Crucified Barbara (Mia Coldheart & Nicki Wicked)
Intervista raccolta da Daniele Peluso
Poco prima dell’ultima esibizione del minitour italiano, abbiamo raggiunto le Crucified Barbara per scambiare quattro chiacchiere con le simpatiche Mia Coldheart e Nicki Wicked. Dalla musica ai tempi più di stretta attualità, un giro a 360° sul mondo visto dagli occhi delle due ragazze svedesi. Buona lettura!
Innanzitutto benvenute sulle pagine di truemetal.it!
Grazie a te, siamo molto liete di questo incontro, grazie per l’opportunità!
Allora, iniziamo subito parlando di un tema, per voi, scottante: in un mercato musicale dominato da decenni da figure prevalentemente maschili, quale posto credete di aver occupato con la vostra musica?
Nicki: credo che la musica, la nostra musica, parli da sola! (ride)
Allora siete molto fortunate direi: vedi, penso che non sempre la qualità fine a se stessa sia sufficiente per poter avere successo…
Mia: certo, hai ragione. Sappiamo che c’è sempre una grande attenzione che ruota intorno a noi e alla nostra musica. Credo che le Crucified Barbara abbiano saputo conquistare uno spazio all’interno di questo mondo grazie a buone doti di musiciste, ad un pubblico che ci apprezza e certamente grazie ad una particolare immagine che diamo della band. Anche se ti dirò che non ci pensiamo molto, andiamo avanti per la nostra strada badando essenzialmente alla nostra musica.
Quindi credete che un gruppo femminile non deva dimostrare sempre qualcosa in più rispetto ai colleghi maschi per acquistare credibilità?
Mia: sappiamo con sicurezza che la strada è in salita per ogni band che cerca di emergere dall’anonimato, indipendentemente dal fatto che sia una band di ragazze o di baldi giovani.
Nicki: certo che è che in certi casi l’attenzione si fa maggiore… siamo consapevoli che molti, purtroppo, accora pensano “ehi, guarda quelle, di sicuro il disco non lo suonano loro, o sono li solo per bella figura”
Questo indubbiamente è un pregiudizio molto comune…
Nicki: certo, e ce ne rammarichiamo! Ma siamo anche consapevoli di essere delle discrete musiciste quindi non ci facciamo tanti problemi. Quattro belle ragazze possono avere una marcia in più, questo è sicuro, ma se la proposta musicale è scadente…il pubblico non è scemo, ti scarica immediatamente anche se sei bella/o, non credi?
Assolutamente, questo era il punto a cui volevo giungere: l’immagine è assolutamente importante, ma non lo è in assoluto. Voi avete tutte le carte vincenti in mano a mio avviso…
Nicki: grazie, mi fa molto piacere sentirtelo dire!
Bene, parliamo di musica: in undici anni di attività avete dato molta importanza alla promozione della band suonando in centinaia di festival e di concerti. Quali sono i ricordi migliori di questi anni in giro per il mondo?
Mia: personalmente ho svariati ottimi ricordi che si ricollegano alla parte live della nostra attività. Credo che, in assoluto, le più grandi emozioni, quelle che per intenderci ti lasciano senza fiato, siano state le partecipazioni al Sweden Rock Festival. Sai, li abbiamo suonato tra la nostra gente, davanti ad amici e parenti, e l’atmosfera che si respirava era qualcosa di magico davvero. Sono state giornate che mi hanno davvero riempito d’orgoglio. Poi è chiaro che ogni data fa storia a se stante e che tutte, nel bene o nel male, siano da ricordare per qualche evento, incontro o fatto in particolare.
Nicki: per me è estremamente difficile poter dare una preferenza o parlare di un luogo in particolare. Tutto è stato terribilmente fantastico. Certo è che Mia ha ragione quando parla dei concerti tenuti in patria, ma dal mio punto di vista tutto è stato assolutamente fantastico.
E le esperienze negative? Devono esserci state perforza…
Mia: devo dire che una giornata poco piacevole la ricordo e, anche se con un po’ di imbarazzo, ti dico che è stata proprio da voi in Italia.
Nicki: anch’io ricordo bene quella giornata
Mia: ti spiego. Stiamo parlando del concerto che abbiamo tenuto al Gods Of Metal. Fu terribile davvero. Il palco di dimensioni davvero imbarazzanti è stato di sicuro uno dei palchi più grandi che ho mai visto. Ci sono stati problemi dal primo momento, dal soundcheck in poi.
Davvero strano, non ci sentivamo l’una con l’altra in mezzo a una confusione pazzesca. Ovviamente le dimensioni del palco ci aveva portate ad allontanarci più del solito e devo dire che, per una band abituata a condividere palchi molto più piccoli suonando gomito a gomito, è stato un trauma. Credo che anche a causa di questi problemi il nostro show non fu uno dei migliori, anzi.
Mia: spero proprio di poter rimediare al più presto perché anche da parte nostra ci sono stati degli errori: la prossima volta saremo sicuramente più consapevoli e preparate a quel che andremo incontro!
Addentrandoci più nello specifico, parliamo dei vostri album. Nel nuovo “Till Death Do Us Party” c’è stata una discreta “impennata” musicale con un impatto decisamente più duro rispetto a “In Distortion We Trust”. A cosa è dovuto questo cambiamento?
Mia: credo sia rapportabile tutto a una questione d’esperienza. Nel primo album eravamo assolutamente “allo sbaraglio”, sicuramente non pronte a tutti i problemi e alle complicazioni che ci si sono presentate fin da subito. Non sapevamo bene come dovesse suonare il prodotto finito, ma eravamo entusiaste, positive e piene di energie!
Nicki: è assolutamente vero. All’inizio eravamo consapevoli di quello che volevamo, ma non sapevamo bene come fare per ottenere il massimo, eravamo giovani ed innocenti (risa generali N.d.S.). Già in fase di registrazione, gli stessi equilibri tra i vari strumenti furono difficili da trovare in maniera soddisfacente. Con questa consapevolezza e la fondamentale esperienza acquistata nel corso degli anni, siamo entrate in studio per registrare “Till Death Do Us Party” con una chiarezza d’intenti e una forza maggiore. Sicuramente più consce di quello che volevamo e credo che questo si senta.
Mia Coldheart
Credi che questo sia un trand in salita? Cioè, ci dobbiamo aspettare una continua mutazione nelle sonorità della band?
Nicki: no, non credo si possa parlare di cambiamenti veri e propri…
Mia: diciamo che spero che questo modo di comporre e di suonare continui anche in futuro, ora che siamo maturate tanto. Penso che la parola giusta sia evoluzione, non tanto un cambiamento.
Beh, il lavoro con il produttore Mats Levén ha di sicuro dato qualcosa in più al disco, cosa ne pensate?
Mia: il lavoro di Mats è stato davvero eccellente. Gli demmo il demo del nuovo disco in fase d’ultimazione chiedendogli cosa ne pensasse e che cosa potevamo fare per migliorare. Sicuramente lui ha spinto molto e ha portato il disco ad un livello superiore, qualitativamente parlando, molto più di quello che potevamo immaginare o solamente sperare.
Nicki: è stato davvero fantastico lavorare con lui, credo abbia dato tanto allo sviluppo del nostro lavoro. In più, cosa di non poco conto e di cui parlavamo prima in occasione dei concerti in Svezia, ci ha dato la possibilità di lavorare parlando la stessa lingua, e questo dal mio punto di vista è un aspetto molto importante nel lavoro. Sai, anche se l’inglese oramai lo parliamo un po’ tutti, è nella lingua madre che riesci a cogliere anche le più piccole sfaccettature del discorso. Quelle piccole sfumature che magari altrimenti non si potrebbero cogliere. Con lui potevamo pianificare anche il più piccolo dettaglio.
Beh, cosa di non poco conto direi, visto che a mio avviso sono i dettagli a fare la differenza.
Nicki: vedo che hai capito al volo. È assolutamente vero i dettagli sono tutto!!!
Parlando proprio della lingua, mi collego più genericamente alla Svezia: sono decenni oramai che dalla vostra terra arriva una quantità impressionante di musica (di ogni genere s’intende) di altissima qualità. Cosa avete di speciale in Svezia? L’acqua? L’aria? Magia?
Mia: (ridendo) non saprei dirtelo, certo è un dato di fatto e ne sono molto orgogliosa. Credo che tutto sia riportabile alla scuola. Ricordo di aver potuto sempre suonare ed ho iniziato proprio tra i banchi di scuola. Sicuramente lo stato ti da la possibilità di sviluppare le tue doti artistiche: che sia un pianoforte o una chitarra questo non importa, la possibilità di imparare è sempre a portata di tutti fin dall’infanzia.
Nicki: Mia ha detto benissimo. Credo si tratti nel vero senso della parola di una educazione musicale, quella che viene fornita dalla scuola svedese. È essenzialmente educazione musicale. Gli stessi genitori portano i bambini a musica fin dalla tenera età; è naturale che molti ragazzi crescendo si interessino alla musica non solo come hobby. In più i giovani trovano un enorme supporto sia negli istituti che in famiglia, cosa davvero molto importante ai fini di una consapevole scelta artistica. Anche nelle scuole la qualità è altissima, di riflesso i gruppi nascono già con standard molto alti.
Nicki Wicked
E di influenze? Ne avete avute nel corso degli anni? Cosa ascoltate giornalmente?
Mia: al momento, cerco solo il silenzio. Assoluto impenetrabile silenzio (ride)
Nicki: le influenze musicali, specialmente nella fase più adolescenziale della vita, sono molto importanti; sono queste influenze che ti fanno scegliere e ti indirizzo lungo una strada piuttosto che verso un’altra. Credo che per tutte noi una grande discriminante sia stata il grunge e i Nirvana in particolare.
Concludiamo parlando di cose sicuramente poco piacevoli. Oggi 8 dicembre è l’anniversario della morte di Darrell Lance Abbott. Come è cambiato, secondo voi, il mondo della musica da quel tragico ed assurdo episodio?
Mia: è la società che è cambiata. È impazzita. Il mondo della musica non fa di sicuro eccezione, ma penso che sia subentrata una certa forma di consapevolezza e una accettazione assoluta del rischio. E ovvio che fatti come questi sono inspiegabili, assurdi assolutamente folli, ma di certo non si può vivere in una campana di vetro o sospettare di ogni persona che si avvicina. Così il tutto diverrebbe ossessione. Noi dal palco vediamo tutto, magari non si direbbe, ma vediamo tutto quello che succede giù dal palco, dagli strafatti, agli esagitati a quelli che hanno alzato troppo il gomito. Pensare che qualcuno possa avere brutte intenzioni ci condizionerebbe solo la vita quindi vediamo di pensarci il meno possibile.
A voi l’ultima parola!
Mia: grazie truemetal.it della possibilità che ci avete dato e a te in particolare, Ciao a tutti i lettori e a tutti i nostri fans!
Daniele Peluso
Discografia:
“In Distortion We Trust” – 2006
“Til Death Do Us Party” – 2009
Collegamenti:
Sito Ufficiale Crucified Barbara
Pagina Myspace Crucified Barbara