Darkane (Andreas Sydow)
I Darkane sono forse una delle band più sottovalutate di questi
ultimi anni: non che non abbiano avuto successo, specie con alle spalle un
colosso come la Nuclear Blast, ma non hanno avuto quell’impatto massiccio sul
mercato che da loro ci si aspetterebbe, vista la qualità dei loro dischi. Che
sia dovuto al fatto di non svendersi dietro al primo trend che passa, come altri
gruppi dell’etichetta tedesca hanno fatto appena possibile? Forse, insieme ad
altre concause. Ne ho parlato con un gentilissimo Andreas Sydow, tra l’altro il
vero protagonista del nuovo album Layers of Lies.
Andreas, la prima cosa che mi incuriosisce di queso nuovo album sono i “livelli di bugie” di cui parlate nel titolo…
Beh, il titolo del disco è stato preso direttamente dalla canzone omonima.
Non ricordo esattamente come, ma stavamo registrando il pezzo e con Peter (Wildoer,
batterista e leader del gruppo, ndr) si cercava una linea melodica “catchy”
per il ritornello… è saltata fuori la formula “layers of lies”, che
poi abbiamo trovato giusto utilizzare anche come titolo dell’album. Il testo
tratta…. è complicato da dire: in sostanza parla dell’impossibilità di avere
sotto controllo la propria visione del mondo, come se qualcuno decidesse
l’ottica attraverso cui vedere le cose. Tipico testo da Peter Wildoer, hahaha!
Per quanto riguarda le coordinate musicali: si può parlare di un thrash moderno in chiave svedese per i Darkane, secondo te?
Beh, io lo chiamerei senza problemi thrash metal, ma mi
rendo conto che i Darkane sono fatti da così tanti stili musicali che è
difficile dare un’etichetta alla nostra musica: molti si confondono nel
definirci, in effetti. Tutto sommato, comunque, è sempre thrash, a dispetto di
molti particolari differenti.
Uno dei migliori pezzi in assoluto credo sia “Organic Canvas”…
E’ una canzone che contiene un mood
“progressive”, specie per quanto riguarda la linea vocale del
ritornello… una linea melodica molto semplice ed accattivante. I ritornelli
puliti sono stati la prima cosa su cui abbiamo lavorato per l’album, ed è stato
più difficile incastrare le altre parti in modo che il tutto risultasse
omogeneo. Credo che un po’ tutto l’album suoni molto “Darkane”, in
definitiva: c’è stato chi ha detto che si tratta di un mix tra i precedenti 3
album della band, prendendone le parti migliori, e probabilmente è così.
Insomma, ogni gruppo cerca di andare al nocciolo di ciò che fa, di tirare fuori
il meglio, e credo che neanche i Darkane facciano eccezione.
Com’è stato accolto “Expanding Senses” dal pubblico? Siete soddisfatti a 3 anni dalla sua uscita?
Assolutamente! Avevamo delle grandi aspettative per
quell’album e credo che siano state soddisfatte: dovunque siamo andati a suonare
dal vivo questi pezzi, l’audience cantava con noi i brani interi, sembrava
persino che piacesse più di quanto meritava, forse!
Addirittura!
Eh sì, e speriamo che succeda anche con questo album! (ride)
Beh, “Layers of Lies” è il quarto album dovrebbe portare traguardi anche maggiori…
Guarda, sicuramente vogliamo andare in tour: l’unico
decente che abbiamo svolto è stato dopo l’album precedente, mentre prima di
esso non avevamo mai fatto delle date in serie… e anche in quello c’erano
problemi: eravamo la band di apertura del No Mercy tour e spesso suonavamo anche
prima che si aprissero le porte dei locali! C’erano 9 gruppi nel bill, alcune
volte anche di più con i gruppi del posto, ma credo comunque che si sia
trattato di una grande esperienza: abbiamo guadagnato molti nuovi fans e siamo
anche cresciuti molto come band, aggregandoci fortemente. Sei mesi dopo abbiamo
fatto un altro tour coi Death Angel, dal bill più ridotto, ed è stato
ovviamente anche meglio. Sono tutte esperienze che non vediamo l’ora di
ripetere, fare tour è il nostro primo obiettivo, anche negli USA se si riuscirà.
Avete già programmato qualcosa?
Ci stiamo lavorando duramente, ma è difficile definire
le cose ora: prima di tutto speravamo di pubblicare l’album un po’ prima, farlo
uscire a fine giugno non è esattamente la cosa migliore; ma non abbiamo fatto
in tempo, quindi dobbiamo adattarci. A questo punto tenteremo la carta dei
festival estivi, ma dobbiamo anche tenere conto che Peter diventerà padre tra
la fine di agosto e l’inizio di settembre… credo quindi che per un tour
dovremo guardare alla fine di ottobre e poi a novembre.
Parliamo del cover artwork: lo trovo splendido ed anche molto curioso, con questo strano “alieno”, o cosmonauta, completamente legato… Ah, c’è una storia davvero interessante alle |
Quanta ironia avete poi messo nei titoli? Ce n’è più di uno che include il nome di un membro della band, come l’intro e “Klastrophobic Ibernation”!
Sì, esatto, ed anche “Maelstrom Crisis” ha il
nome di Christofer appena modificato… si è trattato di trovare dei titoli per
dei pezzi senza testo, solo strumentali, e abbiamo un po’ giocato con le parole.
Per esempio l’intro ha quel “wildoerian” perché stato Peter ha
scriverne la musica… un nuovo linguaggio! (ride)
Facevate parte di una triade tutta svedese per il thrash/death: voi, i Soilwork ed i Carnal Forge. Credi che possiate evolvere voi quel tipo di suono, ora che le altre due band hanno modificato o appiattito il proprio stile?
Beh i Carnal Forge continuano a suonare quel thrash
metal pazzesco, del tutto selvaggio, mentre i Soilwork hanno seguito l’onda
degli In Flames, direi. Proprio i Soilwork stanno andando molto bene, specie
negli USA, quanto a vendite; hanno appena fatto un tour da quelle parti, tra
l’altro…
Vero, coi Dark Tranquillity, Mnemic…
Yeah, esatto! E credo stiano progettando un tour da
headliners in Europa. Sono cresciuti molto negli ultimi anni, ma allo stesso
tempo sono diventati molto meno aggressivi rispetto agli inizi: forse questa è
una cosa naturale per loro, anzi, ne sono sicuro. Siamo amici e so che hanno
trovato il loro stile e vogliono seguire quella direzione. Ma è una cosa che i
Darkane probabilmente non faranno mai: facciamo quello che ci piace, non
guardiamo alle vendite dei CD.
Si sente, si sente…
Hahaha, no guarda, non è solo una questione di copiare
o meno qualcun altro o di svendersi, non sto assolutamente dicendo che i
Soilwork fanno così! Stanno solo seguendo una via diversa rispetto ai Darkane,
tutto qui.
Helsingborg, la vostra città, è decisamente fuori dai classici circoli metal di Gothenburg e Stoccolma, come vivete la situazione svedese da musicisti? La Svezia è una piccola nazione, e mi riferisco alla popolazione: siamo intorno ai 9 milioni di abitanti, per cui il mercato metal è decisamente ridotto. Qui non senti certo il metal alla radio, al massimo Metallica, Manowar, ecc… ogni tanto. Ci sono solo dei piccoli club nelle città che citavi, ma mettono tutta la musica, non solo metal, devono sopravvivere. Abbiamo un sacco di ottime band in Svezia, ma siamo costretti a suonare all’estero per farci conoscere. |
Sembra che in Svezia suonino anche i bambini, però!
(Ride) Beh non sei il primo a dirlo! Suppongo che
dipenda molto dal nostro sistema scolastico, che ci introduce alla musica sin da
giovanissimi.
Andiamo sul classico: che mi dici di un DVD o di un live album, dopo il quarto full-length da studio? Si sa, serve a far vedere come suonate dal vivo a chi non ha ancora assistito ad un vostro concerto…
Ehm… prima di tutto i fans devono venire ai nostri
concerti! (risate) Ma ovviamente per chi non avrà la possibilità di
vederci dal vivo un DVD potrebbe essere molto utile: non c’è niente di deciso,
ma abbiamo lavorato su un po’ di materiale preso dai tour di “Expanding
Senses”, ma non credo verrà pubblicato come DVD. Forse dopo “Layers
of Lies”, in un annetto, ce ne sarà la possibilità, ma non saprei al
momento.
Chiudiamo con un commento sulla Nuclear Blast, come vi
trovate con loro?
Alla perfezione: sono estremamente pazienti e li
vogliamo ringraziare per questo. Anche con il ritardo per quest’album hanno
avuto molta pazienza, non ci hanno sottoposti a nessun tipo di pressione: hanno
solo detto di sapere che avremmo pubblicato un grande album quando volevamo.
Sappiamo che ci supporteranno molto per questo nuovo disco e ne siamo felici, è
davvero il modo migliore di collaborare!
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli