Demians (Nicolas Chapel)
Approdati da poco sul mercato con lo splendido
Building An
Empire, i francesi Demians sono sicuramente fra le sorprese musicali più gradite
di questo 2008. Abbiamo raggiunto Nicolas Chapel, l’unico nome che si cela
dietro questo ambizioso progetto, per parlare del nuovo album. Buona lettura.
Ciao Nicolas, che ne dici di presentare il progetto Demians ai lettori di
TrueMetal.it?
Ciao a te Angelo. Il progetto Demians prende vita nel lontano 2001; il tutto è nato casualmente, quasi per
gioco, avevo voglia di mettermi a comporre musica senza l’ambizione di vederla
pubblicata o di avere una carriera come
musicista. Ai tempi ero una persona molto introversa (lo sono anche tutt’ora) e
quindi decisi di occuparmi personalmente di tutti gli strumenti senza l’aiuto di
“elementi extra”, insomma, un progetto nato e cresciuto fra le mura di casa.
Nel disco, ti sei occupato di tutti gli strumenti. E per quanto riguarda la
produzione?
Mi sono occupato anche della fase di produzione del disco. Come ti dicevo prima,
sono una persona molto introversa; questo
non vuol dire che non sia capace di riporre la mia fiducia in un produttore eh.
Il fatto è che volevo sentirmi libero di
fare quello che volevo, come volevo e all’ora che volevo; ad esempio, se avevo
voglia di registrare le parti di batteria alle
tre del mattino, essendo l’unico membro del gruppo e anche il produttore, potevo
farlo tranquillamente senza sentirmi obbligato a “scomodare” altre persone. Tornando al discorso
musicisti: io amo collaborare con altra gente, però i Demians sono un progetto
tutto particolare al quale ho lavorato per
anni e anni senza l’aiuto di nessuno e quindi sarebbe stato seccante coinvolgere
altra gente all’interno del progetto (sopratutto quando questo era già stato
avviato) e
perdere fin troppo tempo a spiegare loro le mie idee in fase di
composizione. Adesso che il tutto è pronto, sono
riuscito a trovare alcuni musicisti che riusciranno a darmi l’opportunità di portare
in tour i pezzi da me composti.
Che cosa significa il monicker Demians?
L’idea per il nome del progetto è nata dopo aver letto Demian, un libro di
Herman Hesse.
La cover del disco è molto semplice e allo stesso tempo veramente affascinante,
cosa rappresenta?
Rispecchia fedelmente quello che è il titolo dell’album; le tre sedie
rappresentano la base per quello che può essere un
futuro impero. Questo va a rappresentare in parte quello che mi è successo in
questi ultimi anni: ho avviato questo progetto
con delle basi molto rudimentali e adesso, come per magia, mi ritrovo con un
gran bel disco che a quanto pare, sta facendo
parlare bene di sé in giro per l’Europa.
Il sound di Building An Empire strizza l’occhio ai lavori di gruppi del calibro
di Porcupine Tree, Pain Of Salvation e Dark
Suns. Come definiresti la musica che suoni?
Guarda, io apprezzo tantissimo i gruppi che hai sopraccitato, però non saprei
proprio definire quella che è la musica che
suono. Vogliamo chiamarlo progressive o neo-progressive? Va benissimo, però
rimane sempre la mia musica, nella quale cerco
sempre di inserire alcuni elementi personali in modo da distaccarmi da quello
che è il sound degli altri gruppi.
Sai che una risposta simile mi è stata data qualche mese fa dal cantante degli RPWL?
Davvero? ahah, questo vuol dire che tutti i gruppi dell’InsideOut Music la
pensano allo stesso modo.
E per quanto riguarda la tua formazione come musicista, quali sono i gruppi che
ti hanno influenzato maggiormente?
Ho sempre apprezzato i gruppi prog degli anni ’70, primi su tutti i Genesis e
fra i più moderni citerei anche i grandissimi
Porcupine Tree. Per quanto riguarda gli altri gruppi, apprezzo tantissimo il
sound schizofrenico dei Meshuggah, i miei
connazionali Gojira e i più classici Metallica.
Che ne dici di parlarmi dei testi che compongono il disco?
Perdonami, ma non amo così tanto parlare dei testi che scrivo, preferisco lasciare che sia
l’ascoltatore ad interpretarli personalmente.
Posso solo dirti che l’ispirazione arriva dal profondo della mia anima e che i
testi parlano di esperienze che ho vissuto
personalmente.
Ci sono brani che preferisci di più rispetto ad altri?
Mi sento legatissimo a The Perfect Symmetry, poiché è stato il primo pezzo che
ho composto nel lontano 2001 quando ancora non avevo alcuna ambizione e non
pensavo che sarei mai arrivato ad avere la possibilità di firmare un contratto
discografico.
L’album è uscito per InsideOut Music. Sei soddisfatto del lavoro che stanno
facendo per la promozione?
Certamente! I ragazzi dell’InsideOut stanno facendo un grandissimo lavoro di
promozione, non posso fare altro che ritenermi
soddisfatto e di ringraziarli pubblicamente. Senza il loro aiuto i miei pezzi
sarebbero ancora rinchiusi nell’hard disk del
mio computer.
Come sei arrivato in contatto con loro?
Sono stati loro stessi a contattarmi, hanno ascoltato alcuni pezzi che avevo
messo a disposizione sul mio MySpace e mi hanno
chiesto se volevo prendere in considerazione una release ufficiale del cd.
Questo è stato un gran bel colpo di fortuna e mi
ha dato modo di sentirmi decisamente più soddisfatto del lavoro che ero riuscito
a compiere.
Hai già programmato le date del tour?
Le date del tour sono tutt’ora in fase di programmazione. Dovrei cominciare a
girare vari locali della Francia per poi
approdare sul palco di qualche festival estivo.
Ci sarà l’occasione di vederti in Italia?
Per ora credo che sia un po’ improbabile… magari in futuro e in qualità di
supporto per un gruppo più famoso. Staremo a
vedere.
Siamo giunti quasi alla fine, ultima domanda: Come ti senti ad aver ricevuto i
complimenti da un personaggio del calibro di
Steven Wilson?
Lunsingato. È un grandissimo onore ricevere i complimenti da un artista come Steven Wilson. Spero di incontrarlo nel prossimo futuro, magari in occasione di
un bel tour a supporto dei suoi Porcupine Tree.
Benissimo Nicolas, non mi resta che ringraziarti e augurarti buona fortuna
per il tuo futuro.
Sono io che ringrazio te per questa intervista e per il supporto. Grazie di
cuore e a presto.
Angelo ‘KK’ D’Acunto