Dell’uomo, della bestia, e del Natale
Poteva mancare l’editoriale natalizio? Ovviamente no!
Eccolo a voi in tutto il suo fulgore decadente!
Celebriamo il nostro ciclo di esistenza con alti e bassi, i nostri bioritmi
si alternano e s’inseguono in una sfrenata e inconsapevole lotta per la depressione.
Nei momenti migliori, ci rendiamo conto che comunque le stelle sono sempre in
cielo, irrangiungibili come non mai. Nei momenti peggiori, invece, il cesso
è così vicino che per vomitare basta inclinare leggermente la
testa.
Con forza proviamo ad affermarci, evolverci, distinguerci. Mazziere esperto
ed arcigno, il destino ci serve mani allettanti, ma l’illusione di poter vincere
rimane sospesa in un gesto eterno; il cambio di una singola carta, la speranza
che la nostra vita diventi la vita che vorremmo.
Ma nel momento topico, quando ci rendiamo conto che il destino ci ha servito
l’ennesima mano perdente, ci fermiamo, alziamo la testa, buttiamo all’aria il
tavolo da gioco e iniziamo a camminare per la nostra strada.
Eccolo, il momento più alto, il segnaposto del cambiamento, la boa, la
svolta. Il momento in cui addentiamo il flusso eterno delle possibilità
e succhiamo la nostra esistenza libera, incondizionata, indipendente.
Che c’entra, tutto questo discorso, col Natale? Nulla. Eccomi allora al discorso
di Natale.
Il Natale rappresenta per molti l’incarnazione della decadenza, per altri è
ancora ripostiglio di valori antichi.
La situazione attuale è la lampante dimostrazione che l’uomo non impara
mai dai suoi errori, quindi ha eternamente ragione chi dice che ‘chi non conosce
il proprio passato, non potrà mai presagire il proprio futuro’. Vorrei
aggiungere, ‘chi conosce la natura umana, non ha bisogno di aprire un giornale
per sapere che, da qualche parte del mondo, c’è una guerra’.
Sembra un discorso trito e ritrito, la solita predica natalizia, ma se un giorno
tutti quanti decidessimo di gettare le carte all’aria, e di decidere noi le
regole del gioco, invece di lasciar comandare il nostro spirito irrazionale,
la nostra essenza bestiale, la nostra avidità primordiale, il nostro
comune spirito di prevaricazione…
forse un giorno le cose potrebbero cambiare.
Nel frattempo… ‘mazziere dammene una, e che sia la volta buona!’
P.S.: Grazie per essere il nostro nutrimento spirituale, per essere stati con
noi, per le diecimila volte che ci avete scelto.