Crehated (Daniele Antonini e Alessandro Nardi)
Intervista a Crehated, quartetto del maceratese che ha debuttato lo scorso autunno con Anthems of Hate. La parola a Daniele “D.MAD” Antonini e Alessandro “Nitrox” Nardi, rispettivamente chitarrista e cantante / bassista del gruppo, protagonisti di una piacevole chiacchierata. Buona lettura!
Federico Mahmoud
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Un accenno biografico per chi ancora non vi conosce: come e quando è nata la band? Avete un demo all’attivo come Revenant, come mai il cambio di monicker?
(A) Prima di tutto grazie per questa possibilità di farci conoscere di più! La band Revenant è nata nel 2005 dopo un cambio di formazione che ha portato Nitrox alla voce, con successivo demo; la formazione è sempre stata la stessa da ben 4 anni, ovviamente con cambi di stili che ci hanno portato a quello che siamo ora. Il monicker è stato cambiato soprattutto per una scelta stilistica ma anche per quanto riguarda l’essere unici (riferita anche ad un genere che noi riteniamo molto personale), sia per quanto riguarda il significato che sta ad esprimere la nostra nuova rinascita contro chi si è opposto a questa band, e credetemi ce ne sono stati molti!! E qui si va a toccare gli argomenti che trattiamo in alcuni nostri brani come ad esempio “You = zero”…
Nella vostra biografia si legge “[…] presentandosi con una propria identità, simile a molti, uguale a nessuno”, un elemento che ho sottolineato anche in sede di recensione. Quali sono le vostre influenze e come le mescolate in fase di songwriting?
(A) Diciamo che ognuno di noi ha un proprio background musicale e cerchiamo di sfruttare questa particolarità in modo tale da estrarre ciò che ci piace, cercando poi di piacere, ma soprattutto suonando musica che ci rappresenti. Secondo me questa è una delle nostre particolarità più evidenti. Le nostre influenze vanno comunque dal metal piu estremo all’elettronica, passando per il prog e l’hard rock.
Un songwriting di ampio respiro si riflette in un repertorio piuttosto variegato, che va dal taglio moderno dell’opener a brani più “tradizionali” nell’approccio, come l’ottima The Holy Inquisition: per curiosità, tutto il materiale risale a un’unica sessione?
(N) Le registrazioni sono tutte appartenenti a un’unica sessione, la scrittura del materiale no: “The Holy Inquisition” risale a circa un anno e mezzo prima che entrassimo in studio, i pezzi sono stati scritti in un lasso temporale di due anni anche se molti appartengono agli ultimi 6 mesi prima del nostro ingresso in studio.
Come nasce un brano dei Crehated? Lavorate individualmente per poi discutere attorno a un tavolo, o siete il genere di band che jamma in studio su un’idea?
(N) Le idee nascono da ognuno di noi che le porta in sala prove, poi tutti insieme lavoriamo sul materiale che abbiamo, gli apportiamo modifiche, completamenti, solo che così facendo il lavoro di stesura dei pezzi è molto lungo, perchè coordinare quattro menti non è affatto facile!!
Una domanda che amo fare spesso alle band di talento: quanto vale, su una scala da 1 a 10, la tecnica nei vostri pezzi? La ricerca di cambi di tempo e partiture articolate è voluta, o fa semplicemente parte del vostro bagaglio di influenze?
(N) Innanzitutto grazie per averci definito una “band di talento”, comunque io direi entrambi, sicuramente fa parte del nostro bagaglio perchè abbiamo sempre ascoltato tutti la musica progressive o comunque sia musica molto articolata, d’altra parte abbiamo lavorato sempre molto per rendere i pezzi non delle semplici accozzagglie di riff, anche se su una recensione è stato detto ciò…hahaha, la nostra musica viene giù naturalmente ma nella semplicità non ci accontentiamo mai della prima soluzione.
Qual è il brano più rappresentativo dei Crehated? You = Zero, a mio parere, vi rispecchia fedelmente: è un pezzo tecnico, potente e piuttosto vario… un ottimo biglietto da visita.
(A) Beh in effetti non hai tutti i torti! Anche io penso sia un ottimo biglietto da visita poiché comprende tutto ciò di cui ti parlavo riguardo l’aspetto del songwriting ed anche perché ha un suo messaggio diretto che vogliamo far arrivare a tutti, ed è quello che nonostante le cose non sono andate sempre come volevamo e non molte persone ci hanno aiutato nel nostro cammino nessuno ci impedirà di continuare proprio perché crediamo in ciò che facciamo e ce ne sbattiamo di chi è contro di noi.
Paolo Ojetti, voce dei grandi Infernal Poetry, partecipa a uno dei brani migliori dell’album: Reborn In Chaos. Come nasce questa collaborazione?
(N) Abbiamo conosciuto Paolo personalmente ai tempi della “Tana delle Tigri”, locale nel quale durante l’unico anno di apertura abbiamo passato delle serate veramente selvagge!!! La voglia di fare qualcosa con Paolo l’abbiamo sempre avuta, la sua voce è semplicemente fantastica, la stima nei suoi confronti è sempre stata immane, e riascoltando una parte di Reborn In Chaos pensammo che la sua voce sarebbe stata azzeccatissima in quella canzone, così glielo abbiamo proposto e lui ha accettato subito, è stata una giornata indimenticabile quella!!
Quali temi o eventi hanno ispirato i vostri testi? Se possibile, commentate sommariamente ogni singolo brano. Mi hanno colpito in particolare i testi di You = Zero, S.O.V.I.ET. e God’s Executioner.
(N) Anthems Of Hate ha un filo conduttore, parla di odio e rabbia, l’idea è stata quella di esordire con un album che sputasse in faccia a tutti quelli che disprezziamo, poi abbiamo allargato un attimo gli orizzonti su Howl Of The Demons, canzone che parla del Necronomicon, e su Violent Circus, dove il tema principale è la violenza di tutti i giorni, quella che esce dalla tv, dai giornali come storie di ordinaria amministrazione e tutti ne rimangono incantati e affascinati, è incredibile come la violenza estrema paghi ancora così tanto. Per tornare comunque agli “Inni di Odio” ogni canzone è un inno a parte: You=Zero è un dito medio alzato contro chi giudica il nostro modo di essere senza conoscerci, S.O.V.I.ET. d’altra parte se la prende con tutti quei ragazzini che vanno in giro con la maglia del Che, la Kefiah, parlando di comunismo e poi ti tirano fuori il cellulare d’ultima generazione e vedi che i vestiti che indossano sono tutti esclusivamente di marca…ridicoli! God’s Executioner è una canzone che è senz’altro attuale in questi periodi, parla di Albert Fish, pedofilo sadomasochista e assassino americano, della sua storia, del suo pensiero e conclude con il nostro pensiero, che come penso sia ovvio, condanna certi comportamenti. Poi c’è la canzone contro una grandissima troia (Tear You Down), l’urlo di battaglia contro il Vaticano (The Holy Inquisition) e Reborn In Chaos che invita tutti a non abbattersi mai, ma sempre a lottare anche quando tutti ci sono avversi, insomma, niente coglioni niente gloria!!!!
La splendida copertina, unitamente alle foto che vi ritraggono con trucco da clown, si rifà a un concept di fondo?
(A) Grazie. Non è un concept studiato, è nato tutto quasi per scherzo, ma alla fine ci ha convinto a tal punto da farlo diventare realtà. La figura del clown si rifà a noi quattro: chi più chi meno alla fine siamo tutti dei pagliacci – hahah – che esprimono la loro rabbia e ciò che non va nella musica. Alcuni hanno detto che ci siamo ispirati ad IT ma sinceramente devo dire che non centra assolutamente con ciò che vogliamo esprimere noi, altri hanno detto che abbiamo preso spunto da una copertina già esistente ma non sapevamo nemmeno dell’esistenza del gruppo in questione. Il pagliaccio è una specie di metafora, si prende gioco di tutto e tutti, e quel pagliaccio rappresenta i Crehated che invitano tutti a entrare nell’ “Hate Circus” e nel loro mondo. Perciò BENVENUTI!!!!!!
Avete intenzione e, soprattutto, opportunità di promuovere il disco al di fuori delle Marche, dove sarete impegnati tra marzo e aprile?
(A) L’intenzione c’è e non poca! Il nostro obiettivo principale e penso sia la maniera più efficace per ottenere visibilità sia quella di agganciarci a qualcuno di più grosso ed al momento ci stiamo attrezzando, poi chissà, magari prossimamente ci troverete in giro chissà dove – ahahah -, le oppurtunità appena ci sono si cerca sempre di sfruttarle al meglio. Per quanto riguarda date fuori le Marche sfortunatamente in questi 2 mesi ci dobbiamo fermare un po’ per problemi fisici del batterista, ma speriamo di poter riaprire lo spettacolo “circense” per i primi di maggio dove ci aspettano al Sinister Noise a Roma, poi al momento sono in programma date in Abruzzo e forse anche in Veneto ed Emilia, ma comunque è ancora da confermare tutto.
Paradossalmente tante band italiane hanno più “visibilità” all’estero che in casa. A voi com’è andata? La stampa internazionale si è accorta di Anthems of Hate?
(A) Più che paradosso attribuirei la colpa al fatto che qui siamo ancora attaccati a Nilla Pizzi e purtroppo è questa chiusura di mentalità che non permette ai gruppi emergenti di qualsiasi genere, dal rock al grunge all’heavy, di poter acquistare visibilità. A meno che non ti venda o sia amico di qualcuno penso che rimarrai da una parte, salvo eccezioni sia chiaro! È tutta una questione di apertura mentale in ambito musicale!! Tornando alla questione internazionale, sì abbiamo ricevuto recensioni positive rispetto a quello che pensavamo (certo qualcuna poteva andare meglio, ma i gusti sono gusti!). Per adesso so che siamo arrivati in Germania, Grecia e Olanda con risultati soddisfacenti, magari in futuro andremo lì non solo con il CD ma con tutti gli strumenti, chissà!!!
Al di là della promozione di Anthems of Hate, siete già al lavoro su un seguito? Se sì, cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi brani? L’impressione è che il sound dei Crehated sia tutt’altro che finito, anzi: è una fucina in ebollizione, che potrebbe riservare sbocchi inediti…
(N) Bhè in effetti è così, neanche noi sappiamo dove ci porterà il seguito di “AOF”, diciamo che per il materiale che abbiamo ora, la base di partenza è sempre quella, ossia thrash metal tecnico con sfumature progressive, ma come noi ci teniamo a definirlo il nostro è Modern Thrash Metal, ci sarà molto metal moderno, ovviamente prenderemo solo le cose positive – ahahahah – ma di più non so dire perchè siamo ancora all’ inizio e rischierei di dire cazzate enormi!!!
Che opinione avete maturato, da diretti interessati, della scena italiana? Il nostro vivaio ha le qualità per emergere o rimarrà preda in eterno di dissidi interni e rivalità?
(N) Cazzo, di band italiane che spaccano il culo ce ne sono tantissime, da noi manca chi creda nelle band, mancano promoters, locali, etichette e management che invece di fare gli interessi delle loro tasche potrebbero fare gli interessi di tutti guadagnandoci comunque molto, perchè se la scena gira, ci guadagnamo tutti… la speranza c’è, c’è sempre, saremmo stolti a credere il contrario, ma su quanto è reale questa speranza… non mi pronuncio!! Dico solo una cosa, per la quale magari mi prenderò tantissimi insulti dai truemetallers, sentite il disco dei Linea 77, Horror Vacui, registrato negli Stati Uniti, produttore americano, l’etichetta è la Universal… sentite quel disco e poi capirete perchè la scena italiana non decolla.
Curiosità di rito finali: la vostra top 10 del 2008 (sbizzarritevi!) e quella del 2009… si accettano pronostici!
(A) Beh per me è difficile poter stilare una classifica, a me la musica piace tutta, potrei anche metterti allo stesso piano l’ultimo lavoro degli In Flames con quello dei Metallica tirando fuori pregi e difetti di ognuno, perciò non me la sento di dare giudizi secchi. Senza pensarci troppo per il 2008 metterei Testament, Machine Head, Whitesnake, Caparezza, Exodus e tantissimi altri ancora. Per il 2009 non so cosa dirti… aspettiamo e si vedrà, posso solo fare un grande in bocca al lupo a tutti quanti e tantissimi auguri per i prossimi lavori!
(N) Io vorrei cogliere l’occasione per fare un annuncio a tutti i lettori di TrueMetal: aprite la vostra mente, non fossilizzatevi su un solo genere musicale, né pensate che il metal sia l’unica musica vera esistente e che tutti gli altri suonino merda, perchè la musica vera è quella suonata con il cuore e i sentimenti che siano essi rabbia, odio, amore, delusione o perversione sessuale – ahahah -, è importante questo per sperare che in Italia, non siano o tutte Laura Pausini o Iron Maiden, scoprite l’underground dove la moneta non ha ancora corrotto le mani dei musicisti!! Grazie allo staff di True Metal!!