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Crash The System (Sören Kronqvist)

Di Fabio Vellata - 5 Luglio 2009 - 0:05
Crash The System (Sören Kronqvist)

Quattro chiacchiere con Sören Kronqvist, responsabile, insieme all’ormai onnipresente Daniel Flores, dei Crash The System, nuovissimo progetto scandi rock che va a rinverdire la tradizione dei prodotti “all star” da sempre frequenti in terre nordiche.

Buona lettura.



Iniziamo in modo tradizionale. Come è nato questa sorta di all star project chiamato Crash The System?

È iniziato tutto quando ho chiesto a Daniel Flores di occuparsi di un brano intitolato “All Because Of You”. Il lavoro fatto insieme c’è piaciuto molto, al punto da indurci a comporre e produrre insieme altre tre canzoni. Daniel ha un sacco di contatti, maturati in tanti anni di carriera ed ha poi pensato di riunire un po’ di gente per una collaborazione di lusso che andasse oltre queste poche tracce.
Io conoscevo solo Thomas Vikstrom, ma grazie a Daniel è stato fantastico poter raggruppare quattro dei migliori singer hard rock svedesi, in un unico disco, una cosa che non era assolutamente mai accaduta prima! Un aspetto di cui andare di certo fieri…

A cosa dobbiamo il vostro moniker del tutto particolare?

Stavamo parlando di nomi per il gruppo, sempre io e Daniel, quando lui se n’è venuto fuori con tre o quattro alternative. Una di esse era proprio Crash The System: mi è piaciuta subito e l’idea di usarlo come moniker è stata immediata.
Daniel è nel business da un sacco di tempo ed ha molta piì esperienza di me. Io sono un insegnante d’educazione fisica con l’hobby della musica, e sono stato nazionale finlandese nella squadra di atletica (correvo i 400 ostacoli negli anni ‘80 e ‘90). La combinazione tra di noi è del tutto originale ed abbiamo voluto esagerarla un po’ anche nel nome, richiamando a qualcosa di “ribelle”, connesso ad un modo diverso dal classico “sistema” utilizzato nel realizzare album!

Il vostro genere musicale è, senza troppi problemi, inseribile all’interno del classico rock scandinavo a cui aggiungerei qualche piccola affinità con i Toto. Ma chi vi ha influenzati di più nello scrivere i brani?

In realtà è sempre interessante sapere dagli altri quali sono i riferimenti che trovano nella tua musica. I Toto? Non ci avevo pensato, ma tutto sommato non sei fuori strada e ci possono anche stare…
Abbiamo provato a non assomigliare a qualcuno in particolare, ci siamo limitati a scrivere dei brani in modo spontaneo; siamo cresciuti con il rock degli anni ’80 nelle orecchie, quindi credo che quella sia l’influenza primaria e di maggior impatto, così come il vecchio hard rock e metal, in cui vanno racchiuse tonnellate di band. Rainbow, Iron Maiden, Gary Moore, Yngwie Malmsteen, Pretty Maids, Scorpions, Dio, Judas Priest, AC/DC…in un modo o nell’altro questi sono tutti nomi che hanno contribuito. Il nostro intento era in fondo quello di fare un disco che avesse un tocco moderno, costruito però nel rispetto dell’hard rock/metal della vecchia scuola.



Le vostre melodie hanno spesso arie spensierate ed allegre. I testi vanno di pari passo?

Non del tutto. Fight Fire With Fire ad esempio è una solida canzone contro la droga e parla di qualcuno con grossi problemi con la coca, mentre il modern hard rock/metal di All Because Of You, parla di perdere l’amore di qualcuno a cui tieni.
I Still Believe In Love è una tradizionale canzone romantica, un po’ come Love Is In Your Eyes, una power-ballad, tributo ad una persona cui ero molto affezionato all’epoca dell’adolescenza.
A proposito, quando mi parlavi dei Toto di certo ti riferivi anche a Take A Chance, un pezzo interessante in cui la loro presenza si sente abbastanza.
Poi ci sono anche un paio di brani come Broken Glass e Don’t Tell Me No Lies, pezzi che parlano delle mie esperienze poco positive con il music business prima di questo disco. Naturalmente c’è anche spazio per cose più positive che puoi trovare in Rolling Stone, Mysterious, Angel Of My Heart e Higher And Higher, traccia che ho scritto pensando un po’ ai Journey e a Jimi Jamison. Discorso valido anche per Without Chances, episodio heavy old school che narra di un gruppo di persone che lotta con la propria fede, vede la luce in fondo al tunnel e continua a credere nei propri obiettivi.

In studio vi sarete di certo divertiti. Come sono andate le cose?

È andato davvero tutto liscio! Daniel e io abbiamo un ottimo feeling ed abbiamo lavorato molto bene assieme. Andavamo entrambi nella stessa direzione. Inoltre, lui è un vero esperto a livello tecnico e questo mi ha permesso di imparare davvero molte cose. Sarà anche più facile, dopo questa esperienza, preparare un nuovo disco. Sappiamo esattamente ciò che vogliamo!

Come pensi si possa ottenere un buon cd di rock melodico?

Devi fare semplicemente un disco che la gente voglia ascoltare ancora ed ancora. Un album che sappia rendere felici gli ascoltatori e sappia donare loro emozioni gradite.

Mi par di capire che “The Crowning” non resterà un caso isolato…avete intenzione di far diventare i Crash The System una band a tutti gl’effetti?

Abbiamo già programmato di realizzare altri album. Abbiamo un bel po’ di canzoni pronte per un nuovo capitolo. Nonostante ciò, nei prossimi mesi ho intenzione di scrivere un’altra decina di pezzi da sottoporre a Daniel. Lui poi deciderà quali inserire nel prossimo disco…con qualche mio suggerimento, naturalmente. Metteremo insieme anche altro materiale nel frattempo…come ad esempio, un brano che stavamo scrivendo la scorsa settimana per un altro gruppo. È venuto fuori talmente bene che abbiamo deciso di tenercelo per il prossimo cd…ne metteremo giù un’altra, nessun problema ah ah ah!



Cosa rappresenta per te questa sorta di esordio e cosa ti aspetti da “The Crowning”?

The Crowning è una collezione di brani che rappresenta bene cosa c’è nei nostri cuori, con il quale speriamo di farci conoscere ovunque.

Data la complessità della line up, difficile però vedervi del vivo. Sbaglio?

Certo, è un progetto prettamente da “studio” con persone che arrivano da gruppi differenti. Ma se il tempo e gl’impegni lo dovessero consentire, non è impossibile che la maggior parte dei musicisti coinvolti possa ritrovarsi per qualche concerto o magari per un paio di festival. Vedremo!

Prossime mosse?

Come detto, continueremo a scrivere la musica che amiamo. Probabilmente il prossimo disco sarà leggermente più duro ma sempre dello stesso stile di “The Crowning”. Cercheremo di crescere quanto possibile.

Ok, a te il saluto ai nostri lettori!

Sarebbe bello venire in Italia per qualche concerto un giorno. Ci sono stato da turista un paio di volte: bellissimo ambiente e clima fantastico. Mi piacerebbe inoltre sapere cosa pensano del nostro album gli appassionati italiani. Scriveteci alla nostra pagina Myspace!

Rock On!

Fabio Vellata

Discografia:

The Crowning (2009, Frontiers Records)