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Divinity (Sacha Laskow)

Di Riccardo Angelini - 9 Aprile 2008 - 0:10
Divinity (Sacha Laskow)

Debutto esplosivo per i canadesi Divinity, che dimostrano di avere le idee molto chiare sul modo migliore di coniugare tecnica, potenza e melodia. Nelle puntuali ma eloquenti battute del chitarrista Sacha Laskow scopriamo come è nato l’ordigno chiamato “Allegory”.

Credo che pochi si aspettassero un disco come “Allegory” da una band all’esordio. Vuoi parlarci della sua genersi?

Grazie mille! Questo album è un’opera di amore (e odio) alla quale io, James Duncan e Sean Jenkis abbiamo lavorato a lungo, incaricandoci della scrittura dei brani. Abbiamo collaborato come un’unica mente e curato ogni singolo arrangiamento, riff, melodia e testo fino a che tutti quanti non siamo stati soddisfatti delle composizioni nel loro insieme.

Non è da tutti vedere il proprio primo disco pubblicato da un’etichetta come la Nuclear Blast. Come siete riusciti a entrare nel rooster della label?

Jaap, un uomo della label, ha sentito la nostra musica su Myspace, è entrato in contatto con noi e nell’arco di qualche settimana un accordo era sul tavolo. Non sentiamo alcuna pressione perché le cose sono andate esattamente come speravamo e accogliamo tutto a braccia aperte. La Nuclear Blast si è comportata molto bene con noi fino a ora.

Quanto tempo è stato necessario per completare la preparazione di “Allegory”?

Ci sono voluti un paio di anni per scrivere i pezzi e trovare il nostro sound, e più o meno lo stesso tempo per completare le registrazioni. Abbiamo affrontato ogni genere di difficoltà per realizzare questo CD: membri della band che se ne andavano, computer che andavano in crash facendoci perdere un macello di dati, difficoltà finanziari e qualunque altra cosa tu possa immaginare. Anche se ero sul punto di impazzire alla fine abbiamo perseverato e siamo più che felici dei risultati che abbiamo ottenuto.

Sono rimasto colpito dalla maturità delle strutture dei vostri brani, molto dinamici e capaci di valorizzare la sinergia degli strumenti. Come vi preparate in studio? C’è un compositore principale oppure lavorate tutti insieme sui singoli pezzi?

I compositori principali sono I tre che ti ho citato prima, ma tutti noi ci sbattiamo sugli arrangiamenti come un sol uomo e ciascuno dà il suo apporto a ogni nota prima. Proviamo e riproviamo fino a che tutti non sono completamente soddisfatti del risultato finale.

E cosa puoi dirmi dei testi?

Sean scrive la maggior parte dei testi con il supporto mio e di James sulle parole e sui temi generali. Questi riguardano le nostre esperienze personali come esseri umani – la ricerca di comprensione, le cose che ci capitano e che osserviamo nel quotidiano. Alcuni esempi includono il rapporto fra uomo e tecnologia, sessualità, droghe e paure. Ci sono certamente molteplici livelli di significato in ogni testo, con metafore la cui interpretazione è lasciata all’ascoltatore. La musica dà significato ai testi e viceversa: la coesione di tutte le parti è importante per il risultato finale.

La qualità del suono è pulita e potente, come è lecito aspettarsi da un professionista come Tue Madsen. Cosa puoi dirci a riguardo? Ritieni che il sound finale rispecchi l’identità della band?

Tue è una persona eccellente con cui lavorare, un vero professionista e sì, penso che il sound su cui ha lavorato corrisponda perfettamente alla nostra visione. Ha preso la nostra musica e intuitivamente sapeva già come ottenere le sonorità che desideravamo. Vorrei anche sottolineare il fatto che l’album è stato completato in modo indipendente, prima che firmassimo con la Nuclear Blast, e siamo molto orgogliosi che possa reggere il confronto con altre uscite nel mondo del Metal! La Nuclear Blast ha apprezzato il nostro lavoro e ha pubblicato il disco così com’era, senza ritocchi, per pubblicarlo in tutto il mondo.

Facciamo un passo indietro: che cosa puoi dirmi dei vostri primi anni come band? Quali difficoltà avete dovuto affrontare?

Beh io mi sono unito alla band più tardi, credo che in quel momento ci sia stata come una svolta perché tutti i membri si stavano dedicando a un sound più underground e progressive. Abbiamo affrontato le stesse difficoltà che affronta ogni altra band: cercare di mettere insieme una line-up solida e affiata, cercare di far funzionare le cose dal punto di vista finanziario e trovare il tempo di coniugare tutto questo con il lavoro e con la vita di tutti i giorni.

Quanto è stato importante stabilizzare la line-up? Avete impiegato molto tempo a trovare le giuste sinergie?

Questa line-up è la migliore che abbiamo mai avuto e non credo che cambierà per molto tempo, e son per sempre. Abbiamo trovato la giusta intesa subito, fin dalla prima volta che abbiamo provato insieme. Abbiamo solo dovuto imparare il modo di lavorare meglio insieme, in modo più efficiente, e migliorare la comunicazione, che è un aspetto vitale nel lungo termine.

Quali sono i vostri punti di riferimento, le vostre influenze personali?

Da parte mia, ho un background radicato nel progressive, da un lato, e nel death metal estremo, dall’altro. Alcune delle mie prime influenze comprendono Dream Theater, Cynic e Morbid Angel. I e gli altri ci interessiamo in generale di metal in uno spettro piuttosto ampio, dai classici come i Maiden e i Priest fino ai maestri moderni come si Sikth e i Meshuggah. Cerchiamo di essere di mentalità piuttosto aperta.

Parlando di classici, ritieni che la band di una volta siano ancora leader nei rispettivi generi, oppure ti pare che le nuove generazioni stiano un po’ alla volta scavalcando i loro vecchi idoli?

Credo che le band classiche siano ancora a livelli straordinari, a mio avviso non c’è possibilità di andare oltre rispetto a certi album veramente senza tempo. Comunque ci sono anche un sacco di ottime band più giovani che stanno stimolando lo sviluppo e portando la musica a nuove vette inesplorate.

Avete già condiviso il palco con Cannibal Corpse e Overkill: che valore dai a queste esperienze?

Sono state estremamente preziose per me e per tutti noi è stato un onore suonare sullo stesso palco di alcuni dei più grandi di tutti i tempi. Di fronte a certi mostri sacri non puoi far altro che startene a bocca aperta e prendere appunti quando vedi i maestri fare il loro lavoro on stage. È fonte di ispirazione su molti livelli e lo apprezzo davvero molto.

A proposito di esibizioni dal vivo: piani per un tour europeo?

Senza dubbio ci speriamo, non abbiamo nessun progetto definitivo per il prossimo futuro ma ci auguriamo di riuscire a volare in Europa e in Giappone, paesi in cui la grande famiglia del Metal ci ha accolto molto calorosamente.

Quali sono i vostri obbiettivi, le vostre ambizioni per il futuro?

Ora ci concentreramo sul tour e cercheremo di far udire la nostra voce il più lontano possibile. Ci sentiamo molto a nostro agio sul palco e credo che uno dei nostri punti forti stia nel tradurre la produzione dell’album in una prestazione ferocemente energica on stage!
Stiamo anche scrivendo febbrilmente nuovo materiale per il prossimo album e sta andando tutto alla grande. Le nuove canzoni sono l’ideale proseguimento di “Allegory” con ancora più dinamismo, originalità e progressione.

Mi pare di capire quindi che oltre alla promozione del debutto ci siano le premesse per realizzare un nuovo album in un futuro non troppo lontano…

Ora ci stiamo concentrando sulla promozione di “Allegory” ma stiamo già lavorando sul nuovo album e probabilmente cominceremo le registrazioni in capo a un anno o poco più

Grazie mille per il tuo tempo e la tua disponibilità Sacha, questa era l’ultima domanda. Lascio a te queste ultime righe.

Grazie a te Riccardo, spero di vedere tutti voi in tour. Keep fucking Shredding!!!

Riccardo Angelini