigliare Till the end of Time, canzone molto vicina allo stile dei vecchi Testament; Man in the Silence è invece molto di impatto in pieno Exodus style periodo “Fabulous Disaster”; infine la title track deep vortex, adatta a chi amava i Laaz Rockit di “Nothings Sacred”.

Ci sintetizzi in poche parole i contenuti espressi dai testi?

In generale i testi parlano di attuali problemi sociali che l’umanità sta vivendo in questi ultimi anni. Non ci piace parlare di cose un po’ troppo infantili come demoni, satana, assalti thrash, e via dicendo. Ad esempio Till the end of Time parla di un uomo che sente disagio di vivere in un mondo sbagliato pieno di guerre, violenze e ipocrisie, sente cioè che il vero senso della vita umana è andato perso, ma è consapevole che bisogna fare qualcosa, riunire l’intera forza buona dell’umanità per far si che il genere umano non decada ancora di più. Struck in the Honour è forse il pezzo più violento dei Brain Dead. Racconta di un cittadino americano che osserva ciò che è successo in quel triste 11 settembre 2001. So benissimo che è impossibile sentire ciò che possa aver provato un cittadino americano in quel giorno, ma ho cercato di immedesimarmi il più possibile, esprimendo tutta la disperazione e la rabbia percepite in quell’evento tragico. Infine Deep Vortex parla della viscida società che ci circonda: un vortice dove tutti noi siamo involontariamente destinati a cader dentro, dove regnano le belle facce che vedi in TV, i soldi e la corruzione; ognuno bada ai propri interessi,”un argomento molto italiano”!

Al momento, quali ritieni possanno essere i migliori interpreti del genere?

A livello internazionale le nuove leve interessanti che sono spiccate fuori sono gli inglesi Pitiful Reign, gli Evile e i californiani Bonded by Blood. In Italia si sta muovendo finalmente qualcosa di buono e le band più interessanti a mio parere sono i torinesi Endovein e i monferrini H-George, nonché i nostri compagni di etichetta Ancient Dome e Methedras. Ultimamente ho scoperto delle band interessanti come gli spagnoli Angelus Apatrida e gli sloveni Negligence. Se riuscite dategli un’ascolto sui loro MySpace…

Pitiful Reign, Evile e Bonded by Blood? Manco a farlo apposta hai azzeccato anche le mie preferite! Nello specifico ho visto gli Evile live due anni fa. Sono rimasto impressionato dall’attitudine spontanea che avevano on-stage. Sono del parere che il thrash metal esprime la sua vera anima proprio là sopra…e ai chioschi nel dopo concerto. Il contatto coi fans è un elemento imprescindibile per poter trasmettere l’aspetto più vero che contraddistingue questo movimento ovvero la semplicità. Che feedback percepite dopo un concerto?

La dimensione live è quella che ci piace di più! Noi sul palco cerchiamo di trasmettere essenzialmente energia, coinvolgimento e divertimento…vogliamo avere stretto contatto col pubblico e non vogliamo stare immobili come manichini; chi ci segue da tempo ci conosce, sa che siamo coinvolgenti e canta con noi i pezzi, altri si fanno trascinare in headbanging furiosi…che ti devo dire: questo è il concerto perfetto! L’importante comunque è divertirsi e noi siamo qui per questo. I nostri prossimi impegni ci vedranno partecipare alle date del Thrash till Death 2009. Due date: il 24 aprile a Roma e il 25 a Prato in compagnia dei tedeschi Paradox e dei milanesi Kernel. Un weekend all’insegna dello spirito thrash. Se siete nelle zone e non sapete che fare, fateci un salto, ci divertiremo. Il 13 giugno prossimo participeremo all’ Hellbrigade fest al Thunderoad di Codevilla (Pavia) in compagnia della prima visita italica dei mitici Whiplash e i danesi Artillery oltre che dalle migliori band thrash italiane del momento…un evento a cui non si può mancare ragazzi!

In the deep of Vortex è uscito già da qualche mese, avete in cantiere del nuovo materiale?

Abbiamo un paio di pezzi nuovi, ma vogliamo lavorare con calma. Intanto la nostra etichetta sta facendo uscire della roba davvero interessante, incurante dei trends. Un’etichetta cosi con “le palle” in Italia ci voleva proprio!

Se ti va lascia un saluto agli utenti di Truemetal.it…

Bene, innanzi tutto ti ringraziamo per lo spazio che ci hai concesso qui su Truemetal, e ringraziamo tutti quelli che ci seguono, che ci fanno capire che il thrash metal piace ancora e che c’è ancora voglia di divertirsi con questo genere puro, fatto di sincerità e passione. Per coloro che ancora non ci conoscono: venite a vederci nelle nostre prossime date e vi divertiremo!
Stay fuckin’thrash!