Cannibal Corpse (Paul Mazurkiewicz)
Intervista a cura di Luca Trifilio
In un camerino nel backstage dell’Alpheus trovo ad attendermi Paul Mazurkiewicz, batterista storico dei Cannibal Corpse. Paul è in fase di relax poche ore prima della sua esibizione, e sul suo portatile vedo aperta la home page di Blabbermouth.net. In virtù della sua vena discretamente loquace e di una disponibilità notevole, ne approfitto per chiedere a Paul non solo notizie relative all’ultima fatica discografica targata Cannibal Corpse, ma anche varie curiosità disseminate nel corso della ormai ventennale carriera della band americana. Ecco a voi il resoconto della nostra chiacchierata.
Allora Paul, come sta andando il tour?
Alla grande, sta andando davvero alla grande!
Che ne pensi delle band che vi accompagnano?
Penso siano grandiose. E’ un buon bill, ed è bello far parte di un tour death metal. Come saprai, l’ultima volta che siamo venuti in Europa aprivamo per i Children Of Bodom, mentre è molto diverso prendere parte ad un tour il cui bill è composto esclusivamente da gruppi death. E’ fantastico, grandi opening bands, tantissima gente che viene ai nostri concerti, quindi per il momento siamo davvero molto contenti di come sta andando questo tour.
Sono passati 8 mesi dall’uscita di Evisceration Plague. Che puoi dirmi di questo nuovo disco? Sei ancora soddisfatto di come sia venuto fuori? Perchè sai, un musicista cambia molto spesso la propria opinione riguardo ai propri dischi, incensandoli a dismisura appena pubblicati per poi ridimensionarli a distanza di qualche anno…
Siamo molto contenti di questo nuovo album, penso che abbiamo realizzato il miglior album che potessimo realizzare, in tutti i sensi: songwriting, produzione, e tutto il resto. Certo, non si ottiene mai esattamente ciò che si vorrebbe, c’è sempre quella voglia che ti spinge a dire: “Proverò a fare meglio la prossima volta”, fa proprio parte dell’essere musicisti. Ma penso che non ci sia assolutamente il pericolo di guardare indietro pensando: “Oh mio Dio, questo è sbagliato”, “Questo non doveva essere così”. Questo è quel che so. E’ un gran disco, ne siamo soddisfatti al 100%. E’ il meglio che potevamo fare in quel momento. Proveremo a fare ancora meglio la prossima volta, ma penso che se ci guardiamo alle spalle guardando a questo disco possiamo tranquillamente dire che è un gran disco, che abbiamo fatto un ottimo lavoro e soprattutto abbiamo dato il massimo in ogni aspetto della sua realizzazione. Quindi naturalmente siamo soddisfatti, ed anche il fatto che stia andando bene e che i nostri fans lo stiano comprando e lo stiano apprezzando ci dà ulteriore certezza. Ti ripeto, io personalmente come musicista e noi come band siamo felici di come sono andate le cose, e ne siamo felici anche 8 mesi dopo la release.
Quante canzoni tratte dal nuovo album state suonando in questo tour? E quali?
Stiamo suonando 5 canzoni tratte dal nuovo disco. Stiamo aprendo con Evisceration Plague in questo tour, è una buona opener, e poi suoniamo Priests Of Sodom, Shatter Their Bones, Evidence In The Furnace e Scalding Hail.
In che modo nasce una canzone dei Cannibal Corpse?
Nel corso degli anni, il criterio con cui componiamo musica è cambiato. I primissimi tempi, quando stavamo imparando a suonare i nostri strumenti e stavamo imparando tutto ciò di cui necessitavamo per comporre musica, le canzoni nascevano in virtù di uno sforzo e di un impegno collettivo, con ciascun musicista della band che offriva il proprio contributo per ogni canzone che scrivevamo. Adesso non è più così che funziona, credo che sia più o meno dai tempi di The Bleeding che componiamo ciascuno per conto proprio. Fondamentalmente, il modo in cui le canzoni vengono composte adesso è questo: il compositore, che sia Alex, Robert, io oppure Pat, scrive praticamente la canzone per intero, e questo è il modo il 99% del nostro materiale viene fuori attualmente. Ogni album che abbiamo pubblicato negli ultimi anni contiene tuttavia almeno una canzone scritta da più membri della band. Ad esempio, Scalding Hail, contenuta in Evisceration Plague, è stata scritta da Alex e Rob, infatti quella è una canzone che abbiamo scritto in una maniera simile a come facevamo i primi tempi: uno aveva un paio di riff, un altro ne aveva un altro paio, ci siamo messi a suonare insieme ed abbiamo composto la canzone in maniera piuttosto rapida. Ma questo ormai succede per una o due canzoni per album, ma per la maggioranza il nuovo materiale è scritto da uno solo di noi.
Cosa vi fornisce l’ispirazione per suonare ancora estremi?
E’ quello che abbiamo fatto per tutto questo tempo, amiamo farlo. Abbiamo iniziato a farlo quando eravamo ragazzini, quando abbiamo iniziato ad ascoltare musica e continuiamo ad amare quel che facciamo. L’ispirazione viene dall’amore per questa musica e dalla nostra voglia di andare avanti. Ti ripeto, amiamo questa musica, la amiamo da quando abbiamo iniziato a suonare 21 anni fa. E’ un qualcosa che diventa parte di te, credo.
Come hai appena detto, sono 21 anni che siete attivi sulla scena, e sin dai vostri esordi nei vostri testi avete trattato tematiche splatter/gore. Qual è oggigiorno il vostro rapporto con questo tipo di testi? Rappresentano semplicemente una questione di “immagine” che dovete portare avanti e mantenere, o siete ancora affascinati da quegli argomenti?
Siamo sempre interessati, non lo faremmo se non lo fossimo. Consideriamo il gore molto interessante ed intrigante, e penso che chiunque sia affascinato, in un modo o nell’altro, dalla morte, dall’aldilà, dalle cose sconosciute e che non possiamo spiegare. Probabilmente nel corso degli anni la nostra ispirazione è cambiata. Ovviamente non ci sediamo intorno ad un tavolo ogni giorno pensando a questi argomenti, abbiamo le nostre normali vite quotidiane. Personalmente, quando devo sedermi per comporre una canzone o per ideare il titolo di una canzone, scavo semplicemente in quel che ho nella mia testa, nella mia immaginazione, per tirare fuori tutto ciò che la mia mente ha assorbito negli ultimi 40 anni, ed ovviamente negli ultimi 21 anni durante i quali ho fatto parte dei Cannibal Corpse e sono stato quindi a contatto con determinate tematiche. Comunque come ti dicevo nasce tutto dalla nostra fantasia, e quando arriva una buona idea la mettiamo semplicemente in pratica.
Non credi che l’impatto che i vostri testi hanno sugli ascoltatori e sull’opinione pubblica sia decisamente mutato nel corso degli anni? Voglio dire, oggigiorno siamo quotidianamente bombardati da storie orribili, morte, violenza, mutilazioni…
Si, naturalmente è così, è ovvio. Non c’è dubbio che sia vero ciò che dici. Agli albori del death metal, i ragazzi andavano nei negozi e compravano un album con una copertina come quella di Eaten Back To Life o di Butchered At Birth. Ok, era un grande affare, ma ormai, vent’anni dopo, tutto questo è stato già fatto, quindi non provoca nessuno shock alle persone, perchè la maggior parte della gente ha già visto quelle cose, è cresciuta con quella roba. Ora c’è internet ed esistono tutti questi modi che permettono di ottenere qualsiasi cosa, qualsiasi notizia o informazione si desideri. E’ diventato molto più semplice venire a conoscenza di tutto ciò che accade nel mondo, ed ovviamente ci sono un sacco di cose negative che accadono. E’ la società stessa ad essere cambiata per certi versi rispetto a 20 anni fa, quindi quella roba non è più nuova. Come potrebbe essere così shockante così com’era quand’era nuova? E sai una cosa? Penso che sia una cosa positiva per noi, perchè penso che più persone si stiano interessando alla musica, anche a quella estrema. E non sappiamo cosa potrà accadere tra 40 anni, magari il death metal sarà la nuova musica pop, chi può dirlo? (ride, ndr) Peccato che probabilmente non saremo più qui per vedere quel che accade.
Una domanda cattiva. Dopo tutto questo tempo pensi che i Cannibal Corpse abbiano ancora qualcosa da dire in ambito death coi loro nuovi album? O la pubblicazione di un nuovo disco è semplicemente una scusa per poter andare in tour?
No, facciamo quel che ci piace fare, altrimenti non saremmo più qui. Penso che si senta dal nostro songwriting e dai nostri album, è evidente il fatto che continuiamo a pubblicare materiale al meglio delle nostre possibilità, come fatto anche con l’ultimo Evisceration Plague. Non abbiamo mai fatto uscire album schifosi (in realtà l’espressione è un po’ più colorita, ndr), niente che la gente là fuori possa giudicare terribile. Lavoriamo sempre al massimo delle nostre possibilità, così come ho ti ho detto nella risposta alla domanda che mi hai posto poco fa. Quello che facciamo è esattamente ciò che vogliamo fare, è ciò che vogliamo è diventare migliori e far crescere ulteriormente questa band. La musica non va intesa come un qualcosa per far soldi o come un lavoro. Voglio dire, è grandioso che per noi sia diventato tutto questo, ma la cosa che conta è che suoniamo quel che ci piace, e penso che appaia chiaramente dalle nostre esibizioni dal vivo e dai nostri cd che non stiamo andando avanti semplicemente per inerzia. Siamo qui per dare il massimo, siamo fatti per suonare questo genere di musica.
I nostri lettori vorrebbero sapere qualcosa in più sulla vostra partecipazione ad Ace Ventura: L’Acchiappanimali, film del 1994 con Jim Carrey. Come sono andate di preciso le cose in quell’occasione? Ed è vero che Jim Carrey è un fan dei Cannibal Corpse?
La ragione per cui abbiamo partecipato a quel film è semplice: Jim ha richiesto la nostra presenza, perchè è un appassionato di death metal e voleva che i Cannibal Corpse apparissero nella pellicola. Quando abbiamo ricevuto la proposta ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: “Certo che accettiamo!”, “E’ grandioso!”, “Perchè non farlo?”. All’epoca andavamo già piuttosto forte, ma grazie alla nostra partecipazione a quel film abbiamo avuto la possibilità di essere visti da tantissima gente in ogni parte del mondo, tant’è vero che da quel momento in poi abbiamo guadagnato un sacco di nuovi fan (non a caso, il disco successivo della band, Vile, fu il primo disco nell’intera storia del death metal ad entrare nella classifica Billboard 200, ndr). Quindi si, è vero che Jim è un nostro fan, così com’è vero che si è trattato di un’esperienza fantastica.
Sei un appassionato di film horror?
Non più di tanto a dire il vero, guardo qualcosa ma non sono un patito.
Sorprendente direi, ero già pronto a farti tutta una serie di domande su film e registi horror! Bene, proseguiamo parlando di musica. Personalmente, considero Frantic Disembowelment una delle vostre canzoni più tecniche e difficili mai composte dai Cannibal Corpse. La avete mai suonata dal vivo? Ed in caso di risposta negativa, avete intenzione di proporla on stage prima o poi?
Si, l’abbiamo suonata una o due volte. E’ vero, è una canzone difficile da suonare dal vivo, infatti praticamente non la suoniamo mai, ma come ti ho appena detto ci è capitato di suonarla un paio di volte qualche anno fa. Non so dirti se la suoneremo in futuro, non ne ho idea. Abbiamo un sacco di canzoni tra cui scegliere, come sai ne abbiamo circa 130. Forse un giorno la suoneremo, chi lo sa? E’ difficile da dire con certezza.
Cosa pensi della scena death metal contemporanea? Ci sono nuovi gruppi che ti piacciono?
Si, gli svedesi Aeon. Non sono proprio una band nuovissima, ma li considero fantastici. Il loro album Bleeding The False è incredibile, spazza via tutto. Si, loro sono grandi. Per il resto, non seguo moltissimo la scena odierna, ma questa è una band che mi ha fatto pensare: “Wow, è così che il death metal dovrebbe essere”.
Quale musicista ha cambiato la tua vita? Quello che ti ha fatto pensare: “Questo deve essere il mio futuro”.
Dave Lombardo. Nel 1986 comprai Reign In Blood ed inserii la cassetta nello stereo della mia macchina. Quel momento ha cambiato la mia vita. Ero già un fan degli Slayer ma, amico, quel disco ha cambiato la mia vita, come probabilmente è capitato per parecchie altre persone all’epoca. Quando ascoltai la batteria su quell’album pensai: “E’ incredibile! Questo è il modo in cui voglio suonare la batteria”. Volevo a tutti i costi diventare come Dave Lombardo, è stato lui la mia fonte d’ispirazione.
Qual è la cosa più folle che ti è capitato di vedere in tutti questi anni di attività dal vivo?
Ai nostri concerti ho avuto modo di vedere tantissimi pit selvaggi. Ricordo alcuni concerti in Messico, in particolare la nostra seconda e terza volta a Città Del Messico quando suonammo in una vasta area all’aperto. Be’, quella volta i nostri fan sono letteralmente impazziti, incredibilmente impazziti! Non avevo mai visto un pit così ampio. Durante l’esibizione riuscivo a vedere solo i capelli che si agitavano, era una cosa impressionante e non riesco nemmeno a descrivertela. Avresti dovuto esserci per renderti conto di quanto fossero folli quei ragazzi! Per il resto, di solito non succede nulla di particolarmente pazzesco ai nostri show.
L’ultima domanda: quali sono i 3 album che porteresti con te su un’isola deserta?
Questa è una domanda difficile. Probabilmente Reign In Blood degli Slayer. Oh, è una domanda difficile… (si ferma a riflettere per un po’, ndr). Direi Unleashed In The East dei Judas Priest. Ed infine…Grand Funk, dei Grand Funk Railroad.
E qual è il tuo album preferito dei Cannibal Corpse?
Anche questa è una domanda difficile alla stessa maniera. Ogni album ha per un me un significato o un valore speciale, in un modo o nell’altro. Mi piace un sacco il nostro ultimo album, mi piace Kill, mi piace Eaten Back To Life, che è il nostro primo disco e che quindi assume ancora più valore anche dal punto di vista affettivo. E’ una domanda a cui è difficile rispondere, mi piacciono tutti, ma dovendo proprio scegliere, dico Eaten Back To Life, è il più speciale proprio perchè è il primo.
Luca Trifilio