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Darzamat (Flauros)

Di Alessandro Calvi - 4 Febbraio 2007 - 10:55
Darzamat (Flauros)

In occasione dell’uscita del loro ultimo disco intitolato “Transkarpatia”, abbiamo intervistato la band polacca dei Darzamat nella persona del suo singer e fondatore Flauros. Ciò che ne è uscito è stata una lunghissima e interessantissima chiacchierata.

Alex: Ciao! Come stai? Il vostro ultimo album, intitolato “Transkarpatia” è appena uscito e le reazioni da parte di critica e pubblico sembrano essere molto buone. Potresti presentarci questo lavoro?

Flauros: Le reazioni al nostro nuovo album son state veramente superbe, non solo nel nostro paese. Stiamo ricevendo eccellenti recensioni da ogni parte d’Europa. In particolare ci son arrivati splendidi commenti da alcuni magazine in Germania, Belgio, Svezia, Portogallo, Olanda, Repubblica Ceca, Lituania e ovviamente anche dall’Italia. Inoltre stiamo ricevendo segnali molto positivi da altre parti del mondo. E’ veramente splendido che la gente si sia appassionata al nostro ultimo album. Questo riscontro ci rende sicuri che i Darzamat stanno andando nella direzione giusta.
Per noi, questo è l’album più importante che abbiamo mai registrato. Musicalmente parlando per noi questa è l’unica direzione che i Darzamat vogliono percorrere, o, in altre parole, l’unica direzione da percorrere. Finalmente abbiamo raggiunto il punto dove volevamo arrivare anche con il nostro produttore. L’album è stato prodotto da Andy LaRoque (chitarrista di King Diamond) nei suoi Los Angered Recording Studios a Gotheborg. Quello è un posto magnifico e Andy è una persona fantastica. È estremamente professionale, ma al contempo anche incredibilmente modesto e alla mano. Penso che ciò che ha avuto maggiore influenza sul disco non siano state solo le grandi conoscenze e capacità di Andy, ma anche la superba atmosfera che si respirava in quello studio.
Realizzare queste registrazioni è stato molto importante per noi perché rappresenta la risposta ad alcune domande che ci eravamo posti su di noi. Credo che tutto sia andato a meraviglia e vedendo la reazione dei fan, dei media e anche dei nostri amici, credo che sia stato un ottimo passo in avanti.

Alex: Penso che “Transkarpatia” possa essere considerato la cosa migliore che abbiate fatto nella vostra storia finora. Cosa vi ha portato fin qui, dalle vostre radici, a comporre questo disco?

Flauros: La musica è una parte di tutto. Ognuno può essere capace di percepire ciò che trasmette oppure no. Per noi la musica è come un pezzo unico, una cosa sola, a cui ci avviciniamo in maniera molto emozionale. Noi ci mettiamo molto del nostro cuore e delle nostre emozioni, e questo ovviamente ci porta ad apprezzare maggiormente le opinioni della gente che ci ascolta e che è in grado di calarsi completamente nella musica nella sua interezza senza dividerla in numeri ed elementi.

Alex: Quali sono le band e i musicisti che hanno maggiormente influenzato la vostra musica e il vostro modo di vedere il mondo?

Flauros: La vita stessa è una splendida fonte di ispirazione. Una persona dovrebbe allontanarsi saggiamente dai piaceri della vita fino a che non fosse la vita stessa a dargli la forza e le motivazioni per prendere le decisioni e agire. La possibilità di creare e di pensare, anche nella più completa solitudine, è un’energia che nessuno è in grado di distruggere.

Alex: Dall’esperimento di “Oniriad” sembra che la band abbia preso una nuova strada, cosa ti ha convinto a riformare il gruppo da zero con nuovi musicisti? Hai mai avuto dei rimorsi a questo riguardo?

Flauros: Qualche anno fa ci son stati dei seri rivoluzionamenti nella band. Praticamente è cambiata tutta la line-up. Io son l’unico musicista rimasto del vecchio gruppo, quindi i cambiamenti nello stile son stati inevitabili. Dall’altra parte è vero che io stavo cercando dei nuovi musicisti per creare una nuova band. Ciò che volevo è che la musica dei Darzamat arrivasse ad essere esattamente come è ora, ci è voluto molto tempo, ma son contento di aver finalmente raggiunto le mie aspettative.
Tornando a ciò che successe allora, a quel tempo fu impossibile per me giungere a un qualsiasi tipo di accordo con Simon, il co-fondatore della band. Avevamo visioni completamente diverse sul gruppo e priorità altrettanto opposte. Così ci siam seduti, abbiamo parlato ed è venuto fuori che lui aveva perso qualsiasi interesse nel gruppo e nella stessa musica metal. In quella situazione non rimase altro da fare che separarci. Penso che questi ultimi tre anni abbiano dimostrato che fosse la decisione giusta da prendere.
Abbiamo registrato due album veramente buoni, cioè “SemiDevilish” e “Transkarpatia”, inoltre abbiamo cominciato a suonare in un sacco di concerti. È più di quanto mi saprei mai aspettato, inoltre abbiamo molti più fan di quanti ne avessimo negli anni ’90. Ne abbiamo persi alcuni, ma molti altri hanno preso il loro posto. La band non dovrebbe e non può suonare la musica che gli viene imposta da fuori, dai fan o da altri. Deve emergere dal suo interno. È solo allora che è veramente sincera e che vale qualsiasi sacrificio.
Un capitolo tutto nuovo della storia dei Darzamat è cominciato con “SemiDevilish”. Attualmente la data di fondazione dei Darzamat potrebbe essere fatta risalire all’autunno 2003! (ride)

Alex: Non ho avuto l’occasione di leggere le lyrics di “Transkarpatia”, ma la presenza di quattro intro sembra indicare che ci troviamo di fronte a un concept-album, è così? Potresti dirci qualcosa a tal proposito?

Flauros: “Transkarpatia” è in un certo senso un viaggio nel passato, in emozioni dimenticate e ideali perduti. Il disco è certamente un concept-album se intendiamo il termine come una sequenza di storie e concetti correlati tra loro e non come una storia unica che ha un inizio e una fine. Dando uno sguardo d’insieme ci si rende conto che tutti i testi oscillano su una base che va dal paganesimo alla magia e alla negromanzia. Inoltre vengono toccati temi come l’inquisizione, il vampirismo e un po’ tutte quelle cose che la Chiesa non può accettare o da cui è spaventata. Alla base della storia, insieme con Nera, abbiamo creato una visione del mondo molto soggettiva. Lei inoltre ha fatto molte ricerche sui libri e su internet per essere in grado di calarsi perfettamente nel ruolo di una donna di cui si parla, per poter poi specchiare i suoi sentimenti nelle musiche, negli arrangiamenti e nei testi. Oltre che ovviamente nel modo stesso di cantare. È un tipo di soggetto che avevamo in mente da molto tempo, ma che per un motivo o per l’altro non avevamo mai affrontato. Ora finalmente abbiamo deciso di accettare la sfida e abbiamo fatto un viaggio fino al tempo di cui parlano i testi di “Transkarpatia”. È stato un viaggio nei sentimenti, nei pensieri e negli atteggiamenti attraverso il mondo.

Alex: Dopo le buone reazioni che ha avuto “Transkarpatia”, quali sono i vostri progetti per il futuro? Quale è la direzione che la band vuole prendere? Cosa dobbiamo aspettarci dal vostro prossimo album?

Flauros: È fantastico e molto eccitante che la gente apprezzi la nostra musica. Sono fiero che noi possiamo andare in tanti posti del mondo e presentare qualcosa nella quale abbiamo messo tanto lavoro ed energie.
Il nostro contratto con la Metal Mind Productions è appena scaduto dato che abbiamo finito di adempiere a tutte le clausole, quindi penso che spenderemo un po’ di tempo a negoziare un nuovo contratto. Come sapete potrebbe benissimo esserci qualche nuova etichetta con la quale potremmo cooperare in futuro.
Riguardo ai nostri programmi futuri, mi spiace ma non posso rispondere. È molto difficile da dire e ancora più duro da fare. Solo il tempo potrà mostrarcelo.

Alex: Durante le sessioni di registrazione e di mix avete avuto l’occasione di lavorare fianco a fianco con Andy LaRoque. Come è stato? Ci saranno altre collaborazioni con lui in futuro?

Flauros: In realtà siamo finiti a Gotheborg per puro caso. Siamo andati all’Hard Rock Lager Festival in Estonia dove abbiamo incrociato i componenti dei Lord Belial. Thomas Beckelin e gli altri stavano lavorando con Andy ormai da diversi anni. Son stati loro a farci pensare per la prima volta che avremmo potuto lavorare con Andy. Un mare di Jaggermeister e quattro chiacchiere con Thomas riguardo a una collaborazione, son stati sufficienti per farci venire l’idea.
Beckelin ha quindi portato il nostro ultimo album a Gotheborg e noi abbiamo poi spedito il demo di “Transkarpatia” direttamente a Andy. Con nostra grande sorpresa lui ha risposto subito. Gli piaceva la nostra musica e voleva produrre il nuovo disco dei Darzamat.
Naturalmente non potevo immaginare la produzione del disco senza la partecipazione attiva della band, così io, Nera e il nostro chitarrista Chris siamo andati a Gotheborg per lavorare con Andy al cd. Così abbiamo scoperto che Andy non è solo un fantastico chitarrista e un produttore che sa il fatto suo, ma anche un uomo straordinario e molto espansivo. Nel suo studio ha creato una atmosfera quasi rilassante, il che è incredibile visto che parliamo di un lavoro massacrante e stressante come la produzione e la registrazione di un disco. Fin dal primo giorno sono rimasto impressionato dalla sua personalità. Le persone dei gruppi svedesi che abbiamo incontrato mentre eravamo là, concordano con me.
Inoltre durante quel periodo abbiamo potuto respirare l’aria che si respira a Gotheborg che è sicuramente una delle città più importanti nella mappa metallara d’Europa. È qui che si trovano non solo i Los Angered Studios, ma anche i Freedman Studios. È qui che dozzine di gruppi hanno mosso i loro primi passi: band come At the Gates, Arch Enemy, Dark Tranquillity, In Flames e per finire anche gli Hammerfall.
Tornando a parlare dell’influenza di LaRoque sul nostro album, lui ovviamente aveva un sacco di cose da dire riguardo al suono dei pezzi. Comunque in realtà gli arrangiamenti non son venuti fuori in maniera molto diversa da come li avevamo preparati inizialmente. A quanto pare dovremo cercare di essere un po’ più aperti nei confronti dei suoi consigli la prossima volta. (ride)

Alex: Sul fronte live siete interessanti a fare un tour anche in Italia? Dove suonerete per promuovere il vostro ultimo lavoro?

Flauros: Devo ammettere che il pubblico nel vostro paese è veramente grande. Ma al contempo i fan italiani sono una platea molto esigente. Conoscono ogni virgola della tua musica e non puoi permetterti il minimo errore. È fantastico suonare per un’audience che capisce così bene la tua musica e il tuo messaggio. Ricordo sempre i concerti in Italia come alcuni dei più belli. Presto comunque torneremo a suonare nel vostro paese in un paio di occasioni. Sono molto eccitato al pensiero di cosa succederà quando ci esibiremo in Italia. Naturalmente promuoveremo il nostro ultimo album in tour, ma non c’è ancora niente di certo riguardo alle tappe che toccheremo.

Alex: Penso che sia tutto. È stato un piacere chiacchierare con te. Lascio a te lo spazio conclusivo se vuoi dire qualcosa ai nostri lettori e a presto!

Flauros: “Transkarpatia” cambierà il vostro modo di intendere la musica metal: atmosferico ma anche pieno di energia. È un disco che causerà un po’ di sconvolgimenti nella scena metal e vi rimarrà in testa per un bel po’ di tempo.
Alex ti ringrazio molto per l’intervista e spero di vedere te e tutti i lettori di TrueMetal.it durante i concerti. Inoltre invito tutti a fare un salto sul nostro sito ufficiale
www.darzamat.art.pl dove si può sempre trovare qualche nuova news. Stay dark!

 

Intervista raccolta da:
Alex “Engash-Krul” Calvi