DGM (Titta Tani e Andrea Arcangeli)
Siamo riusciti a portare a termine l’intervista con Andrea Arcangeli e Titta Tani (che ha risposto con una “sottile” vena polemica) dei DGM. L’ottimo Different Shapes è sugli scaffali, è giunto il tempo di andare a scoprire i segreti della nuova fatica discografica della virtuosa band tricolore. Buona lettura.
Gaetano Loffredo
Ciao Andrea, ciao Titta, quanto hanno influito i cambi di line-up sul “nuovo corso” dei DGM? Pare che la qualità sia rimasta inalterata.
Andrea – Ciao Gaetano! beh in realtà una certa ventata di freschezza Simone, prima, ed Emanuele, poi, l’hanno sicuramente portata, chiaramente alla base di tutto c’è sempre il sound DGM. E’ stato importantissimo per noi trovare due persone che hanno subito capito il tipo di sonorità che abbracciamo da tempo, ecco spiegato il perché del sound invariato.
Ti va di presentarci i due nuovi arrivati, Simone Mularoni e Emanuele Casali?
Andrea – Con immenso piacere. Simone Mularoni è stato il primo acquisto. Subito dopo che Diego si è allontanato dai DGM la nostra idea era quella di trovare un degno sostituto ma che non fosse il suo sosia e avevamo avuto modo di conoscere Simone già in precedenza, inoltre sapevamo che era un mostro della sei corde. Lo abbiamo contattato e gli abbiamo chiesto se fosse interessato, da lì ci siamo incontrati per fare delle prove e siamo rimasti subito colpiti dalla capacità tecnica, dal suo modo di re-interpretare i brani, inoltre è una persona caratterialmente fantastica. Ci siamo trovati subito bene con lui. Emanuele Casali è stata la scelta più ovvia visto che già suona con Titta negli Astra e poi perché ha già collaborato con Simone in passato, un ottimo tastierista e un ragazzo simpatico, cos’altro aggiungere?
I due nuovi arrivati hanno inciso nella fase di creazione del nuovo disco?
Andrea – Fin dall’inizio sapevamo benissimo che questo disco pur mantenendo la musicalità tipica dei DGM avrebbe avuto alcune differenze. Le idee di Simone sono ovviamente stilisticamente differenti da quelle di Diego ma, come avrai avuto modo di ascoltare, hanno un fascino incredibile e inoltre Simone è di una prolificità imbarazzante: nel giro di due giorni ci ha riempito di riff, brani, strofe, un macello (ride ndg). Dicevo: la freschezza che ti accennavo in precedenza è relativa proprio alle sue idee, noterai strizzate d’occhio a stili più pesanti e diciamo che è stato proprio Simone a rispolverare il nostro spirito ‘80s.
Emanuele è entrato quando tutti i pezzi erano già terminati però visto la sua immensa capacità musicale gli abbiamo dato carta bianca sulle parti di tastiera e il lavoro che ha svolto è stato fenomenale, senza parlare poi degli assoli. Anche lui, stilisticamente, è differente da Fabio Sanges.
Partiamo dalla copertina, ben fatta, ti permette di “sognare” per così dire. Penso rappresenti la “nuova vita” di cui si parla nel primo pezzo del disco. A che cosa vi riferite?
Andrea – Inizialmente la nostra idea era un tantino diversa da quello che vedi. Volevamo creare qualcosa di differente pur richiamando elementi che hanno sempre distinto le copertine dei DGM. Stefano della Scarlet si era prodigato per noi “smanettando” con Photoshop per accontentarci e quando ci ha presentato questa cover, beh, siamo rimasti senza parole.
A dire la verità quello che ci piace di questa copertina è il fatto che riesce a spiegare sia la “nuova vita”, intesa come speranza nel futuro, sia le differenti forme che qualsiasi cosa, all’interno dell’esistenza, può avere a seconda di come lo si interpreta, esattamente un po’ come sognare il giusto modo di vedere le cose.
E ora passiamo alla musica. Forse si tratta di un disco leggermente più tecnico del precedente Misplaced ma altrettanto melodico. Segno che la band ha chiaramente deciso quale sia la direzione da intraprendere. Sei d’accordo?
Andrea – Mah guarda a dire il vero una direzione precisa non esiste, nel senso che ogni disco ha sempre suonato differente dal precedente pur mantenendo una certa personalità musicale, quindi diciamo di si! Sicuramente “Different Shapes” è più prog-oriented di “Misplaced” ma cosa verrà fuori per il prossimo album… beh si vedrà di solito le composizioni riflettono molto lo stato d’animo il periodo in cui vengono composti e ovviamente sarà una sorpresa (ride, ndg).
Aggiungerei che si tratta di un disco non così facilmente catalogabile, ma a voi nemmeno piacciono le etichette, giusto?
Andrea – Esattamente! In realtà dentro c’è un po’ di tutto… ci trovi classic metal, AOR, thrash, prog… noi stessi quando abbiamo sentito il disco finito ci siamo guardati esterrefatti per come ogni pezzo suonasse differente dall’altro e da qui anche il titolo. Se da una parte le etichette ti indirizzano verso il genere musicale da un’altra viziano il lettore e comunque restringono il reale discorso musicale che affronta un gruppo è chiaro che non si può coniare un termine per ogni sfumatura stilistica che c’è in giro, altrimenti si tirerebbe fuori una cosa del tipo… Prog’N Roll DGMusicStyle-Metal… (ride, ndg).
C’è un brano, su Different Shapes, che rappresenta totalmente l’attuale anima della band?
Andrea – Uno solo direi proprio di no. Pur sforzandomi non potrei mai tirarne fuori uno, semmai due o tre: A New Life, The Alliance e A Man I’ll Never Be è un tris vincente a nostro parere, un po’ come “Soldatino, King e Datagnan” (ride, ndg). Diciamo che in questi brani sono racchiuse più o meno tutte le nostre sfumature, dal power al prog al rock, il tutto molto melodico e accattivante… anche se ce ne sarebbero tante altre dell’album molto indicative ma già con tre sono andato fuori risposta (ride ndg).
C’è qualcosa che, dando uno sguardo al passato dei DGM, non rifaresti?
Andrea – Per ciò che mi riguarda rifarei tutto, anche se sono entrato durante le registrazioni di Dreamland. Sinceramente apprezzo tutti i brani composti, anche di Change Direction e Wings Of Time. Forse l’unica cosa che ritoccherei è la produzione di Wings Of Time che purtroppo declassa di molto un disco eccezionale.
Parliamo della tua prova Titta, come sempre lodevole. Con gli ultimi due dischi ti sei confermato come uno dei migliori cantanti italiani in circolazione. E pensare che non hai iniziato come cantante… è così? Ci racconti la tua storia?
Titta – Grazie. Nasco come batterista nel 1993 (cosa che attualmente faccio a livello professionale) ed ho suonato con almeno 24 bands fino ad oggi. Sono partito dal thrash più classico a la Testament, Overkill per poi focalizzarmi sul prog interessandomi ai Dream Theater già dalla prima volta che li ho visti a Milano nel novembre 1993.
Tra i vari gruppi ho suonato negli Ytse Jammers – forse una delle prime cover band dei Dream Theater – dove ho cominciato anche a cantare e suonare contemporaneamente.
Poi sono approdato come batterista alla corte di Claudio Simonetti (Daemonia) nel 1999 ed a quella dei Necrophagia nel 2002.
Come cantante in questo momento sono impegnato con DGM, Astra, Icycore (con cui ho registrato un disco che uscirà a breve http://www.icycore.com ) ed ho in ballo un progetto con Arthur Falcone. Comunque sono sempre disponibile sia come cantante che come batterista, quindi non esitate a contattare l’agenzia, info@chiarapellegriniagency.com in caso ne aveste bisogno. Se volete essere aggiornati sui miei progetti andate su http://www.tittamusic.com.
Di recente ho intervistato Edu Falaschi degli Angra e, quando gli ho chiesto di farmi un nome di un cantante italiano non ha esitato: il suo preferito è Titta Tani dei DGM. Ti va di commentare?
Titta – Mi ha fatto molto piacere chiaramente essere nella sua Top List, Edu è un buon amico e dal palato da intenditore in ogni intervista che fa mi menziona sempre e non può farmi che piacere.
Ma visto che me lo hai chiesto, mi ha fatto di certo meno piacere non essere nella tua lista di all star singers ma, senza scatenare polemiche, molti si dimenticano dei DGM, anche forse perchè non sono seguiti nel modo giusto da chi di dovere.
Si fanno sempre degli errori madornali nel giudicare “bravo” un cantante oppure una band, sono circa 15 anni che suono e diciamo che un po’ me ne intendo e non penso di dire cazzate.
I nomi che hai fatto tu (Fabio Lione, Michele Luppi, Morby, Roberto Tiranti, ndg) sono innegabilmente dei cantanti “dotati di tecnica vocale”, quando si parla di bravura si dovrebbe dire così, ma poi magari si pecca sulle timbriche oppure sul gusto, non parlo di loro chiaramente perchè non li seguo abbastanza e quindi non posso dare un giudizio.
Fanno parte di gruppi sulla cresta dell’onda e quindi facili da ricordare, ma se pensi che probabilmente ce ne sono altri 60, sconosciuti ai più, che sono più gustosi da ascoltare e non parlo di tecnica ma anche di timbriche, alla fine la lista sarà sempre quella.
Io non mi reputo un “bravo” cantante, ho solo la fortuna di avere un timbro sul quale ho studiato a livello mentale, diverso dagli altri che mi permette di fare quello che voglio con la voce, finita li.
Questa è una cosa che succede non solo a me ma anche ai DGM, recensioni top, bravi qua, bravi lì ma alla fine il risultato è questo e cioè che è il cantante degli Angra ti deve dire che ci sono pure io oppure che ci sono i DGM.
Uhm, mi lascia un po’ sconcertato questa risposta, Truemetal si occupa dei DGM da quando è nato e riguardo ai cantanti beh… avremo tempo e modo di riaffrontare il discorso Titta, abbiamo opinioni divergenti. Ora rigiro la domanda: ti va di citarmi un cantante italiano che apprezzi su tutta la linea?
Titta – Per adesso mi piace molto, a livello di timbro, il cantante dei Moonlight Comedy e dei 3Dreams Never Dreamt.
Hai mai avuto l’occasione di accasarti in una band internazionale, magari più acclamata, fortunata e famosa dei DGM? In caso di offerta ci penseresti su?
Titta – Ti rispondo dall’ultima. Non ci penserei su, accetterei immediatamente perchè questo è il mio lavoro, e mi sono stufato un po’ del pressapochismo di alcuni.
Ti racconto un piccolo aneddoto. Sono molto amico di Schmier dei Destruction, ed in uno dei nostri incontri mi disse che i Masterplan erano alla ricerca di un cantante al posto di Jorn Lande e che quindi mi avrebbe messo in contatto con loro, avendo lo stesso management.
Due gg dopo mi arriva la mail di Uli e di Roland che mi chiedono di mandargli degli MP3.
Apprezzano la timbrica, ma Uli lascia il gruppo e quindi succedono casini vari e chiaramente Roland sceglie MIKE DI MEO, sia per il timbro che ricorda molto Jorn sia perchè non è un sconosciuto.
L’ultima volta che ce la siamo spassata insieme allo S-hammer, Schmier mi ha detto che Mike non è che sia un granchè in versione live, cosa che ho constatato anche io. Ha una timbrica stupenda per me ma carisma zero.
Sono stato ad un passo, ma ci saranno altre occasioni. Adesso ho un management (http://www.chiarapellegriniagency.com ) che si occupa di me quindi sono pronto a partire!!!!!!
Buon per te. Passiamo alla Scarlet Records: come vi stanno supportando? Siete soddisfatti?
Andrea – La Scarlet per il momento sta cercadno di promuovere al meglio i DGM, a livello di promozione e pubblicità sembra che le cose funzionino. Diciamo che per il momento le cose vanno bene, chiaramente vedremo come sarà il futuro e a livello di vendite sembra che il nuovo disco stia andando bene quindi va bene così, per ora.
Impensabile non farti una domanda sul recente Gods Of Metal. Tantissimi gli elogi sulla prova dei DGM, qualcuno si è lamentato dei suoni non sempre perfetti ma si sa, al Gods quella dei suoni è una lotteria. Ti va di raccontarci la vostra esperienza?
Andrea – (ride ndg) Purtroppo per il discorso dei suoni, soprattutto se si partecipa a festival di questo calibro, uno ci deve mettere la croce sopra. Chi è stato al Gods avrà sentito tipo due note per strumento prima dell’esibizione, quello era il check, quindi fatevi un’idea di cosa significa per un fonico regolare tutto in base a 4 secondi di musica complessiva e frammentata, anzi noi siamo stati anche fortunati perché Gabri dei Fear Stusios già ci conosceva e poi ha una certa esperienza.
Ad ogni modo la nostra esperienza è stata fantastica, soprattutto constatare che la gente ci ha accolti veramente in maniera calorosa, inoltre molto partecipi, tutto veramente molto bello: da rifare direi.
In che altro modo supporterete Different Shapes? Che ne dici di un bel tour coi compagni di etichetta Vision Divine?
Andrea – Quello che noi vorremmo fare per Different Shapes è quello che ogni band vorrebbe per il proprio disco: tour ovunque compresi. Con la Scarlet stiamo cercando di organizzare qualcosa che possa farci uscire un pochino fuori anche dall’Italia e per il momento saremo in Portogallo a settembre e al Prog-Power in Olanda. Poi si vedrà. L’idea di fare qualcosa con i Vision Divine sarebbe eccellente, credo un pochino per entrambi i gruppi… alla fine sembra che le difficoltà di organizzare dei tour colpisca un pochino tutti in questo splendido paese che è l’Italia. Ci si lavorerà su.
Bene, per quanto mi riguarda è tutto. Potete lasciare un messaggio agli utenti di Truemetal.it.
Andrea – Un grazie per il supporto che tutti voi avete dato ai DGM in tutto questo tempo. Ho letto molti commenti positivi riguardo al disco e siamo contenti che sia di vostro gradimento, speriamo di vederci presto in giro.
Gaetano Loffredo