Candlemass (Leif Edling)
Il nostro direttore Roberto ‘Keledan’ Buonanno ha incontrato Leif Edling, mente dei Candlemass, band protagonista di una delle reunion più importanti degli ultimi tempi. Ecco il resoconto di quel pomeriggio di primavera…
Ciao… cominciamo l’intervista parlando della produzione del nuovo album.
Ciao Roberto, dunque, quando abbiamo pubblicato il primo disco, non avevamo di certo questa produzione spettacolare; eravamo potenti anche allora ma non eravamo in possesso del supporto tecnico per darne prova effettiva sul disco. La tecnica c’era ma erano i soldi a mancare. Questa volta è tutto diverso, volevamo una buona produzione e l’abbiamo ottenuta!
Penso che il volume della voce di questo e dei dischi passati sia un pochino basso, cosa ne pensi?
Probabilmente non hai tutti i torti, ma non è una cosa fatta di proposito. Sai, talvolta ti ritrovi con la voce registrata bassa, altre volte alta… Tutto sommato sono soddisfatto del relativo suono finale e, d’altra parte, a Messiah andava bene così com’è.
Quando il vostro vocalist, Messiah, ha lasciato la band negli anni novanta non eravate più in amicizia?
Mh no, questa questione riguardava l’intera band ed effettivamente non poteva andare in altro modo; ne avevamo semplicemente piene le palle gli uni degli altri. 7 anni insieme sono molto tempo, tanti tour e tanta frustrazione accumulata. Si, ne avevamo le tasche piene, non c’era nulla di personale tra di noi.
Poi hai suonato per gli Abstrakt Algebra, cosa ricordi di quell’esperienza?
È stato bello. Eravamo amici che suonavano insieme e ottenevamo sempre buoni responsi dalla stampa. È quanto di più progressivo io abbia mai composto anche perché in quel periodo ho scoperto i Dream Theater e ne sono rimasto stupefatto, soprattutto per ciò che concerne i primi 2 album. È stato tutto molto divertente insomma, poi ognuno ha trovato un altro collocamento, chi con Malmsteen e chi con King Diamond…
Probabilmente sto per dire una cosa stupida e sinceramente non so come dirla. Alcune cose dell’album mi ricordano da vicino i Manilla Road e le classiche influenze dei Black Sabbath.
Veramente? Sicuramente il riff della suite “The Devil’s Night” è un riff da Sabbath!
Tu hai suonato anche con gli Excellence, sei stato il primo a creare un nuovo modo di fare del metal qui in Europa, è possibile che ora sia tu a ispirarti ai giovani?
Si, lo faccio senza ombra di dubbio, per esempio mi piace quello che fa Anders degli In Flames e di solito ascolto le novità per stimolo.
Cosa si prova dunque a sentirsi dire da dozzine di altre band che la vostra musica li ha ispirati?
È innegabilmente un gran bel complimento, ma è anche una gran bella cosa avere band che ti ispirano.
Cambiamo discorso, sul nuovo album avete messo soltanto brani di nuova composizione oppure avete inserito qualche traccia tagliata dai dischi passati?
Tutto è nuovo, la prima che abbiamo registrato (Witches) è stata registrata 18 mesi fa ed è la più vecchia del lotto. Ho avuto un periodo di creatività ma non avevo la band, ho continuato piuttosto a scrivere e mi sono detto: “vediamo cosa ne esce fuori”… Ho passato 3 lunghi mesi in questo modo e in questa situazione…
Prendendo in considerazione i testi, sei ispirato dalla religione Cattolica? Sei un fedele Cristiano?
Io odio totalmente la religione e si può trovare questo mio disprezzo su gran parte dei testi.
Allora perché hai scritto liriche come quelle di “Samarithan” in passato?
Ero ingenuo come lo erano i brani stessi. Leggevo molto fantasy, fantascienza e teologia. Col tempo ho realizzato che tutto ciò era una massa di stronzate, oggi sono semplicemente cinico.
In Italia però, molti ritengono che i Candlemass siano una band cristiana!
Oddio… (con tono estremamente angosciato)… ma che cazzo dici?
Beh, penso sia colpa dei giornali…
La gente non ne sa nulla, non siamo mai stati una band cristiana! I simboli esoterici, quelli religiosi e quelli mistici sono nei testi nati e morti come semplice simbolismo.
Sei un credente della Wicca e della cultura stregonesca?
Mh… una volta lo ero, ho letto così tanto sulle fedi differenti e sulla stregoneria… Ma sono tutte stonzate. Oggi la Chiesa non può più spaventare la gente come un tempo, tutti sanno quale sia il mistero circa la vita. (Ma se è un mistero, come fanno a saperlo tutti? Ndg…)
Uno scrittore italiano (Massimo Provigna) afferma che la società non è niente più che un elogio dell’individualismo, edonismo ed egoismo quindi, di fatto, la società è satanista ed è anche ipocrita in quanto indossa la maschera di una buona religione…
Tutto vero, il mondo è pieno di gente che vuole dire agli altri come si deve vivere: odio profondamente questa cosa. Non penso che gli uomini siano “isole”, tutt’altro, penso invece che un uomo forte possa riuscire a fare quello che vuole senza dover per forza di cose seguire ciecamente altre persone. Può oltretutto essere un buon altruista.
Passiamo alla cover art del nuovo album: molto semplice.
Si, è molto semplice e scarna; come se fosse una dichiarazione di intenti…
Avrete scenografie sul palco?
Si si, certamente…
E la tuba nera?
E’ una cosa fatta principalmente per divertimento e che è nata da una nostra performance al matrimonio di un mio amico in quanto vestiti molto elegantemente… Avremo vestiti bianchi e luci nere sul palco; il tutto per ottenerne un contrasto visivo.
E questa locazione che avete sulla copertina?
E’ artistica e minimalista.
(Noterete che dopo il discorso sul cristianesimo il suo è stato più un botta e risposta in quanto innervosito da quell’argomento)
Suonerete diversi festival estivi ed in particolare al Tradate Iron Fest in Italia, come mai l’avete scelto? È nuovo e molto apprezzato.
Noi volevamo suonare in Italia, e la cosa principale è che ogni volta che faccio un disco, gli italiani sono in prima linea: chiamano, scrivono sul forum… Volevamo suonare in passato al Gods Of Metal ma non ci hanno offerto abbastanza soldi nemmeno per coprire le spese del viaggio… Gli organizzatori non ci volevano realmente, quelli del Tradate ci hanno voluto a tutti i costi!
Ti senti un “dinosauro” fuori posto confrontato con le attuali band giovanissime?
No, non mi sento fuori posto almeno ora, nel ’92 mi sentivo in quel modo perché prima di scioglierci non mi divertivo più.
Lemmy dei Motorhead, nella sua biografia, dice che se ti senti vecchio per il metal, vuol dire che lo sei davvero…
Sottoscrivo in pieno!
Una curiosità: Jon Oliva dice che Messiah non si lava mai…
Non più ora, anche se una volta puzzava come una merda! Tutt’ora noi lo chiamiamo “Stinky”… (trad: Puzzone)
(e si chiude in risata totale)
Intervista di Roberto ‘Keledan’ Buonanno