Defeated Sanity (Lille Gruber)
Una persona di poche parole Lille Gruber, batterista dei tedeschi Defeated
Sanity, un musicista che evidentemente preferisce far parlare la sua musica
invece di promuovere la propria band quando gli viene data l’opportunità
(dimenticandosi anche di rispondere a un paio di domande…). Questo non va ad
intaccare minimamente il giudizio sul nuovo album, Psalms of The Moribund, un
concentrato di violenza tra i migliori ascoltati ultimamente. Buona lettura.
Ciao Lille, partiamo subito col nuovo album Psalms of The Moribund. Credo
che sia un passo avanti rispetto al vostro precedente disco Prelude to
the Tragedy… Che ne dici?
Grazie Stefano, penso anche io che sia molto meglio di Prelude to the
Tragedy. La fase di lavorazione dell’album è stata molto agevole, purtroppo non
siamo riusciti a mettere in atto tutto quello che ci eravamo prefissati, ma
siamo molto soddisfatti di come suoni Psalms of The Moribund, molto di più di
quanto lo eravamo per Prelude to the Tragedy.
Come avete trascorso i tre anni che sono trascorsi tra il primo e il
secondo album?
Abbiamo avuto dei grossi cambiamenti nella lineup, che ha permesso l’entrata
in formazione di nuove persone che realmente amano la stessa musica che piace a
noi. Abbiamo scritto un sacco di materiale, ci siamo esibiti in qualche
concerto, e in generale c’è stato un aumento di popolarità della band.
Il nuovo materiale è più tecnico rispetto al passato, sempre complesso e
articolato, senza tralasciare il feeling del brutal underground. E questo credo
sia una delle vostre carte vincenti. Sei d’accordo?
Concordo.
In Psalms of The Moribund c’è una maggiore influenza brutal americano, mi
riferisco ad alcuni passaggi slam ad esempio, molto in voga ultimamente…
Yeah! Noi non usavamo riff slam, e quante band adesso li utilizzano… Noi
abbiamo voluto inserirli, ma mai in modo scontato come in una tipica “slam
band”.
In questi tre anni, credo che siate maturati
anche sotto il profilo della composizione. Ad esempio in Prelude to the Tragedy
c’erano un paio di brani che sembravano un po’ forzati, sviluppati non nel
migliore dei modi. Cosa che in Psalms of The Moribund, fortunatamente, non
accade.
Sì, siamo cresciuti molto come compositori, siamo molto soddisfatti del
songwriting di tutto il disco. Questo non posso dirlo per Prelude…
A proposito, come lavorate in fase di composizione?
Parte tutto da un insieme di idee, il più delle volte è un singolo riff che
determina lo sviluppo della canzone. Da qui cominci a pensare a qualcosa di
diverso e a combinare quel riff con altri elementi che ti frullano in testa.
Cerchiamo di sviluppare un sacco di motivi, per poi sviluppare parti differenti
e variazioni.
In questi anni avete sempre avuto problemi di lineup. Credi che ora
abbiate trovato la giusta formazione per poter continuare senza questo tipo di
problema?
Si, la lineup è abbastanza unita adesso.
Proprio a causa di problemi di formazione, nel debutto, hai dovuto suonare
anche le parti di chitarra… Ora vedo che ti sei concentrato solo sulla
batteria.
S’, è molto difficile suonare le nuove parti di chitarra. Per fortuna ho
avuto il tempo per dedicarmi al massimo sulla batteria.
E con ottimi risultati! La tua prova è strepitosa. Quali batteristi hanno
influito sulla tua formazione?
Grazie! Amo molto Tony Williams, Stephen Shelton (Confessor), Jack deJohnette,
Chad Walls, Alex Marquez, Lee Harrisson, Jon Engman, Sean
Reinert, Ricky Myers, Brad Fincher…
Puoi parlarci dei testi di Psalms of The Moribund? Non sono i soliti testi
gore/splatter…
Le lyrics di ogni canzone dei Defeated Sanity sono sempre incentrate sui
capitoli oscuri dell’umanità.
Il mastering dell’album è stato curato da Robbe K dei Disavowed. Come mai
questa scelta?
E’ stata una mossa della nostra label, la Grindethic Records. Loro
conoscevano Robbe e lui ha fatto un gran lavoro.
Avete programmato alcune date importanti questa estate, come il Neurotic
Deathfest, ad esempio. Credi che con il nuovo album riuscirete ad imporvi
maggiormente nella scena brutal?
Tutti coloro a cui piace il brutal dovrebbero venire ai nostro show!
Ok Lille. A te l’ultima parola.
Grazie Stefano per questa intervista. Date tutti quanti uno sguardo alla
nostra pagina myspace e al nostro sito ufficiale per merchandise, e news. Stay
Brutal!
Stefano Risso