Heavy

Burning Black (Massimo “Max” De Nardi)

Di Stefano Ricetti - 12 Ottobre 2015 - 12:30
Burning Black (Massimo “Max” De Nardi)

Intervista a Massimo “Max” De Nardi, cantante e fondatore dei Burning Black, combo trevigiano nato nel 2003 che a oggi annovera tre full length in bacheca. 

Buona lettura

Steven Rich  

 

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Cosa significa, per voi, l’heavy metal?

Heavy Metal…Inteso come metallo pesante? Beh, è qualcosa di malvagio e da evitare come la peste. Pericoloso soprattutto per i bambini e odiato da tutte le mamme e da tutti i papà. Il metallaro medio di solito “mangia la droga” e scippa le vecchiette. Bandito in alcuni stati membri dell’OCSE, il metallo pesante è contagioso come l’influenza aviaria e si può trasmettere per via sessuale. Ad oggi non esiste rimedio e io sono molto preoccupato per il futuro del mondo e vivo nella speranza che questo problema venga debellato. Questo sarà spunto per un nuovo film Post Apocalittico, dove i ricchi vivranno nei grattaceli delle città e i metallari nelle periferie malfamate; il capo di questi ultimi, il potentissimo Steven Rich, “rompendo la legge” a suon di “palle al muro” guiderà il suo popolo verso la libertà e sarò l’inizio di una nuova alba.

 

Spiega la nascita e l’origine dei Burning Black.

I Burning Black nascono nel lontano dicembre del 2003, con l’intento di creare una band con un sound che richiamava i Judas Priest e gli Accept, che erano e lo sono tutt’ora tra le band di riferimento per noi. Ci si trovava spesso per guardare i DVD dei Judas, dei Saxon, degli Accept, dei Twisted Sister, insomma ci nutrivamo di tutto quello che era dannatamente figo! Che ricordi…

 

Da dove deriva la scelta del nome?

Cercavamo un nome di impatto, ho sempre ascoltato tantissima musica, tantissimo Heavy Metal, ma non solo. Nello stereo passavano con la stessa facilità Megadeth, Machine Head, Helloween, Stratovarius, per dire. Molto probabilmente stavo ascoltando “The Burning Red” dei Machine Head, con una lieve modifica diventò “Burning Black”. Agli altri andò bene… anche perché non ci furono proposte alternative, ed eccoci qua.

Quali le influenze?

Siamo partiti ascoltando Judas e Accept, poi abbiamo messo dentro qualcosa dei Megadeth, poi qualcosa di power anni 90 alla Primal Fear. Un po’ di tutto. Diciamo che suonavamo quello che ci veniva dal cuore.

In che percentuale sono presenti i Crimson Glory e i primi Queensryche all’interno della proposta Burning Black?

Sono sempre stato e lo sono tutt’ora fan dei Crimson Glory. Il debutto è qualcosa di stratosferico e Midnight poi era un cantante da brividi. Preferisco di più i Crimson che i Queensryche anche se devo dire che anche loro con Operation Mindcrime, Rage For Order ed Empire hanno scritto qualcosa di incredibile. Ma del filone americano ho apprezzato anche molto i Jag Panzer. L’US Metal fa quindi parte del mio background musicale, quindi è logico che emerga dal sound della band.

Come mai sono intercorsi cinque anni fra MechanicHell e Remission of Sin?

Abbiamo fatto cose! Un tour con i Lordi, cambi importanti di line-up e scritto Remission of Sin. In tutta onestà mi sembrava un periodo molto confuso per la scena metal. Infatti tanti festival sono saltati, tante band si sono sciolte e tante etichette hanno chiuso. Il periodo che va dal 2011 al 2013 lo ritengo tutt’ora un biennio non molto positivo per questo genere. Abbiamo preferito attendere, non volevamo fare il passo sbagliato e penso che questa sia stata una mossa corretta.

Qual è l’obiettivo, metallicamente parlando, dei Burning Black?

Sai, se guardo quali gruppi ci sono oggi e che vanno per la maggiore, noto che sono formati da eccelsi musicisti, ma dal vivo non riescono più a creare quella magia che avevano le band negli anni 80. I concerti sono meno “eleganti”, meno epici, le band si vestono tutte uguali (acquistano su EMP i vestiari per i concerti). Il nostro obbiettivo è quello di riportare la grandezza dell’Heavy Metal degli anni passati, riproponendolo ovviamente con una certa attitudine, e cercando di offrire al pubblico quello che va fuori dagli schemi e che non si aspetta. Hai visto il nostro concerto alla Festa Bikers di Cologno al Serio e avevamo la batteria a due metri di altezza e noi uscivamo da sotto la pedana. Non è una cosa che si vede molto in giro.

Quale la genesi di un “pezzone” come Flag of Rock?

“Flag of Rock” è un pezzo che ho scritto molto tempo fa e che avevo pensato di mettere su MechanicHell. A pre-produzioni ultimate non ci sembrava ancora pronto per essere pubblicato e abbiamo deciso di aspettare. E’ stato messo su “Remission of Sin”, i riscontri sono stati positivi tanto è vero che stiamo lavorando per fare una nuova versione risuonata con la nuova line-up ed un nuovo videoclip ancora più epico. E’ comunque una canzone scritta in modalità “buona la prima”. E’ nato prima il ritornello a livello di linea vocale e poi ho sviluppato tutto il resto. 

 

BURNING BLACK REMISSION

Remission of Sin, l’ultimo album dei Burning Black uscito l’anno scorso per l’etichetta tedesca Limb Music

 

La tua definizione degli album dei Burning Black, sinora (uno a uno):

Prisoners of Steel (2008) – “Albumone”, grezzo, diretto, registrato molto in velocità (non eravamo ancora delle rockstar con i soldi che svolazzavano via dai finestrini delle Corvette). Mi capita di ascoltarlo spesso e devo dire che a distanza di anni resta un disco genuino. La nostra unica sfortuna è stata quella di averlo pubblicato con una label italiana il che ha portato ad avere poca visibilità all’estero. Molto probabilmente le stesse canzoni prodotte seriamente e firmate da artisti tedeschi più conosciuti di noi, avrebbero ottenuto tantissimi consensi e quasi sicuramente la possibilità di essere pubblicati da qualche grossa label straniera.

MechanicHell (2009) – Ovvero il disco che ci ha fatto mettere la testa fuori dal letame che ci circondava. Ha al suo interno pezzi come Purgatory Child, Secrets to Hide che hanno spopolato negli States (nomination ai Grammy Music & Media Awards di Los Angeles come best metal song e l’inserimento del brano nel videogame Rock Band) poi Our Sentence, Hero Of The Century e la title track sono delle mazzate sui denti. Ci sono le tastiere di Alessio Lucatti dei Vision Divine che ci hanno arricchito il sound, il risultato finale è stato davvero molto apprezzato.

Remission of Sin (2014) – E’ l’ultimo disco. Almeno la metà dei brani erano già pronti durante il tour europeo di MechanicHell in compagnia dei Lordi. E’ forse il disco più eighties che abbiamo. Ci sono pezzi che potevano finire in Blackout o in Screaming For Vengeance (ma al tempo non ero ancora nato). E’ un lavoro molto personale, dove per la prima volta mi sono trovato a scrivere i brani con Eric Antonello ed eravamo entrambi molto al centro dell’attenzione. Ne è uscito un gran disco e ne siamo molto fieri.     

 

BB Live 2

Burning Black live

 

Come è nato il vostro approccio con Limb Music e prima ancora con Sweet Poison Records?

Siamo stati “raccomandati” a Mr. Limb direttamente da Nick Savio, il produttore di MechanicHell. E’ stato un passo importante perché Limb Music è un’etichetta importante e siamo in ottimi rapporti con lui. I tedeschi nell’Heavy Metal sono sempre un passo in avanti.

La Sweet Poison Records mi era stata presentata da un conoscente che bazzicava per l’etichetta. A dire il vero era stata l’unica a farci una proposta musicale abbastanza seria. E’ stato il primo passo di un percorso importante.

Quali le differenze riscontrate, al livello di esperienza personale, fra una label italiana e una straniera?

In Tedeschia tutto gira diversamente, ed è un discorso di cultura. Ci sono i festival, ci sono i locali, c’è il pubblico. Qui è tutto più complesso. Ripeto, è un discorso di cultura.

Com’è la situazione HM a Treviso e dintorni? Locali, concerti, metallari, supporto…  

Treviso? Ci sono tante band, la maggior parte di queste sono patetiche e hanno problemi di buongusto musicale. Altre sono valide ma non credono nei propri mezzi e il fattore “sputare sangue” non fa parte del loro DNA. Non esiste una scena per la quale ci sia la possibilità di organizzare qualcosa, quindi non posso parlare bene di Treviso e dintorni per quanto riguarda la musica del diavolo.

Ci sono band che hanno un look denim&leather&spike che puzza palesemente di atteggiamento e altre che viceversa pare che l’abbiano direttamente cucito sulla pelle per tutta la vita… avanti tu…

E’ una gran bella domanda. Dipende sempre da quanto uno è convinto di quello che fa e da quanto ci crede. D’altronde questo è un genere che non ti porta più a vivere sotto i riflettori, soprattutto in Italia. Negli anni ‘80 negli States c’erano i Motley Crue, mentre in Italia a fare la voce grossa c’erano i Ricchi e Poveri. Questo fa capire ancora di più che i componenti delle band che suonano questo genere stanno portando avanti una proposta musicale complessa e, se uno decide di farla, o è un tifoso dell’Inter (quindi è predisposto alla sofferenza eterna) o è uno che ci crede veramente.

 

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Tuoi pensieri e parole su:

Judas Priest – I numeri uno in assoluto. Da sempre i migliori. Il mio gruppo preferito.

Exciter – Grandissima band che ascolto sempre volentieri. E’ quel tipo di heavy metal sparato a mille e che ti entra come un pugno nello stomaco. Heavy Metal Maniac!  Hanno preso il nome da una song dei Priest.

Saxon – Dei veri Signori del genere. Hanno saputo farsi apprezzare anche con gli ultimi lavori e questo rende loro onore.

Running Wild – A differenza dei Saxon, hanno perso la loro magia negli anni, ma si tratta di una delle grandi band tedesche, cazzute e originali nella loro proposta. Hanno preso il nome da una song dei Priest.

Tyrant (quelli americani) – Speed/Thrash da paura. Non sono tra i miei ascolti quotidiani, ma sono la truezza fatta band. Come gli Anvil una band senza compromessi. Hanno preso il nome da una song dei Priest.

Accept – Io impazzisco per loro. Per me sono i numeri due dopo i Priest! Suonavano da paura e scrivevano pezzi da paura. Il bello che lo fanno ancora oggi. Mi piacciono tutti i loro dischi, sia con UDO, con Reece che con Tornillo.

Alice Cooper – Eh eh…si cambia un po’ genere, ma a me piace. Poi gli show di Alice sono incredibili. C’è sempre da imparare dal maestro. Ha saputo vendersi con classe!

Crimson Glory – Non classificabili. Conosco ogni loro canzone, ogni parola, ogni nota…una band che avrebbe meritato più fortuna. Hanno scritto davvero delle canzoni immense e poi Midnight è il miglior cantante che io abbia mai sentito. Un dono della natura.

Queensryche – Potenti ed eleganti. Band fondamentale. Geoff Tate un cantante impressionante, anche se il nuovo Todd La Torre non è da meno.

 

BB Live 1

 

 

HM italiano, di ieri di oggi e di domani: tuoi pensieri e parole a riguardo

Ho visto molte operazioni revival delle band del passato, organizzate dalle band stesse, dalle etichette e della stampa. Gruppi che rispetto ovviamente moltissimo e che nel periodo “myspace” hanno avuto una seconda vita. Band italiane degli anni ottanta e che ahimè sono state vittime due volte della nazione in cui si sono formate. Penso invece che la scena italiana di oggi stia davvero proponendo qualcosa di valido e che può competere con l’estero. Ci siamo noi come unico esponente dell’Heavy Metal Old School, ma ci sono band che suonano più moderno, come i Destrage, i Nero Di Marte, Fleshgod Apocalypse (giusto per citarne alcune) che stanno lavorando bene e che, come già insegnato da band quali Lacuna Coil e Rhapsody, cercano di uscire dai confini italiani per ottenere quello che meritano.

Avete contatti con le altre band della zona e più in generale con quelle del Veneto?

Abbiamo ottimi rapporti con gli Ashent che sono una delle migliori Prog Band in circolazione, poi capita di sentire Tony dei White Skull, Nick degli Hollow Haze. Se andiamo un po’ fuori dal Veneto, il ns ex bassista AJ suona ora con gli Elvenking che sono Friulani…quindi il mondo è piccolo. 

 

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Stessa domanda di prima per band italiane.

Death SS –  Band incredibile e che ha saputo evolversi in modo intelligente. Bravi

White Skull – Ho letteralmente divorato Public Glory e Tales! I più bei dischi Metal Italiani!! Grande band Live. Tony Mad è mio padre!

Domine –  Domine = Morby dal mio punto di vista. Band con un gran cantante e un gran batterista e che dal vivo spacca. Poi hanno scritto delle canzoni davvero molto belle. Tra le mie band italiane preferite senz’ombra di dubbio. Visti almeno 10 volte!

Crying Steel – Abbiamo suonato assieme diversi anni fa. Avevano appena fatto la reunion. Se fossero stati inglesi e non felsinei avrebbero sicuramente vissuto vite diverse. Hanno scritto ottime songs.

Great Master – Ammetto… non conosco la band.

 

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Prossimi vostri concerti?  

Dovremmo suonare a breve con i Grim Reaper (un’altra band storica) e stiamo pianificando delle date, ma in Italia è difficile. Onestamente stiamo vagliano alcune proposte per suonare all’estero, ma al momento non possiamo ancora confermare niente.

Cosa pensate della stampa specializzata italiana su carta? E su Web?

Ho sempre letto moltissime riviste. Metal Hammer, Flash, Metal Maniac e Rock Hard. Addirittura Grind Zone e Power Zone per un certo periodo. Magia pura! Secondo me legavano di più i metallari tra loro. Adesso con le webzine molto è andato perso e non è stato ancora trovato il modo per creare quella stessa magia con gli attuali mezzi di informazione. Sono rimasto comunque affezionato alle riviste, anche se quotidianamente consulto le webzine con lo scopo di essere aggiornato costantemente.

Onestamente, che valutazione dai alla vostra carriera musicale, sinora? Rimpianti? Delusioni? Quali invece le massime soddisfazioni raggiunte?

Abbiamo più o meno raccolto quello che abbiamo seminato. Siamo stati poco furbi in passato a non sviluppare certi aspetti importanti che una band che fa questo genere deve tenere in considerazione (look, scenografie, ecc). Adesso siamo un po’ più navigati e lavoriamo in modo diverso. Abbiamo in ogni caso, e penso come tutte le band che hanno pubblicato dischi e fatto tour, avuto le nostre soddisfazioni, ma anche qualche carico di merda ci ha investito in pieno. La forza sta nell’andare avanti e non abbassare mai il tiro.

Massimo, un tuo pensiero per i seguenti cantanti e quanto hai preso – o non hai preso – da ognuno di loro.

Rob Halford – Ha praticamente insegnato a cantare a tutti. Non il più tecnico, ma sicuramente il più completo e personale. Poi se uno si chiede qual è stato il migliore cantante degli anni ‘70, degli anni ‘80, degli anni ‘90, del 2000 e dal 2010 in poi… beh la risposta è solo una.

Steve Sylvester – Da cantante non l’ho mai considerato come punto di riferimento. Ne avevo altri. Ciò non toglie che ha doti vocali non comuni ma soprattutto è uno showman come pochi al mondo.

David DeFeis – Cantante e compositore incredibile. Adoro i Virgin Steele e gran parte della bellezza di questa band è dovuta al calore e all’interpretazione che DeFeis riesce a donare alle canzoni.

Biff Byford – Ha ammesso di non aver mai preso mezza lezione di canto… ma sono 170 anni che canta e la sua voce è rimasta bellissima (un po’ come Ronnie Atkins dei Pretty Maids!). Mi piace

Midnight –  E’ colui che ha alzato l’asticella e molto probabilmente nessuno sarà in grado di raggiungerla. Interpretazione ed estensione infinite. Un marziano!

 

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Prisoners of Steel, il primo album dei Burning Black, 2008

 

Mosse future in casa Burning Black?

Continuare la promozione di Remission of Sin, pubblicare un nuovo videoclip (attualmente in fase di montaggio) e girare un nuovo video per Flag of Rock. Andare in tour e registrare il quarto disco. Insomma carne al fuoco ne abbiamo, cerchiamo di non bruciare tutto.

Spazio a disposizione per chiudere come vuoi l’intervista.

Un saluto e un ringraziamento a Truemetal.it e a tutto lo staff. Invito i lettori affezionati di Heavy Metal a seguirci e venire ai nostri show. Abbiamo bisogno di voi. Vi divertirete e non potrete fare a meno di noi.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti