David Coverdale: ‘è stato sconvolgente lavorare con Ritchie Blackmore, un ragazzo che sembrava un po’ Jimi Hendrix’
Intervistato da Jenn su Rock Classics Radio, è stato chiesto a David Coverdale di nominare le tre canzoni di cui va più fiero in carriera.
E’ il vecchio luogo comune che tutti i miei brani siano come figli per me. Una delle cose che mi furono chieste al primo incontro con il management dei Deep Purple era se scrivevo musica. E io potevo dire di sì con sincerità, perché era una cosa che ero stato incoraggiato a fare dai musicisti della scena locale. Non le abbiamo mai annunciate come scritte da me, piuttosto avremmo detto che sono degli Steppenwolf (ride, ndr). Comunque, il primo passo era andare a trovare Ritchie Blackmore a casa e capire se tra di noi ci fosse alchimia. Ed è stato sconvolgente lavorare con questo ragazzo che sembrava un po’ Jimi Hendrix. Intendo che Hendrix era la mia musa e Ritchie ne possedeva tutte le qualità. Ero così entusiasta che scrissi sei testi differenti per la canzone ‘Burn’. Ho effettivamente usato uno dei testi non molti anni fa su una canzone diversa, per un brano più bluesy. Comunque, questo per dire quanto fossi entusiasta all’idea di lavorare con lui (ride, ndr). Anche ‘Stormbringer’ l’ho scritta per lui, perché amava quel mix di sci-fi. Un argomento che non mi faceva però perdere la bussola. Ero più per tematiche emotive, fisiche, uno scenario di relazioni, la ricerca di una direzione… Comunque sì, quella, ‘Burn’, e ‘Mistreated’, che mi è venuta fuori così sul momento. L’ispirazione diretta della mia musa. Magari posso aver tratto ispirazione da qualche testo qua e là, ma in sostanza è un testo improvvisato, eppure funziona ancora bene dopo quasi 50 anni!