Vario

Death: Andy LaRocque, “Chuck Schuldiner era un grande fan di King Diamond; mi chiese di unirmi definitivamente alla band”

Di Orso Comellini - 14 Dicembre 2023 - 12:14
Death: Andy LaRocque, “Chuck Schuldiner era un grande fan di King Diamond; mi chiese di unirmi definitivamente alla band”

In una nuova intervista per Guitar World, Andy LaRocque ha discusso di teoria musicale e del suo approdo nei Death, dopo che Chuck Schuldiner lo aveva cercato. Queste le sue parole:

Non ho una grande conoscenza della teoria. Mi ispira, ma uso soprattutto le mie orecchie per cogliere le cose interessanti, che è quello che facevo allora. Quindi se la gente viene da me e mi dice: “Perché non suoni questa nota o questa scala?”, onestamente non so di cosa stiano parlando nello specifico. Suono quello che suona bene. Ho saltato tutta la teoria musicale e mi sono concentrato su ciò che era importante per me.

La gente pensa sempre che io suoni in modo superveloce, che è quello che ci si aspetta da un chitarrista metal. Ma vorrei ricordare loro che sono molto melodico come stile, ecco perché ho fatto molti assoli come ospite. È difficile individuarne uno di cui sono incredibilmente orgoglioso. Ma Rick Altzi, il cantante dei Masterplan, ha fatto un album da solista [All Eyes on Me], in cui ho suonato. Molte persone l’hanno ascoltato e mi hanno detto: “Non avevo capito che sapessi suonare in modo così melodico; davvero bello”.

Sul suo ingresso nei Death del 1993 per “Individual Thought Patterns“:

Chuck è sempre stato un grande fan di King Diamond. Era venuto ad alcuni nostri concerti alla fine degli anni ’80, quindi ci eravamo incontrati un paio di volte. Chuck parlò con la casa discografica – i Death avevano la stessa etichetta dei King Diamond – e chiese loro di metterlo in contatto con me. Mi disse che aveva bisogno che facessi degli assoli per l’album. Successivamente mi chiese se volessi unirmi alla band.

All’epoca ero molto impegnato con tutto ciò che era al di fuori della musica, nella mia vita; avevo i miei figli ed ero molto occupato. Ma devo dire che la sfida principale con i Death è stata quella di spingere molto la mia vena progressiva – questo non vuol dire che King Diamond non ce l’avesse, ma la roba dei Death mi ha costretto davvero a pensare almeno due volte a quello che dovevo fare. Ci ho aggiunto il mio tipo di melodie, ma ho dovuto pensarci su per farle suonare bene.