Cripple Bastards (Giulio “The Bastard”)
Cripple Bastards: due parole che indicano uno dei gruppi grind più importanti nella scena internazionale, oltre che italiana!!! Leggete quanto “Giulio The Bastard” ha da dirci perchè è veramente interessante…Credo sia fuori discussione che i Cripple Bastards siano tra i gruppi più importanti della nostra scena; la vostra fama non si ferma però ai soli confini italiani. Come siete accolti all’estero?
Hey, grazie per il complimento.. è sempre un onore essere considerati un gruppo “di punta” nella scena. Sicuramente i C.B. sono molto più seguiti all’estero, diciamo che il boom in Italia è esploso solo negli ultimi anni con l’uscita di “Misantropo..” e grazie agli innumerevoli concerti che abbiamo fatto, ma in paesi come Germania, Repubblica Ceca, ex Yugoslavia, USA, Giappone, abbiamo un seguito già dai primi anni ’90, tempi in cui uscivano i 7″ d’esordio. In Repubblica Ceca i CB sono veramente gruppo di culto, quando suoniamo da quelle parti viene sempre moltissima gente e c’è un coinvolgimento enorme. Considera che un 90% dei nostri dischi sono usciti su etichette straniere, quindi è anche grazie a ‘sta discreta distribuzione che siamo riusciti ad ottenere un seguito in certi paesi.
La vostra musica pur essendo fondamentalmente grind/crust si dirama poi in tante direzioni diverse. Mi sono sempre chiesto a tale proposito quali sono state le vostre influenze principali.
È difficile fare una sintesi delle nostre influenze anche perché ciascuno di noi ha gusti molto individuali, siamo di generazioni diverse e siamo cresciuti ascoltando cose differenti l’un l’altro.
Parlandoti principalmente delle mie, ti posso dire che ascolto Grind/Thrash fine ’80s, tutto il vecchio Thrash-speed metal e anche un casino di Hardcore/Punk anni ’80. Dei gruppi odierni non ne seguo molti e la maggior parte delle cose che sento non mi dicono gran che.. tra i pochi salverei DISCORDANCE AXIS, NASUM, YACOPSAE, PIGDESTROYER, LACK OF INTEREST e pochissimi altri. Oltre alle influenze legate all’underground ascoltiamo anche tante altre cose che non c’entrano niente, dal beat italiano anni ’60 ad alcuni classici Pop/NewWave/Dark anni ’80… insomma, abbiamo gusti molto vari che spaziano su tanti settori.
Questa è una curiosità essenzialmente personale, ma non potevo non cogliere l’occasione. Preferite i Carcass (ovviamente del primo periodo) o i Napalm Death?
Ti rispondo in prima persona… preferisco i Napalm Death, anche se i Carcass sono a pochi cm più in basso e i loro primi 3 album li ho consumati. Però un disco come “From enslavement to obliteration” dei Napalm è stato davvero un’impronta essenziale per me e Alberto the Crippler nei primi anni in cui suonavamo, tantissime idee derivano da lì, anche se magari siamo riuscite ad adattarle a un nostro stile specifico. C’è comunque da dire che i N.D. del dopo Lee Dorrian/Bill Steer non mi sono più piaciuti, mentre i CARCASS bene o male li ho seguiti fino all’ultimo periodo. Ah, e in ogni caso esistono altri gruppi che a livello di impronta sul nostro modo di suonare hanno influito quasi quanto i Napalm… tra tutti i REPULSION (da cui ho attinto molto anche nel comporre i pezzi di “Misantropo..”), gli UNSEEN TERROR, FEAR OF GOD, SORE THROAT e PATARENI (di cui ora sono il cantante! hehehe). Il nostro attuale batterista alla domanda ND o Carcass ti direbbe sicuramente Carcass.
Non ho mai avuto modo di vedervi suonare dal vivo. Potresti descrivere per i nostri lettori un vostro show tipico?
I C.B. dal vivo suonano molto più veloce di quel che si sente sui dischi e la prima cosa che viene fuori è l’aggressività. Abbiamo una scaletta sui 30 pezzi (molti nuovi e ovviamente anche diversi vecchi classici) e cerchiamo di suonarli con zero pause o cazzeggiamenti/discorsi. L’idea è di dare un feeling di scarno/essenziale ed insieme estremamente negativo…
Ora una domanda un po’ strana. Come voi ben sapete siete stimati all’interno di due scene diverse, e sotto certi aspetti antitetiche: quella punk e quella metal. Non vi chiedo di certo in quale parte vi ritrovate di più, perchè mi sembrerebbe scorretto. Volevo solo sapere cosa pensate di questa bi-polarità.
Mah, non ho un’opinione molto profonda a riguardo. Apprezzo qualsiasi tipo di scena e attitudine senza fare preferenze o esclusioni, l’importante è che alla base di tutto ci sia il rispetto e l’onestà. Ho alle spalle 14 anni di gavetta con i C.B. e concerti nei centri sociali/squat più grezzi e disastrati d’Europa, in tante occasioni abbiam dovuto dormire nelle peggiori latrine, mangiare porcherie atroci, farci migliaia di Km per suonare su palchi con strumentazione pessima, ricevere rimborsi spese da barzelletta. In molti casi per noi l’essere inseriti in un contesto “Punk” equivale a essere sottovalutati, trattati come degli zerbini da individui che non hanno una propria dignità e appunto per questo non capiscono che la gente non si tratta così – perché se tu sei abituato a vivere nello schifo e gestisci un posto all’interno del quale vengono ospitate persone di paesi e mentalità diverse, non puoi imporre a priori la tua mancanza di igiene e autostima. Sono discorsi eterni. Ogni lato della medaglia ha le sue zone d’ombra. La scena metal d’altro canto molte volte è dispersiva o va avanti a raccomandazioni, leccate di culo, agenzie col lustrino e carta patinata. Nel metal spesso mi sono trovato ad affrontare un discorso più pesante di discriminazione, il classico “lui è più importante di te”, “questa sera gli headliners sono loro perché anche se suonano dalla metà di anni rispetto a voi sono su Relapse e voi vi autoproducete i dischi”.. e così via. Ti do un esempio: al Fuck The Commerce in Germania i Cripple Bastards hanno dormito in uno stanzone tipo caserma con delle brande, mentre Regurgitate, Exhumed e altri gruppi Relapse (conosciuti nel giro tanto quanto noi) hanno avuto le camere d’albergo a tot stelle e la crew Relapse Europa che gli leccava perennemente il culo. Dal vivo però i Regurgitate hanno deluso tutti (e sono stati messi da headliners in piena serata davanti a 4000 persone), mentre i C.B. che si erano allenati tantissimo han fatto un ottimo concerto che ha coinvolto buona parte del pubblico. Capisci dov’è il punto?? Comunque il fatto di essere apprezzati da due ambiti così diversi a noi va benissimo e anzi, siamo molto affezionati alle persone che ci stimano e ci seguono con lo spirito giusto, non conta se siano più punk o metal… ho tanti amici in entrambi le scene.
Da un tempo relativamente breve avete pubblicato “Misantropo a senso unico”. Il titolo è stata la prima cosa a colpirmi positivamente: potreste darci qualche delucidazione sul suo significato??
Visto che è una domanda che mi fanno spesso, ti rispondo con quello che ho detto già ad altri..: l’intento del disco era quello di esasperare l’odio e la violenza oltre ogni limite mai sperimentato. Così ho pensato che il titolo dovesse aver a che fare con la misantropia, cioè l’odio verso il genere umano. Però era troppo generico, c’é chi é misantropo per vanità, chi lo è in reazione a determinati soprusi, chi per frustrazioni legate all’ambiente sociale in cui è cresciuto. Il nostro caso era “misantropo a senso unico”, cioè l’apoteosi di questo sentimento, l’estremizzazione della misantropia stessa. Quel “senso unico” sta per “senza compromessi”, “senza ripensamenti”… è fine a se stesso sotto un certo aspetto. A senso unico perché.. come dice il testo: “la gente mi fa schifo, lascio tutti alle spalle, tiro dritto fino all’ultimo”. Questo dà un po’ un feeling di strada in cui non si può tornare indietro, come suggerito in parte anche dal concept della copertina.
Da dove arriva tutta la violenza che concentrate nella vostra musica?
Dal malessere esistenziale, la frustrazione di vivere in un contesto piatto e apatico, circondati da gente spenta e rassegnata. I Cripple Bastards sono una valvola di sfogo a tutta la negatività che accumuliamo vivendo una realtà malata e opprimente.
Credo che in Italia siate tra i maggiori esperti del movimento underground. Cosa pensate del panorama italiano dei gruppi emergenti?
Mah, come ti ho detto non seguiamo molto quello che c’è in circolazione oggi. Tra le bands italiane stimo GRIMNESS, ENTROPIA, COMRADES, CONFUSIONE, SKRUIGNERS, COREY e boh, nel settore metal mi piacciono i NECRODEATH anche se dal vivo non rendono come sui dischi.
So che avete partecipato a molti split sia con gruppi molto famosi (i Patareni o, e qui mi inchino, gli Agathocles), sia con gruppi meno famosi ma altrettanto validi (Carcass Grinder e Violent Headache in primis). Che sensazione da dover dividere un’uscita con gruppi di questo calibro? E’ un onore o una sfida?
Nella maggior parte dei casi è il rafforzarsi di un’amicizia. Poi dipende da band a band. Ad esempio di quelle che hai citato tu, i Violent Headache non mi piacciono, e i pezzi sullo split con noi sono pallosissimi. Ai tempi mi sembravano Ok, però lì è stata l’etichetta a mettere su quello split, con loro sono rimasto in contatto per qualche tempo, poi quando han visto che i CB andavano su una direzione più nichilista/anti-politica, non si sono fatti più sentire. Le ultime loro cose che ho sentito sono moscissime e c’è pure il cliché della voce maschile alternata a quella di tipa (che oltretutto è mediocre). Anche gli Agathocles non mi piacciono per niente… i vecchi dischi avevano qualcosa di buono, ma poi si sono persi nel nulla facendo migliaia di pezzi uguali e riciclandosi all’infinito sugli stessi schemi. Anche con loro ho troncato i rapporti da quando hanno tirato il pacco per la data italiana del Grind Over Europe 3. Con i Patareni (uno dei miei gruppi del cuore) invece c’è sempre stato un feeling che andava ben oltre il dividere un pezzo di vinile, con gli anni siamo diventati molto amici e io di recente ho sostituito il vecchio cantante Has che era fermo da anni, abbiamo registrato una ventina di pezzi nuovi. Il discorso “è un onore” lo posso dire per bands come Capitalist Casualties, Suppression, Senseless Apocalypse, World, I.R.F. … insomma tutte quelle che hanno saputo offrire il meglio di sé negli split con noi, permettendo così di dare alla luce dei dischi di ottima qualità su entrambi i lati. Non è mai una sfida comunque, o almeno.. non ci è mai capitata di viverla così.
So che utilizzate sia il cantato italiano che quello inglese: quale dei due preferite e trovate migliore per la vostra musica?
Dipende… per alcuni dischi/concept è più funzionale quello in italiano, per altri quello in inglese. “Misantropo a senso unico” volevo che fosse tutto in lingua madre per tantissimi motivi, uno su tutti il fatto di poter esprimere le mie idee/stati d’animo nella forma più pura e svincolata, senza doverla passare attraverso filtri/traduzioni. In inglese sarebbe stato un “adattare dei concetti pensati in un’altra lingua” e questo non mi andava bene. Il prossimo lavoro, “Desperately insensitive” Mini CD, sarà invece impostato in modo simile al primo album (“Your lies in check”): prevarranno i pezzi in inglese e ce ne saranno un paio in italiano e un paio in serbo-croato. Dipende tutto dal concept di base e dallo stato d’animo nel momento in cui viene concepito un determinato pezzo. Comunque, nel complesso posso ammettere che preferisco scrivere pezzi in italiano.
Vi ringrazio per la collaborazione e lascio a voi la chiusura.
Grazie a te e a chi leggerà questa intervista per il supporto/interesse.
Il sito ufficiale dei CRIPPLE BASTARDS è su www.cripplebastards.com oppure www.students.tut.fi/~crust/cb/ – tra non molto cercheremo di farne uno completamente nuovo con molto più materiale e informazioni. Per chi fosse interessato ai nostri dischi/merchandizing e al catalogo della mia etichetta, questo è l’indirizzo a cui scrivere:
GIULIO BALDIZZONE
VIA MANZONI, 24
14100 ASTI
email: bldz@oasi.asti.it