Crystal Ball (Scott Leach)
Alle soglie del successo e ritorno: la storia dei Crystal Ball è quella di una grande promessa poi non tramutatasi in realtà. Da anni autrice di musica di buon livello, la band svizzera ha spesso offerto l’impressione in passato di poter esplodere da un momento all’altro, assurgendo allo status di “big” della scena power-rock melodica.
Errori, disattenzioni o forse un fato avverso, hanno invece remato contro, relegando il gruppo di Lucerna entro gli spazi limitati dell’underground continentale.
Un velo di amarezza per un’occasione mancata che traspare dalle parole di Scott Leach, fondatore della band e nostro interlocutore in questa piacevole intervista.
Non so dire se sia stato un problema di tempistiche, se abbiamo commesso degli errori o fatto decisioni sbagliate: qualcosa è andato storto proprio sul più bello e, ormai, non sembra poter essere più cambiato in alcun modo…
(Scott Leach)
Intervista a cura di Fabio Vellata
Prima di tutto, benvenuto sulle pagine di Truemetal Scott!
Parliamo per un attimo del vostro ultimo album “Downbreaker”, uscito da qualche tempo: il sesto capitolo in sedici anni di carriera. Una sorta quasi di comeback, visto che siete stati assenti dalle scene per sei anni.
Quali sono state le sensazioni provate nel ritornare in pista?
Ci siamo sentiti subito molto bene, rinfrancati e carichi come un tempo.
Diciamo che è stato un po’ come se stessimo affrontando un debut album, ma con più esperienza alla spalle.
Eravamo rilassati ed emozionati allo stesso tempo…
Ci avete messo molto tempo per realizzarlo…
Abbiamo inciso tutto a Solingen con il nostro produttore Stefan Kaufmann (ex-Accept, ex-U.D.O.), in un’atmosfera molto tranquilla e distesa. Avevamo già lavorato assieme altre volte e ci conoscevamo perfettamente, per cui abbiamo deciso di fare le cose con molta calma.
In quel periodo ci siamo divorati una tonnellata di caramelle Haribo…sai, proprio vicino alla studio, c’è una fabbrica che le produce…ne abbiamo comperate un sacco da portare in sala di registrazione, ahaha!
In realtà le recording session non sono state nemmeno lunghissime, circa sei settimane per le registrazioni e due per il missaggio. Il risultato sono state dodici canzoni: dieci per il disco “regolare”, due in più per la versione digipack.
Anche Kaufmann ci ha aiutati direttamente, suonando qualche parte di Slide Guitar in “Skin To Skin”.
Suppongo che anche i testi siano emanazione di questo stato di relax…
In realtà, essendo scritti a più mani, hanno tematiche disparate e non sono necessariamente incentrati su temi distensivi. Le lyrics non sono opera di una persona sola: siamo io, Steven Mageney e Ricky Gee. Ricky è un ragazzo inglese, un collaboratore esterno, amico di Steven con il quale siamo in contatto da parecchio.
Se devo scegliere un brano particolare, posso senza dubbio segnalare “Stranded”, una canzone che ha un significato molto personale per me. È l’unico pezzo non completamente nuovo presente nell’ultimo cd: in origine era stato scritto già nel 2003, dopo la rottura di una lunga relazione.
Senza entrare troppo nei dettagli, un’esperienza che mi ha davvero provato e dalla quale ci ho messo molto prima di riprendermi del tutto. All’epoca però, la composizione non mi convinceva appieno e, forse, la line up dei Crystal Ball non era del tutto adatta nel renderla completa. Così l’ho arrangiata e riscritta un paio di volte nel corso del tempo, sino a questa versione definitiva, della quale non posso che dirmi molto soddisfatto!
Com’è andata la realizzazione dei pezzi che hanno poi composto Dawnbreaker?
Beh, circa una buona metà delle canzoni sono state scritte tra il 2010 ed il 2013, mentre le rimamenti le abbiamo create nel momento in cui è entrato in line up Steven (Mageney, voce, Ndr) proprio grazie al suo impulso. Ci interessava molto poter avere la sua influenza ed il suo stile all’interno dei nostri brani ed il processo creativo si è comunque rivelato molto proficuo, tant’è che abbiamo messo insieme molti più pezzi di quelli che poi sono effettivamente comparsi sul cd.
Ti dirò, è stata comunque dura scegliere, in effetti, sembravano tutte piuttosto buone!
E come procedete in studio?
Da sempre incidiamo separatamente. Batteria e basso prima, poi chitarre e tastiere. Alla fine di tutto, voce e cori.
Quindi, gli assolo e qualche sovarincisione.
Prima però, ci occupiamo di realizzare una pre-produzione molto dettagliata: è molto utile quando sei in studio per i lavori definitivi e ti consente di stare in costante interazione con il produttore. In questo modo, avendo una mappa precisa di come muoverti, puoi anche permetterti di svariare, cercando qualche groove differente, suoni particolari o strumenti atipici…
Insomma, di informazioni ne avrete sicuramente un bel po’ ora: siete soddisfatti dell’opinione che ha ottenuto Dawnbreaker, da fan e critica?
Sembra che il disco in questi mesi abbia ottenuto buoni consensi sia dagli uni che dagli altri. Quelli che ci stanno più a cuore tuttavia sono i fan, ed a loro pare che il disco sia piaciuto!
Facciamo un salto indietro nel tempo…il nucleo principale dei Crystal Ball ha mosso i primi passi con il nome di Cherry Pie. Tanti i cambiamenti da allora, vero?
Altroché…in particolare, per quanto riguarda il lavoro di una band ed in merito al modo di diffondere le canzoni. All’epoca c’era un solo ed unico sistema per farlo e la musica viaggiava su di un supporto fisico.
Oggi, si è quasi praticamente perso il significato dell’incidere un cd…anni fa, se volevi ascoltare un artista, avevi il suo disco e basta, mentre negli ultimi tempi è diventato quasi un dilemma sul fatto che abbia o meno senso pubblicare le proprie opere anche sul dischetto. Tutto è diventato facilmente accessibile in forma pressoché gratuita (non solo download, ma anche lo stesso Spotify), per cui, la fatica è ormai tutta concentrata nel riuscire a fornire vere emozioni ai fan, al di la del formato, in modo da far loro comunque apprezzare il prodotto del gruppo…
Con il trascorrere degli anni e delle abitudini, vi è mai capitato di sentirvi in qualche modo sottovalutati?
Intendo, avete mai pensato di aver ottenuto molto meno di quanto meritato in realtà, soprattutto facendo il paragone con il vostro attuale status di “cult band” underground?
In effetti avremmo voluto ottenere maggior successo…ma è difficile spiegare il motivo per cui non siamo riusciti ad ottenerlo quando sembrava sul punto di arrivare…
Non so dire se sia stato un problema di tempistiche, se abbiamo commesso degli errori o fatto decisioni sbagliate: qualcosa è andato storto proprio sul più bello e, ormai, non sembra poter essere più cambiato in alcun modo…
Ora guardiamo avanti cercando di fare comunque del nostro meglio, nella speranza che il futuro ci riservi qualcosa di buono. Nonostante tutto vogliamo continuare, perché far musica è una cosa che amiamo e ci diverte più di tutto.
Ma se davvero potessi cambiare qualcosa del passato nella vostra carriera – magari qualcosa di risolutivo al fine di raggiungere un’audience maggiore – cosa sarebbe?
Avrei sicuramente seguito di più lo stile di “Hard Impact”, soprattutto la qualità dei suoni. E poi avrei adottato una strategia.
Sai, all’epoca abbiamo fatto tutto quanto senza pensarci su molto, lasciando il nostro destino in mano ad altri…così i produttori hanno scelto per noi ed i risultati non sono stati quelli attesi.
…e se invece potessi cambiare qualcosa nel business della musica?
Beh, vorrei proprio che le label iniziassero nuovamente a fare investimenti a lungo termine…così le band potrebbero sopravvivere anche ad un disco che non è stato un grande successo…
Scott, quale potresti definire come il momento migliore della vostra carriera?
Più di uno…il poter andare in tour con alcuni dei nostri eroi, sopra ogni cosa. Quelli sono stati i momenti migliori. E parlo di Pretty Maids, Dokken, Krokus, Doro, U.D.O. e molti altri…
…e quello più negativo?
Quando ci siamo resi conto che la band aveva bisogno di fermarsi. Che questo era diventato un lavoro e non un divertimento…fu terribile…
Andiamo ancora più indietro…quali sono stati gli ascolti che ti hanno fatto più avvicinare alla musica?
Alcune band ed artisti leggendari che mi hanno influenzato più di tutti: Queen, Def Leppard (all’epoca di Pyromania), Scorpions, Whitesnake, Dokken, Queensryche e Yngwie Malmsteen…
Immagino che fossero loro i protagonisti delle vostre cover quando vi chiamavate Cherry Pie…dove eravate soliti provare quando eravate alle prime armi? In un garage, in una sala della scuola?
Oh… come Cherry Pie (poi saremmo diventati per l’appunto Crystal Ball), ci ritrovavamo in una piccola cittadina chiamata Sursee (nel cuore della Svizzera NdR). La nostra sala prove era ricavata all’interno dei sotterranei di uno stabilimento industriale.
Un paio di domande ancora meno tradizionali.
Sei uno dei fondatori dei Crystal Ball, quindi puoi rispondere con molta precisione. Osserva l’intera discografia della band e poi dimmi. Se dovessi scegliere un solo album da suggerire ad un vostro potenziale fan, quale sarebbe (tolto ovviamente il vostro ultimo cd)?
Sarebbe sicuramente “Timewalker”. Per quanto mi riguarda è stato il nostro disco migliore nel senso completo del termine…le canzoni, la produzione, il concept…tutto davvero ben fatto…
Prima mi parlavi del fatto che, ad un certo punto, lo stare nella band era diventato quasi un lavoro e non più un divertimento. Oggi non è più così? Dopo tanti anni passati a reggere le sorti del gruppo, quali sono gli aspetti che comunque ritieni più fastidiosi ed annoianti?
Guarda, la cosa che in realtà trovo più fastidiosa è di non essere in grado a volte di dare tutta l’attenzione che vorrei alla band.
Come potrai immaginare, ognuno di noi svolge un lavoro vero e proprio per vivere e questa, assolutamente, è la cosa più fastidiosa. Occuparti della band nel tempo libero, ti porta poi a non avere più spazio per altro della tua vita privata…
Credimi, andare in tour, fare interviste e promozione, suonare in studio, sono cose che in realtà trovo molto interessanti…
Grazie per la bella intervista Scott, davvero piacevole…puoi aggiungere quello che vuoi…
Mille grazie a te Fabio.
Voglio ringraziare anche i nostri fan italiani che qualche mese fa sono venuti a vederci dal vivo a Milano e Torino, in compagnia dei The Poodles. È stato molto bello!
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Fabio Vellata
Discografia Crystal Ball:
· Eye to Eye (EP) – 1998
· In the Beginning – 1999
· Hard Impact – 2000
· Look in My Eyes (EP) – 2002
· Virtual Empire – 2002
· Hellvetia – 2003
· Time Walker – 2005
· Secrets – 2007
· Anyone Can Be a Hero – 2013
· Dawnbreaker – 2013