Vario

Dew-Scented (Leif Jensen)

Di - 30 Marzo 2007 - 8:43
Dew-Scented (Leif Jensen)

Niente colpi di testa per i Dew-Scented, sempre potenti, aggressivi e fedeli
al proprio stile che ha permesso alla band tedesca di ritagliarsi un posto
importante sui palchi di tutta Europa. In occasione del settimo album,
Incinerate, un cordiale Leif Jensen si presta alle mie domande. Buona lettura.

Ciao Leif come stai? Benvenuto su TrueMetal.

Tutto bene grazie, sono molto preso per la promozione del nuovo album.

Parliamo di Incinerate, settimo album in carriera. Innanzitutto credo sia un
motivo d’orgoglio essere arrivato a questo traguardo?

Certamente, ne siamo molto orgogliosi. Quando abbiamo incominciato non avevamo
alcuna idea sul nostro futuro, ed è stata come una sorpresa… Siamo andati
passo dopo passo, primo album, secondo album e così via… Fino ad arrivare al
giorno d’oggi. Siamo molto contenti perchè amiamo la musica e facciamo quello
che più ci piace, mi ritengo fortunato di avere la possibilità di registrare dei
dischi e poter fare dei tour, e non ci dimentichiamo mai di questo privilegio che
abbiamo guadagnato con gli anni.

In effetti la vostra passione per la musica è palese, siete
una band che non si ferma mai, producendo un disco ogni due anni, andando sempre
in tour. Non sentite il bisogno di rifiatare un po’ogni tanto? Vi ho visto ben
due volte in meno di un anno in Italia, tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006…

Ahaha! Sì come ti ho gia detto amiamo quello che facciamo.
Il thrash metal è una musica che va necessariamente suonata dal vivo, su un
palco, con il pubblico che si scatena di fronte e che ti dà moltissime energie.
Abbiamo sempre buone idee per nuovi dischi e quindi i tour sono una conseguenza,
cerchiamo di fare del nostro meglio e di divertici. Non siamo persone che amano
chiudersi in studio per troppo tempo.

Ok, ritornando a Incinerate. Credo che questo ultimo album
sia migliore del precedente, e probabilmente è il più curato di tutta la vostra
discografia. Che differenze ci sono, se ci sono, con Issue VI? Praticamente è lo
stesso stile…

Sì, noi non abbiamo intenzione di cambiare il nostro stile.
Abbiamo trovato il nostro sound e cerchiamo di perfezionarlo, non cambieremo mai
l’approccio nel comporre nuovo materiale, è qualcosa che potrà mai succedere.
Ora sappiamo bene come sviluppare il nostro songwriting, vogliamo suonare più
catchy, più veloci, in modo più intenso. Con Incinerate siamo approdati a un
nuovo livello… A partire dai nostri tre dischi precedenti abbiamo cercato di
migliorare anche la produzione, e con Incinerate abbiamo ottenuto una produzione
“boombastic”. Questa combinazione, miglior scrittura e miglior suono, è la
principale caratteristica del nuovo album.

Mi hai appena detto che non avete intenzione di cambiare
stile, ma al giorno d’oggi, con la miriade di gruppi e di dischi che ci sono,
non temi che la gente perda la sorpresa e la scoperta nell’ascoltare i
Dew-Scented? Ormai gli ascoltatori sanno bene cosa aspettarsi da voi…

No non ho alcun timore. L’importante è cercare di
migliorarsi e di progredire, e se fai un paragone tra i nostri primi albume
Incinerate te ne rendi conto immediatamente. Appunto perchè i nostri ascoltatori
sanno cosa aspettarsi da noi, cerchiamo di suonare quello che gli piacerebbe
ascoltare, perchè sappiamo anche noi cosa piace alla gente. Credo che sia più
importante esprimere il meglio di noi stessi, sempre.

Capisco la tua posizione, cercare di perfezionarsi, invece
di provare qualcosa di nuovo e magari fallire…

Sì in Germania funzione così, e credo pure in Italia.
Quando hai un team vincente è inutile stravolgerlo.

Nella prima metà del disco ci sono dei brani killer come
Vanish Away, Final Warning o The Fraud che rappresentano forse il meglio del
vostro trademark. Brani veloci, aggressivi e molto compatti.

Penso di sì, per questo album volevamo mantenere la nostra
radice thrash, rendendo però le canzoni più complesse, molto più costruite con
l’aggiunta di molti elementi, semplicemente portare i Dew-Scented a un livello
superiore. Il disco è come un treno che ti passa sul volto…Ahah! Io penso che
per Incinerate avevamo un sacco di materiale eccellente, ed eravamo anche in uno
stato molto buono. Di solito hai due o tre canzoni che realmente si distinguono
dalle altre, ma questa volta non ci siamo proprio posti il problema di quali
siano i pezzi migliori.

Ho apprezzato molto anche i brani più lenti come Now Or
Never, o Everything Undone, dove però non avete rinunciato a velocizzare il tutto con
estrema violenza, aggiungendo un pizzico di fantasia in più e cambiando portando
un po’ di cambiamenti nel songwriting rispetto agli altri brani del disco,
facendole realmente distinguere dal resto. Sei d’accordo con me?

Totalmente! Credo sia molto importante inserire delle
variazioni nelle canzoni, affiancare parti più brutali ad altri più
orecchiabili. Abbiamo sempre cercato di trovare il giusto equilibrio tra melodia
e potenza, ma in Incinerate abbiamo provato a suonare ancora più aggressivi,
senza tradire il nostro stile. Un buon esempio è il brano That’s Why I Despise
You, che è probabilmente il brano più pesante che abbiamo scritto per il nuovo
album, ma non così estremo da snaturare il nostro sound.

Infatti l’influenza death metal è probabilmente più forte
che in passato, con le vostre sfuriate in blast beat meglio inserite nel
contesto dei brani, e non mento nel dire che le parti più violente sono quelle
che mi sono piaciute di più. Però da quello che mi hai detto poco fa, è
impensabile una svolta ancora più vicina al death metal…

Le influenze death sono forti, credo che noi siamo a metà
strada tra il thrash e il death. Il death ci serve per dare maggio peso al
brano, ma non credo proprio che aumenteremo la componente death metal, noi siamo
una “extreme thrash band”. Cerchiamo di utilizzare al meglio le nostre influenze
per rendere le canzoni più varie possibili. Se ci fossero solo blast beat per
tutta la canzone, come fanno alcune death metal band, sarebbe una noia mortale e
“l’effetto potenza” non sarebbe più efficace. E’ meglio sorprendere
l’ascoltatore inserendo gli elementi appropriati nel momento giusto del brano.

Il vostro attaccamento al thrash metal ha fatto sì che voi
siete una delle poche band di successo che suona thrash “classico”, ovviamente
ammodernato e con diverse influenze. A parte le vecchie glorie, le nuove leve si
danno maggiormente alla versione più moderna del thrash, chiamalo cyber, post
thrash… Insomma, cosa ne pensi del fatto che il thrash classico sta
attraversando un periodo non troppo felice?

Dipende, credo che il thrash metal è cambiato molto negli
anni, al momento c’è un’esplosione di una nuova generazione di band. Però penso
che se si osserva la scena a livello globale credo che sia una buona situazione
per il genere, perchè ci sono molti modi di intendere il thrash metal. Puoi
trovare thrash band come Meshuggah e Mnemic, o espressioni più tradizionali come
i Disaster, e ancora band come The Crown o The Haunted che suonano in maniera
ancora differente, ma sono tutte accomunate dalla radice thrash metal. Pensa ai
Defleshed ad esempio, che suonano in modo così veloce e violento da sembrare
quasi death metal. Siamo in una posizione interessante perchè possiamo suonare
in modo estremo e moderno, avendo bene in mente la musica che abbiamo ascoltato
quando eravamo più giovani, come Testament, Slayer, Kreator, Destruction. Noi siamo
orgogliosi e felici di essere una thrash band, ma i tempi cambiano, le cose
cambiano, e l’approccio è leggermente differente rispetto agli anni ottanta. Non
credo che il thrash stia morendo, sta solo cambiando volto. Il thrash non è mai
stato un grosso trend commerciale, eccetto che negli anni ottanta. Ritengo che
se vuoi suonare questa musica oggi, devi aprire le porte ed espandere la tua
concezione di questa musica.

Leif mi hai anticipato… Volevo appunto chiederti cosa ne
pensi de filone thrash che è nato sotto l’ombra di Meshuggah, Strapping Young
Lad e Fear Factory, e se ascolti e apprezzi questa musica.

Certo, ne ascolto molto, soprattutto i Meshuggah, e
specialmente Destroy Erase Improve, che è un grande album e ha influenzato
moltissime band. Mi piacciono molto i Machine Head, sono un grande fan degli
Strapping Young Lad. Credo che loro abbiano uno stile unico, non saprei neanche
come chiamarlo… se cyber thrash o in un altro modo.

Infatti in due nuovi brani, precisamente Contraddictions e
Retain The Scars, si sente un po’ l’influenza di queste band. Sei d’accordo con
me?

Mmm… (breve pausa. nda.)

Non hai capito la domanda Leif?

No, ho capito, ma non sono sicuro se sono d’accordo con te
e mi stavo concentrando…

Ok, prendi pure il tempo che vuoi.

Ti riferisci alle parti di chitarra ritmica?

Esatto.

Abbiamo sempre usato questo tipo di riff, sin dal primo
album nel 1996. Credo che siano riff carichi di energia e molto aggressivi, e
anche tecnici. Sono un elemento del nostro sound che continueremo ad utilizzare
in futuro.

Ok. Prima hai citato gli Slayer… Ti chiedo se ti è
piaciuto Christ Illusion?

Sì, mi è piaciuto di più degli ultimi tre album.
Probabilmente il miglior album che hanno fatto negli ultimi anni, ma anche
Divine Intervention mi piace molto.

Ritorniamo su Incinerate. Parlami un po’ delle
lyrics, è un concept album?

Non c’è un argomento comune come in un vero concept, ma i
testi parlano di emozioni negative. L’atmosfera che abbiamo creato nei brani non
permetteva di scrivere delle lyrics superficiali, ma qualcosa di apocalittico.
Ogni brano ha una sua identità, ma riconducibile a un’idea comune ben precisa.

Mi sembra ovvio che il cuore carbonizzato presente sulla
cover sia in relazione ai testi e al titolo…

Sì, precisamente. Volevamo rappresentare qualcosa che fosse
semplice e simbolico, e ovviamente inerente al titolo. Non è stata una scelta
difficile.

Andy Sneap (che si è occupato del mixaggio e del mastering.
nda.) ormai è una garanzia in tutto quello che fa. La produzione di Incinerate è
ottima.

Siamo molto soddisfatti. Volevamo cambiare il nostro modo
di registrare, poter lavorare in un altro studio, e utilizzare altri sistemi
rispetto a quelli che sfruttavamo prima. E Andy è stato una grossa componente di
tutto ciò, perchè credo che lui abbia un trademark ben preciso, uno stile molto
potente, e quindi volevamo che lavorasse con la nostra musica. Ha conferito ai
nostri brani un’anima molto aggressiva.

In Incinerate ci sono degli ospiti del calibro di Jeff
Waters, Mille Petrozza, e anche Gus G dei Firewind. Come è nata questa idea? Se
non sbaglio è la prima volta per voi.

Siamo in contatto da tempo con questi artisti e con le loro
band, abbiamo fatto dei tour insieme. C’era la possibilità di collaborare con
loro e abbiamo pensato che sarebbe stata una cosa favorevole. Hanno donato al
brano il loro tocco particolare. Siamo molto orgogliosi della partecipazione di
Mille, siamo onorati di essere suoi amici… Rispettiamo molto i Kreator, ci
hanno ispirato molto. Nonostante Mille suoni thrash classico ha la mente molto
aperta, ed è stato subito favorevole a cantare in Retain The Scars.

Leggo qui dalla brochure promozionale che prossimamente
farete un tour europeo con Napal Death, Moonspell, e Behemoth. Passerete anche
in Italia?

Sì, credo che faremo una data a Milano, ma non posso ancora
dirti la data precisa. A giugno faremo un altro tour di tre settimane e spero di
tornare ancora in Italia.

Benissimo! Una curiosità: come mai i titoli dei vostri
album iniziano sempre con la lettera I?

E’ una strana domanda… Ahah! Di volta in volta abbiamo
scelto il titolo appropriato per ogni album… Non c’è alcun motivo religioso o
altro dietro questa scelta.

Ok Leif, siamo arrivati alla fine. Ti ringrazio, puoi
concludere a tuo piacimento.

Sono io che ti ringrazio Stefano. Grazie Mille (in
italiano. nda.). Non vedo l’ora di suonare in Italia, continuate ad ascoltare
thrash metal e il nostro nuovo album Incinerate. Usciremo con una versione
speciale del disco con un bonus cd, quindi sarà un set con due dischi. Spero che
tutti acquistino il nostro album e che vi piaccia!

Stefano Risso