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Dial (L. Hegt, K. Gildenlow)

Di Silvia Graziola - 17 Luglio 2007 - 15:07
Dial (L. Hegt, K. Gildenlow)

Ho il piacere di intervistare Liselotte Hegt e Kristoffer Gildenlow, rispettivamente voce e basso dei Dial, interessante progetto che esordisce in questo periodo con il suo primo album, Synchronized.La prima domanda è: chi sono i Dial e cosa ci dobbiamo aspettare dalla loro musica? Come si sono ritrovati assieme questi musicisti e hanno scelto le linee guida del progetto Synchronized?

Liselotte: il progetto Dial è composto da tre musicisti che sono amici tra loro e che hanno iniziato a fare musica insieme verso il 2003. Io lasciai la mia prima band, i Cirrha Niva e Rommert ne uscì anche lui un paio di mesi più tardi; io e lui abbiamo sempre avuto un forte legame musicale e mi è sembrato giusto continuare a fare musica insieme. Kristoffer si è unito a noi dall’inizio, quando ancora suonava il basso nei Pain Of Salvation, ma da quanto venne escluso dalla fase compositiva della band, sentì la necessità di utilizzare anche le sue idee, e con i Dial gli si presentò questa opportunità.
Iniziammo a suonare senza un piano preciso, semplicemente improvvisando quando avevamo voglia di farlo, nel soggiorno, usando chitarre acustiche; in seguito ognuno di noi iniziò a sviluppare quelle che sarebbero state le nostre prime canzoni. Ci abbiamo messo circa tre anni a dar vita a un album completo, questo a causa del fatto che abbiamo composto divisi tra il lavoro e la vita familiare. Pensammo che fossero canzoni piuttosto gradevoli e decidemmo di fare alcune registrazioni fatte in casa serie. Quando ho incontrato Devon Graves dopo un concerto dei Dead Soul Tribe, chiedendogli di duettare con me, fu così positivamente impressionato dal materiale registrato che si offrì di produrre l’album. Chiedemmo a un nostro buon amico in comune, Dirk Bruinenberg, di registrare le linee di batteria e da quel momento l’idea di comporre musica solo per divertimento divenne un’avventura seria.
Nel frattempo Dirk è diventato il batterista permanente dei Dial; è un grande ragazzo con cui stare in compagnia ed è un diavolo di musicista professionista. Lo scopo principale del processo di composizione e di registrazione è stato quello di dare a ogni canzone tutto il era necessario, senza pensare di essere commerciali, ed è proprio perché dietro a questo non vi era nessun piano precostruito che abbiamo potuto seguire il flusso della creatività e la musica è uscita fuori così com’è: niente era troppo pazzo per noi.
Inconsciamente, sono stata riportata alle mie origini dopo aver trascorso la mia vita in un gruppo metal e, nello specifico, di un gruppo prog metal tecnico; origini le mie rappresentate da gruppi come Kate Bush, Dalbello, Siouxi And The Banshees e Lita Ford. È stato rischioso uscirsene con una collezione di canzoni così diverse tra loro ma non ce ne importava, e io credo che questa diversità tra i singoli brani sia la chiave di questo album e, considerando le risposte positive che abbiamo ottenuto finora, la gente sembra essere pronta per qualcosa di nuovo e differente. La nostra musica si appella alle persone aperte di mente, che amano per lo più una musica orientata al prog rock e allo stesso tempo non disdegnano le sperimentazioni pop rock.

Liselotte Hegt

Rommert van der Meer

Kristoffer Gildenlow

Potete raccontarci qualcosa su Synchronized? Di cosa parla questo album e quali sono i suoi temi principali?

Liselotte: i testi parlano di emozioni, relazioni umane, ricordi di infanzia, perdite, della pressione della società e dei pensieri di una ragazza. La musica fluttua tra loop scuri di tamburi, musica rock nostalgica, melodie guidate dalle linee di piano e chitarre dagli umori sognanti, ma il sentimento che maggiormente traspare è la malinconia.

Nella parte iniziale di questo album vediamo una sorta di interscambio tra testi malinconici, di rimpianto (Sadness, Green Knees…) cantati dalla voce maschile e altri dalle tematiche più leggere (Beautiful, Jewels, Candyland…) cantati da una voce femminile. È stata intenzionale questa divisione dei brani?

Liselotte: Siccome tutti noi abbiamo partecipato alla composizione delle canzoni e alcune di esse sono state composte a quattro mani da Kristoffer e da Rommert, è possibile riconoscere un diverso approccio nella stesura dei testi, che in ogni modo si amalgamano molto bene insieme.
Personalmente sono più orientata verso un pop (synth) molto più femminile, mentre i ragazzi sono molto più orientati verso aree musicali più affini a gruppi come Pink Floyd e Porcupine Tree e, sebbene mi piaccia molto ascoltare queste band, quando viene il momento di scrivere le canzoni, tendo a guardare le cose da un punto di vista molto femminile. Questo probabilmente accade perché io stessa sono una donna 🙂

“Cause the inner beauty doesn’t matter” (“Perchè la bellezza interiore non conta”), quanto è attinente alla realtà questo stralcio preso dalla canzione Beautiful

Liselotte: La canzone parla di una ragazza presa come simbolo di migliaia di ragazze nella nostra società che è ossessionata dalle modelle e dalle attrici messe in risalto dalle riviste patinate. Lei semplicemente vuole essere bella come loro. Se si guarda la nostra società moderna, solo una cosa è importante: avere un bell’aspetto! Ed ecco che le porte ti si apriranno davanti. Sembra che l’intera industria commerciale lavori su questo. Si può comprare la bellezza a diversi livelli, ma resta una cosa piuttosto desolante alla fine.

Di cosa parla la canzone Points of View? I suoi testi sono riferiti a qualche evento in particolarle realmente accaduto? Come recitano le sue parole: “We turn our back on his hand/ Feeling guilt, feeling shame/Knowing that we could do much more” (“Abbiamo girato le spalle davanti alla sua mano/Sentendo colpevolezza/ Sentendo vergogna/ Sapendo che avremmo potuto fare molto di più”) quanto questa caratteristica è comune nell’egoismo delle persone?

Kristoffer: Suppongo che queste parole calzino per la maggior parte di noi nel momento in cui ci muoviamo di fretta per le strade, troppo indaffarati o troppo ignoranti per dare un aiuto a coloro che si trovano per la strada.
In questo caso specifico stiamo parlando di un particolare personaggio che, per qualche ragione, a un certo punto nella sua vita si trova a essere una persona che vive sulla strada e dalla strada prende il suo sostentamento.
Egli è quello indicato nei cori come qualcuno che non riesce a capire come tutto questo possa essere accaduto e perché è finito dove si trova ora, quando aveva così tanti piani nella vita.
Nel resto della canzone egli si guarda attraverso dal punto di vista di tutti gli altri personaggi: le persone che accusano la società, coloro che accusano l’uomo e le persone che usano gli individui per avere i loro personali vantaggi. Tutto questo viene unito ai suoi fantasmi e alle voci nella sua testa.
Quello che intendo dire è che nemmeno io posso dare denaro a ogni povero che incontro per la strada, e qualche volta semplicemente non ho tempo per fermarmi e ascoltare le loro storie, ma guardandolo in modo più soggettivo, è davvero così importante la nostra stressante quotidianità?

Nei vostri testi appare una sorta di ricorrente guardare verso gli episodi del passato. A cosa è dovuto questo fatto? È meglio, secondo voi avere rimpianti o rimorsi nella vita?

Kristoffer: gli episodi sono pervasi da rimorsi tanto quanto lo sono dalla volontà. I bei ricordi della tua innocente e impavida gioventù.
Molte persone possono essere d’accordo con il fatto che quei giorni sembrino molto più facili e liberi da problemi e tutti noi li ricordiamo come in una nebbia… i giorni della gloria.
Suppongo però che vi sia una sorta di Carpe Diem dietro a questo. Non bisogna affrettarsi a crescere e quindi invecchiare. Preserva il bambino che è in te e non avere paura di essere infantile.
E, per favore, ricordati i tuoi sogni e non li mollare mai.

Perchè Synchronized? È in Nature’s Cruelty (Mo’s song) la spiegazione del titolo di questo album? È questa una sorta di momento fuggevole di empatia con qualcuno al punto da arrivare a sentirsi come sincronizzato con un’altra persona la sua spiegazione? Naturalmente, chi è Mo?

Liselotte: Il nome del gruppo, Dial, non ha solo a che fare con la comunicazione telefonica, ma ha a che fare con la comunicazione in generale a diversi livelli, perciò abbiamo avuto l’idea di utilizzare le tessere dello scarabeo nell’artwork come ulteriore forma di comunicazione. Fatto questo, volevamo scegliere un titolo per l’album che non fosse troppo legata ai titoli delle canzoni inserite nell’album; dopo aver cercato un titolo che soddisfacesse le nostre intenzioni, improvvisamente mi è venuta in mente la parola “Synchronized” che canto in Nature’s Cruelty. Questa parola ha una grande potenza e ha moltissimo in comune con l’essere connesso e in generale collegato tramite la comunicazione. Un perfetto incastro.
Nature’s Cruelty è una canzone molto personale che scrissi per uno dei miei cari amici, Mo, che in quel periodo soffrì a causa di una vera tragedia. Se si ascolta attentamente il testo si può capire quello che intendo, ma voglio anche dedicare questa canzone a tutte le donne del mondo che hanno fatto la triste esperienza di una grande perdita emotiva.

Quale tra le canzoni di questo album rappresenta al meglio gli orientamenti musicali dei Dial? A quali gruppi o musicisti solitamente vi ispirate?

Liselotte: Domanda difficile questa. Onestamente la disomogeneità dell’intero album rappresenta effettivamente chi sono i Dial. Non ci focalizziamo verso un’unica direzione, ma semplicemente rendiamo in musica quello che esce dalle nostre menti. Per quanto mi riguarda Kate Bush e Dalbello sono le mie fonti di ispirazioni principali, ma anche la musica di Devil Doll è di grande ispirazione, sebbene non abbia molto a che fare con le mie canzoni al momento.

A cosa è dovuta la scelta di fare la cover di Jewels di Marcela Detroit? Come mai avete scelto di inserire questa cover nella parte iniziale dell’album, quando spesso le cover sono utilizzate come chiusura del disco?

Liselotte: Quando ho ascoltato questa canzone per la prima volta, circa sette anni fa, rimasi folgorata all’istante. Quando decidemmo di inserire una cover nel nostro disco pensai che Jewels si sarebbe amalgamata perfettamente con il nostro materiale: abbiamo ri-arrangiato la musica con un approccio più moderno e ho provato a cantare la canzone a modo mio. Siccome sono una grande fan di Dalbello e di Kate Bush, sarebbe stato naturale scegliere una delle loro canzoni, ma per me sarebbe stato allo stesso tempo un delitto scegliere una loro canzone per una cover: la loro musica è perfetta così com’è.
La ragione per cui abbiamo inserito Jewels nella parte iniziale del disco è perchè è una delle canzoni più grintose e, assieme a “Beautiful” la nostra intenzione era quello di dare un forte impatto alla parte ninziale dell’album.

Quali sono le emozioni, i sentimenti e le sensazioni che volete trasmettere agli ascoltatori? Quali sono le caratteristiche che le persone dovrebbero capire nell’ascoltare Synchronized, in modo da apprezzare al meglio questo lavoro?

Liselotte: All’inizio non avevo idee e intenzioni specifiche sul trasmettere alle persone determinati sentimenti. Il processo di composizione consisteva semplicemente nel trasformare le mie idee e i miei personali sentimenti in una canzone. Qualche volta ho dovuto farlo perché altrimenti le idee mi avrebbero vagato per la testa per sempre. Ora che l’album è stato composto, spero solamente che coloro che l’ascolteranno possano apprezzare questi momenti intimi; se gli ascoltatori ricaveranno emozioni dal suo ascolto sarà il miglior complimento che io possa mai ricevere. Quando essi si ricorderanno le parole o le melodie e si diletteranno a cantarle nella loro macchina, lavando i piatti o facendo qualsiasi altra cosa, sarà un ulteriore lato positivo. Ascoltare musica è un’esperienza davvero personale, e c’è così tanto materiale in giro che mi sento davvero onorata quando la gente riconosce quello che componiamo.

Che cos’ha in serbo il futuro per i Dial e per i fan dei Dial?

Liselotte: Al momento ci stiamo preparando per girare il video di Beautiful, perché l’idea che si nasconde dietro ai suoi testi è perfetta per essere resa tramite immagine. La compagnia incaricata di girare il videoclip è chiamata D’iMages ed è una compagnia olandese e ha una grossa esperienza in materia di DVD live e videoclip per gruppi come After Forever, Ayreon, Stream Of Passion, Neil Morse, Spock’s Beard, Pain Of Salvation e molti altri. Le registrazioni inizieranno nell’ultimo fine settimana di Agosto e l’uscita su internet (per Myspace e Youtube) e, si spera, per molte TV in tutto il mondo, è programmata per la fine di Ottobre 2007.
Al momento non abbiamo piani concreti per i concerti, ma sono sicura che verrà anche il loro momento più tardi quest’anno.

Silvia “VentoGrigio” Graziola