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Derek Sherinian

Di Riccardo Angelini - 15 Aprile 2009 - 11:27
Derek Sherinian

Una giornata storta capita a tutti: peccato che a Derek Sherinian sia capitata proprio il giorno dell’intervista per Truemetal. La maggior parte delle questioni di ampio respiro che sarebbe stato utile e interessante approfondire con il virtuoso delle tastiere è stata liquidata in un paio di battute svogliate. In attesa che venga inventata una macchina fustigante automatizzata che punisca gli intervistati reticenti inducendoli a fornire risposte degne di questo nome, ecco il resoconto di quella che avrebbe potuto essere un’avvincente chiacchierata sulla musica a 360° con Mr. Sherinian.

Ciao Derek. Il tuo nuovo album è nei negozi: quanto a lungo ci hai lavorato e come lo inquadri nella tua discografia?

 

‘Molecular Heinosity’ è l’album più pesante che io abbia mai scritto. Ci ho lavorato su per due anni e mezzo e sono molto soddisfatto del risultato.

 

L’artwork ha un tono piuttosto oscuro, diverso dallo stile progressive/fusion. È stata una tua scelta personale o ti sei affidato al gusto di un artista?

 

L’autore è Mattias Noren. Gli ho dato il concept di base e qualche idea, lui ha fatto il resto. Credo si addica molto alla musica.

 

La pubblicazione dell’album è avvenuta prima in Giappone e a Taiwan, poi in Europa e Nord America. Come mai? I dati di vendita sono più alti nei paesi orientali?

 

I miei dati di vendita sono gli stessi ovunque, non ci sono paesi che emergano.

 

Anche in quest’occasione ci sono diverse collaborazioni di prestigio sull’album. Gli ospiti hanno contribuito al songwriting oppure avevi già le idee chiare sulle parti da sottoporre loro?

 

La maggior parte del disco è stata scritta con Virgil Donati e Brian Tichy. La canzone ‘Frozen By Fire’ è stata scritta a quattro mani con Rusty Cooley che su quel pezzo si occupa delle chitarre.

 

Quali sono state le tue fonti d’ispirazione?

 

Sono ispirato da maolte cose, in genere dagli altri musicisti con cui lavoro. Non c’è una formula predefinita per lo scrivere.

 

Ritieni che la carriera solista ti offra maggiori chance di sperimentare rispetto ai Planet X?

 

Ho la totale libertà di fare quello che voglio sui miei dischi solisti, mentre i Planet X lavorano in modo collettivo.

 

Quale percentuale del tuo tempo di lavoro in linea di massima dedichi alle rifiniture del suono? Che tipo di attrezzatura usi nel tuo lavoro?

 

Ho una stanza piena di tastiere e synth. Uso un sacco di attrezzature!

 

 

La tecnologia e l’elettronica hanno ormai da tempo esautorato la strumentazione analogica, al punto che fra le nuove generazioni ormai nessuno più usa suonare Moog o Hammond. A tuo avviso, che cosa è stato guadagnato e che cosa è stato perso in questo passaggio di consegne? Personalmente preferisci le potenzialità dell’elettronica o il suono vintage dei synth analogici?

 

Li adoro. Uso un misto di acustico, vintage, analogico e digitale. Quando li mescoli tutti assieme, puoi ottenere dei suoni eccellenti.

 

‘Molecular Heinosity’ è il tuo sesto album solista. Ti dispiace spendere qualche parola per i suoi predecessori?

 

1999 Planet X: è stato il mio primo album solista. Non sapevo che cosa stavo facendo, ma credo che Virgil e io siamo riusciti a tirar fuori delle idee eccellenti.

 

2001 Inertia: questo album è stato per la maggior parte scritto e registrato con Simon Phillips. È stato molto bello lavorare con un veterano del suo calibro, uno dei miei eroi musicali. Anche Steve Lukather ha suonato parecchie cose su questo disco.

 

2003 Black Utopia: questo album era molto più pesante di Inertia, ed è stato quello che ha venduto di più. Ci sono tracce su cui suonano contemporaneamente Yngwie e Al DiMeola, oppure Zakk Wylde e Yngwie. È il disco preferito di molti fra i miei fan.

 

2003 Mythology: questo album per me è speciale perché Allan Holdsworth suona su due tracce, soprattutto Day Of The Dead. Per me è una grande soddisfazione avere collaborato a un disco con lui.

 

2006 Blood Of The Snake: ci sono un sacco di collaborazioni prestigiose su questo disco: Slash, Billy Idol, Zakk, Yngwie, John Petrucci… e ci sono alcune tracce molto pesanti.

 

Il 2008 è stato un anno molto impegnato per te, anche se non ci sono state uscite ufficiali a nome Sherinian o Planet X. Hai preso parte a ottimi dischi come Perpetual Flames di Yngwie Malmsteen o 01011001 di Ayreon. Che cosa puoi raccontarmi a riguardo?

 

Ho registrato il pezzo di Yngwie nella sua casa di Miami. È sempre bello lavorare con il maestro. Con Aryen, ho suonato un solo e gliel’ho mandato. Mi è sembrato un ragazzo gentile, ma non l’ho mai incontrato di persona.

 

 

Parlando del 2008, quali sono stati gli album che ti hanno impressionato di più?

 

L’unico album che mi sia piaciuto l’anno scorso è stato quello dei Meshuggah, qualunque fosse il titolo.

 

Sicuramente ti sarà già stato chiesto molte volte quali sono le tue influenze come tastierista. Oramai però si può dire che Sherinian stesso sia un’influenza importante per le nuove generazioni di tastieristi: qual è la tua opinione a riguardo? Ti è capitato di notare qualche musicista promettente nell’underground?

 

Non ho sentito nessun giovane promettente, ma sono sicuro che ce ne siano. Ci sono molti musicisti che mi dicono che sono stato un’influenza importante per loro, e trovo che questo sia un grande onore.

 

Quando hai cominciato a suonare le tastiere, e quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua vita?

 

Ho cominciato a suonare seriamente intorno ai 12 anni.

 

Alcune tue composizioni sono state tacciate di suonare troppo fredde e involute: come rispondi alle critiche di questo tipo?

 

Fa nulla, ognuno ha la sua opinione. Io scrivo e suono semplicemente la musica che ascolto e sento.

 

Al di fuori delle logiche di mercato della pop-industry, suonare uno strumento significa qualcosa in più che sbarcare il lunario. Posso chiederti qual è la tua personale visione della musica?

 

Non lo so. Ho suonato per molto tempo, è semplicemente una grossa parte della mia vita. Non ci ho mai pensato.

 

Derek Sherinian ha avuto una parte decisamente attiva nella definzione del moderno concetto di “progressive metal”. Posti i limiti che simili etichette inevitabilmente implicano, c’è sempre un po’ di confusione riguardo al loro utilizzo. Qual è il tuo concetto di “progressive”?

 

Suonare un sacco di note molto velocemente!!!

 

Quanto è rilevante la sperimentazione nel tuo lavoro?

 

Molto! È tutto basato sulla sperimentazione.

 

 

Quali sono gli interessi di Derek Sherinian quando non suona le tastiere?

 

Sono il fiero padre di una bambina di due anni e mezzo. Lei è tutto per me.

 

Nella tua carriera hai suonato con grandi band e musicisti (Alice Cooper, Billy Idol, Dream Theater, Kiss, Yngwie Malmsteen…), sia in studio sia on stage. Ti va di raccontarci qualche aneddoto divertente a riguardo?

 

Ci sono molte storie divertenti da raccontare, dovrai aspettare che esca il mio libro.

 

Tra tutti i musicisti con cui hai collaborato, ce n’è qualcuno con cui ti sei trovato particolarmente a tuo agio? E qualcuno con cui hai avuto problemi a lavorare?

 

Simon Phillips è stato il più professionale con cui io abbia mai collaborato in qualsiasi modo. Non mi sono trovato male con nessuno.

 

Hai progetti per un tour promozionale dal vivo a seguito del nuovo album?

 

Potrei suonare qualche data, non si sa mai. Non c’è nulla di pianificato per ora.

 

Che cosa puoi dirmi riguardo ai tuoi progetti futuri? Qualche novità dai Planet X?

 

Realizzerà un’antologia per il decennale della mia carriera solista alla fine dell’anno. Inoltre darò vita a una prog band che spero debutterà nel 2010.

 

Questa era l’ultima domanda. Concludi pure l’intervista come preferisci.

 

Un grande ringraziamente ai miei fan italiani, spero di poter suonare presto per voi dal vivo.

 

Riccardo Angelini