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Brother Firetribe (Pekka Ansio Henio)

Di Fabio Vellata - 9 Maggio 2014 - 0:01
Brother Firetribe (Pekka Ansio Henio)

Dopo averli scoperti otto anni fa ed essere rimasti folgorati dalla loro musica, il poter intervistare il loro frontman è quasi come coronare un sogno.

I Brother Firetribe, un nome tra i più significativi della rinnovata scena melodica nord europea, sono da pochissimo rientrati in azione dopo una lunga assenza con “Diamond In The Firepit”, nuovo album che non fa che confermare le altissime qualità del gruppo finlandese. Pekka Ansio Henio è stato il nostro interlocutore in questa breve intervista, utile nel ricevere buone rassicurazioni sulle future attività della band e su come, dopo tutto, con un sorriso ed un po’ d’allegria la vita possa apparire migliore.

A noi interessa molto più essere affini ai valori dell’allegria e dell’intrattenimento, pure se i testi, qualche volta, possono comunque riguardare la tristezza di una relazione tra un uomo ed una donna che s’interrompe. Un momento nel quale molte persone possono spesso ritrovarsi.
Ma la musica, anche in questo caso, deve avere la carica giusta per poter risollevare il morale…

(Pekka Ansio Henio)

Intervista a cura di Fabio Vellata

Prima di ogni altra cosa voglio porgerti il mio più caloroso benvenuto su Truemetal. Sono davvero lieto di poterti intervistare: anche il vostro nuovo cd si è rivelato un ottimo lavoro.
Parlamene un po’, raccontando com’è nato…

Ma davvero molte grazie!
Abbiamo fatto grosso modo tutto come al solito, mixato e masterizzato nello stesso studio di sempre, eccezion fatta per la batteria. Kalle ha messo su uno studio privato nel periodo di break della band, così questa volta ci è venuto comodo incidere le tracce della batteria direttamente lì.
Emppu ha usato la sua sala di registrazione per tutte le parti di chitarra, mentre i cori li abbiamo incisi nello studio di Torsti Spoof, in una gigantesca sessione di prove nella quale ci siamo divertiti alla follia.
Pezzetto per pezzetto, ci siamo concentrati nel tentativo di costruire un album dei Brother Firetribe quanto possibile solido e convincente!

In effetti, la prima cosa che ha catturato la mia attenzione quando ho letto il foglio di accompagnamento del vostro nuovo cd è stata questa frase: “i melodic rock heroes Brother Firetribe a quanto pare hanno trascorso gli ultimi anni in mezzo alle fiamme, perché ora sono tornati con un bel po’ di bei pezzi scintillanti”. Cos’è successo in realtà negli ultimi quattro – cinque anni, e come mai un’attesa così lunga per un nuovo album?

Guarda, in realtà non avevamo nessuna intenzione di stare fermi per così tanto tempo. Eppure il tempo è volato e la vita scorre, a quanto pare!
Io e Tomppa ci siamo incontrati di tanto in tanto per scrivere qualche pezzo, ma il procedimento era davvero molto lento, tanto che non ci preoccupavamo di avere una data precisa. Ci siamo un po’ svegliati quando ci siamo accorti che la metà del disco era stata scritta: a quel punto abbiamo inteso che era arrivato il momento di serrare i tempi e lavorare sul serio ad un nuovo cd.
Dopo aver deciso, ogni passo compiuto ha comunque richiesto il suo periodo di gestazione, proprio perché non volevamo lasciare nulla al caso. Avevamo realizzato due grandi dischi in passato e volevamo che anche questo non fosse da meno.

Tutti brani quindi, gestiti in un lasso di tempo piuttosto lungo…

Tutti scritti tra il 2008 ed il 2013. Le prime canzoni le abbiamo concepite appena dopo l’uscita di “Heart Full Of Fire”, mentre le ultime sono frutto della parte finale del 2013.
Anche in questo caso, il processo è stato sempre lo stesso, con me Tomppa a lanciare le idee di base e gli altri pronti ad aggiungere qualcosa con i loro strumenti. Poi arrangiamo tutto insieme.
E questo è, in poche parole, il modo in cui prendono forma i nostri pezzi…

Senti, me la concedi una domanda sciocca? Ma come vi è venuto in mente un moniker bizzarro come “Brother Firetribe”?

È nato tutto per scherzo. All’inizio non avevamo un nome per la band…utilizzavamo per gioco il termine “tennis pesante” (?) per definire scherzosamente il genere che suonavamo alle persone che ce lo chiedevano con insistenza.
Poi un giorno un nostro caro amico, per qualche stramba ragione, ha deciso di tradurre il nome di un noto giocatore di tennis finlandese – Veli Paloheimo – in inglese…e voilà, ecco che avevamo trovato il nome per la band!
Non credo sia necessario sottolineare che quel nostro amico era ubriaco da non riuscire quasi più a capire nulla quando ha avuto questa trovata…
Ma ci ha colpiti e ci è piaciuto al punto da tenerlo come nome per il gruppo!

Questo vostro spirito cameratesco, divertito e ricco di energia, devo dire che si riverbera anche nelle vostre canzoni sin dal vostro primo cd.
Come siete venuti in contatto tu e gli altri membri della band?

Io e Tomppa ci conosciamo da una vita, dai tempi delle superiori, ed abbiamo suonato nelle stesse band per almeno dieci anni.
Sapevamo che Jason suonava nello stesso circuito di band ed era già una mia vecchia conoscenza: abbiamo fatto il servizio militare insieme. Emppu invece, si è trasferito nella nostra città: non c’è voluto molto per fare la sua conoscenza attraverso la scena comunque piuttosto circoscritta del posto.
Kalle è quello che è arrivato per ultimo, entrando a far parte della band solo durante le recording session del primo cd, dopo averci dato una mano con qualche arrangiamento per la preproduzione del disco…

E da lì, la line up è sempre rimasta immutata nel tempo. Un fatto piuttosto singolare, nessun cambiamento di formazione, ne di etichetta, sin dagli esordi.
Praticamente come una tribù o una famiglia, insomma…

Ecco esatto, ci hai preso, questa è davvero una specie di famiglia.
C’è un’alchimia rara all’interno del gruppo che è semplicemente unica. Uno dei motivi può essere che non ci frequentiamo in modo ossessivo, o lavoriamo insieme spessissimo. Ma quando lo facciamo, il clima è sempre dei migliori. Aiuta poi tanto il fatto che insieme riusciamo sempre a procurarci tonnellate di divertimento puro!

Ok che non lavorate insieme troppo spesso, ma ora si tratta di attendere altri sei o sette anni per un nuovo cd?

Hummm…non posso fare promesse, ma, in effetti, sei anni tra un disco e l’altro è assolutamente ridicolo, lo riconosco!
In questo senso, non c’è assolutamente pericolo che noi si lasci ancora trascorrere così tanto tempo come questa volta…questa è una band che ci sta dando tante soddisfazioni e con cui ci stiamo divertendo un mondo per pensare di metterla da parte…quindi sentirete parlare ancora di noi piuttosto spesso in futuro…mi spiace!

Ascoltando i vostri dischi poi, è impossibile non notare il vostro strettissimo legame con gli anni ottanta…quanto è importante per te e per voi quel periodo musicale specifico?
 
Beh sì, è ovvio e ben evidente da dove arrvano le nostre influenze. Siamo cresciuti tutti in quegli anni ed abbiamo iniziato ad addentrarci nella musica come ascoltatori in quell’epoca, ricercando ed apprezzando tutto quello che i gruppi del periodo proponevano.
Quindi è naturale: quando scriviamo una canzone, lo stile che ci si riflette viene spontaneo, senza nemmeno pensarci. E succede ogni volta che abbiamo la possibilità di fare musica…

Non credo ti possa offendere se cito Europe, Treat, Van Halen, Danger Danger, Signal, Survivor e Bon Jovi tra i maggiori ispiratori, dico bene? Oppure ho dimenticato qualcuno?

In effetti tutti i nomi che hai citato hanno avuto un grande impatto su di me, senza dubbio. Non posso forse parlare per il resto del gruppo, ma sono certo che anche loro abbiano ascoltato molte di queste band ad un certo momento della loro vita.
E poi, se posso, sono davvero contento che tu abbia menzionato i Signal…non sai quanto li adoro!
Come Marcie Free, del resto…
Fondamentalmente, potresti aggiungere ogni grande nome di quell’epoca e di quel genere…lo troveresti comunque, qua e la…

Uno spirito ottantiano e frizzante che si riflette da sempre anche nei testi delle vostre canzoni, solitamente ricche di buone vibrazioni e feeling piacevole. Certo è che, in un momento storico come questo, è una scelta tutto sommato singolare…da dove arriva questa vostra volontà nell’apparire così rilassati e positivi?

Ho idea che in fondo dipenda da ognuno l’essere positivo nei confronti della vita in generale.
Di certo non siamo intenzionati a cambiare il mondo con la nostra musica, non siamo politicizzati ne cerchiamo particolari messaggi.
Vedo e leggo di cose terrificanti e sgradevoli sui giornali e nelle notizie, dalla mattina alla sera e sono sempre stato convinto nel non voler mai portare queste sensazioni anche all’interno dei brani che componiamo.
Ci sono band che lo fanno, e siano le benvenute, il mondo ha bisogno di loro…
Ma questo non fa per noi,,,
A noi interessa molto più essere affini ai valori dell’allegria e dell’intrattenimento, pure se i testi, qualche volta, possono comunque riguardare la tristezza di una relazione tra un uomo ed una donna che s’interrompe. Un momento nel quale molte persone possono spesso ritrovarsi.
Ma la musica, anche in questo caso, deve avere la carica giusta per poter risollevare il morale…

Sinceramente, non avete mai pensato di imbarcarvi per un tour in compagnia di qualche altra grande melodic band nordica che sta avendo successo ultimamente? Magari gli H.E.A.T?
Sarebbe bello vedervi assieme…

In realtà con gli H.E.A.T ne abbiamo proprio parlato recentemente, l’ultima volta che ci siamo incontrati.
Sarebbe molto bello, è innegabile, ma per ora non ci sono indizi.
Ti dirò comunque che, a questo punto, sarei disposto ad andare in tour con chiunque possa portarmi a suonare davanti ad un pubblico numeroso, anche non necessariamente del nostro stesso genere.
Per esempio, ci siamo divertiti un casino in giro per l’Europa con i Pain, che con noi non c’entrano proprio nulla…ma santissimo cielo, quanto è stato divertente!

Insomma, per concludere, possiamo dire che I Brother Firetribe sono ora finalmente una band a tutti gli effetti? O dobbiamo sempre considerarlo come un divertente side project di alcuni grandi musicisti finlandesi?

Ma questa è sempre stata una vera band, mai un semplice progetto o simili…
Il fatto è che siamo nati in determinate circostanze e dobbiamo farci i conti ancora adesso…però sono aspetti e particolari che tutti noi comprendiamo. È da sempre così e non ci facciamo problemi.
Certo, abbiamo un po’ di limitazioni sul “quanto” lavoriamo insieme come “gruppo”, ma tant’è…

Beh Pekka, avrei un sacco di domande che potrei farti ma rischierei di andare troppo in là con il tempo..spero di vedervi dal vivo prima o poi!

Fabio, grazie a te per l’opportunità che mi hai concesso, ci ho tenuto molto!
E grazie a te e a chiunque ha seguito la band in questi anni: mi auguro che il nuovo disco valga l’attesa. E grazie anche per la tua pazienza. Promesso: la prossima volta non ci metteremo sei anni!

Fabio Vellata

 

Discografia Brother Firetribe:

·    False Metal (2006, Spinefarm Records)
·    Heart Full Of Fire (2008, Spinefram Records)
·    Diamond In The Firepit (2014, Spinefarm Records)

Sito ufficiale Brother Firetribe

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