Vario

Communic (Oddleif Stensland)

Di Fabio Vellata - 2 Giugno 2008 - 0:05
Communic (Oddleif Stensland)

Figli illegittimi dei Nevermore o fulgida realtà dell’heavy nord europeo? Un quesito che i Communic trascinano con loro da qualche anno, sin dall’album d’esordio, “Conspiracy In Mind” datato 2005.
Paragone scomodo e per certi versi opprimente, come desumibile dalle parole del leader e principale compositore Oddleif Stensland, personaggio di grande disponibilità, protagonista di una lunga conversazione telefonica incentrata sul nuovo album “Payment Of Existence”…




Pronto? Ciao, qui è Oddleif!

Ciao Oddleif, sono Fabio di Truemetal! È un piacere sentirti…
Cominciamo subito a parlare del vostro nuovo album?

Naturalmente!

Benissimo. Breve premessa: ho ricevuto il promo proprio oggi ed ho potuto dare solo un ascolto veloce…

Il che è un guaio, te ne sarebbero serviti sicuramente di più!

E quindi direi che sarebbe una cosa buona se fossi tu a parlarmi ed a presentarmi nei dettagli il vostro nuovo cd “Payment Of Existence”…

Ok! “Payment Of Existence” segna il nostro ritorno sulle scene dopo due anni di silenzio.
È bello poter affermare, che avevamo qualche cosa di nuovo e delle buone idee da proporre, elementi che abbiamo trasmesso sulle tracce che compongono il cd. Questa volta abbiamo un pezzo in più in scaletta: otto brani invece dei sette comparsi nei primi due capitoli della nostra carriera. Abbiamo cercato, infatti, di mantenere un approccio leggermente più diretto e concreto, elaborando canzoni un po’ più corte del solito.
È sicuramente un disco più immediato, anche se non mancano situazioni “progressive” di una certa complessità ed episodi che sfiorano i nove minuti di durata; anche il processo compositivo e di stesura è stato maggiormente diretto e mirato. Con questo non intendo certo indicare rivoluzioni o cambiamenti radicali nel nostro modo di proporci: siamo riusciti ormai a creare un “suono” nostro che penso possa essere definito ed identificabile.
Questo aspetto in particolar modo, è inoltre ben evidente anche in una più ricercata armonia delle linee vocali, elemento su cui ho lavorato parecchio e che credo, possa ora finalmente consentirci di evitare continui paragoni con altre e più famose band…

Un velato riferimento ai Nevermore?

Esatto…siamo stati paragonati a loro di continuo sin dalla nostra nascita, ma a dirti il vero, non ne ho mai compresa la ragione…le differenze mi sono sempre sembrate rilevanti…

Ma credi che in fondo, questa similitudine vi abbia aiutato almeno un po’ in passato, per uscire allo scoperto e farvi conoscere?

Non ho idea, sinceramente. Senza dubbio ci ha dato una mano per poter descrivere con una certa precisione, il tipo di musica che suonavamo. Non ci sono molti gruppi in giro in grado di fare cose del genere…insomma, è stato un veicolo promozionale che ci ha consentito di non essere inseriti nel solito calderone heavy metal tradizionale alla Helloween, anche se, alla fine, è stato un po’ fuorviante allo stesso modo. Come ti dicevo, le differenze tra i due gruppi sono sempre state sostanziali – la drammaticità dei nostri pezzi ad esempio è ben più marcata – e non ho mai capito sino in fondo questo assimilare i Communic ed i Nevermore in modo così netto…
Forse l’unica ragione che mi può venire in mente, è il mio stile nel cantare…



Credo proprio di sì Oddleif! Questa potrebbe essere sicuramente una delle ragioni!

Lo so e me ne rendo conto! Ma è il mio stile, la mia voce, le corde vocali che la natura mi ha donato…non posso farci niente!
Voglio dire, se avessi avuto la voce di UDO, probabilmente saremmo stati paragonati agli Accept, ma la mia intonazione è questa…ahahaha!
Pensa che quando ho iniziato, alcuni anni fa, la scelta di cantare mi è stata quasi imposta.
Nel mio primo gruppo, non avevamo un singer ed il resto della band mi disse “beh, tocca a te, devi farlo tu!”. All’inizio, cantavo in modo davvero orribile, ma poi, ho cercato di migliorare, tentando di integrare voce e chitarra al meglio – cosa che, detto per inciso, adoro fare – e sfruttando le mie tonalità in modo naturale.
Insomma, non ho mai cercato di assomigliare a qualcuno: la mia voce è spontanea e non ha nulla di artefatto o impostato, è cresciuta e si è sviluppata proprio in questo modo!
E sta crescendo ancora: lo puoi notare in questo nuovo album. Ho cercato, infatti, di variare ulteriormente la dinamicità, diversificando i toni al massimo per creare qualcosa di nuovo ed un po’ differente dal solito.

Cambiando argomento. Ti confesso che un aspetto che mi ha spesso affascinato dei Communic sono i testi. Idem come sopra, non ne so assolutamente nulla questa volta, quindi mi aspetto qualche ragguaglio direttamente da te!

Certo, no problem! Beh, anzitutto, partiamo con il precisare che non si tratta di un concept album, ogni pezzo ha una ragione d’esistere propria. C’è solo una piccola traccia che lega i brani ed è rappresentata dal colore rosso, che, come puoi vedere, è dominante anche sulla copertina del disco.
L’ispirazione per i testi, questa volta è derivata da un sacco di eventi diversi, primo fra tutti, il fatto di essere diventato padre qualche mese fa, esattamente nel periodo in cui l’album è stato concepito.
L’influenza di quest’avvenimento è stata determinante e mi ha stimolato a scrivere delle lyrics più personali e profonde del solito, molto più radicate nel mio animo.
Contemporaneamente alla nascita del mio primogenito poi, ho subito la perdita di mio nonno. Questo mi ha indotto a pormi tutta una serie di interrogativi sulla vita e l’esistenza in generale…vedendo le persone che ti stanno intorno invecchiare, viene lecito porsi qualche quesito sul significato del nostro percorso. Si nasce, si vive e poi, inevitabilmente, si muore, ed è impossibile non chiedersi cosa ci sia dopo tutto questo…
Molti dei miei nuovi brani, vertono su queste tematiche, così come sul soggetto del “sacrificio”.
Ma il sacrificio inteso come ciò che sei disposto a sacrificare per raggiungere ciò che desideri…
Ognuno di noi ha degli obiettivi nella vita e per ottenerli, è sempre necessario rinunciare, o meglio, sacrificare, qualcosa di più o meno importante.
Questo argomento, si ricollega anche a ciò che vedi rappresentato sulla cover dell’album…

Che era poi la mia prossima domanda…

Eh eh, ti ho preceduto! Come vedi, c’è questa donna, presumibilmente in carriera, ricca e ben vestita, che non si capisce bene se sia viva o morta, seduta in mezzo alle rovine e con al suo fianco una valigia piena di soldi. È un’immagine emblematica. Probabilmente ha fatto di tutto per raggiungere i suoi obiettivi di ricchezza e successo, ma a che prezzo? A cosa ha dovuto rinunciare?
Per la fama e i soldi, probabilmente ha dovuto dimenticare gli affetti e gli amici e tutte quelle piccole cose che contano davvero e fanno la differenza, rendendo la sua vita così come la vedi, un successo in mezzo allo sfacelo e la rovina.
In sostanza, l’argomento principale, sono gli obiettivi che un individuo si pone ed il modo per raggiungerli…mi rendo conto che sono argomenti un po’ complessi, ma, sostanzialmente, queste sono le cose che avevo in testa quando ho concepito “Payment Of Existence”…



Questo tuo modo di filosofeggiare, come ti pone nell’affrontare la vita? Sei ottimista o pessimista nei confronti del futuro?

Per il mio privato, molto ottimista, per tutto il resto, per il mondo in generale…beh, non so proprio cosa dirti…e cerco soprattutto di non pensarci troppo.
Il motivo per cui scrivo canzoni un po’ malinconiche e quasi mai orientate ad aspetti troppo positivi, non è precisamente un riflesso della mia personalità, è solo una questione di ispirazioni. Di certo, non sono il tipico ragazzo depresso che va in giro sempre scuro in volto: in realtà penso di essere un tipo molto solare e felice di ciò che ha!
Tieni presente inoltre, che vivere in Norvegia non è affatto male, sebbene il costo della vita sia molto alto rispetto ad altri posti. Aahahaha!
Con la nascita di mio figlio poi, non posso che vedere le cose in modo ancora più roseo…naturalmente, se guardi un po’ più in la del tuo privato e dai un’occhiata a quello che succede fuori, nel mondo, quest’ottimismo non può far altro che scemare…la situazione, ne converrai con me, non è delle migliori per tanti aspetti…

Tornando al gruppo. Mi dicevi, pochi istanti fa, di quanto sia di tuo gradimento il suonare e cantare contemporaneamente. Questo comporterà di certo qualche problema “on stage”. Avete mai preso in considerazione l’idea di assumere un secondo chitarrista?

Sì sì, è una cosa che abbiamo valutato spesso! Ed abbiamo fatto anche alcuni provini per vedere di trovare la persona adatta ad entrare nella band!
Questo però, è successo principalmente agli inizi della nostra carriera. In effetti, ci sembrava strano comparire con una formazione a tre: tutti i grandi gruppi metal, hanno un line up composta da almeno quattro elementi, con due chitarristi. E così volevamo fare noi!
All’inizio la cosa ci è risultata difficoltosa: riuscire a trovare qualcuno che potesse integrarsi alla perfezione nel nostro sound era difficilissimo. Come ben sai, abbiamo partiture molto aggressive ma, al contempo, anche momenti d’assoluta melodia e trovare qualcuno che potesse conciliare i differenti stili in modo ottimale era davvero un’impresa.
Con il passare del tempo poi, ci siamo però accorti che un’eventuale aggiunta, sarebbe stata fuori luogo.
Il nostro suono ha tutta la potenza che serve ed inoltre, con la presenza di una seconda chitarra, la sezione ritmica, ed il basso in particolare, avrebbero avuto un ruolo di minor rilievo, costringendo Tor ed Erik a mutare il modo di suonare.
Erik soprattutto, con il basso ha uno stile che si avvicina molto a quello di un chitarrista ed è in grado di fornire una grossa dose di dinamismo ai pezzi. L’entrata in line up di un’altra chitarra, avrebbe rischiato di “annegare” il suono del suo strumento, facendo perdere alcune caratteristiche basilari alle notre canzoni.
Inoltre ti confesso che, dopo tutto, preferiamo restare così: più gente c’è in un gruppo e più sono i compromessi cui devi sottostare per accontentare tutti! Ahahaha!!!
Potrai pensare che questo ci dia problemi dal vivo…beh in realtà non è affatto così. Non ci siamo mai sentiti a disagio tanto che, spesso, ci è accaduto di parlare con alcuni fan, dopo i nostri concerti, che si dicevano allibiti dalla potenza che riuscivamo a sprigionare e ci chiedevamo, scherzando, dove stava nascosto e rintanato il secondo chitarrista che suonava con noi!
Insomma, ormai siamo ben abituati in questo modo, non abbiamo difficoltà e ci sembra di non mostrare alcuna carenza con la semplice formazione a tre.
Aggiungi che siamo ad un livello d’affiatamento eccellente e capirai come, dopo un primo periodo in cui si pensava di allargare il gruppo, ora abbiamo definitivamente abbandonato l’idea!
Ti dirò di più. C’è stato un momento in cui abbiamo avuto davvero un secondo chitarrista per qualche concerto, ma la cosa mi faceva sentire parecchio a disagio: sono troppo abituato a suonare ogni nota con la sei corde in prima persona ed il fatto di dividere i compiti con qualcun altro mi metteva parecchio in difficoltà…
E se vuoi sapere un’altra cosa ancora, ad un certo punto pensavamo anche alle tastiere! Cosa che però abbiamo subito abbandonato: la loro presenza rende tutto troppo “carino” e ci fa perdere quell’impatto tipico che ci appartiene. Preferendo lo stile heavy, anche su quest’aspetto ci è sembrato opportuno soprassedere…



Sei stato estremamente esauriente e preciso!
Proprio prendendo spunto dagli esordi a cui facevi riferimento poco fa, una domanda sempre interessante da porre ad una band in crescita è quella relativa ai cambiamenti…
Cos’è cambiato nella vostra vita, da quando i Communic hanno iniziato ad ottenere qualche segnale di successo?

Non granché a dirti il vero. La nostra situazione, soprattutto economica, non ha subito grossi cambiamenti.
Abbiamo tutti un lavoro extra musicale e la nostra quotidianità è rimasta immutata.
Certo, abbiamo molti più impegni di prima, che crescono continuamente al crescere in termini di notorietà del gruppo.
Come potrai immaginare, i tour, le interviste e tutto quanto fa promozione, è divenuto molto più consistente anno dopo anno, così come il tempo che impieghiamo in studio a provare.
In linea di massima, ci sono molti più obblighi adesso di un tempo.
Non siamo certo rock star e penso non lo saremo mai…ci alziamo la mattina per andare a lavorare e suoniamo in sala prove alla sera o di notte…è cambiata solo la quantità degli impegni, ma tutto il resto è rimasto quello di sempre!

Oddleif, volevo ora porti una domanda più personale…so che Arjen Lucassen è uno dei tuoi artisti preferiti, dico bene?

Yeah, assolutamente!

Hai sentito l’ultimo album degli Ayreon? Cosa ne pensi?

È sempre musica di grandissima qualità, fatta davvero bene, anche se il mio preferito resta comunque il suo primo disco, “The Final Experiment”.
Il suo stile è, al solito ben riconoscibile e chiaro sina dalla prima nota…
Mi piacerebbe un sacco poter andare in tour con lui…sarebbe un’accoppiata fantastica non credi?

Beh, penso proprio di sì…non sarebbe affatto male!
Ricollegandoci invece a tutto il discorso filosofico sugli obiettivi da raggiungere di cui mi hai narrato prima, non penserai di cavartela senza dirmi quali sono i tuoi, relativamente ai Communic…?

Sinceramente credo che come band, i nostri obiettivi siano già stati raggiunti. Non chiedevamo altro che poter incidere e diffondere la nostra musica, dando la possibilità a tutte le persone interessate, di ascoltarla. Siamo al terzo album e questi progetti si sono realizzati in pieno.
Allo stesso modo, siamo stati in grado di mettere in pista qualche tour molto buono, che ci ha permesso di toglierci parecchie soddisfazioni.
Sarò franco: se il gruppo dovesse sciogliersi adesso, non avrei comunque rimpianti o recriminazioni…
Questo non vuol dire, naturalmente, che non ho più voglia di continuare, sia ben chiaro!
Non abbiamo mai avuto l’obiettivo di vendere più copie possibili dei nostri dischi. È normale, vogliamo avere molti fan in giro per il mondo, ma i dati di vendita non sono la cosa che ci preme di più…forse per le case discografiche, ma non per noi.
Quando qualcuno mi chiede quali potranno essere gli sviluppi futuri dei Communic, io rispondo sempre che ci basta poter fare la nostra musica senza pressioni, senza seguire in alcun modo i trend e le mode. Nient’altro!
In poche parole, non chiediamo altro che di essere soddisfatti del nostro lavoro e di poter andare in tour, per portare le nostre canzoni direttamente ai fan ed a tutti color che ci apprezzano.
In fin dei conti, facciamo tutto questo solo perché ci piace e per la nostra soddisfazione personale…

Ok, c’è già in programma qualche tour allora?

Non ci sono ancora molte date in programma per ora. La scorsa volta siamo stati in giro con i Threshold, esperienza eccellente…

E grandissimo gruppo, aggiungerei…

Assolutamente d’accordo! Infatti ne è uscito un tour fantastico…ti dicevo, con tutta probabilità ci accoderemo in qualche festival estivo, magari anche dalle tue parti.
Non abbiamo nessuna conferma per ora, anche se ci piacerebbe, come fatto in passato, poter girare un po’ per l’Europa, toccando, ovviamente, anche il tuo paese. Credo che tutto si concretizzerà più avanti nei mesi, verso la fine del 2008, periodo in cui potremmo esibirci come band di supporto per qualche gruppo più famoso.
Nulla ancora di definito o preciso per ora, stiamo aspettando offerte ed occasioni!



Per concludere, due domande a bruciapelo, una tradizionale, ed una un po’ meno.
A vantaggio di chi non ha mai sentito nulla di vostro, definisci, in breve e con parole tue, la proposta dei Communic…

Mhhhh…così mi metti in difficoltà! Ci sono molte parti emozionali nella nostra musica, aspetti profondi ed elaborati, ma credo che la definizione migliore sia, “progressive – thrash – metal”…

La stessa che avevate sul vostro Myspace…

Infatti, è proprio la più calzante, anche se credo che, al di la di tutto, la componente thrash sia la più forte, ed il genere principale a cui possiamo essere riferiti, sia quello.

…e poi, per finire come si usa in ogni intervista, la parola va all’intervistato.
Lo spazio è tuo, aggiungi tutto quello che vuoi!

Anzitutto un grande ringraziamento per tutto il supporto che i fan ci hanno dato e ci daranno.
Speriamo possano ascoltare il nostro album e trovarlo di loro gradimento. Ci auguriamo inoltre, di poter venire dalle vostre parti quanto prima… sarebbe davvero cool!

Ottimo Oddleif, non mi resta che ringraziarti…

Ed io ringrazio te e tutti i tuoi lettori. I migliori auguri e tante buone cose a tutti!
Ci vediamo on stage!

Fabio Vellata

Pagina Myspace

Discografia:

Conspiracy In Mind (2005)
Waves Of Visual Decay (2006)
Payment Of Existence (2008)