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Dol Ammad (Thanasis Lightbridge)

Di - 30 Marzo 2005 - 19:50
Dol Ammad (Thanasis Lightbridge)

I Dol Ammad, autori del recente “Star Tales“, sono una band ellenica che propone un metal veloce e pomposo associato a sonorità tipicamente elettroniche, per un risultato finale originale e di grande impatto. Siamo oggi in compagnia del tastierista e mastermind del gruppo Thanasis Lightbridge che traccia un profilo accurato di questa sua promettente creatura.

Intervista a cura di Matteo “once” Lasagni.


Ciao Thanasis, prima di tutto complimenti per Star Tales! Il debut dei Dol Ammad è stata una vera sorpresa per me! Ho trovato “Electronica Art Metal” una definizione assolutamente calzante per la vostra musica, come ti è venuta l’idea di mixare stili apparentemente così distanti?

Ciao Matteo e grazie mille per i complimenti e l’ottima recensione! Sì, “Electronica Art Metal” è la definizione perfetta per la nostra musica, era il titolo del nostro demo e ora, vista la sua grande importanza, si trova anche stabilmente a fianco del nostro logo. L’idea è nata come sviluppo del mio progetto iniziale, ovvero riprendere ed evolvere la musica che solitamente amo ascoltare. Essendo un fan di musica elettronica, ma anche di heavy metal e musica classica, mi venne assolutamente spontaneo cominciare a combinare queste influenze e lasciar scorrere le mie più intime sensazioni musicali.


Qual è il tuo background musicale? Ho trovato molte influenze diverse come Rhapsody, Ayreon e Vangelis.

Hai ragione, ci sono molte influenze e gli artisti che hai menzionato sono sicuramente compresi. In particolar modo Vangelis e Jean Michel Jarre sono due incredibili personaggi dotati di un genio fuori dal comune. Ma si può trovare grande musica in ogni genere musicale. Ad esempio per quanto riguarda il mondo power/prog mi piacciono band come Angra, Symphony X, Nightwish, Rage e Dream Theater, ma ascolto anche gruppi di metal estremo come Nile, Bal Sagoth, Emperor, Strapping Young Lad, The Berzerker, Samael e molti altri. D’altro canto, mi piace la musica elettronica di artisti come Orbital, Aphex Twin, Kraftwerk, Air, Future Sound of London e Ozric Tentacles ed in generale ogni cosa sia associabile a queste sonorità! La miscela di tutti questi generi musicali che io cerco di ottenere nei Dol Ammad e nei miei progetti futuri dimostra come in fondo la buona musica sia unica ed universale.


Il riferimento ai Rhapsody è rafforzato dalla presenza di un coro formato da ben 12 elementi e dalla collaborazione di personaggi del calibro di Sasha Paeth e Alex Holzwarth, drummer degli stessi Rhapsody. Come sei riuscito a coinvolgere nel tuo progetto nomi così importanti?

Attraverso l’aiuto di Robert Hunecke Rizzo (già protagonista con Luca Turilli ed AINA) riuscii a contattare Alex Holzwarth dandogli il CD demo e chiedendogli di cooperare al progetto finale. Fortunamente la sua risposta fu positiva e registrare le parti di batteria nei famosi “Gate Studio” di Sascha Paeth a Wolfsburg in Germania è stato un vero onore. A parte i Rhapsody, Alex è anche membro di una delle più grandi prog metal band di sempre, ovvero i Sieges Even, che proprio recentemente si sono riuniti. È stato un grande privilegio aver collaborato con persone così positive e di così grande talento e spero di lavorare ancora con loro in futuro. Riguardo al coro, rinunciare ad un unico singer e avere invece un coro classico di 12 elementi per le vocals del demo e di Star Tales è stata una scelta assolutamente ben ponderata. Ho sempre amato i cori sia nella musica classica che in quella contemporanea. Era una sogno per me avere a disposizione un coro che, oltre ad essere formato da eccellenti musicisti, ora rappresenta anche un gruppo di buoni amici e sinceramente non vedo l’ora di ricominciare a lavorare con loro!


Penso che “Star Tales” abbia un grande range di possibili estimatori, dai seguaci del symphonyc-speed metal agli amanti del prog più intricato e sperimentale, sei d’accordo con me?

Sono pienamente d’accordo. La musica di Star Tales e dei Dol Ammad in generale può attrarre chiunque cerchi un disco di qualità e allo stesso tempo avventuroso. È anche vero comunque che gli ascoltatori non abituati a sonorità complesse e così diversificate dovrebbero dare a Star Tales il tempo per crescere nei loro cuori e conquistarli! Abbiamo ricevuto una reazione positiva da tutte le tipologie di music lovers, dai fans di Enya ed Emma Shaplin fino a quelli di Dying Fetus o Brodequin.


Le tue tastiere, Thanasis, permeano tutto il cd e, come ho scritto nella mia recensione, ho notato la tua estrema disinvoltura nel passare da atmosfere maestose e solenni ad altre più eteree e rilassate. Mi sembra che queste tue tendenze rivelino una forte passione anche per il cinema e le colonne sonore, giusto?

Sì, hai ragione! Credo che i film ed il cinema in generale siano l’ultima vera “arte umana”. Essa può combinare tutti i tipi di arte, è cooperativa ed universale. Sono un grande fan di cinema e colonne sonore, sebbene ti confessi che ultimamente ho trovato ben poche soundtracks di mio gradimento. I produttori e gli studi cinematografici dovrebbero cominciare a rischiare e sperimentare maggiormente in questo senso. Voglio dire, non sono stanchi di tutti questi violini e di questo sound così tipicamente classico? Per fortuna ogni tanto vengono alla luce idee brillanti come nelle colonne sonore di “American Beauty”, “Heat” o “K-Pax”. La migliore per me rimane comunque quella di “Blade Runner” composta da Vangelis. Altre opere che ho ammirato sono state le soundtracks di “Conan il Barbaro” di Basil Poledouris, di “Star Wars” e “Indiana Jones” di John Williams, de “Il Gladiatore” di Hans Zimmer e di “Hero” di Tan Dun, fra le altre. Inoltre sono un grande fan di musica per videogame, nonostante molta gente la sottovaluti.


Riguardo i singoli pezzi, mi sono letteralmente innamorato di “Master Of All”, semplicemente incredibile per la potenza espressa ed il meraviglioso refrain, cosa mi dici di questa track?

Hehe, sono contentissimo che ti piaccia! Penso che “Master Of All” sia una delle canzoni più immediate dell’album. E’ diretta e molto potente e allo stesso tempo è presente un break classico nella parte centrale. La cosa strana di questa song è che “Back To The Zone”, che ora è una specie di intro di “Master Of All”, doveva inizialmente comparire alla fine di essa. Ed anche il drum solo di Alex, accompagnato dalle campane di chiesa, alla fine di “Master Of All” era stato studiato per apparire all’inizio. Bene, ho messo tutto sottosopra… ed ecco il risultato! Ha un feeling epico e con “Back To The Zone” dà la sensazione di una vera colonna sonora.


“Eclipse” e “Vortex 3003” seguono la stessa strada di “Master Of All” e presentano il lato più pomposo di Star Tales, caratterizzate da un drumming sontuoso e da cori possenti. D’altro canto ci sono veri gioielli di musica elettronica come “Back To The Zone” e “Dreamport”, che ti vedono assoluto protagonista e rivelano il volto più intimo della tua vostra musica. Il resto del cd è più sperimentale e prog oriented. Quali pezzi consideri più rappresentativi del Dol Ammad style?

È vero, in Star Tales c’è una grande varietà di stili e personalmente amo sia i momenti più altisonanti che quelli più tranquilli. Credo che la somma di tutte le canzoni sia la perfetta rappresentazione del Dol Ammad style, uno stile che manterremo e svilupperemo in futuro. Se dovessi scegliere una singola track per dare dimostrazione dell’ampia gamma sonora dei Dol Ammad sceglierei “Weaver’s Dance” che presenta al suo interno atmosfere sognanti, ma anche momenti progressive e parti roboanti.


Come nascono le tue canzoni e come procedi nella fase di composizione? Non deve essere stato facile coordinare un lavoro così complesso.

Sì, è difficile ma allo stesso tempo stimolante e gratificante. I pezzi nascono in diversi modi: può essere una melodia che mi si blocca in testa e vuole ad ogni costo uscire e prendere forma, oppure un sound interessante che creo con le mie tastiere o con altri strumenti; da qualche tempo infatti sono anche batterista, così durante i miei allenamenti sul drumset a volte saltano fuori parti ritmiche degne di nota da cui prendo spunto per i miei brani. Dopo innumerevoli ascolti compongo poi il resto degli elementi seguendo la mia immaginazione e l’ispirazione del momento. La musica mi viene fuori spontaneamente e senza sforzi.


L’artwork ed il digipack in carta lucida del cd sono di grande impatto e si sposano alla perfezione con la vostra proposta musicale, come siete arrivati a scegliere questo tipo di grafica?

La rappresentazione grafica della musica dei Dol Ammad è molto importante, così abbiamo cercato di fare il massimo in questo senso. Quando casualmente venni a contatto con l’opera dell’artista fractal (un tipo di arte digitale che basa la propria natura su forme che mostrano caratteristiche simili a diverse dimensioni) di Brian Exton, rimasi scioccato e mi sembrò quasi che l’avesse realizzata ascoltando i Dol Ammad! Lo contattai immediatamente e cooperammo in simbiosi creando un artwork diverso per ognuna delle 12 tracks di Star Tales. Il risultato è un completo delirio di colori e di ambientazioni spaziali e il solo modo per rendere tutto ciò alla perfezione era attraverso un digipack in speciale carta lucida.


Cosa significa “Dol Ammad”?

Significa “Castello di Colonne”, derivato da un termine Tolkieniano e da una parola Palestinese. È anche una raffineria di combustibile nel pianeta “Europa” nel mondo del gioco per pc “Descent 3”.


Cosa mi dici riguardo la produzione sonora di Star Tales? Il sound è molto ricco, ma l’ho trovato non proprio cristallino soprattutto nei brani veloci. Considerando che si tratta di un debut album, sei soddisfatto del risultato finale o avresti voluto di più?

Sì, sono molto contento del risultato finale anche perché abbiamo sfruttato il massimo delle risorse a nostra disposizione in quel periodo. È vero che nei brani più veloci i molti “strati” sonori offuscano il risultato finale, ma a me personalmente piace! Ora stiamo arricchendo l’equipaggiamento del nostro studio e ci stiamo sforzando per ottenere la miglior produzione possibile. Continuare ad evolvere la resa del nostro sound in ogni modo possibile è per noi una priorità.


Pensi che la vostra musica potrà essere compatibile con una dimensione live?

Solo con i mezzi appropriati la musica dei Dol Ammad potrebbe essere rappresentata in sede live. Uno show tipicamente metal sarebbe un disastro per il nostro sound e per le emozioni che vorremo trasmettere al nostro pubblico. Cercheremo quindi modi alternativi per esprimere la nostra musica in uno show live non appena i tempi saranno maturi.


Ho apprezzato molto la scelta di includere samples di ogni brano sul vostro sito ufficiale, credo che quest’opportunità aiuterà molti metal fans a scegliervi. Cosa pensi del ruolo di internet in campo metal?

I samples sono determinanti per chiunque voglia conoscere una band. Sul nostro sito abbiamo incluso anche un intero brano (“Master Of All”) disponibile per il download. Internet è molto importante, permette di unire persone che abitano lontane le une dalle altre e rende molte cose più semplici. La comunicazione ed il commercio innanzitutto. Comunque può anche essere dannoso se usato in modo improprio, come tutte le cose create dal genere umano…


Quali piani hai per il futuro?

Innanzitutto stiamo lavorando duro per il secondo album dei Dol Ammad. Poi stiamo preparando anche il secondo lotto di magliette per Star Tales, visto che tutte le t-shirts risalenti ai tempi del demo sono già state vendute. Inoltre siamo impegnati con la realizzazione del video-clip per la track “Eclipse”. A tutto questo aggiungo anche i programmi per side projects futuri che forse un domani prenderanno forma.

Thanasis, ti ringrazio per quest’intervista e auguro a te e ai Dol Ammad tutta la stima che meritate! Ti lascio queste ultime righe per qualche considerazione finale.

Grazie molte per questa splendida intervista! Mi raccomando continuate l’ottimo lavoro con “True Metal”! Voglio ringraziare tutti i supporters dei Dol Ammad per il loro incredibile aiuto e feedback e rassicurarli che il futuro sarà MOLTO eccitante…;-)