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Breed Machine (Luca e Liborio)

Di - 8 Aprile 2002 - 14:51
Breed Machine (Luca e Liborio)

Visto lo splendido demo che ho avuto occasione di ascoltare, ho scambiato due chiacchiere con questi ragazzi, i quali hanno per l’ennesima volta dimostrato di essere oltre che degli ottimi musicisti, anche dei professionisti pieni di voglia di fare, e di fare bene…

Innanzitutto, domanda classica, potete illustrare ai lettori la vostra storia?

[Luca] i Breed Machine nascono nel 1997 dall’unione di membri di due differenti bands. La decisione di cominciare a suonare insieme è nata dall’esigenza di provare a suonare quello che volevamo noi e non quello che la gente si aspettava, e così cominciammo a provare insieme. Purtroppo lo svantaggio di trovarsi in una piccola città ha frenato di molto la nostra crescita musicale, dato che per lungo tempo siamo rimasti senza un bassista ed un cantante, per il semplice motivo che dalle nostre parti non esistevano persone preparate e disposte a suonare il nostro genere. In ogni caso non ci siamo persi d’animo e abbiamo lo stesso registrato il nostro demo, seppure costretti a dividere per tre persone parti concepite per essere suonate in 5. Fortunatamente dopo quasi due anni passati a suonare in tre siamo riusciti a trovare delle persone preparate ed in sintonia col modo di concepire la musica dei Breed Machine, ed adesso finalmente la nostra formazione è al completo.

Il vostro demo ha una storia in studio molto travagliata. Tutto sommato credo che la fatica abbia portato a ottimi risultati. Siete soddisfatti del prodotto finito?

[Luca] Considerando il fatto che il tutto è stato interamente registrato e mixato da noi, avvalendoci di apparecchiature obsolete e dedicando ogni secondo libero del nostro tempo alla realizzazione di questo demo, non contando il fatto che a quei tempi eravamo ancora in tre e che quindi abbiamo dovuto registrare noi delle parti composte per altre persone (basso e voce)… si, siamo soddisfatti, anche se non completamente. Il fatto di aver avuto per le mani uno studio di registrazione diciamo “all’antica” non ci ha permesso di poter esprimere in maniera completa tutta la potenza, l’emozione e l’attenzione per i dettagli che avremmo voluto mostrare in questo demo. Nonostante questo, stiamo notando come il nostro prodotto sia apprezzato dalla quasi totalità delle persone che lo ascoltano, e ciò ovviamente non può fare altro che renderci felici e dimostrare che abbiamo fatto bene a credere in noi stessi.

Quanta importanza date al riscontro di critica e pubblico? La vostra musica si rivolge innanzitutto a loro o è indipendente da ciò che non sia il vostro gusto personale?

[Luca] Il nostro modo di comporre è abbastanza complesso: vogliamo che il pubblico “senta” la canzone così come la “sentiamo” noi. Lo scopo della nostra musica è esclusivamente quello di suscitare emozioni, di condividerle con l’ascoltatore; se noi, componendo o suonando una parte in una canzone, proviamo determinate sensazioni, vogliamo far si che anche chi ci ascolta provi quella determinata emozione. Il fatto di comporre prima di tutto per noi stessi non è quindi un discorso egoistico, ma è una specie di esame a cui sottoponiamo il pezzo; quando qualcuno ci dice che il nostro pezzo è “carino” per noi è una sconfitta, vuol dire che difficilmente quel qualcuno riascolterà una seconda volta quel pezzo. Proprio per questo siamo molto critici quando riascoltiamo o riarrangiamo le nostre canzoni… cerchiamo di evitare le banalità e di puntare più che altro sull’emozionalità.

La cosa che più mi ha stupito in assoluto del demo è stata la cura quasi maniacale di ogni dettaglio. Quali sono però, a vostro parere, i veri elementi portanti di un buon album? Che importanza hanno, insomma, la cura del suono, i testi, l’artwork e così via?

[Luca] Ci piace pensare che qualsiasi cosa debba uscire a nome Breed Machine soddisfi certi criteri di qualità. Passiamo mesi su una canzone, a modificare, a limare, a correggere. Vogliamo che in un nostro prodotto niente sia fuori posto e tutto faccia parte di un progetto ben preciso: così l’andamento e la stesura dei testi seguono naturalmente l’evolversi armonico della canzone; l’ottimizzazione del pezzo si basa sul desiderio di dare all’ascoltatore l’impressione di provare ciò che noi stessi proviamo quando eseguiamo il brano; l’artwork e lo sviluppo del booklet predispongono in maniera favorevole ad un buon ascolto, introducendo già dall’immagine di copertina e dalla disposizione dei testi la natura della nostra proposta… tutto ciò non vuole ovviamente dire che siamo riusciti a colpire in pieno l’obiettivo, questo non sta a noi deciderlo, ma esclusivamente a chi ascolta la nostra proposta musicale con spirito critico e senza paraocchi.

Per passare dall’underground ad un giro più professionista bastano impegno e talento secondo voi o ci vogliono anche fortuna e agganci giusti?

[Luca] Certamente emergere ed affermarsi oggi è molto più difficile che in passato. Secondo noi oggi avere solo talento e impegno non basta, occorre anche la voglia di imporsi, la cocciutaggine di sapersi proporre, il coraggio di non arrendersi alla prima porta che ti viene sbattuta in faccia. Per quanto riguarda gli agganci beh, non lo scopriamo certo oggi che aiutano e non poco, e d’altra parte non funziona così soltanto nella musica, ma fortunatamente non per tutti è così e spesso, anche se non sempre, gli sforzi vengono premiati.

E’ evidente nella vostra musica l’influenza del Death melodico svedese. Credete che sia una scena destinata a durare o concordate con chi afferma che si stia già esaurendo?

[Luca] La musica, così come qualsiasi altra cosa esistente, vive di cicli. Appare ovvio come ci siano momenti in cui un genere “tira” più di un altro, basti pensare all’ondata Black Metal di 2 – 3 anni fa, o a quella Power in tempi più recenti. Anche il Death melodico ha avuto il suo periodo di fulgore, e se da un lato ciò ha permesso al genere stesso di progredire, dall’altro lato ha creato un sovrappopolamento di bands tutte uguali, cosa che OVVIAMENTE succede quando si cerca di sfruttare un filone fino in fondo. Il risultato è quello che delle centinaia di bands uscite in quel periodo, solo una piccolissima parte è riuscita ad arrivare al secondo album, mentre tutte le altre sono cadute nel dimenticatoio. Non credo sia un genere finito, nessun genere finisce quando svanisce l’hype attorno ad esso… soltanto che attira meno l’attenzione e cattura meno l’interesse del pubblico “mainstream” (se di mainstream si può dire del popolo metal…). Gli affezionati del genere continuano sempre a seguire le nuove uscite, anche se ammetto che in questo periodo lo swedish death è in una fase di stanca.

Quali sono i gruppi a cui vi ispirate e quelli che per gusto vostro ascoltate più spesso?

[Luca] In generale siamo tutti molto open minded riguardo alla musica che ascoltiamo. Certo, anche noi abbiamo i nostri “intoccabili” quali Dream Theater, i primi Dark Tranquillity, Arch Enemy e Death, ma in generale prediligiamo l’ascolto di musica che riesca a comunicarci qualcosa, a trasmetterci sentimenti, non importa che sia metal o qualsiasi altro genere. Sui nostri scaffali puoi trovare di tutto: i Rush, Ayreon, gli Slayer, i Manic Street Preachers, i Deep Purple, i Testament… insomma, non ci facciamo mancare niente!

Suonate spesso dal vivo? Quanta importanza date alle esibizioni dal vivo?

[Luca] Sebbene ognuno di noi vanti una buona esperienza in sede live con le nostre precedenti bands, abbiamo avuto pochissime occasioni di suonare dal vivo come Breed Machine, vuoi per la mancanza di posti dove suonare qui in Sicilia, vuoi per l’impossibilità avuta fino a poco tempo fa di avere una formazione al completo. Adesso siamo pronti ad esibirci in sede live, il problema è: dove? qui già chi suona del semplice rock ha difficoltà ad esibirsi, figuriamoci una death metal band! Dal vivo noi cerchiamo soprattutto di offrire una buona prestazione piuttosto che uno show fatto di headbanging furioso… certo, non stiamo impalati sul palco come delle mummie, ma ci piace che la nostra prestazione sia quanto più possibile buona dal punto di vista strumentale.

[Liborio] Suonare dal vivo è una cosa fondamentale perché è proprio sul palco che si mettono a nudo le qualità e i difetti di una band. Da quante bands siamo restati delusi quando abbiamo ascoltato o visto un loro live scadente, e quante invece abbiamo apprezzato in maniera particolare quando abbiamo visto che dal vivo sono come da CD???

Ora l’immancabile domanda: cosa ne pensate della scena italiana? E quali sono i gruppi che ritenete più significativi?

[Luca] La scena italiana in questi anni è cresciuta moltissimo e si è finalmente riuscita a ritagliare uno spazio decente nel panorama mondiale. Fino a tre – quattro anni fa la situazione era veramente tragica, ma poi anche grazie al traino di alcune bands il mondo della musica si è accorto della crescita delle bands italiane, e così oggi anche il nostro paese può vantare gruppi di un certo spessore. Certo, a tutt’oggi il pubblico italiano è ancora molto esterofilo, ma fortunatamente il livello qualitativo della scena attuale italiana ci consente di essere orgogliosi di quanto riusciamo a proporre. Certo, manca ancora il grandissimo nome, ma ci arriveremo…

[Liborio] Aggiungerei anche che il pubblico italiano tende ancora a considerare una band estera sempre migliore di una italiana (figuriamoci poi se si parla di underground….) quando invece nelle altre nazioni si tende a sostenere in qualche modo le proprie bands. Anche per quanto riguarda produttori e case discografiche è la stessa cosa, e un gruppo italiano non può far altro che provare a cercare i propri contatti altrove. Bisognerebbe prima badare alla qualità musicale, e solo dopo vedere se quella band è americana o di una città vicina alla nostra.

Vi ringrazio a nome mio e di www.truemetal.it e ti affido la conclusione.

[Luca] Grazie a voi, e grazie a coloro i quali stanno credendo nella nostra proposta… è anche per merito vostro che noi Breed Machine continuiamo a credere in quello che facciamo.