Cynic (Paul Masvidal)
‘Io ho studiato moltissimo, ma le nuove idee, le vere aspirazioni, le ho trovate scrivendo la musica che sentivo nell’anima, raccogliendo le ispirazioni e buttando via quello che non sentivo mio’
(Paul Masvidal)
Li ho aspettati al varco, e per varco intendo la scaletta che dal palco portava al back stage. Certo, l’intervista non era programmata. E’ stata un’idea mia e del direttore di TrueMetal, Mauro Gelsomini. Ci abbiamo provato e ci siamo riusciti. L’incontro ha avuto per protagonista niente meno che Paul Masvidal, dimostratosi molto disponibile e cortese. Immediata quindi la risposta affermativa: da lì a quindici minuti ci saremmo seduti su un muretto lontano dal palco a chiaccherare. Grazie alla speciale affabilità del frontman ci accomodiamo sotto un albero, birrette alla mano e si inizia a discorrere di quelle che erano le mie più grandi curiosità…
Ciao Paul. Mi complimento intanto per il vostro show appena conclusosi. E’ stato un sogno diventato realtà potervi vedere dal vivo. Nel 1993 ero rimasto folgorato dalla genialità di una Sentiment piuttosto che Textures ed ora, 14 anni dopo, sono qui a vederle suonate dal vivo. Una fortissima emozione mi ha abbracciato durante tutta l’esibizione… Come sta andando questo tour?
Ciao Nico, è un gran piacere per me sentire le tue parole ed aver visto un pubblico così colpito dalla nostra musica. Questo tour sta andando benissimo e la gente è davvero incredibile, ogni cosa al momento sta andando davvero alla grande, lo posso dire in maniera assoluta. E’ sorprendente come, dopo 14 anni, la gente sia ancora così legata a “Focus”.
Come senti “Focus” ora? E’ per te un disco datato, che fa cioè parte della tua memoria, oppure un album ancora fresco e sempre molto vicino al tuo modo di intendere la musica?
E’ un album che sento molto vicino. Lo sento vivo e pulsante dentro di me. Sono passati tanti anni ed altrettanti fatti hanno arricchito il mio modo di intendere la musica, però allora abbiamo sudato molto per realizzarlo ed è talmente unico che sembra sempre nuovo all’ascolto.
In effetti avete mescolato davvero bene le componenti prog al fusion, al death metal e, non ultimo, vi riconosco il gran pregio nell’aver usato nuove sonorità e filtri voce…
Sono d’accordo. Ricordo anche che, al tempo, fu davvero difficile trovare qualcuno che decidesse di occuparsi della release. La scena musicale era molto focalizzata sull’estremo, soprattutto in ambito death metal le cose andavano per la maggiore e non mancava nemmeno chi impreziosiva i brani di soluzioni tecniche articolate, molto valide di grande presa. La scena americana era un territorio difficile da conquistare per noi.
Veniamo allora ai giorni d’oggi. Faccio una considerazione personale: “Focus” è per me un album magnetico e visionario come pochi, “Above the Buried Cry” (debut album degli Aeon Spoke, altra band di Paul Masvidal n.d.r.) è un album emozionante e poetico. E’ lecito pensare che il prossimo full-length nasca da una mescolanza dei due?
Non lo so ancora. Per me gli Aeon Spoke sono un qualcosa che mi tiene fortemente legato alla terra, una calamita alle energie vere e naturali della materia. I Cynic invece sono un qualcosa che esula dalle distanze umane. E’ un concetto che proietta l’essere al cielo, attraverso le galassie in punti indeterminati. Certo, forse potrei orientarmi nel mezzo di questa distanza, ma ora non riesco ancora a concepire qualcosa che non esiste per me. L’unica motivazione che rende la musica vincente è riuscire a toccare quel qualcosa che ognuno di noi ha dentro. Allora la musica è naturale e la canzone è vera, sincera.
Torno a “Focus”: il disco è nato dopo molti cambiamenti di line-up, parecchi musicisti sono intervenuti durante le fasi di realizzazione…correggimi se sbaglio…
No, non sbagli…
…allora vorrei domandarti quanto ha influito l’apporto tecnico/artistico dei singoli affinchè “Focus” sia quello che in sostanza è…
E’ stata una grande esperienza. Eravamo io, Sean (Reinert n.d.r.), Jason (Gobel n.d.r.) e Shawn (Malone n.d.r.). Shawn lavorava solo per curare e studiare i pezzi in studio, non era direttamente coinvolto nelle sessioni di songwriting. Nel corso del tempo, più che di apporto tecnico/artistico, come tu lo hai definito, parlerei di apporto condiviso di un certo tipo di visione musicale, di interazione mentale che si andava a fortificare prova dopo prova. Non so però dirti con certezza in che misura uno può aver lasciato il segno. “Focus” è nato dopo anni ed anni di lavoro, modifiche e prove, ma non solo.
Sono cambiate le nostre vite e quindi tutte le prospettive. Domanda difficile (ride n.d.r.)…, però è stata una fortuna per il disco essere nato dall’esperienza con diversi musicisti e quindi con diverse idee e diverse personalità. Questo è un suo punto di forza anche se è passato molto tempo; sai, sono sfumati solo i ricordi, ma non la sostanza.
Ritieni che l’essere in possesso di una buona tecnica aiuti ad esprimere con più facilità quello che un artista ha dentro?
Assolutamente. Ricorda però che essere in possesso di una buona tecnica non basta, bisogna essere in possesso di un’ottima tecnica (risate n.d.r.).
Allora puoi esprimerti con maggior intelletto e questo apre nuove strade ai percorsi che determinano lo sviluppo di un brano. Saper suonare bene dà la possibilità di bilanciare maggiormente le sfumature nel verso che si preferisce senza cadere nell’errore di trasformare la musica in un’equazione matematica, portando quindi la musica dalla mente e dalla mano, fino dentro il cuore. Io ho studiato moltissimo, ma le nuove idee, le vere aspirazioni, le ho trovate scrivendo la musica che sentivo nell’anima, raccogliendo le ispirazioni e buttando via quello che non sentivo mio. Questa è per me la vera musica, un forte concetto organico capace di sprigionare una forte energia.
Voglio farti una domanda personale che però ha anche a che fare con la tua musica: l’esperienza artistica con Chuck Schuldiner (mastermind dei Death n.d.r.) credo sia stata incredibile, sia umanamente che artisticamente. Vive ancora in te la forza di quell’artista inimitabile?
Chuck è stato prima di tutto un grandissimo amico. Io e lui ci conoscevamo già da molto prima dell’esperienza di “Human” (masterpiece del 1991 n.d.r.). Ci siamo infatti incontrati quando eravamo dei bambini. E’ incredibile pensare quanto corta sia stata la sua vita e quanti pezzi di eccellente death metal abbia scritto, per me le migliori canzoni death metal mai composte.
Lui mi ha dato tantissimo. La sua genialità era a livelli inimmaginabili sebbene credo non se ne rendesse conto. Era sempre un passo avanti a ciò che scriveva. Fatto un brano o un album era già proiettato a quello dopo. Qualitativamente era più veloce di se stesso. Un genio. E questo è ancora tutto dentro di me. Spesso la gente mi chiede di cantare le sue canzoni, di essere il frontman dei Death per far rivivere quel gruppo e quei brani. Non credo lo farò mai. Chuck era i Death, io per rispetto non me la sento di sostituirlo. Vorrei che sul palco ci fosse ancora lui.
Mi ha fatto piacere sentire questa tua ultima considerazione, credo che non tutti sarebbero stati capaci di ragionare così.
Grazie…, è probabile.
Comunque veniamo nuovamente al presente. C’è qualcosa che bolle in pentola per un eventuale prossimo disco? La canzone nuova che avete presentato prima (intitolata Evolutionary Sleeper n.d.r.) mi ha colpito positivamente al primo ascolto…
Si, intanto mi fa piacere che ti sia piaciuta. Non sei il primo a dirlo e questo davvero mi stimola. Stiamo lavorando su nuovo materiale, abbiamo molte idee e credo proprio che a breve potremo avere sufficiente materiale per cominciare a programmare l’uscita di un nuovo album.
Buona notizia! Ti lascio andare e ti ringrazio molto per la disponibilità dell’ultimo momento a prestarti a questa chiaccherata. Vorresti salutare i nostri utenti di TrueMetal.it?
Certamente. Intanto ti dico che il piacere di aver avuto la possibilità di toccare così tanti argomenti non può che essere mio e ringrazio te e TrueMetal per questa speciale possibilità. A tutti i vostri utenti dico: Ciao ragazzi, sono Paul Masvidal e vi ringrazio per tutto il supporto che ci date. Grazie a tutti quelli che sono venuti a supportarci a questo Evolution Festival. Grazie davvero.
Nicola “nik76” Furlan