Dimmu Borgir (Silenoz)

Di Redazione - 7 Dicembre 2007 - 14:23
Dimmu Borgir (Silenoz)

Ore 15.00 circa. Mentre alcuni irriducibili sostenitori prendono gia piede davanti all’ingresso dell’Alcatraz, veniamo condotti nei meandri del locale attraverso un interminabile corridoio che ci porta nei pressi dell’area di ristoro delle band. Purtroppo solo nei pressi, perchè la conferenza stampa degli headliner della serata (report del concerto) si svolgerà in una stanza accanto, adibita a ripostiglio per sedie e tavolini malconci, con poco spazio a disposizione per gli addetti ai lavori. Poco male perchè lo spazio comunque basta per i pochi presenti (attivi, non spettatori…) e per l’unico membro dei Dimmu Borgir a presentarsi, Silenoz, che risponde gentilmente alle domande, anche a quelle più scomode, senza mai scomporsi. Buona lettura.


Come sta procedendo il tour?

Il tour sta procedendo molto bene. Abbiamo sempre registrato sold out, e abbiamo suonato sempre davanti a un grande pubblico. Siamo in compagnia di grandi band come Amon Amarth e Engel… Per ora non potrebbe andare meglio.

Parliamo di In Sorte Diaboli. Questo è un album che viene dopo oltre tre anni di silenzio, a parte la riedizione di Stormblåst. Cosa vi ha spinto per la scrittura del nuovo lavoro?

Sì… ci siamo presi una pausa, che è stata più lunga di quanto avevamo previsto, abbiamo tenuto in suspense un po’ di persone. Anche se non ho aspettato molto per scrivere i testi dell’album, che si sono evoluti in un concept vero e proprio.

Infatti il concept parla di un uomo del medioevo che si ribella contro l’oppressione cristiana…

Si, una progressiva rivolta verso la chiesa cristiana. E’ un argomento abbastanza personale, durante la fase di scrittura non me ero accorto, ma una volta che ripensi alla tua infanzia…

Come è stata la reazione del pubblico alla nuove canzoni?

Credo molto bene. Per molte persone l’album è ancora troppo “fresco” e necessita ancora un po’ di tempo. Durante il tour in America, in aprile e in maggio, suonavamo due brani del nuovo album, ora in Europa abbiamo intenzione di aggiungere qualche nuovo pezzo.

Osservando tutta la vostra discografia, ogni album ha segnato uno step ben preciso della vostra carriera. C’è stata un’evoluzione incredibile dagli inizi ad oggi, e io credo che con In Sorte Diaboli abbiate, per la prima volta, fermato questa evoluzione. Sembra che vi siate fermati per fare qualcosa di molto più semplice rispetto ai vostri standard. Penso al ruolo marginale che ha avuto Mustis ad esempio…

Sono d’accordo con te in qualche aspetto… è un album più semplice. Ma fare le cose semplici e unire la qualità di quello che suoni non è mai facile. Avremmo potuto fare un altro Death Cult Armageddon o Enthrone Darkness Triumphant, non sarebbe stato un problema, ma noi vogliamo sempre far progredire il nostro sound. La cosa più importante è che tutto si è svolto in un modo molto naturale, non è stato un processo forzato, mantenendo comunque il “Dimmu trademark”. Ci sono differenti ragioni per il poco spazio lasciato alle orchestrazioni in In Sorte Diaboli, principalmente perchè la stesura dei brani è partita inizialmente con le chitarre, quindi c’è una forte predominanza delle chitarre ritmiche, a differenza di quanto abbiamo fatto in passato, dove c’erano subito degli elementi di tastiera.

Continuerete ancora in questa direzioni in futuro? Ho una predilezione per Puritanical Euphoric Misanthropia, e mi piacerebbe riascoltare ancora tutta quella violenza, quelle parti così veloci, i blast beat, anche qualche inserto industrial ecc… Riprenderete mai questi elementi?

Il problema è i nostri fan hanno differenti album favoriti, e ogni disco ha qualcosa di diverso. Quando pubblichi un nuovo lavoro vuoi sempre fare qualcosa di differente da ciò che scritto in passato… In tre anni una persona matura, fa nuove esperienze, e questo si riflette sul sound.

Cosa ne pensi della nuova strada che sta prendendo il black metal? Ad esempio i Darkthrone si stanno spostando sempre più verso il punk… Credi che questa sia un’evoluzione del black, almeno di quello originario?

Credo sia fondamentalmente un’evoluzione del pensiero, come del resto è avvenuto alle origini, ed era proprio la ragione del perchè il black metal norvegese suonasse così diverso dal resto. Per questo molte band della vecchia scuola stanno cambiando sound, ognuno vuole sempre guardare e spingersi oltre.

Ed è questo che state cercando di fare? Cercare un nuovo sound ogni volta?

Noi non cerchiamo, ci viene naturalmente. Nel nostro prossimo album avremmo forse molti più elementi, ma non è perchè lo avremo voluto noi, semplicemente perchè succederà…

Quella che si chiama ispirazione…

Esatto. Non è qualcosa che decidi a tavolino.

In questi ultimi anni avete lavorato con alcuni dei migliori batteristi in circolazione come Nicholas Barker, Reno Killerich, Tony Laureano, e infine Hellhammer. Puoi parlarci del motivo per cui vi siete separati con Barker?

E’ una cosa difficile da discutere… Ci sono state delle divergenze a livello personale. Nick è un grandissimo batterista, e quando si è unito alla band, abbiamo cominciato la nostra evoluzione della batteria, proprio come strumento… Prima per noi era solo “batteria” (intesa come elemento di contorno. nda)… E’ molto difficile ora trovare batteristi che possano eguagliarlo, abbiamo avuto Hellhammer, Tony e Reno, tutti grandi batteristi. Ma noi abbiamo deciso di non avere più un batterista fisso, sarebbe una complicazione, un “fashion drummer”. Le parti di batteria non sono mai state predominanti nel nostro modo di comporre, e vengono concepite e suonate in un secondo momento.

Infatti quando ho saputo che Hellhammer avrebbe suonato nel vostro ultimo album, mi ero immaginato subito grandi cose, ma ascoltando il disco ho constatato che la presenza di Hellhammer non è così forte come in tutti i gruppi con cui ha suonato. Come se avesse solamente ascoltato le canzoni, si fosse seduto alla batteria e suonato… Anche se con quello che mi hai detto precedentemente è abbastanza comprensibile.

Ma lui ha portato anche qualche idea… Conosciamo il talento di Hellhammer e sapevamo che avrebbe potuto adattarsi al meglio alla nostra musica. Noi comunque, gli abbiamo lasciato piena libertà di fare tutto ciò che desiderava.

Come sono le condizioni di salute di Hellhammer?

Credo stiano migliorando. Ha suonato in qualche concerto con i Mayhem recentemente, non dei tour ma dei singoli show. Mi ha detto che ora poteva cominciare a suonare… Avere un prolasso cervicale è abbastanza seria come cosa, personalmente non credo che potrà suonare la batteria per sempre, ma credo che abbia buone aspettative per il futuro per poter suonare in tour con i Mayhem.

Vorrei affrontare un argomento spinoso… il filesharing. Ho letto che avete avuto qualche problema con un giornalista italiano, vuoi dire qualcosa su questa vicenda (poi smentita dalla label stessa, Ndr)?

(Risata un po’ seccata da parte di Silenoz. nda). Non saprei cos’altro dire. Quando tu hai una copia dell’album con il tuo nome, hai una responsabilità…

Secondo te è servito a qualcosa rendere protetto il vostro album? Cosa avete risolto? Si poteva tranquillamente trovare in rete prima della pubblicazione, anche se era sotto watermarking (protezione digitale, con cui si indica una sorta di filigrana atta a marcare al proprio interno un file. nda)…

(Altro accenno di risata seccata. nda). Credo che se tu sei fan di una band e se ti piace un album, perchè non dovresti comprarne una copia, con i testi, con l’artwork e tutto il resto? Credo la generazione che sta crescendo in questi giorni sia molto viziata, viene da un background in cui si crede che tutto dovrebbe essere gratis. Pensano che sia giusto comprare il disco solo dopo averlo scaricato, invece di attendere l’uscita, andare al proprio negozio, ascoltarlo lì e decidere se comprarlo oppure no. Senza scaricarlo come prima cosa. Ma al tempo stesso credo che il downloading non penalizzi troppo le metal band in generale, i metal fan sono onesti, preferiscono supportare la band, non come nella cultura pop dove tu compri un album con solo due brani decenti e il resto è merda. Allora capisco quelle persone che scaricano solo quei due pezzi. Nel metal in generale ci sono buoni album, con molte belle canzoni.

Avete intenzione di fare una riedizione di un vostro classico, come avete fatto per Stormblåst?

I nostri album di solito hanno un contratto di dieci anni, e quindi bisogna tener conto di questi aspetti del business. Acquistiamo nuovi fan ad ogni uscita, e abbiamo una label che, grazie alla sua distribuzione e promozione, rende più facile far acquistare i nostri dischi da parte dei fan vecchi e nuovi. Il che è una buona cosa. Vedremo in futuro.

Tornerete a suonare negli Stati Uniti?

Sì, andremo verso febbraio/marzo.

Recentemente avete girato il secondo video per In Sorte Diaboli, The Sacrilegious Scorn, e per la prima volta abbiamo visto i Dimmu Borgir senza i propri strumenti… Quale era la vostra idea per questo video?

Per il prossimo torneremo a imbracciare gli strumenti. Sì, probabilmente il video è venuto fuori leggermente differente da quello che ci si aspetta da noi, perchè non avevamo alcuna voce in capitolo. Ma il simbolismo è molto forte, sono molto contento del risultato. E’ qualcosa di diverso, ma che mantiene il significato dell’album.

Quindi non è stata una vostra idea?

No, è stata tutta opera del regista, che ha cercato di racchiudere tutta la story line dell’album in tre minuti, e non è facile.

Dobbiamo aspettarci un terzo video?

Si, credo si si. Non abbiamo ancora scelto il brano, ma sarà sicuramente più straight to the point, più sanguinolento e più oscuro.

Stefano Risso